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ARCHEOLOGIA DELL’ITALIA MEDIEVALE
INTRODUZIONE
L’archeologia medievale è una disciplina molto giovane, la cui nascita può essere
datata intorno al 1970.
CAPITOLO 1
Prima di ogni altra considerazione, va individuato un termine chiave: la
periodizzazione. Essa fa riferimento alla suddivisione in blocchi cronologici delle varie
fasi storiche: si tratta di una scelta soggettiva che mette in atto lo storico.
Secondo la periodizzazione classica il medioevo si suddivide in:
- Alto Medioevo (V – X secolo)
- Basso Medioevo (XI – XV secolo)
-
Tuttavia alcuni storici parlano di ulteriori sotto-periodizzazioni in:
- Tarda Antichità (IV – VII secolo)
- Secoli centrali del Medioevo (XI – XIII secolo)
IV – V SECOLO
L’Italia Tardoantica è costituita principalmente da uno spazio unitario, diviso in nord
e centro-sud, interamente in mano ai Goti.
Dal 535 al 553 scoppia il conflitto tra Goti e Impero Bizantino: ciò porta aduna nuova
divisione dell’Italia
VI – VIII SECOLO
TRA IL 568 E IL 569 IN Italia arrivano i Longobardi, che suddividono il territorio in:
- Longobardia Major (Friuli, Veneto, Piemonte e Lombardia)
- Longobardia Minor (Centro – sud Italia)
Nel VIII secolo i regni Longobardi si uniscono e la capitale viene spostata a Pavia;
la capitale del regno bizantino resta Ravenna.
ETA’ CAROLINGIA
Nel 774 Carlo Magno sconfigge i Longobardi ed il regno viene unito a quello Franco.
Abbiamo una tripartizione dell’Italia:
- Il nord in mano ai Franchi;
- Il centro in mano la Papato
- Il sud diviso tra Longobardi e Bizantini
Nel 827 il sud (Sicilia, Taranto e Bari) vengono conquistate dagli Arabi.
X – XI SECOLO
Durante il X secolo nascono le città marinare (Venezia, Pisa, Genova, Amalfi) e i primi
castelli, sottoforma di città fortificate.
XI – XII SECOLO
Questi anni sono caratterizzati da due eventi fondamentali:
1) Nascita dei comuni, nell’Italia centro settentrionale;
2) L’invasione dei Normanni al sud
XIII – XIV SECOLO
Avviene un’ulteriore tripartizione dell’Italia:
- Nord, caratterizzati dalla presenza dei Comuni
- Centro, in mano allo Stato della Chiesa
- Sud, in mano al Regno di Sicilia di Federico II
CAPITOLO 2
Verso la fine dell’800 e inizio ‘900 abbiamo una falsa partenza della nascita
dell’archeologia medievale italiana, come disciplina.
Ciò che troviamo infatti sono casi isolati di approfondimento messi in atto da:
Paolo Orsi, Giacomo Boni e Gian Piero Bognetti.
Un grande passo in avanti fu la nascita della rivista “Alto medioevo” nel 1967.
Il 1974 è l’anno ufficiale della nascita dell’archeologia medievale italiana, grazie a
Riccardo Francovich, che fonda la rivista “Archeologia Medievale”: si tratta di un
personaggio chiave, che ha lanciato interi filoni di studio, come l’archeologia dei
paesaggi medievali o l’archeologia urbana.
Nel 1994 nasce il S.A.M.I., la società archeologi medievisti italiani.
CAPITOLO 3
Con l’utilizzo delle cartografie (mappe), già in uso fin da prima dei romani, possiamo
cogliere l’evoluzione delle città medievali.
Prima dell’arrivo dei Longobardi, in Italia la capitale è sempre stata una sola in tutto il
regno: si è passati da Roma, a Milano e a Ravenna.
Dopo i Longobardi (568/69) aumentano le capitali:
• i Bizantini scelgono Ravenna;
• I Longobardi, dopo vari cambiamenti, scelgono Pavia.
Pavia resta una della città più importanti fino al XI secolo.
Successivamente i territori diventano più frastagliati (basso medioevo).
Le città secondarie (di grandi dimensioni, ma non capitali) subiscono 3 tipi di
cambiamento:
• cambiamenti di status (perdono o acquistano importanza);
• scompaiono;
• ne vengono fondate di nuove.
Durante l’alto medioevo nascono poche città, gli sforzi infatti si concentreranno sul
miglioramento di quelle già esistenti.
In questo contesto troviamo due città che vanno citate per la loro importanza:
• Venezia, che anche se nacque nel IX secolo, in pochissimo tempo acquisterà
una grande importanza.
• La città Leonina, si tratta dell’ampliamento del Vaticano per volontà di Papa
Leone, lungo le mura Aureliane. Anche se non si tratta di una vera e propria
fondazione, tutte le cerimonie e i riti messi in atto dalla Chiesa, sono state
volute proprio per simulare la fondazione di una nuova città.
A cavallo dell’anno Mille non si registrano sostanziali modifiche alle città esistenti.
Tra X e XI secolo nel Sud Italia, i Bizantini hanno una crescita demografica, quindi
fondano nuovi centri (es. Catanzaro).
Nascono le cosiddette “quasi – città” ossia degli ampliamenti di grandi dimensioni dei
castelli, sparsi in tutta la penisola.
I. LE CITTA’ NELL’ETA’ TARDOANTICA (IV – VII SECOLO)
a. LE INFRASTRUTTURE
i. Le mura diventano l’elemento distintivo delle città, soprattutto a
causa delle continue invasioni dall’esterno.
Roma fu una delle prime città a dotarsi di nuovi muri di cinta; altre
città invece di costruirne nuovi, restaureranno quelli vecchi.
