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Augustana) fino alla tarda antichità. In esso si osserva una maggiore maturazione delle innovazioni

dell’architettura neroniana, e una maggiore coerenza formale. Si esplica qui in grande una nuova

possibilità data dalla costruzione con coperture a volta: la peculiarità del Palazzo di Domiziano era

legata allo stupore per l’altezza delle sale. L’età neroniana segna una svolta importante nell’arte

romana: possiamo riconoscere l’insorgere di una nuova concezione spaziale: che nella pittura

produce le decorazioni parietali fantastiche, ma anche inizia quel disfacimento della forma e della

sostanza pittorica che condurrà poi nuovamente all’abolizione della prospettiva spaziale, anche se

con significato diverso di quello della sua assenza alle origini. Nell’architettura invece lo spazio

interno si svilupperà in forme grandiose e durature, negli edifici di carattere ufficiale imperiale o

pubblico. A Roma, resti imponenti di un grande edificio tra il Quirinale e il Pincio, nei giardini

sallustiani, costruito nel’età fra Traiano e Adriano, mostrano che la nuova architettura creò anche

dimore sontuose, veri e propri palazzi, per ricchi privati, con più piani sovrapposti e sala centrale a

cupola. Ma anche nella costruzione delle abitazioni per la borghesia abbiente e commerciante si

hanno, nello stesso tempo, nuovi tipi architettonici (meglio documentati a Ostia che a Roma,

seppur vi sorgevano comunque). La casa con atrio e peristilio centrale a colonne viene ora

sostituita da una costruzione in mattoni, sempre per una sola famiglia, ma nel quale si moltiplicano

gli ambienti in serie e i cortili e che si eleva sino a 3 piani (talvolta anche 4) con balconi esterni. Le

piante di pg35n fig 443.4 documentano due esempi di età traianea e adrianea , soluzionj

urbanistiche uniformi- Vi sarà poi un tipo di abitazione intensiva aperta verso la strada anziché

verso il cortile interno, con appartamenti per molte famiglie, che in parte precorre, ma in parte

anche supera la stessa casa per il medio ceto dell’europa medioevale e che testimonia una

concezione urbanistica pianificata con case-tipo, di carattere uniforme. Es. Un singolare rilievo ad

Avezzano ci documenta l’aspetto di una città di questo tempo.

CAP IV > Dal neoatticismo al neoellenismo

I Grandi cambiamenti nella società romana andarono dalla conquista dell’Africa e della Grecia, alla

costituzione delle province di Asia e di Siria, al ritorno di Giulio Cesare dalla Spagna, al suo

consolato del 59 col quale inizia un nuovo corso della storia interna di Roma a seguito di un secolo

segnato da aspre lotte sociali e di fazione. A Roma continuavano a giungere impulsi artistici diversi

formando una cultura artistica di tipo eclettico, soprattutto nel campo della scultura, mentre

nell’ambito dell’architettura la nuova potenza in rapido accrescimento, aveva però espresso

tendenze autonome e nuove tecniche utilitarie. Tra gli impulsi artistici vi erano senza dubbio quelli

provenienti dall’Asia e dalla Siria, poi da Cirene e da Alessandria concernenti il grande ellenismo

orientale, che era il vero/genuino ellenismo. Ad Atene invece, venne ripreso il culto dell’età

classica del V sec. e dei suoi precedenti (severo/arcaico) esaltando quindi un’epoca di grande

gloria e potenza. Questa tendenza classicista diffusasi in tutti i centri del mondo greco, divenne ad

Atene “neoatticismo” che si andò ad esprimere tanto nell’arte figurativa quanto in quella

culturale. Questa cultura esercitava un forte ascendente sui giovani romani di buona famiglia, che

però non si accorgevano di assorbirne in realtà solo ciò che ne rimaneva di esteriore, in quanto era

una cultura ormai priva di elementi vitali. Questo gusto del neoattico andò inoltre ad opporsi con

tutte le correnti vive ed originali che avevano caratterizzato l’ellenismo post-lisippeo. Era andato

attenuandosi il grande collezionismo privato, che aveva caratterizzato la prima metà del I sec. a.C..

Questo cessare del collezionismo era inevitabilmente legato a motivi economici, era infatti finita

l’esenzione da imposte che era stata privilegio dei cittadini romani; infatti nel 43 i Triumviri

(Antonio/Ottaviano e Lepido) avendo esaurito i fondi confiscati agli avversari caduti sotto le

proscrizioni, imporranno una tassa sugli stabili e sui terreni, istituendo anche un’imposta generale

del 10%. Ovviamente per la maggior parte degli interessati, questa tassazione comportò la perdita

della disponibilità liquida. 10 anni dopo, i due superstiti triumviri: Ottaviano e Antonio, giunsero a

rottura, ma il capitolo delle guerre civili si concluse solo qualche anno dopo. Bloccata durante 4

mesi dalle navi di Agrippa in Epiro, la flotta di Cleopatra unita a quella di Antonio, nel 31 a.C. ruppe

il blocco e accettò la battaglia; ma l’esito comporterà fuga e diserzione. Dietro alla vela che

trasportava Cleopatra vs l’Egitto, si volse la nave di Antonio, il quale segnò così la propria sorte:

sul golfo di Arta presso Azio, la guerra civile fu decisa. La Battaglia di Azio verrà mitizzata e posta

sotto il segno di Apollo dal vincitore: Caio Giulio Cesare Ottaviano che da allora si farà chiamare:

Augusto. In realtà però, questa battaglia segnò la fine di un età che aveva iniziato la sua crisi un

secolo prima con Tiberio Gracco nel 133 a.C.* riforme: contro l’usurpazione dei terreni pubblici da

