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COMPARSA DELL'AGRICOLTURA IN EUROPA

Ipotesi diffusionista:

a. La diffusione in Europa dal Vicino Oriente attraverso la penisola balcanica si

basa su due elementi: I. assenza nel Neolitico europeo della maggior parte delle specie selvatiche poi domesticate

e II. recenziorità delle datazioni dei siti europei.

(Radiocarbon Dating and the Expansion of Farming from the Near East over Europe, 1965)

Charles G. Clarke

presenta l'evidenza delle datazioni C14 dei siti neolitici europei e del VO e ipotizza la diffusione dell'agricoltura

dal VO all'Africa N, alla penisola balcanica e da qui al resto d'Europa a partire dal VI millennio.

e (Measuring the Spread of Early Farming in Europe, 1971)

Albert J. Ammerman Luigi Luca Cavalli-Sforza

postulano onde di avanzamento concentriche dell'agricoltura verso l'Europa, utilizzando Gerico come centro di

diffusione teorico. La diffusione dell'agricoltura viene interpretata come il risultato di successivi spostamenti di

popolazione determinati dalla progressiva saturazione dei terriotori occupati → MODELLO DEMICO, basato su

una diffusione sia culturale che etnica, ipotizza che il tipo razziale dei primi agricoltori diminuisca

proporzialmente al loro allontanamento dal VO verso l'Europa. In La transizione neolitica e la genetica delle

popolazioni in Europa, 1984, Ammermann e Cavalli-Sforza dimostrano la possibilità di identificare in alcuni casi

un CLINE DEMICO, cioè una distribuzione decrescente di frequenze genetiche da Oriente verso Occidente.

Contro l'ipotesi diffusionista

b. si schierano molti preistorici europei, in particolare Graeme Barker

(Prehistoric Farming in Europe, 1985). Egli considera gli inizi dell'agricoltura in Europa come una combinazione

di sviluppi locali e intrusivi, con un ruolo limitato attribuito ai coloni neolitici migranti su cui si basano le ipotesi

diffusioniste di Clarke e Ammerman/Cavalli-Sforza.

Domesticazione dei cereali

I cereali selvatici, grano/frumento e orzo, presentano caratteristiche morfologiche che ne rendono difficile lo

sfruttamento: gluma resistente che li avvolge e può essere rimossa solo arrostendoli e rachide molto fragile che si

spezza facilmente causando la dispersione dei semi e rendendo difficile il raccolto.

Come conseguenza di ciò vennero progressivamente preferite varietà di cereali con rachide più resistente, il che

portò ad uno sviluppo selettivo di modificazioni morfologiche che le specie domestiche subirono rispetto a quelle

selvatiche.

grano einkorn selvatico (piccolo farro) → einkorn domestico

(Triticum boeoticum) (Triticum monococcum)

grano emmer selvatico (farro) → emmer domestico

(Triticum dicoccoides) (Triticum dicoccum)

orzo selvatico → orzo domestico

(Hordeum spontaneum) (Hordeum vulgare)

Varietà di grano e orzo vestite e nude. Le varietà nude vengono preferite e sviluppate per selezione.

L'orzo ha varietà con due o sei file di semi per spiga: le varietà con più semi si affermano per pressione selettiva.

Possibilità di immagazzinare i cereali per lunghi periodi: necessità di difenderli da insetti e roditori e dalla

germinazione durante lo stoccaggio (riscaldamento). Lo stoccaggio dei cereali in magazzini consente alle

comunità di agricoltori di accumulare ricchezza, creando una base di sussistenza più stabile in grado di assorbire

stagioni cattive.