Dopo Roma, solo Milano e Ravenna costruiranno delle mura che
circondano la città.
ii. Un secondo tipo di infrastruttura atta a proteggere la città è la
fortezza, che generalmente ospitava la guarnigione.
Le fortezze si trovavano principalmente all’interno della città
oppure immediatamente fuori sull’esterno.
iii. Altro tipo di infrastruttura che inizia a prendere importanza è la
strada, importante nella rete di comunicazioni.
Un particolare tipo di strada tardo antica è la via porticata, che
nasce per sottolineare l’importanza dell’edificio che la costeggia.
iv. Le reti fognarie ed in generale la questione dello smaltimento dei
rifiuti ottengono maggiore cura e attenzione.
Negli edifici in disuso nascono le prime discariche.
v. Gli acquedotti finiscono in disuso, al contrario dei pozzi, il cui
numero aumenterà sempre di più nelle città.
b. IL PAESAGGIO MONUMENTALE
Durante la tarda antichità le città italiane ereditano un patrimonio
monumentale enorme.
Alcuni edifici, come quelli adibiti allo spettacolo, mantengono la
funzione originaria, altri invece, cambieranno la loro funzione di
origine; altri ancora cadranno in disuso ed in rovina, diventando
fonte di materia prima edilizia.
Nelle capitali si investe nella costruzione di nuovi palazzi, che
possano ospitare duchi, conti ed altre cariche di stato.
Si tratta di residenze di alto rango, la cui struttura ricalca quello
delle domus e delle ville aristocratiche.
Il tratto in comune di questa tipologia di edificio, è la presenza di
una sala absidata, fondamentale per udienze e conversazioni.
Anche l’edilizia ecclesiastica assume toni notevoli, per dimensioni
e decorazioni.
A Roma le grandi basiliche si concentrano nelle zone suburbane,
visto che dentro le mura lo spazio è già occupato dai vecchi edifici.
c. IL TESSUTO URBANO
Oltre alle domus e alle insulae (alcune delle quali restaurate nel VI
secolo), le abitazioni più comuni risultano essere delle domus
frazionate e abitazioni isolate costruite in legno e materiali di
recupero.
Gli edifici del VI – VII secolo sono edifici semplici a pianta
rettangolare, a volte con un piano superiore e spesso dotate di
focolare e latrina.
Tipici di questo periodo sono i depositi di dark earth 7 terres noir,
ossia degli strati di terreno molto scuri, ricchi di materiale organico
dovuto al disfacimento di strutture in legno, terreni coltivati o
accumulo di rifiuti urbani.
Gli accumuli di detriti non rimossi e le pavimentazioni stradali,
strato dopo strato, fanno sì che la città cresca su sé stessa, anche
di diversi metri.
In questo periodo si diffonde un’altra pratica: si iniziano a
seppellire i morti all’interno delle mura urbane, presso monumenti
abbandonati o ambienti inutilizzati.
A Roma, la piazza adiacente al Colosseo ospitava un ampio
cimitero.
Per quanto riguarda l’artigianato troviamo un forte calo della
domanda, tanto che si parla di polverizzazione della produzione
artigianale.
Roma presenta, sotto questo profilo una grande eccezione: La
Cripta di Balbo. Si tratta di una bottega dalla fiorente attività in cui
venivano lavorati materiali molto diversi e destinati alle alte sfere
dell’aristocrazia.
A Roma, principale artefice e sostenitore dell’artigianato era la
chiesa, riuscendo a riunire i migliori specialisti; tra il VII e VIII secolo
i monasteri sono uno dei principali poli del sapere artigianale.
II. LE CITTA’ NELL’ALTO MEDIOEVO (VIII – X SECOLO)
a. LE INFRASTRUTTURE
i. La maggior parte delle cinte murarie sono state già fondate: si
procede quindi solo ad attuare alcuni restauri.
Solo il Vaticano procede ad una piccola ampliazione.
In generale si attuano solo modeste attività di manutenzione a
fortificazioni, strade, fogne e acquedotti.
b. IL PAESAGGIO MONUMENTALE
i. L’eredità monumentale è ancora immensa; l’unica novità si
registra nella costruzione di torri.
Grazie agli aiuti e alle donazioni dei re franchi, chiese e santuari
aumentano nelle aree urbane, ma le dimensioni restano ridotte.
c. IL TESSUTO URBANO
i. A causa della distruzione e dei colli di antichi complessi abitativi,
il tessuto urbano diventa più rarefatto; i nuclei abitativi si
concentrano lungo le vie principali e intorno alle chiese.
I cimiteri tendono ad allargarsi e si concentrano dentro e introno
alle chiese. Si tratta della conseguenza diretta della grande novità
dell’alto medioevo: la nascita del commercio e del movimento
delle reliquie dei martiri.
Riescono a delinearsi meglio le tipologie abitative: distinguiamo le
domus ad un piano e a due piani, in legname, pietra o mattoni, a
pianta rettangolare.
Alcune persone invece scelgono di sfruttare i resti di monumenti
antichi come abitazione.
Le case dell’aristocrazia altomedievale sono simili a quelle dei ceti
inferiori, ma di dimensioni maggiori, decorate con portici e solai,
con elementi scolpiti.
In questo periodo nascono le prime curtis, una serie di edifici, oltre
alle abitazioni, che fanno riferimento ad un’unica famiglia; al loro
interno sono presenti una chiesa privata, un ambiente termale e
varie aree destinate agli animali.
Il X secolo è chiamato “secolo di ferro” per via dei conflitti. Nascono
castelli, fortificazioni e si diffondono ancora di più