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Oggettivo di derivazione medio-italica, Ritratto di tendenza patrizia dell’età
sillana, Ritratto Ellenistico (detto barocco: ricco di plasticismo), Ritratti di
tradizione medio-italica con tratti dell’ellenismo: conserva anche nel marmo
tecniche della terracotta, come mostra il Generale di Tivoli con elementi
ellenistici-italici in una figura nuda panneggiata all’eroica ma più ampia per
pudore romano, mentre la corazza è su un puntello, essendo uno dei modelli di
arte encomiastica romana; si evince il ruolo di generale dalla spada che doveva
avere nella mano sinistra e lancia nella destra, rendendolo un eroe militare= per
Plinio i greci non velavano il corpo, mentre i romani lo fanno con la corazza (età
imperiale: immagini di imperatori in armatura obbligatorie)
Il volto ha ricco modellato-labbra aperte per i respiro di modello ellenistico, ma
leggero patetismo attenuato dalla ricerca al dettaglio della ritrattistica sillana
(rughe) introducendo nel volto un’espressione d’incertezza, con sguardo verso
l’alto tipico dei re ellenistici (ellenismo patetico) in contrasto con la dimensione
eroica: in tal tipologia rientra anche un Generale di Aquileia, ritrovato a Cividale
del Camuno, e sempre ad Aquileia, nel museo archeologico nazionale, è il
doppio ritratto in stele funeraria nel filone del ritratto imperiale romano di epoca
augusta, dato che la città, fondata nel II AC contro i barbari divenne uno dei più
grandi centri di commercio con l’oriente nell’iconografia-dettaglio del ritratto
si ha una duplicità di correnti artistiche-movimenti irrisolta: viene datata dopo
Silla, 78-68 AC, forse rappresentando Lucullo dopo le imprese in Asia: con la
prevalenza del gusto neoattico nelle élite in età augustea si attenua il
plasticismo ellenistico e introduce la raffinatezza che porterà al ritratto di
Ottavia, sorella di Augusto, e Busto di Giovinetta Torlonia, rifiutando l’austero
modello sillano per rappresentare la società duttile-partecipe delle eleganze
stilistiche, anche se il modello venne preso inizialmente nelle stele funebri di
liberti nelle province, come le stele di Ravenna, statue del Museo di Napoli,
creando ritratti tipologici
Altro tipo di ritratto è l’immago Clipeata, immagine sullo scudo, di origine greca
(fonti letterarie) con significato di onorificenza (alzati all’apoteosi): è metallico ,
poi quando divenne una cornice rotonda, in pietra dipinta, essendo in tutto
l’impero in sarcofaghi-tombe monumentali, come in Grecia i Clipei del Santuario
di Samotracia, mentre a Roma, per Plinio nel tempio di Bellona da Appio Claudio
nell’80, Emilio 78 nelle case, mentre per le pitture pompeiane della Casa dei
Veti sono appese agli intercolunni, per cui si conclude che il ritratto romano in
età repubblicana ha la forma che avrà durante l’impero tal genere è creato
con un equilibrio tra un concetto romano, un’ideologia, e la sua espressione
nella tradizione formale artistica, infatti diverse affermano che l’immagine
dipinta su una tavola in legno fosse più antica della maschera in cera: Plinio
parla dell’arte del ritratto all’inizio del libro sulla pittura, il XXXV° della Naturalis
Historia, mostrando l’importanza del genere a Roma-Egitto: la maschera in cera
è una matrice ideologica e non formale del ritratto romano, dato che non
restituisce in linguaggio espressivo l’aspetto della persona in vita; il
ritrovamento di maschere in cera su piedistalli nella casa di un larario di Pompei
Menandro, porta a comprendere come il desiderio di fissazione delle fattezze
degli antenati fosse tanto radicato nei patrizi romani da essere sancito per legge
e l’uso più remoto di tal tecnica, anche se utilizzato in Egitto, è con l’invenzione
della tecnica del calco in gesso dal fratello di Lisippo, nella Grecia del IV AC= il
miglior documento di confronto tra una maschera e il ritratto è la testa in
terracotta del Louvre con il collo poggiato su una base, dal Lazio, nella direzione
artistica del ritratto repubblicano
Dato che la maschera era fatta con il calco del volto del defunto non era un atto
artistico-aveva concezione plastica: solo con il contatto con la tradizione
plastica nel ritratto ellenistico la civiltà romana trova la sua espressione ufficiale
nel ritratto; è legato all’espressione ufficiale di parata-propaganda (Augusto in
vita 80 statue di argento a Roma), per questo rimane un’espressione dell’arte
romana e la sua storia complessa tenta di conciliare le esigenze formali di uno
stile plastico-duttile-sensibile e volontà di documentare i dettagli= il ritratto
realistico nel II° Triumvirato è anche nei monumenti della piccola borghesia,
come le stele di Via Statilia, o la stele nei giardini Pantanella (Roma) con la
raffinatezza che distingue la generazione del I sec AC dalle repubblicane,
presentando il ritratto dell’industriale della panificazione Marcus Vergilius
Eurysaces-moglie Atistia
Ogni periodo artistico ha riflesso nel ritratto, come la dama di famiglia di
campagna -commercianti di Ostia nel I sec AC, e nell’Età di Caligola-Nerone la
sensibile modellazione dell’altorilievo della Porta Laurentina di Ostia; in quella di
