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L’elemento più identificativo è la diffusione di ambienti absidati e polilobati,
deputati alla rappresentanza e al convivio.
Le classi sociali di livello più basso invece cercavano di imitare questo tipo di
abitazione, riproponendo queste caratteristiche in dimensioni più contenute.
Durante la tarda antichità nelle campagne si assiste alla diffusione di grandi complessi
residenziali, che erano il centro organizzativo dell’aristocrazia senatoria.
Le classi medio-basse della società continuano ad utilizzare tipologie residenziali e il
patrimonio edilizio ereditato dai secoli precedenti.
Nei centri urbani a forte densità abitativa, la popolazione abita grandi complessi
plurifamiliari a più piani (insulae);
i centri meno densamente popolati hanno invece le tradizionali domus.
Tra il IV e V secolo vi è una scelta di abitazioni di tipo conservativo; nelle campagne vi
sono pochi documenti, il che fa pensare anche qui ad un riuso di abitazioni vecchie (in
ogni caso si tratta di abitazioni in pietra e argilla).
Quasi nulle sono le tracce di abitazioni costruite in materiali deperibili, come il legno.
Immaginiamo siano state strutture unifamiliari, costituite da uno o due
ambienti.
Tra il V e il VI secolo si registra un generale abbandono delle domus: in alcuni casi
vengono frazionate e utilizzate per attività artigianali o anche per fini abitativi.
Solo casi isolati di residenze di alta aristocrazia o abitazioni della Roma
pontificia manterranno elementi di continuità con esperienze residenziali tardo
antiche.
Anche nelle campagne le residenze aristocratiche subiscono una fase di abbandono.
Nel meridione questa fase sembra arrivare leggermente dopo quella attraversata
dall’Italia centro-settentrionale.
NOVITA’: gli edifici si mostrano più compatti, in un unico ambiente;
gli ambienti residenziali si sposteranno nel piano superiore.
Terza parte
Per quanto riguarda le abitazioni costruite in materiale deperibile, possiamo dire che
si tratta di strutture semplici, a pianta quadrangolare o circolare; la struttura è retta
da pali portanti e i muri sono costruiti da incannucciati o graticci rivestiti da argilla.
Ulteriori diversificazioni riguardano la posizione del focolare.
La struttura influisce sulle modalità di vivere l’ambiente: chi abita in una struttura a
pianta circolare ha modi differenti di gestire gli spazi rispetto a chi abita una struttura
a pianta rettangolare.
Struttura più diffusa: capanna a pali portanti, a pianta rettangolare; viene utilizzata
dal VI al XX secolo;
la copertura: può poggiare su una trave portante centrale e poggiarsi con gli spioventi
sui muri perimetrali oppure gravare solo sui pali perimetrali, uniti in alto
da traverse di congiunzione;
le pareti: intreccio vegetale spalmato di argilla.
La grandezza della struttura è indicativa dell’importanza della famiglia (esempio un
capo di una comunità).
A Poggibonsi è stata ritrovata un’enorme struttura abitativa a pianta ellittica,
con ambienti interni divisi, simile alle Longhouses dell’Europa continentale
germanica.
Altro tipo di struttura, ritrovata nell’Italia altomedievale è la capanna seminterrata
(grubenhaus), tipica della cultura germanica (ne sono state ritrovate molte tracce in
Puglia).
Il piano di calpestio poteva essere più basso di pochi decimetri a oltre un metro;
in alcuni casi è stato dimostrato che al di sopra vi fosse un pavimento;
potevano essere usate come magazzini e depositi.
Altro tipo di struttura ampiamente attestato nelle campagne italiane è costituito da
case realizzare in argilla cruda, spesso con una base in pietra, per proteggere
dall’umidità.
È stato ritrovato un importante resto nel Foro di Cesare, Roma.
Il pavimento della casa era costituito da battuta di terra, sul quale poggiava
direttamente un focolare.
La varietà di strutture individua comunque un’unità di fondo:
si tratta di strutture abitative monovolume, isolate, articolate in un unico ambiente
polifunzionale. Gli allestimenti sono semplici e le dimensioni generali ridotte, buie e
poco confortevoli. Si tratta delle normali abitazioni della massa della popolazione.
Quarta Parte
L’introduzione di materiali deperibili ha aperto il dibattito circa l’introduzione in Italia
di una tipologia edilizia da parte di popolazioni di origine germaniche oppure di un
riemergere di tradizioni abitative antiche.
La maggior parte degli studiosi tende a negare la tesi per cui si sarebbero diffuse
strutture residenziali o con materiali deperibili a causa di popolazioni germaniche.
