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Trasferimento del materiale

Il trasferimento del materiale dall'archivio principale all'archivio di concentrazione può avvenire in diversi modi:

  • Per versamento: passaggio attuato tra 2 soggetti appartenenti alla stessa struttura istituzionale, senza variazioni di proprietà.
  • Per deposito: i due soggetti non possiedono la stessa natura giuridica e istituzionale, il soggetto produttore mantiene la proprietà. La pratica di deposito ha un valore delimitato nel tempo ed è stabilita tramite una convenzione tra le due parti.
  • Per donazione: natura giuridica dei soggetti diversa e il produttore intende liberarsi sia del possesso che della proprietà del bene. Possono essere presenti clausole protettive, come ad esempio la possibilità di consultazione del bene.
  • Per alienazione: il proprietario cede il materiale all'acquirente a titolo oneroso.
  • Deposito coattivo: si verifica quando ci si trova in situazioni di immediati e reali pericoli.
per ladocumentazione → lo Stato può intervenire, es. interventi coattivi sugli archivi privati giudicati di notevole interesse storico quando il proprietario non ne garantisce un' idonea conservazione. Capitolo 10- L'archivio storico Tipologie di intervento:
  • Riordinamento del materiale nel rispetto del metodo storico istituzionale;
  • Mezzi di corredo e strumenti per la ricerca;
  • Fruizione della documentazione archivistica da parte del pubblico esterno (nei limiti cronologici e contenutistici stabiliti dalle norme di legge).
D.P.R. 1409 → usa solo il termine di sezione separata (non archivio storico); dibattito: attribuendo il valore di storico solo alla documentazione con 40+ anni, non si riconosceva tale caratteristica alla documentazione contemporanea. Ogni elemento scritto nasce come rappresentazione di un fatto storico → è una memoria storica fin dalla sua origine. Quando però rappresenta una fonte storica? Quando il documento.vieneutilizzato per tale funzione da uno storico → si parla quindi di sezione separata (solo per enti chemantengono presso di sé il proprio archivio).
Riordinamento → operazioni svolte dagli archivisti nell'ultima fase per fornire agli archivi indisordine una sistemazione definitiva. Cause di disordine:
  • Cause di forza maggiore (alluvioni, incendi, terremoti…);
  • Fruizione → la consultazione, se eseguita senza la presenza di un archivista, rappresenta unrischio per la documentazione.
  • Principio di pertinenza → metà XVII secolo, si sviluppano linee di riordinamento fondate sulprincipio di pertinenza che consentiva di ristrutturare il materiale per materia (→ intervienepesantemente sull'ordine originario);
    • Principio usato soprattutto a Milano (archivista Luca Peroni); il principio dipertinenza distrugge l'organicità archivistica per creare una raccolta;
    • Materiale disposto in ordine cronologico;
  • Principio di
  • provenienza → applicato per la prima volta in Danimarca nel 1791; secondo Brenneke, l'introduzione ufficiale si ebbe nel 1819 quando l'Accademia di Berlino suggerì di abbandonare il principio di pertinenza a favore di quello di provenienza; o Dibattito soprattutto in Germania; in Francia si attua il principio del respect des fonds (rispetto delle strutture originarie); Metodo storico → Toscana: sviluppo precoce del principio di provenienza grazie a Francesco Bonaini che realizza il metodo storico; o Il metodo storico vuole mettere in evidenza che per riordinare gli archivi era necessario conoscere la storia del soggetto produttore e saperla inquadrare in un contesto storico istituzionale generale e locale; o Principi teorizzati dagli archivisti olandesi a fine '800; o Scritti di Giorgio Cencetti (1937) → il vero lavoro dell'archivista è lo studio del soggetto produttore, della sua struttura e della sua storia. La periodizzazione come criterio di
    1. Mutamento o modificazione della realtà politica;
    2. Mutamento o modificazione della realtà istituzionale;
    3. Mutamento o modificazione della realtà istituzionale (riferita all'entità produttrice dell'archivio in esame);
    4. Mutamento o modificazione della realtà burocratica (riferita all'entità produttrice);
    5. Mutamento o modificazione delle norme di gestione (introduzione di nuove regole di archiviazione e di nuovi modelli di registrazione);
    6. Mutamento o modificazione delle prassi di gestione dell'archivio derivate sia dall'ufficio di registrazione, sia dalle influenze delle realtà operative esterne.

    In questi casi si applica il principio della periodizzazione in un archivio.

    pubblico.Circolare ministeriale del 1966 → Comitato per le pubblicazioni pubblicò una circolare che riguardava anche la periodizzazione. Invitava all'osservazione della periodizzazione perché il mancato rispetto di periodizzazioni corrispondenti a cambiamenti di strutture organizzative potrebbe condizionare in negativo successivi riordinamenti.

