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Tutti questi studiosi cercano un dialogo costruttivo tra storici e archeologi.

Nel 1966 grazie a Michelangelo Cagiano de Azevedo viene attivato all’Università Cattolica di Milano un insegnamento di

Archeologia e topografia medievale.

Nel 1967 apre il Museo dell’Alto Medioevo a Roma, dove vengono esposti i materiali delle necropoli di Nocera Umbra e

Castel Trosino. Nello stesso anno nasce anche la rivista “Alto Medioevo”, di cui usciranno solo due numeri.

2.3 Giovinezza e maturità (1974-oggi)

L’anno di nascita dell’archeologia medievale italiana è il 1974, l’anno in cui Riccardo Francovich fonda la rivista

“Archeologia Medievale”.

In Gran Bretagna già nel 1957 avevano la “Medieval Archaelogy”, in Francia nel 1971 la “Archéologie Médiévale” e in

Germania nel 1974 la “Zeitschrift fur Archaologie des Mittelalters.

Francovich, docente dell’Università di Siena, era promotore di imprese, come l’”Archeologia dei paesaggi medievali”

(un’indagine di dettaglio sull’evoluzione dei territori urbani e rurali della Toscana); tra i suoi scavi il più importante è quello

del castello di Montarrenti in collaborazione con un team di britannici guidati da Richard Hodges, mentre Graeme Barker

effettuava la ricognizione nel territorio circostante; altro scavo quello di Rocca San Silvestro, un castello nato per il

controllo dell’estrazione e lavorazione dei metalli; ha lavorato all’Atlante dei siti d’altura della Toscana, a indagini di

archeologia urbana a Siene e a Firenze, alla creazione di parchi e musei archeologici, organizzato numerosi convegni,

incontri e seminari.

Gli archeologi stranieri in questo periodo continuano a scavare:nel monastero di San Vincenzo al Volturno in Molise,

ideato e a lungo diretto da R.Hodges (poi Federico Marazzi); nei castelli del Lazio (es Caprignano) indagati dagli storici e

dagli archeologi dell’Ecole Francaise di Roma.

Per l’archeologia urbana, il primo scavo stratigrafico urbano attento alle fasi medievali è quello di colle San Silvestro a

Genova (iniziato nel 1967) che dal 1971 vede collaborare Tiziano Mannoni con gli archeologi inglesi Hugo Blake e David

Andrews.

H. Blake sposta i suoi interessi su Pavia, città oggetto di studio di Peter Hudson.

P. Hudson porta in Italia la tradizione metodologica di studi sulle aree urbane sviluppata in Gran Bretagna a partire dal

secondo dopoguerra (a Roma Daniele Manacorda scava la Cripta di Balbo).

L’archeologia medievale ha aperto la strada all’archeologia urbana in Italia. Nella rivista di Archeologia Medievale si

evince che dagli studi sulle fortezze si è passati all’etnicità, dalle ricerche sugli edifici di culto e sui monasteri a quelli

sull’edilizia residenziale, dalle indagini sull’archeologia della produzione a quelle sulle tracce materiali della signoria

territoriale. Altra tappa di maturazione della disciplina è la creazione della SAMI (società degli archeologi medievisti

italiani) nel 1994.

Capitolo terzo. Archeologia della città medievale

Cartografie. Un Punto di partenza, e uno di arrivo

Il punto di partenza: la “Notitia Dignitatum”, documento tardoantico (IV-Vsec) che illustra la struttura dell’impero (cariche

dei funzionari, legioni dell’esercito, articolazione dei territori in province), comprende delle raffigurazioni in cui colpisce la

centralità delle città (centri urbani e castelli).

L’elemento urbano è in cima alla gerarchia percepita degli insediamenti.

Il punto di arrivo: la Galleria delle carte geografiche nel Palazzo del Vaticano, a Roma (1580-1585), le mappe affrescate

sui muri sintetizzano l’Italia indicando specialmente le città.

Nei secoli della repubblica romana e poi dell’impero si definisce progressivamente una rete urbana molto densa e

articolata, nel medioevo l’eredita antica si raccoglie e si trasforma.

3.1 La scacchiera urbana: continuità e mutamenti attraverso i secoli

a) Le capitali

Sono le sedi dalle quali si amministra il governo. Roma come capitale dell’impero non dura neanche tre secoli, smette di

esserlo nel 286 quando il ruolo viene trasferito a Milano. Poi nel 402 l’imperatore Onorio scelse Ravenna perché vantava

di una posizione migliore perché è lontana dalle Alpi, è protetta dalle paludi che la circondano (dopo pochi anni nel 410 i

Goti riescono a saccheggiare Roma), e si affaccia sul Mar Adriatico ponendola in comunicazione diretta con

Costantinopoli (questa posizione la rende privilegiata sia per l’impero, sia per i Goti e poi per i Bizantini).

Nel 568/569 i Longobardi entrano in Italia e nasce il loro regno: le capitali si moltiplicano (perché l’Italia è divisa tra

bizantini e longobardi), da una parte Ravenna bizantina mentre dall’altra Verona (scelta dal re Alboino nel 569), poi

Milano (dal 602) e infine Pavia (intorno al 620/630), quest’ultima rimane residenza durante il dominio dei Franchi fino

all’XI secolo incluso. Gli stati si moltiplicano, il territorio si frammenta, il concetto di capitale si assottiglia perché sono città

che amministrano territori sempre più ristretti.

