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Eurysaces e moglie ( Eurysaces era un industriale della panificazione). Il ritratto
continuerà a variare, come la dama anziana da Palombara Sabina, una dama dall’alta
capigliatura arricciata, forse Vibia Matidia, esempio di armonia fra mezzi stilistici e
personalità brillante e mondana. Fiorisce anche il ritratto dipinto: da Pompei il ritratto di
un magistrato con sua moglie. Quelli che non avevano i mezzi per erigere un
monumento, si riunivano in associazioni, che con quotazione annua, permettevano di
riunire le ceneri dei defunti in un ambiente consono, i sepolcreti detti colombari ( fatti
con nicchie semicircolari sulle pareti, che sembrano ricettacoli per colombi), famosi sono
quelli della Via Appia e della Via Latina.
§3. I problemi dello spazio. Pittura e architettura.
Il realismo dell’arte greca è fondato sulla ricerca di uno spazio pittorico, come la scoperta
tra il VI e il IV sec. a.C. della prospettiva nel disegno, del chiaroscuro, dell’ombra portata,
della pittura tonale. L’archivio della pittura di età romana risiede nelle città di Pompei ed
Ercolano sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Opere come il “Teseo Liberatore”,
una proveniente da Ercolano, l’altra da Pompei, è esemplare: quella di Ercolano è una
copia fedele di una pittura greca, una pittura solida, ricca di chiaroscuro, con tocchi di
pennellate incrociate; l’eroe ha l’occhio sbarrato ed esaltato avanza accanto al corpo
mostruoso del Minotauro appena ucciso. Nella replica di Pompei tutto è scomparso:
penosi errori di disegno, nelle figure dei bambini, e di Teseo mal impostato e volgare; il
gruppo a destra col vecchio e le fanciulle sembra tratto da una gita scolastica; il mostro
ucciso non sembra terribile anzi, con quel braccino apparentemente umano, fa
compassione. Difatti la pittura di Ercolano si situa sulle pareti di un edificio pubblico, la
Basilica, mentre quella di Pompei si situa in una casa privata, quindi appartiene alla
cultura romano-campana. Dal III sec. d.C. ci sarà la creazione di nuovi repertori, ma
fino a quel momento, si ha in Roma testimonianze sulle “pitture trionfali”. Sono pitture
portate nel corteo trionfale e rappresentavano episodi di guerre, luoghi, città conquistate.
Un es. è un frammento di una tomba sull’Esquilino e rappresenta una scena storica, su
un unico fondo chiaro, con 4 zone sovrapposte. Riflessi di pittura ellenistica si possono
trovare in una casa sull’Esquilino, con episodi dell’Odissea, copie di originali
alessandrini, eseguite tra il 50 e il 40 a.C. da un pittore non greco. In una casa sul
Palatino, “la Casa dei Grifi”, c’è il più antico esempio di decorazione parietale del
“secondo stile”: fine colonne dipinte alle pareti con accenno prospettico. Alla fine del I
sec. in Roma si trovano esempi di pittura storica, come il fregio alle pareti di un sepolcro
sull’Esquilino della famiglia degli Statilii, con fatti della storia primitiva di Roma: nella
parete sud, la costruzione delle mura di Lavinium, battaglie, riunioni di personaggi; nella
parete nord il rinvenimento dei gemelli Romolo e Remo; hanno un disegno vivace,
policromia naturalistica a colori intensi. Nella Casa della Farnesina, una parete era
decorata con un sistema di finte architetture (“secondo stile”), interessante sono però i
finti quadretti su fondo bianco, imitazioni di pitture di “stile severo” (stile dell’arte greca
del 460 a.C.) ; interessanti anche lo zoccolo di un altro ambiente della casa, a fondo nero,
con vedute di paesaggio, sopra lo zoccolo c’era un ramo frondoso a ghirlanda. In un
ambiente sul Palatino, “Aula Isiaca”, le pareti erano decorate da paesaggi con scene
legate a leggende isiache, e del culto di Iside. In una sala della Villa di Livia (moglie di
Augusto) a Prima Porta, c’è una decorazione a giardino, pittura unica: dietro recinzioni si
alza un bosco con vegetali, piante, uccelli che volano fra i rami. Nella Casa di Livia invece
c’è una decorazione parietale dell’ultima fase del “secondo stile” (dall’età augustea alla
fine I sec. d.C.): finte architetture che aprono sfondi nelle pareti, le aboliscono, una
grande apertura nel centro e due minori ai lati, mostrano le tendenze di questo stile,
l’illusione prospettica, lo sfondamento delle pareti, con finte architetture e vedute, che si
accentua dopo il 60-63 d.C. con il “quarto stile” o “stile fantastico”. Per il “terzo stile”,
ornamentale, le date sono dal 15 a.C. al 40 d.C. per Roma, 60 d.C. per Pompei e dintorni.
Dopo l’incendio di Roma nel 64 d.C., Nerone aveva confiscato la zona fra i colli del Celio e
dell’Esquilino per costruirci la sua Domus Aurea, nel cui vestibolo sorgeva la statua
colossale di Nerone, alta 30m. in bronzo. Dopo il suicidio di Nerone nel 68 e la condanna
della sua memoria, l’area viene restituita al pubblico, dove poi saranno costruiti
l’Anfiteatro Flavio (il Colosseo) e le Terme di Tito. Nelle decorazioni della Domus Aurea
sicuramente sono all’opera più artisti; nei corridoi e nelle volte a botte c’è un sistema
lineare, tradizionale, mentre nelle pareti e nelle volte dei soffitti ci sono esempi di “quarto
stile”, come la pittura del soffitto con soggetto “Achille a Sciro”, inoltre fa la sua prima
apparizione nei paesaggi la pittura “ a macchia”, in cui si arriva all’abolizione delle mezze
tinte, ai passaggi di chiaroscuro a incrocio o velatura, e c’è un contatto diretto con la luce
e le ombre. Nel II sec. le pitture saranno di carattere narrativo, prive di sfondi
prospettici, come il sepolcro della Via Portuense.
