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Nozioni generali

Ogni archivio nasce quando il soggetto produttore decide di conservare le testimonianze delle proprie operazioni; l'archivistica speciale si occupa dell'archivio come conseguenza dell'attività del soggetto produttore e studia dunque la nascita, lo sviluppo e la gestione degli archivi distinti in categorie (come archivi pubblici, privati, statali e non, ecclesiastici...). Mentre l'archivistica tecnica si incentra sulla gestione dell'archivio storico, prevalentemente su ordinamento e descrizione, e quindi si rivolge ai mezzi di corredo, soprattutto primari, come elenchi, guide e inventari. L'attività di gestione della memoria è documentata per epoche molto antiche (probabilmente esistevano degli operatori archivistici già nel terzo millennio a.C.); dopo le tavolette d'argilla, la successiva evoluzione dei supporti a materiali più agili e leggeri (come pergamena e papiro) fece crescere...

Notevolmente la produzione mane diminuì la capacità di resistere al tempo; in epoca romana imperiale l'archivistica raggiunse livelli di perfezionamento non dissimili da quelli odierni, mentre l'uso della pergamena e lo sviluppo della Chiesa contribuirono alla conservazione di una notevole documentazione archivistica; durante l'età dei Comuni l'uso del liber pergamenaceo e poi cartaceo divenne sempre più diffuso e la documentazione cominciò ad essere conservata in armari scafalati; la conservazione era inizialmente nelle mani del massaro e poi del notaro, che aveva il compito di tenere in ordine il materiale, classificandolo e assicurandone la fruizione, e poi del notaro-archivista; risalgono all'epoca comunale i primi regolamenti sulla gestione degli archivi, mentre nel XVI secolo in area tedesca uscirono numerose opere archivistiche. Il fondo diplomatico è un deposito di pergamene; i notulari (sing. notulare) sono

I registri dove vengono descritte in ordine cronologico le pergamene di un soggetto produttore sono:

  1. Registro delle pergamene
  2. Registro delle pergamene aggiornato
  3. Registro delle pergamene archiviate

In Italia si cominciò a sentire l'influenza delle nuove tecnologie negli anni '80, quando si aprì un dibattito tra chi sosteneva che gli archivi tradizionali sarebbero stati completamente soppiantati dalle nuove tecnologie e chi invece riteneva che le nuove tecnologie non avrebbero apportato cambiamenti consistenti.

Si crea un vincolo naturale puro quando l'archivio informatico è conseguenza dell'attività di un soggetto produttore e impuro quando dipende dalle metodologie che i soggetti stabiliscono di usare per l'organizzazione.

Il supporto digitale ha un tempo di conservazione breve, in quanto ogni cinque anni bisogna riversare tutti i documenti in dei database.

In archivistica non si ordina mai per materia, cioè argomento, in quanto in quel caso è una catalogazione o un ordinamento bibliotecario.

Il comune ha un

le regioni amministrative italiane sono nate nel 1970, in quanto prima erano solo divisioni territoriali; nel 1973 fu deciso che ogni comune toscano dovesse avere una propria biblioteca. nell'uso comune il termine "archivio" si riferisce ad agglomerati di carte che vengono conservate per una futura utilità, mentre nel linguaggio archivistico indica un complesso documentario di scritture dei singoli soggetti produttori e in quello delle discipline a ni una mera raccolta. esistono diverse definizioni di archivio: - per Giorgio Cencetti (1937) l'archivio è il complesso degli atti (e cioè

documenti legali) spediti e ricevuti da un ente o un individuo per il conseguimento dei propri fini o per l'esercizio delle proprie funzioni;

parlò dell'archivio come universitas rerum (universalità delle cose) in un articolo del 1937, in cui teorizzò per la prima volta la nozione di vincolo;

per Adolf Brenneke (1939), interprete della linea di pensiero tedesca che considerava "registratura" le prime due fasi dell'archivio (relegandole ad un livello inferiore) e l'ultima fase, invece, archivistica per eccellenza, l'archivio è la totalità di scritti e altri documenti che si sono formati presso persone sia fisiche che giuridiche in base alla loro attività e che, quali fonti documentarie del passato, sono destinate a permanente conservazione in un solo luogo;

per Sir Charles Hilary Jenkinson (1947), rappresentante della dottrina anglosassone che si rifaceva al diritto romano e quindi interessato alla validità giuridica,

l'archivio è formato dai documenti accumulati per un procedimento naturale e conservati dal soggetto produttore o dai suoi successori; egli era ridotto da un periodo di distruzione degli archivi e sosteneva la necessità dell'"ininterrotta custodia" di un archivio per l'autenticità giudica delle sue unità - per Antonio Panella (1948) l'archivio è l'insieme dei documenti che un ente o un istituto di qualsiasi natura *lista lunghissima di soggetti produttori* produce nel corso della sua attività - per Theodore Schellenberg (1956), che riprese gli studi di Brenneke, l'archivio è l'insieme dei documenti prodotti da un'istituzione pubblica o privata che sono stati giudicati degni di conservazione permanente sia per consultazione che per altri tipi di ricerche - per Elio Lodolini l'archivio è la più antica registrazione della memoria di un popolo e della sua.

