Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 9
Riassunto esame Archeologia medievale, Prof. Santangeli Riccardo, libro consigliato Edilizia residenziale in Italia nell'altomedioevo, Santangeli Riccardo Pag. 1 Riassunto esame Archeologia medievale, Prof. Santangeli Riccardo, libro consigliato Edilizia residenziale in Italia nell'altomedioevo, Santangeli Riccardo Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 9.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Archeologia medievale, Prof. Santangeli Riccardo, libro consigliato Edilizia residenziale in Italia nell'altomedioevo, Santangeli Riccardo Pag. 6
1 su 9
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

L’elemento più identificativo è la diffusione di ambienti absidati e polilobati,

deputati alla rappresentanza e al convivio.

Le classi sociali di livello più basso invece cercavano di imitare questo tipo di

abitazione, riproponendo queste caratteristiche in dimensioni più contenute.

Durante la tarda antichità nelle campagne si assiste alla diffusione di grandi complessi

residenziali, che erano il centro organizzativo dell’aristocrazia senatoria.

Le classi medio-basse della società continuano ad utilizzare tipologie residenziali e il

patrimonio edilizio ereditato dai secoli precedenti.

Nei centri urbani a forte densità abitativa, la popolazione abita grandi complessi

plurifamiliari a più piani (insulae);

i centri meno densamente popolati hanno invece le tradizionali domus.

Tra il IV e V secolo vi è una scelta di abitazioni di tipo conservativo; nelle campagne vi

sono pochi documenti, il che fa pensare anche qui ad un riuso di abitazioni vecchie (in

ogni caso si tratta di abitazioni in pietra e argilla).

Quasi nulle sono le tracce di abitazioni costruite in materiali deperibili, come il legno.

Immaginiamo siano state strutture unifamiliari, costituite da uno o due

ambienti.

Tra il V e il VI secolo si registra un generale abbandono delle domus: in alcuni casi

vengono frazionate e utilizzate per attività artigianali o anche per fini abitativi.

Solo casi isolati di residenze di alta aristocrazia o abitazioni della Roma

pontificia manterranno elementi di continuità con esperienze residenziali tardo

antiche.

Anche nelle campagne le residenze aristocratiche subiscono una fase di abbandono.

Nel meridione questa fase sembra arrivare leggermente dopo quella attraversata

dall’Italia centro-settentrionale.

NOVITA’: gli edifici si mostrano più compatti, in un unico ambiente;

gli ambienti residenziali si sposteranno nel piano superiore.

Terza parte

Per quanto riguarda le abitazioni costruite in materiale deperibile, possiamo dire che

si tratta di strutture semplici, a pianta quadrangolare o circolare; la struttura è retta

da pali portanti e i muri sono costruiti da incannucciati o graticci rivestiti da argilla.

Ulteriori diversificazioni riguardano la posizione del focolare.

La struttura influisce sulle modalità di vivere l’ambiente: chi abita in una struttura a

pianta circolare ha modi differenti di gestire gli spazi rispetto a chi abita una struttura

a pianta rettangolare.

Struttura più diffusa: capanna a pali portanti, a pianta rettangolare; viene utilizzata

dal VI al XX secolo;

la copertura: può poggiare su una trave portante centrale e poggiarsi con gli spioventi

sui muri perimetrali oppure gravare solo sui pali perimetrali, uniti in alto

da traverse di congiunzione;

le pareti: intreccio vegetale spalmato di argilla.

La grandezza della struttura è indicativa dell’importanza della famiglia (esempio un

capo di una comunità).

A Poggibonsi è stata ritrovata un’enorme struttura abitativa a pianta ellittica,

con ambienti interni divisi, simile alle Longhouses dell’Europa continentale

germanica.

Altro tipo di struttura, ritrovata nell’Italia altomedievale è la capanna seminterrata

(grubenhaus), tipica della cultura germanica (ne sono state ritrovate molte tracce in

Puglia).

Il piano di calpestio poteva essere più basso di pochi decimetri a oltre un metro;

in alcuni casi è stato dimostrato che al di sopra vi fosse un pavimento;

potevano essere usate come magazzini e depositi.

Altro tipo di struttura ampiamente attestato nelle campagne italiane è costituito da

case realizzare in argilla cruda, spesso con una base in pietra, per proteggere

dall’umidità.

È stato ritrovato un importante resto nel Foro di Cesare, Roma.

Il pavimento della casa era costituito da battuta di terra, sul quale poggiava

direttamente un focolare.

La varietà di strutture individua comunque un’unità di fondo:

si tratta di strutture abitative monovolume, isolate, articolate in un unico ambiente

polifunzionale. Gli allestimenti sono semplici e le dimensioni generali ridotte, buie e

poco confortevoli. Si tratta delle normali abitazioni della massa della popolazione.

Quarta Parte

L’introduzione di materiali deperibili ha aperto il dibattito circa l’introduzione in Italia

di una tipologia edilizia da parte di popolazioni di origine germaniche oppure di un

riemergere di tradizioni abitative antiche.