Tito e Traiano i ritratti senza la nobiltà stilistica delle origini, come il Ritratto di
una dama con capigliatura arricciata ai Musei Capitolini con perfetta armonia tra
mezzi stilistici-caratterizzazione di una personalità brillante= la testa di Donna
Anziana al Museo Laterano mostra la capacità degli artigiani romani di conciliare
le due esigenze di ogni ritratto di scultura, Documentazione Realistica-Coerenza
della forma plastica nella stessa epoca fiorisce del Ritratto Dipinto, che Plinio
descrive in incipit al libro: si hanno pochi esempi, in particolare di affreschi,
come il Ritratto di un Magistrato municipale e moglie di Pompei (Napoli, Museo
Archeologico Nazionale) e si rimane sorpresi dalla produzione egiziana in età
romana, non solo una specialità di Fayyum per la mummificazione; sino alla crisi
artistica dell’Età di Commodo l’equilibrio tra le due diverse esigenze domina la
ritrattistica romana= coloro che non avevano i mezzi per eternare se stessi si
associavano e mediante una quota annua davano alle ceneri un ambiente
decoroso: nei sepolcreti si hanno nicchie semicircolari alle pareti, come
ricettacoli per i colombi, come all’inizio dell’Appia e Latina o quelli dei Liberti
della casa imperiale di Augusto (Vigna Codini) e liberti di Marcella, seconda
moglie di Marco Vipsanio Agrippa
Per Plinio tutte queste forme di esaltazione del sé nel Ritratto Onorario,
mostrano oltre l’interesse stilistico la possibilità di gettare uno sguardo sulla
società romana e il suo attaccamento alla realtà della vita, rimanendo dopo la
morte nei ricordi dei vivi costruendo sepolcri grandiosi-edicole con una stele,
sempre lungo le strade per essere visti, e comunicare con le iscrizioni un senso
ideale di perpetuità “non omnis moriar” (non sarà morto del tutto): si ha
risposta al desiderio di evasione dal mondo nella crisi dell’impero, del
cristianesimo e della ricerca di un premio dopo la morte
III problemi di spazio
L’arte occidentale, dal XIII-XX sec, fino a quando Klee non disse che l’arte non
riproduceva il visibile ma rende osservabili le sue variazioni nel tempo-luogo-
personalità, rese esplicita la progressione nell’imitazione del reale: il realismo fu
un modo per prendere possesso del mondo, combinando la ricerca artistica-
scientifica per tal volontà, incarnata come mai prima dall’Occidente-società
greca; per questo l’Europa vide l’arte dell’antichità una II° natura e la maestra
nell’arte romana= la I° traduzione in lingua moderna della Naturalis Historia è
nei Commentarii di Lorenzo Ghiberti nel 1448-55, la distinzione tra l’arte greca-
romana è post-rinascimentale e Wincklemann nella Storia dell’arte del Disegno
presso gli Antichi del 1764 è detto il padre della moderna storiografia artistica;
tal opera nasce ancella della filologia, dato che Wincklemann voleva scoprire
l’essenza dell’arte, una norma estetica mutuata da Plinio, dando solo
descrizione del movimento neoclassico originato ad Atene-Alessandria intorno al
150 AC non dando notizie dei contemporanei, creando un’estetica neoclassica in
cui si concorda con Plinio sul fatto che nel III AC l’arte sia morta risorta nel II AC,
ricollegandosi a quella del IV AC per compensare servì un secolo di scoperte
archeologiche, mostrando che la pittura, non la scultura, fosse l’arte guida in
Grecia e la libertà formale ellenistica non era una parentesi nello sviluppo
omogeno dell’arte greca, ma punto d’arrivo della ricerca iniziata nel VIII AC,
distinguendola con la ricerca di rendere il senso dello spazio dalle altre
La ricerca di uno spazio pittorico è fondamento del realismo greco e naturalismo
che ebbe apice nell’arte ellenistica, da cui sorge la prima scoperta empirica nel
VI AC e matematica del IV AC della prospettiva, poi chiaroscuro-ombra portata-
pittura tonale, derivanti da generazioni di artisti che attuano la stessa ricerca,
infatti per la riflessione filosofica l’equilibrio tra ispirazione irrazionale-razionale
teorica si concreta nell’opera d’arte= l’arte romana in confronto venne vista di
“decadenza” dagli Antonini in poi fino alla Scuola di Vienna con Riegl e Wickhoff,
che arrivò alla pittura pompeiana poiché interessato a quella impressionistica, vi
trova la scioltezza di tecnica-senso di atmosfera parziale che la pittura
contemporanea pareva scoprire non si avvide dell’inganno storico della
Naturalis Historia, credendo che il rendimento dello spazio in pittura-scultura
fosse una novità romana (per altri Campana): per il rendimento dello spazio
bisogna considerare la Pittura e l’Architettura, la I° per espedienti grafici la II° in
modo concreto
La Pittura : il più grande archivio della pittura romana è Pompei-Ercolano, con
molte di IV Stile per il terremoto del 62 DC e seguente ristrutturazione: nella
casa dei Vetii si ha una scenografia a fughe prospettiche e ad Ercolano un
sipario, richiamando la scenografia nella mensola con tripode-omphalos
(Apollo); nella casa dei Vetii si hanno finte finestre che aprono sul paesaggio e
non prospettive architettoniche (le pitture erano ritagliate creando quadretti per
il Museo Nazionale di Napoli) e una scena nel peristilio della casa, I°
raffigurazione di esterno con la liberazione di Andromeda da Perseo,
richiamando forse il quadro di Nicia del II° qua