identità nazionale⁃ per Aurelio Tanodi l'archivio è tutto il materiale scritto, grafico, multigrafato, reprografato e autovisuale proveniente da un ente in funzione delle sue attività e che si conserva per fini amministrativi, giuridici, scientifici e culturali⁃ per Leopoldo Cassese l'archivio è l'insieme dei documenti scritti di qualsiasi specie raccolti ordinatamente nella loro continuità temporale ed effettuale che un ente pubblico o privato ha prodotto e accumulato per fini pratici⁃ per Paola Carucci l'archivio è il complesso dei documenti prodotti o acquisiti durante lo svolgimento della propria attività da Stato, enti pubblici, privati, da famiglie e da persone⁃ per Antonio Romiti (2002) l'archivio è un complesso di scritture che, legate da un vincolo naturale, sono prodotte da entità pubbliche o private nell'espletamento della loro attività, per il raggiungimento di finalità

contingenti e per la conservazione della propria memoria; questi tre scopi corrispondono alle tre fasi di vita dell'archivio in Italia (fase corrente, di deposito e storica)> recentemente si è sviluppata la prassi di duplicare la documentazione, che può avvenire per duplicazione (trasferimento del materiale su un altro supporto e collocato in sedi differenti; si aumentano le possibilità di conservazione e si riducono i rischi di usura dell'originale) o per sostituzione (all'atto della copia segue la distruzione dell'originale acquisendo così nuovo spazio) e crea degli archivi "riprodotti"; fino a pochi anni fa la tecnica che veniva più utilizzata per la riproduzione era quella del microfilm (che offre un supporto di buona consistenza e limita l'ingombro ma necessita di periodiche duplicazioni per mantenere ottimale la qualità dell'immagine riprodotta), con la realizzazione di veri e propri archivi.

fotogra ci, mentre oggigiorno è preferitof i f i f i f i f f i f f i f i f f i f i f i f f i f il'utilizzo delle tecnologie informatiche; in ambito tecnologico si distinguono gli archivi informatici, natidirettamente su supporto elettronico, e gli archivi informatizzati, creati su carta e poi trasferiti> gli archivi di concentrazione hanno il compito di conservare i complessi documentari realizzati da altrisoggetti produttori e l'insieme degli archivi che vi si trovano può essere considerato una raccolta di archivi> l'attività di sorveglianza indica una relazione tra due soggetti che hanno la stessa natura giuridica (es. tra unarchivio di Stato e una Prefettura, che sono entrambi istituti pubblici statali), mentre una relazione tra duesoggetti che hanno natura giuridica diversa è indicata col termine "vigilanza" (es. tra un comune, che è unsoggetto pubblico non statale, e l'archivio di Stato)> il

“versamento” è il termine che si usa tra entità dalla stessa natura giuridica (es. un archivio pubblico statale “versa” i propri documenti all'archivio di Stato), mentre tra entità giuridiche dallo status diverso si usa il termine “deposito” (es. un comune “deposita” il proprio archivio nell'archivio di Stato); mentre il versamento è permanente, il deposito è un'operazione a tempo programmato con la possibilità di essere rinnovato, in quanto viene ceduto il possesso dell'archivio (cioè la sua gestione) ma la proprietà dell'archivio depositato rimane in mano all'ente che ha depositato; quando si fa un deposito si stila un documento detto convenzione, in cui possono essere messe delle clausole> l'archivio dello Stato italiano nacque il primo gennaio 1866, in quanto fino al 1865 esistevano solo archivi preunitari e furono uniti con la Legge di riforma

amministrativa che entrò in vigore il primo giorno dell'annosuccessivo, come tutte le leggi (es. un documento del 1863 si trova negli archivi preunitari) la prima cesura→della periodizzazione archivistica italiana è posizionata nel 1866 (tra gli archivi preunitari e quelli postunitari),la seconda invece, aggiunta da Antonio Romiti e relativa soprattutto agli archivi comunali, nel 1947 (gli archivistatali tra il 1861 e il 1947 sono chiusi, essendo decaduta la monarchia), in quanto l'archivio della Repubblicaitaliana (proclamata il 2 giugno 1946) è nato il primo gennaio 1948> il D.P.R. n. 1409/1963 è un decreto del presidente della Repubblica italiana in cui si rivide la legge del 1939, laquale faceva riferimento solo ai 18 archivi di Stato sul territorio italiano che si trovavano nelle capitali degli Statipreunitari non considerando gli altri archivi di Stato, e si decise di creare un archivio di Stato per ognicapoluogo di provincia

concentrandovi tutti i vari archivi pubblici statali (essendo gli archivi di Stato degli archivi di concentramento / concentrazione); un altro provvedimento del D.P.R. n. 1409/1963 fu limitare con un numero massimo (40) il numero di archivi di Stato e Sezioni di archivi di Stato attiva.
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A.A. 2022-2023
8 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trydimi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archivistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Giambastiani Laura.