La maggior parte degli studiosi tende a negare la tesi per cui si sarebbero diffuse

strutture residenziali o con materiali deperibili a causa di popolazioni germaniche.

Paul Arthur, studioso dei casi italiani, sostiene che la diffusione delle capanne

seminterrate sia una risposta a determinate condizioni ambientali.

Le case con il calpestio più basso sono state ampiamente attestate in Italia in

età arcaica e romana.

Altri studiosi sono infatti più convinti che ci sia stata una ripresa di tradizioni

costruttive e residenziali pre-romane.

Non potendo arrivare ad un’unica conclusione, i punti da fissare sono:

- Dall’antichità all’altomedioevo le strutture sono poco articolate;

- La scelta dei materiali dipende dalli tradizioni locali;

- La presenza di legno (materiale deperibile) su un pavimento ribassato è una

differenza fondamentale rispetto alle abitazioni di tipo germaniche.

Quinta Parte

Le classi privilegiate utilizzavano abitazioni di dimensioni maggiori, con materiali

durevoli, più complesse architettonicamente, spesso con un piano superiore.

I resti maggiormente conservati si trovano nel Foro di Nerva, Roma, e sono risalenti

al IX secolo.

Si tratta di una struttura a pianta rettangolare, con muri in peperino (recuperati

da altre strutture romane), soglia di accesso, porte varie, pozzo esterno, latrina,

stalle e magazzini attaccati. Presenza di un piano superiore (Domus Solarate).

Queste abitazioni non erano isolate, ma facevano parte di complessi comprendenti la

domus stessa, aree scoperte ed edifici accessori.

Ad Esempio, le chiese del X secolo spesso avevano la dicitura “de curte, in

curtis”, in riferimento all’appartenenza ad un complesso residenziale

aristocratico.

NOTA: ad accumunare l’edilizia urbana di alto livello e di basso è l’assenza di elementi

decorativi.

Queste residenze combinano elementi derivati dalla tradizione delle abitazioni

aristocratiche tardo antiche, con altri elementi che le accomunano alla più diffusa

edilizia altomedievale

Sesta Parte

Studio di caso: Roma tra il IC e il X secolo. Ci si concentrerà sulle domus solarate, le

curtes e sulle piccole case monovano (domus terrinee) con i terreni annessi.

I tracciati stradali: abbiamo una rete stradale principale ed una rete secondaria.

Le domus solatate e le curtes si concentrano lungo le strade di grande viabilità,

mentre le domus terrinee e i relativi campi coltivati sono disposte in aree di

“lottizzazione” all’interno di isolati delimitati dalle vie secondarie.

Centro dell’insediamento aristocratico è la curtis, con la domus padronale e tutti gli

annessi, collegata ad una via pubblica; confinante ad essa troviamo i terreni e i campi

coltivati.

Le domus terrinee sono situate nelle aree più interne.

Le famiglie aristocratiche tendono a compattare il patrimonio con compra-vendite di

abitazioni limitrofi alle proprie abitazioni → divisione sfere di influenza

Settima Parte

Dal IV e V secolo l’edilizia è molto diversificata a seconda del livello dell’edificio e della

committenza; molto diffuso è il riuso di materiali.

La spoliazione di antichi monumenti è voluta da personaggi ai vertici e

dall’amministrazione, per sottolineare il legame con l’antichità e per motivazioni

economiche.

L’utilizzo di materiali di seconda scelta è una delle cause dell’abbassamento

qualitativo delle strutture, oltre all’utilizzo sempre minore di manodopera

specializzata.

In alcune fonti scritte, si fa esplicito riferimento circa l’utilizzo di ponteggi e macchinari

da cantiere.

Già nel VII secolo si ha traccia di capomastri (o architetti) che lavorano per

committenti privati e nella realizzazione di strutture residenziali.

Dell’impiego della malta, oltre alle mura stesse, troviamo traccia nei miscelatori

ritrovati.

Per la costruzione di residenze rurali il materiale più usato è il legno: per la maggior

parte si tratta di capanne con un’armatura di pali portanti.

I pali erano a sezione circolare, senza ulteriori lavorazioni.

Le pareti erano realizzate con incannucciate ed intrecci di ramaglia, intonacati da

argilla, o completamente in legno; il legno era usato anche per le pavimentazioni.

I tetti erano costruiti in materiale deperibile in quanto le tegole erano usate per edifici

di altro prestigio.

Per quanto riguarda l’argilla esistono due tecniche di impiego:

- Pisé: l’argilla viene mescolata con materiale organico e compressa

direttamente sul muro tramite assi di legno;

- Adobe: l’argilla, mescolata con materiale organico, viene messa in contenitori

per formare dei mattoni, che verranno legati tramite argilla liquida.

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/08 Archeologia cristiana e medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Crash_9009 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Santangeli Riccardo.