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Estratto del documento

Infatti mentre in età classica le battaglie erano risolte in monomachie, in cui

ogni personaggio era posto in relazione soltanto con il suo diretto rivale, nel

intreccio di azioni

dipinto si dispiega un di più personaggi all’interno di uno

accomunate

spazio continuo. In questa complessa trama ricca di figure

dalla spazialità, destini individuali

si stagliano numerosi in modo tale che,

nonostante la totalità, venisse rappresentato, grazie al ruolo del singolo, il

suo isolamento. pathos

Tutto ciò viene raffigurato con un finora sconosciuto attraverso una

costante ricerca di effetti di contrasto.

Nel monumento per le vittorie di Attalo I di Pergamo i vincitori non erano

compresi nella rappresentazione, mentre erano numerosi gli avversari

separazione netta tra vinti e vincitori

sconfitti. Questa va considerata

come conseguenza della concezione improntata dal Mosaico di Alessandro;

pathos

inoltre anche qui sono rappresentati i destini particolari con un forte

contrasti formali.

suscitato da

Nel monumento di Attalo II dedicato all’Acropoli di Atene compaiono

nuovamente solo i vinti in molteplici scene di sofferenza; sembra che i

vincitori -che nel donario di Attalo I erano sottintesi nel luogo in cui si trovava

il monumento: recinto sacro di Atena Nikephoros- qui fossero presenti come

statue colossali con gli attributi delle divinizzazione, dunque, in un piano

necessariamente superiore al resto della scena.

La concezione che sta alla base di queste immagini ha una controparte

letteraria nella storiografia drammatizzante “tragica” dell’ellenismo.

Gli storici avevano come obiettivo quello di far rivivere in prima persona ai

lettori ciò che raccontavano, suscitando in loro paura, rabbia, compassione,

sgomento.

Queste tendenze iniziano a profilarsi già dal IV a.C. ma si rafforzano

notevolmente quando alla storiografia vengono applicati i principi

dell’estetica aristotelica propri della tragedia. Infatti, secondo Aristotele, per

suscitare pathos erano necessarie scene luttuose, sofferenze intense, fatti

mortali; per destare terrore e compassione suggeriva morti violente per

mano di compagni o familiari, senza però nominare il suicidio che venne

introdotto successivamente. Inoltre tutto ciò doveva essere accompagnato

chiarezza plastica

da una che aveva il compito di porre davanti agli occhi la

particolari di forte realismo.

scena e che si raggiungeva attraverso

La storiografia tragica e i monumenti politici hanno funzionalità diverse ma

sono senz’altro accomunate dall’effetto emozionale che suscitano, dai motivi

e i mezzi formali impiegati.

§5 Scene di battaglia: la ricezione a Roma

La tradizione ellenistica fu dunque accolta a Roma attraverso i quadri su

tavola - a noi noti solo attraverso le fonti letterarie- che venivano portati nei

cortei trionfali, esposti nelle piazze e negli edifici pubblici. In essi erano

indicazioni geografiche e topografiche

riportate -fondamentali per quella

chiarezza plastica di cui si diceva al §4-, che non sono una maniera di

rappresentazione tipicamente romana come si era pensato.

In età tardo-repubblicana si ricercarono effetti atti a commuovere, in linea

con la storiografia tragica -come nel trionfo di Pompeo o in quello di

Cesare-; in età imperiale molti monumenti confermano il proseguimento di

separazione del

tale tradizione -come il fregio di Mantova- , ma anche la

vincitore dagli sconfitti ha un suo proseguimento -Gemma Augustea, Grand

Camée-, infatti dove gli sconfitti non si oppongono più si viene a creare uno

spazio emotivo in cui si sviluppano compassione e partecipazione.

Rientra nella tradizione ellenistica anche il grande fregio di Traiano

reimpiegato nell’Arco di Costantino, così come la Colonna Traiana.

Da Alessandro Magno rientrò nell’ideologia comune che le grandi imprese

fossero legate a grandi fatiche e al superamento di esse; una fatica espressa

attraverso le energie fisiche e psichiche che nel mondo latino si profilò nel

labor.

concetto di

Queste tradizioni ellenistiche sono inserite, sui monumenti statali, in un

ambiente sostanzialmente improntato a modelli diversi, ovvero classici. Tale

situazione trova perfetta corrispondenza nella tradizione storiografica della

letteratura romana di Luciano, Sallustio, Cesare, Livio e in particolare Tacito,

che sceglie i modelli in base al tema da raccontare e poi li integra in uno stile

unitario, seguendo il percorso dell’arte figurativa.

§6 Il cerimoniale di stato: la tradizione del decoro classico

Le forme di rappresentazione ellenistiche, limitate ad alcuni temi,

continuarono a circolare a Roma; ma complessivamente ebbero il

sopravvento le tradizioni classiche di V e IV a.C. e ciò accadde anche nella

storiografia. Infatti, secondo Cicerone, la retorica “asiana” di indirizzo

gravitas auctoritas

patetico non era confacente alla e del funzionario romano,

critica valida anche per la storiografia.

Il classicismo è il fulcro di una scelta politica volta ad esprimere

l’ordinamento dello stato romano ed anche la ripresa di questi modelli è

condizionata da una prospettiva tematica. gravitas sanctitas

Policleto considerato il maestro nell’imprimere e viene

assunto come modello per il ritratto dell’imperatore che era l’incarnazione di

tali valori -effigie di Augusto-; l’effigie di Agrippa della stessa epoca invece lo

raffigura nel dinamismo proprio del capo militare di stampo ellenistico. E

questo dimostra ancora una volta come i modelli scelti fossero

consapevolmente legati alla loro funzione tematica.