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parte dei proprietari fondiari che si erano costituiti vasti latifondi, ovviamente si scaturì la netta

contrarietà del senato che ne fecero: Scipione l’Africano di cui era nipote, un rivoluzionario e per

questo ucciso nella prima rissa politica organizzata a Roma nel 133 a.C.* era stata quindi un

epoca violenta e tormentata , che aveva iniziato poi la sua stretta finale con l’anno 44 e l’uccisione

di Giulio Cesare. Inoltre la crisi si era aperta ben 12 anni dopo la distruzione di Cartagine del 146 e

l’assoggettamento definitivo della Grecia con la quale si era conclusa la conquista del

Mediterraneo a profitto delle famiglie senatorie di Roma. A questo si aggiunse il fatto che la

reazione senatoria culminata nell’età Sillana, aveva continuamente approfondito i contrasti e le

rivalità; infatti prima dell’ingresso al potere di Silla, venne compiuto un macello di nobili e un

incendio in Campidoglio, con la sua vittoria finale su Roma vennero inoltre fatti sgozzare seimila

prigionieri nel Campo Marzio. La lotta tra classi si svolgeva a Roma sempre all’interno di una

minoranza privilegiata di liberi cittadini, e da tale provvisorietà nacque la spinta verso una

soluzione più autoritaria, di tipo monarchico (più tardi con Cesare viene scelto il regime

monarchico di tipo ellenistico, più confacente ai suoi gruppi di appoggio). A partire dalla fine del II

sec. erano stati introdotti a Roma nuovi culti mistici, che si diffusero accanto alle credenti

messianiche; credenze che trovarono terreno fertile nelle vecchie concezioni etrusche ancora

presenti nella società romana, il tutto nonostante l’illuminismo razionalistico portato dalla filosofia

greca. sulla casa di Cesare era stata innalzata una cupola (simbolo cosmico e sacrale) derivato

dalla civiltà achemenide. Nel 40, Antonio si mascherava da Dioniso, Ottaviano aveva invece

assunto ruolo di Apollo. sugli stucchi della casa della Farnesina fig195 pg181 viene raffigurato

Hermes-Toth , una divinità greco/egiziana simbolo di mistica saggezza, che aveva assunto i tratti

di Ottaviano. in un analogo contesto venne realizzata la statua di un principe della famiglia di

Augusto identica (salvo il ritratto idealizzato) all’immagine di Hermes Loghios, creata nell’antichità

classica del V sec. L’attesa di un sovrano di pace, iniziatore di una nuova era, viene ritrovato nella

fig. di Augusto (Ara Pacis- in cui venne ripreso l’inno della fertile Terra, in un ordine nuovo però).

Ovviamente, riflessi di credenze e di stati d’animo vennero cercati per conferme nell’astrologia, e

nell’arte di questo tempo si avverte il riflesso di quel senso di distensione e rilassamento. Si

determina nell’arte romana ufficiale un carattere retrospettivo, accademico; un gusto (cattivo) per il

travestimento letterario e retorico di un’opera nuova sotto spoglie e modi classicistici. Questi

caratteri saranno permanenti nella produzione artistica destinata alla classe dominante. l’Augusto

di Prima Porta fig197 pg183, nasconderà sotto la corazza il corpo del Doriforo di Policleto fig196

pg182. ma vi sono anche opere in cui signori e signore dell’età Antonina, su esempio imperiale, si

faranno raffigurare in accostamento tipologico con Marte/Venere fig198 pg184, nello specifico:

Marte Borghese di derivazione da una statua del V sec e della Venere Di Milo del II sec. una

signora fu eternata nella sua banale nudità come un’Onfale fig199 pg185 vittoriosa delle spoglie

del semidio (amica di Erculio-III sec.). Elena (madre di Costantino) avrà i suoi ritratti, come la

madre di Alessandro Magno, sostituendo però il proprio ritratto alla testa di Venere nelle repliche di

un’immagine seduta della dea, creata nella cerchia di Fidia (ben 800 anni prima). Questo fondo

retrospettivo, sempre ricco di allusioni politiche, che caratterizzerà l’arte romana imperiale, si

costituisce stabilmente nell’età di augusto, e precocemente in essa. L' Augusto di Prima Porta

fig197 pg183, nota anche come Augusto loricato (dalla lorìca, la corazza in pelle dei legionari) è

una statua romana che ritrae l'imperatore Augusto. è realizzata in marmo ed è attualmente

conservata nei Musei Vaticani. ritrovata nella villa di Livia, l'abitazione di Livia Drusilla, moglie di

Augusto, a Prima Porta. Una datazione basata sulla lettura della corazza vuole la statua scolpita

subito dopo la restituzione delle insegne romane da parte dei Parti nel 19 a.C. Più probabilmente

la statua venne però concepita verso l'8 a.C., al termine della campagne di "pacificazione" nelle

province di Tiberio e mentre Augusto si trovava in Gallia (da ciò l'abito militare). In questo senso la

statua verrebbe a essere interpretata come un manifesto in sostegno di Tiberio, del quale si

celebrano le imprese sia in oriente (coi Parti) che in occidente (con le province). Oltre al consueto

luogo comune del Sol inteso come Apollo, da identificare con l'imperatore stesso. La statua

dell'imperatore è raffigurata in piedi, con il braccio destro alzato e il gesto di attirare l'attenzione: si

tratta della posa con cui si richiedeva il silenzio prima dell'adlocutio (incitamento all'esercito prima

della battaglia). La figura indossa la corazza che è decorata riccamente, al di sotto della quale

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Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
39 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuly_belfio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia greca e romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Barbanera Marcello.