    Applicazione della periodizzazione agli archivi postunitari → principio di periodizzazione applicato per lo più agli archivi preunitari. Periodo postunitario: vicende politiche, istituzionali e burocratiche dello Stato → momenti di cesura soprattutto per gli Enti locali.

    Una prima cesura si può individuare nell'avvento del fascismo e con i momenti conseguenti alla caduta del regime e con il mutare della situazione politica generale. Referendum del 2 giugno 1946 e entrata in vigore della Costituzione (1 gennaio 1948, alcune sensibili modificazioni all'apparato amministrativo). Proposta di

    separazione all'interno del materiale postunitario: archivio del Regno d'Italia (fino al 31 dicembre 1947) e archivio della Repubblica Italiana (dal 1 gennaio 1948). Due tipologie di intervento: - Mezzi di corredo → funzione di illustrare gli archivi, considerati nella loro struttura organica; nella sua fase costitutiva, il mezzo di corredo deve essere riferito solamente all'archivio, mentre nella fase di utilizzazione potrà essere utile sia per l'archivista che per i fruitori; - Strumenti per la ricerca → funzione integrativa ai mezzi di corredo, con una presenza successiva ad essi; scopo di agevolare le ricerche che si rivolgono alla conoscenza specialistica di alcuni settori dell'archivio. I mezzi di corredo: - Mezzi di corredo primari → produzioni archivistiche strettamente riferibili all'archivio considerato nella sua organicità e si suddividono in: elenchi, guide, inventari; - Mezzi di corredo sussidiari → direttamente

    collegati e collegabili con quelli primari e che contribuiscono ad una conoscenza più articolata dell'archivio (indici, rubriche, repertori);

    Mezzi di corredo complementari → realizzati per assolvere a funzioni scientifiche attinenti ad altre discipline (es. diplomatica) e sono: sunti, trasunti, regesti, trascrizioni;

    Mezzi di corredo atipici → si riferiscono per lo più a raccolte di documentazione archivistica (cataloghi).

    Mezzi di corredo primari.

    Elenco archivistico: è il mezzo più semplice e risponde a scopi prevalentemente descrittivi → consiste nella descrizione del materiale archivistico comprendente l'indicazione:

    • Numerazione progressiva dell'elenco;
    • Consistenza delle unità archivistiche (attribuite al n° progressivo dell'elenco);
    • Tipologia delle unità archivistiche (singole o in serie, distinzione tra unità sciolte e unità legate);
    • Contenuto delle unità archivistiche;

    Estremi cronologici;

    Redatto per rispondere ad esigenze pratiche, amministrative e giuridiche; viene presentato con una specificazione per spiegare la motivazione di base:

    • Elenchi di consistenza per conoscere la quantità della documentazione;
    • Elenchi di versamento o elenchi di deposito a complemento di alcuni documenti giuridicamente rilevanti;

    Può essere redatto seguendo diverse modalità, individuando 3 tipologie di elenchi:

    1. Analitici → la descrizione è effettuata riportando le unità archivistiche singolarmente;
    2. Sommari → il materiale viene descritto raggruppando le unità in più serie (blocchi tematici omogenei);
    3. Misti → applicate alternativamente le altre due tipologie.

    Guida archivistica: mezzo di corredo intermedio redatto con lo scopo di fornire informazioni generali nei riguardi di un archivio; struttura più complessa rispetto a quella dell'elenco (Guida degli Archivi di Stato Italiani). Contiene

    Questi elementi:

    • Denominazione dell'archivio, con l'indicazione del luogo di conservazione e delle notizie utili per accedervi (es. orari di apertura);
    • Brevi notizie storiche riguardanti il soggetto produttore (insieme ad informazioni essenziali sulla storia e le vicende dell'archivio);
    • Brevi illustrazioni delle serie archivistiche presentate;
    • Sezione descrittiva comprendente il titolo della serie, la consistenza e gli estremi cronologici;
    • Apparato critico contenente le indicazioni bibliografiche relative al fondo descritto;
    • Indici dei fondi archivistici illustrati.

    Presenza di diversi tipi di guide:

    • Generali, si riferiscono ad ambiti territoriali e istituzionali molto vasti;
    • Specifiche, si rivolgono a singoli archivi o a singoli soggetti produttori;
    • Topografiche, rappresentano le collocazioni fisiche del materiale;
    • Tematiche.

    Inventario archivistico: la più alta espressione del lavoro archivistico; entità molto complessa.

    funzioni della serie stessa); Per ogni serie, si dovranno indicare: il titolo, le date estreme, la quantità, la tipologia di supporto,la provenienza, la struttura interna, le eventuali note di accesso e le eventuali note di conservazione; Alla fine dell'inventario, si dovranno inserire eventuali appendici contenenti documentiaggiuntivi o informazioni supplementari.

    caratteristiche istituzionali del soggetto produttore);

    Sezione descrittiva

    Dettagli
    A.A. 2022-2023
    25 pagine
    SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

    I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alice_caralli07 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archivistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Giambastiani Laura.