Nell’Ara Pacis il fregio con la processione è improntato su forme classiche

non pure, ma frammiste a componenti più recenti; questa scelta riflette la

condotta politica di Augusto volto a distaccarsi dalle tendenze asiane di

Antonio e a dimostrare una presa di posizione dell’intelletto sull’emotività.

auctoritas, dignitas-

Questi ideali -gravitas, così ben espressi dal linguaggio

greco classico rappresentano le idee-guida del sistema dei valori romano. Le

forme vengono dunque riprese, in un primo tempo, come espressione del

decor dei cerimoniali di stato; ma successivamente grazie all’elaborazione

degli stili dell’epoca -lavorazione del marmo, concezione del rilievo-

raggiunsero una loro autonomia.

§7 Il sistema semantico: le sue componenti e il loro impiego

I fenomeni considerati costituiscono le componenti di un sistema. Il motivo

della battaglia e quello della cerimonia statale mostrano chiaramente che per

determinati temi si sceglievano determinate forme appartenenti a periodi

diversi dell’arte greca. Questi schemi formali esprimevano di volta in volta

una determinata concezione ideale dell’avvenimento raffigurato: il decor per i

temi politici e religiosi, il pathos per le battaglie.

La scelta della forma era dunque dettata dal contenuto.

Altri esempi potranno dare un’idea della presenza di un sistema:

- l’altare augusteo di Arezzo mostra la lupa con i gemelli in un paesaggio di

stampo ellenistico e delle Vittorie “neoattiche” a conferma del fatto che il

neoattico non è uno stile proprio di alcune botteghe, ma è una forma

confacente alle personificazioni astratte.

Nella statuaria le forme di Policleto servivano da modello per le figure del

mondo mitico e divino caratterizzate da una bellezza fisica ideale.

Gli aspetti atletici erano conferiti dai modelli di Lisippo e Prassitele.

Tra le figure femminili esercitò particolare influsso l’Afrodite Capua che

ammira il suo corpo riflesso nello scudo di Ares (tardo IV a.C). Ne derivarono

l’Afrodite di Milo e una trasformazione della Venere in Vittoria che scrive sullo

scudo del vincitore dimostrando la capacità di utilizzare un tipo figurativo

classico per un tema nuovo. Lo stesso tipo, per le braccia facilmente

accostabili al movimento di un abbraccio, venne utilizzato per i gruppi

scultorei di Venere e Marte.

Per raffigurare il dio della guerra il modello era l’Ares Borghese di Alcamene.

I tipi ellenistici erano invece utilizzati per i satiri e in generale per il tiaso

bacchico.

Nell’accostare il fregio grande del Partenone a quello dell’Ara pacis

dobbiamo dire che la somiglianza si avverte soprattutto dalla composizione

e dalla concezione del rilievo: è il tipo della “processione classica” che

trasmette un senso di solennità.

i singoli componenti dell corteo si collocano in tradizioni

Ciononostante

distinte:

- i togati si avvicinano alle figure panneggiate del Partenone

- le donne seguivano tipi ellenistici dalle forme corporee più rilevate

- i flamines, con il loro abbigliamento specificamente romano, si attengono

alla realtà.

La scena è quindi complessivamente classica ma ogni figura aveva

un’origine diversa motivata in base al contenuto.

unione

Questa di classico ed ellenistico aveva un aspetto formale ed uno

contenutistico: da un lato intensificava l’efficacia visiva; dall’altro rendeva la

processione in maniera convincente conferendole un certo grado di

realismo.

Nel fregio piccolo la processione sacrificale presenta uno schema

compositivo particolare a favore della chiarezza espositiva: rappresentazione

paratattica, posizione frontale, messa in mostra degli attributi che aiutano

nella classificazione. koinè diffusa nell’ellenismo

Queste caratteristiche fanno parte di una

medio-italico, che garantiva un realismo facilmente leggibile.

Si tratta di una ricca gradazione che dall’intero giunge al particolare; ogni

livello aveva a disposizione tutto il repertorio dell’arte greca, applicabile a

seconda del contenuto del messaggio da trasmettere.

§8 Il sistema semantico: premesse e struttura

Per ciascun tema erano a disposizione modelli che, seppur eterogenei in una

sincronicamente,

prospettiva diacronica, potevano essere utilizzati

concorrendo alla formazione di un sistema in cui le forme dell’arte greca

venivano filtrate in base non a criteri stilistici, ma semantici: in questo senso

semantizzazione degli stili.

si può parlare di una

- Astrazione dei contenuti e tipizzazione delle forme

In una serie di sarcofagi di comandanti romani sono riportate scene tipiche

della carriera militare ma sorprendenti dal punto di vista cronologico: prima

una battaglia; di seguito il sacrificio per la partenza -in realtà precedente-; e

infine la celebrazione del matrimonio -di solito ancora anteriore-. Ma queste

scene non vanno lette come una sequenza biografica ma come la

valori ideali,

concezione sistematizzata di delle virtù politiche.

Lo stesso vale per l’arte del trionfo: i rilievi dell’arco trionfa

Dettagli
A.A. 2018-2019
8 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Camilla-Ghiselli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Coralini Antonella.