Paul Arthur, studioso dei casi italiani, sostiene che la diffusione delle capanne
seminterrate sia una risposta a determinate condizioni ambientali.
Le case con il calpestio più basso sono state ampiamente attestate in Italia in
età arcaica e romana.
Altri studiosi sono infatti più convinti che ci sia stata una ripresa di tradizioni
costruttive e residenziali pre-romane.
Non potendo arrivare ad un’unica conclusione, i punti da fissare sono:
- Dall’antichità all’altomedioevo le strutture sono poco articolate;
- La scelta dei materiali dipende dalli tradizioni locali;
- La presenza di legno (materiale deperibile) su un pavimento ribassato è una
differenza fondamentale rispetto alle abitazioni di tipo germaniche.
Quinta Parte
Le classi privilegiate utilizzavano abitazioni di dimensioni maggiori, con materiali
durevoli, più complesse architettonicamente, spesso con un piano superiore.
I resti maggiormente conservati si trovano nel Foro di Nerva, Roma, e sono risalenti
al IX secolo.
Si tratta di una struttura a pianta rettangolare, con muri in peperino (recuperati
da altre strutture romane), soglia di accesso, porte varie, pozzo esterno, latrina,
stalle e magazzini attaccati. Presenza di un piano superiore (Domus Solarate).
Queste abitazioni non erano isolate, ma facevano parte di complessi comprendenti la
domus stessa, aree scoperte ed edifici accessori.
Ad Esempio, le chiese del X secolo spesso avevano la dicitura “de curte, in
curtis”, in riferimento all’appartenenza ad un complesso residenziale
aristocratico.
NOTA: ad accumunare l’edilizia urbana di alto livello e di basso è l’assenza di elementi
decorativi.
Queste residenze combinano elementi derivati dalla tradizione delle abitazioni
aristocratiche tardo antiche, con altri elementi che le accomunano alla più diffusa
edilizia altomedievale
Sesta Parte
Studio di caso: Roma tra il IC e il X secolo. Ci si concentrerà sulle domus solarate, le
curtes e sulle piccole case monovano (domus terrinee) con i terreni annessi.
I tracciati stradali: abbiamo una rete stradale principale ed una rete secondaria.
Le domus solatate e le curtes si concentrano lungo le strade di grande viabilità,
mentre le domus terrinee e i relativi campi coltivati sono disposte in aree di
“lottizzazione” all’interno di isolati delimitati dalle vie secondarie.
Centro dell’insediamento aristocratico è la curtis, con la domus padronale e tutti gli
annessi, collegata ad una via pubblica; confinante ad essa troviamo i terreni e i campi
coltivati.
Le domus terrinee sono situate nelle aree più interne.
Le famiglie aristocratiche tendono a compattare il patrimonio con compra-vendite di
abitazioni limitrofi alle proprie abitazioni → divisione sfere di influenza
Settima Parte
Dal IV e V secolo l’edilizia è molto diversificata a seconda del livello dell’edificio e della
committenza; molto diffuso è il riuso di materiali.
La spoliazione di antichi monumenti è voluta da personaggi ai vertici e
dall’amministrazione, per sottolineare il legame con l’antichità e per motivazioni
economiche.
L’utilizzo di materiali di seconda scelta è una delle cause dell’abbassamento
qualitativo delle strutture, oltre all’utilizzo sempre minore di manodopera
specializzata.
In alcune fonti scritte, si fa esplicito riferimento circa l’utilizzo di ponteggi e macchinari
da cantiere.
Già nel VII secolo si ha traccia di capomastri (o architetti) che lavorano per
committenti privati e nella realizzazione di strutture residenziali.
Dell’impiego della malta, oltre alle mura stesse, troviamo traccia nei miscelatori
ritrovati.
Per la costruzione di residenze rurali il materiale più usato è il legno: per la maggior
parte si tratta di capanne con un’armatura di pali portanti.
I pali erano a sezione circolare, senza ulteriori lavorazioni.
Le pareti erano realizzate con incannucciate ed intrecci di ramaglia, intonacati da
argilla, o completamente in legno; il legno era usato anche per le pavimentazioni.
I tetti erano costruiti in materiale deperibile in quanto le tegole erano usate per edifici
di altro prestigio.
Per quanto riguarda l’argilla esistono due tecniche di impiego:
- Pisé: l’argilla viene mescolata con materiale organico e compressa
direttamente sul muro tramite assi di legno;
- Adobe: l’argilla, mescolata con materiale organico, viene messa in contenitori
per formare dei mattoni, che verranno legati tramite argilla liquida.