Roma resta un caso a parte, per l’importanza storica e centralità religiosa, le dimensioni, la portata demografica, le vitalità

commerciale e la politica.

b) Le altre città: cambiamenti di status, scomparse e nuove fondazioni

Vi sono tre fenomeni principali di cambiamento dell’assetto generale. Il primo riguarda lo status che le città riescono a

raggiungere che cambia in base alle esigenze del momento (centri fino ad allora secondari possono assumere posizioni

di rilievo). Esempio Cividale del Friuli (Forum Iulii), una città non troppo rilevante in età romana, sotto il dominio

longobardo diventa sede di uno dei più importanti ducati (stessa cosa accade a Spoleto e Benevento). Lucca ricopre un

ruolo più centrale a partire dal VI secolo. Rimini durante il dominio bizantino diventa sede di un duca. Otranto prevale

sull’antica Brindisi.

Città che perdono importanza possono essere Aquileia in Friuli (città legata al suo porto che entra in crisi quando si

affermano Ravenna e Classe) e Luni in Toscana (città connessa alle cave di marmo delle Alpi Apuane il cui sfruttamento

termina in età tardoantica), ma queste due città non scompaiono del tutto, perché sono tenute in vita dalla presenza della

cattedrale e quindi del vescovo.

In altri casi le città scompaiono del tutto, questo dipende dal precedente sforzo di urbanizzazione dei romani. Ad esempio

nel sud del Piemonte le città iniziano a scomparire già dal III secolo (Pollentia, Augusta Bagiennorum, Pedona) e nessun

nuovo centro viene creato per rimpiazzarle: i romani avrebbero fondato troppe città rispetto alle esigenze demografiche

(perché l’urbanizzazione era l’espressione di un programma politico e propagandistico), quindi una volta venute a

mancare non vi era l’esigenza di ricrearle.

Diversamente accade nel nord-est dell’Italia, le città scompaiono (Aquileia, Iulia Concordia, Altinum) però vi è un

ricambio, vengono fondati nuovi centri (Grado, Civitas Nova/Heraclea, Equilo, Caprulae), di cui molti nascono come

fortezze (es Grado ed Heraclea) perché l’amministrazione imperiale reagisce contro il pericolo longobardo che premeva

da nord (come nel caso di Ferrara, fondata nel 604 dall’esarca di Ravenna, si sviluppa nell’alto medioevo quando è sede

di un duca).

Nuove fondazioni tardo antiche sono volute dai sovrani o dai governanti di zone più ristrette: come Theodericopolis,

voluta da Teodorico nell’Alto Adige e finora mai individuata; come Sicopoli, dal nome di Sicone principe di Benevento, nel

IX sec in Campania presso il fiume Volturno fondata dal gastaldo di Capua Landolfo. Ma queste nuove fondazioni non

sono molte, devono soddisfare esigenze propagandistiche.

Due eccezioni. La prima è Venezia, la città prende corpo nel IX sec perché di quell’epoca sono gli impianti per la

lavorazione del vetro a Torcello (dell’VIII-IV secolo risalgono le prime abitazioni in legno di Torcello); Venezia è una novità

urbanistica dell’alto medioevo, non solo a livello italiano ma anche europeo.

La seconda eccezione la fanno alcuni papi che vogliono fortificare edifici di culto per evitare il saccheggio: inizia Leone IV

(847-855) che crea la Città Leonina (civitas Leoniana), cioè la fortificazione del Vaticano con le mura che non sono altro

che il prolungamento di quelle aureliane, questa città è stata fondata con l’autorizzazione dell’imperatore, così facendo

Leone diventa un sovrano costruttore (processione, benedizione del circuito, apposizione delle iscrizioni sulle porte) con

un cerimoniale concepito appositamente per renderla una nuova città (anche se effettivamente non lo era); altro episodio

è Giovannipoli, fatta da Giovanni VIII (872-882), e non è altro che la protezione del santuario di San Paolo sulla via

Ostiense nel corso del IX secolo; altro episodio è Gregoriopoli, fatta da Gregorio IV (827-844), è la protezione di

Sant’Andrea ad Ostia. Sempre i papi opera nella zona di Tolfa: Leone IV fonda Leopoli per rimpiazzare

Centumcellae/Civitavecchia.

Le nuove fondazioni papali (Città Leonina, Gregoriopoli, Giovannipoli, Leopoli) sono tutte del IX secolo, segnalano il

consolidamento del potere pontificio, le ampie disponibilità e le aspirazioni della corte papale, ma nessuna di queste

nuove fondazioni sopravvive a lungo.

A cavallo dell’anno mille non registriamo modifiche sostanziali alla rete urbana antica, gli arabi si insediano in città

preesistenti adattandole, i normanni non fondano nuovi centri (eccetto Aversa) e si insediano in città preesistenti

costruendovi castelli.

Elemento di novità tra X-XI secolo: nell’area meridionale in mano ai bizantini vi sono nuove fondazioni urbane (per la

ripresa economica e aumento demografico) nate a scopo militare (Troia in Puglia) ma anche non militari (Catanzaro).

Nel basso medioevo la struttura portante del sistema resta quella antica, ma vi sono anche nuovi centri che nella maggior

parte sono castelli, oppure le “quasi-città” (più grandi dei castelli e più monumentali, come Grosseto, Alessandria,

Monselice), oppure le città fondate dai comuni per motivi strategici (es Cuneo), poi vi sono centri come L’Aquila nata nel

XIV secolo.

3.2 La città nell’età tardoantica (IV-VII sec)

a) Le infrastrutture

Le mura sono l’elemento distintivo della città, vengono costruite in un momento di instabilità politica. Pochi centri prima

del III sec vengono fortificati (es Verona), a Roma l’espansione

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A.A. 2016-2017
43 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/08 Archeologia cristiana e medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Shrewa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Santangeli Riccardo.