Per quanto riguarda l’architettura, fondamentale è la copertura a volta, da cui poi si
genererà la cupola, e la volta si basa sull’arco. In Roma il primo uso dell’arco è nei
magazzini, i cosiddetti Porticus Aemilia, presso il Tevere, databili al II sec. a.C. Più giù,
c’è un grande magazzino, detto Emporium. Dall’arco si sviluppa presto la volta a botte,
documentata fra il III sec. e il II. In età tardo repubblicana si sviluppa la volta a crociera e
in età neroniana la cupola emisferica. In età sillana l’architettura romana si avvale della
pietra calcare per i rivestimenti e le colonne, che prende il nome di travertino (dalle cave
di Tivoli), una pietra quasi bianca; accanto al travertino si usano il tufo e il peperino; dal
I sec. d.C. aumenterà l’uso di mattoni e tegole. Esempio grandioso è il tempio della
Fortuna a Palestrina: ha terrazze su circa 90m. di dislivello da terra. L’impianto è
scenografico, sette livelli su terrazze, calcolato benissimo, le rampe porticate sono chiuse
verso la valle, in modo che chi usciva dalla rampa aveva un colpo d’occhio improvviso e
amplissimo; le strutture dei porticati dalla quarta terrazza sono in concrezione e a volta.
Un tipo di edificio che si forma in età repubblicana è la Basilica, costruzione a pianta
rettangolare con o senza portico esterno, divisa in tre navate, con abside semicircolare,
serviva per l’amministrazione della giustizia e riunioni varie. Altri esempi sono le
costruzioni sepolcrali ai lati delle vie consolari: a pianta rotonda, su cui si eleva il tumulo
di terra, su cui cresceva la vegetazione come nei tumuli etruschi: esempio è il sepolcro di
Cecilia Metella, sorge sulla Via Appia ed ha struttura cilindrica su basamento quadrato,
il tutto è rivestito di travertino. Giulio Cesare aveva già capito la necessità di ampliare il
vecchio Foro Romano, per costruirci un nuovo Foro (51 a.C.) : viene aperta una grande
piazza, fiancheggiata da botteghe in blocchi di tufo, e coperte a volta; al centro c’è il
tempio della Venere Genitrice, di tipo greco, in marmo, che conteneva la statua di culto
di Arkesilaos. In seguito, al Foro di Cesare si aggiunge quello di Augusto: nel suo interno
sorgevano le statue di condottieri famosi, come Enea e i re di Albalonga, viene costruito il
tempio a Marte Ultore (Vendicatore) dopo la vittoria a Filippi nel 42 a.C. Una svolta
avviene nell’età di Nerone: l’architetto della Domus Aurea, Severus, e collaboratori, sono
stati i primi a costruire un edificio con i nuovi principi; la sala ottagonale è racchiusa
all’interno di una massiccia costruzione con facciata rettilinea. L’Anfiteatro Flavio, o
Colosseo, iniziato da Vespasiano, proseguito da Tito e concluso sotto Domiziano, gli archi
dell’esterno sono 80 in ciascuno dei tre ordini, dorico-tuscanico al primo, ionico al
secondo, corinzio al terzo) intramezzati da pilastri con semicolonne. La costruzione in
travertino, all’interno era decorata da stucchi nelle volte. Il Palazzo di Domiziano sul
Palatino, viene terminato prima del 92, conteneva gli ambienti ufficiali; interessante sono
la copertura a volta e la disposizione degli ambienti, i livelli non sono collegati. In età
neroniana interviene una nuova concezione spaziale, inizia il disfacimento della forma e
l’abolizione della prospettiva spaziale; in architettura lo spazio interno è grandioso e
duraturo. Anche la casa normale subisce cambiamenti: la casa con atrio e peristilio
centrale con colonne viene sostituita da una costruzione in mattoni, con cortile porticato,
a pilastri; ancora sono abitazioni per una sola famiglia, ma presto si svilupperà un tipo di
abitazione per più famiglie, con più ambienti, aperta verso la strada; un esempio è un
rilievo degli Abruzzi.
§4. Dal neoatticismo al neoellenismo
In Atene si riprende il culto dell’età classica del V sec. a.C.; i circoli intellettuali
esaltavano Fidia e anche la potenza e la gloria di un tempo: questa tendenza viene
chiamata neoatticismo. Nel 43 a.C. i triumviri Antonio, Ottaviano e Lepido impongono
una tassa sugli stabili e sui terreni; poco tempo dopo i superstiti del triumvirato,
Ottaviano e Antonio, vengono alla rottura, grazie allo schieramento di Antonio a fianco di
Cleopatra, regina d’Egitto, e la battaglia finale ad Azio nel 31 a.C. Chi esce vincitore è
Ottaviano, che diventa Augustus, e con lui finisce il periodo di crisi iniziato con le riforme
di Tiberio Gracco nel 133 a.C. le riforme di Gracco consistevano in una legge contro
l’usurpazione del terreno pubblico, non si toccava la proprietà privata, ma Tiberio viene
ucciso in una provocazione capeggiata da suo cugino. La reazione del Senato culmina
con Silla, che nell’82 a.C. entra in Roma, e con lui Crasso, Verre, Catilina e Pompeo.
Esempio dell’età augustea è l’ Ara Pacis Augustae : costruita per celebrare il ritorno
vittorioso di Augusto dalla Spagna e dalla Gallia, il Senato decreta di costruire un’ara nel
Campo Marzio, e l’ara vien