Leguminose:

leguminose ( , dalla specie della )

Lens culinaris Lens orientalis

pisello ( , dalla specie selvatica del )

Pisum sativum Pisum humile

cece ( , dalla specie selvatica del )

Cicer arietinum Cicer reticulatum

veccia ( , dalla specie selvatica della )

Vicia sativa Vicia ervilia

lino ( , dalla specie selvatica del )

Linum usitatiss imum Linum bienne

2 . Pastoralismo: nomadi e sedentari

Pastoralismo: strategia di sussistenza specializzata basata sullo sfruttamento di greggi di animali, in particolare

caprovini, addomesticate. Implica spostamenti stagionali, detti transumanze, fra diverse nicchie ecologiche allo

scopo di avere pascoli ottimali per i caprovini durante l'interso corso dell'anno.

→ transumanze verticali, con movimenti fra pascoli di pianura d'inverno e pascoli d'altopiano d'estate:

gruppi che si muovono fra gli altopiani del Tauro, dello Zagros, e del Libano e le regioni di pianura adiacenti.

→ transumanze orizzontali, con movimenti fra i pascoli invernali della steppa semi-arida e i pascoli estivi

nelle valli fluviali: gruppi che si spostano fra la steppa siriana della Jazirah d'inverno e la piana alluvionale

mesopotamica d'estate e fra i pascoli invernali dei deserti del Negev e del Sinai e i pascoli estivi della piana

costiera mediterranea del Levante.

Organizzazione sociale tribale → lignaggi o clan

2.1. Rapporti fra nomadi e sedentari

Modello tradizionale → la visione tradizionale dei rapporti fra nomadi e sedentari nella società del VOA era

quella di un mutuo antagonismo e di ridotti contatti; immagine condizionata dalle fonti cuneiformi

mesopotamiche redatte da scribi appartenenti al mondo sedentario che enfatizzavano la diversità dei pastori

nomadi. Maledizione di Akkad e letteratura mesopotamica fortemente urbanocentrica.

Revisione del modello tradizionale → evidenze testuali e archeologiche indicano come il rapporto fra nomadi e

sedentari fosse non solo di contrapposizione, ma anche simbiotico e d'interdipendenza reciproca.

Società mesopotamica come società dimorfica, fondata sulla complementarità di nomadi e sedentari, tribù e città,

agricoltori e pastori, collegati da rapporti di cooperazione oltre che di conflittualità.

M. Rowton (Enclosed Nomadism, 1974) → nomadismo incluso o semi-nomadismo: nomadismo interno

caratterizzato dal fatto che le terre di pascolo dei pastori si trovano almeno in parte all'interno dell'area abitata dai

sedentari, cioè all'interno della zona dimorfica, l'area in cui possono essere praticate l'agricoltura sedentaria e

l'economia pastorale.

Il nomadismo incluso o semi-nomadismo rappresenta una costante della società dell'economia del VOA a partire

almeno dal VII millennio: presenza di pastori semi-nomadi attestata archeologicamente nell'altopiano dello Zagros

in una serie di campi stagionali (Tepe Sarab e Tepe Guran) e nel Levante (Siria, Negev) e poi dal IV milennio in

una serie di cimiteri non associati a insediamenti nel Luristan iraniano e in Siria e Palestina.

2.2. La visibilità dei gruppi pastorali nel record archeologico

La visibilità dei gruppi pastorali è molto limitata, dal momento che essi tendono a lasciare poche tracce materiali

della loro presenza. I resti includono: accampamenti stagionali, trappole per la caccia (desert kites), mangiatoie

per animali, cimiteri non collegati ad insediamenti permanenti, ripari di roccia con arte rupestre e reperti

(ceramica e litica) connessi a queste strutture.

L'individuazione e la datazione di tali strutture risulta però spesso difficile.

La limitata conoscenza del mondo semi-nomade è anche connessa al fatto che gli accampamenti dei nomadi

sorgevano in aree periferiche (come la steppa della Jazirah) rispetto alle regioni tradizionalmente ricognite dagli

archeologi (valli fluviali), problema legato alla storia dell'archeologia e delle ricerche sul campo.

Altro problema: erosione che tende a distruggere molto rapidamente i campi nomadi.

3 . Il popolamento

Inanna/Ishtan: primi testi cuneiformi in sumerico (→ no semitico – come l'accadico) non del tutto tradotti si è

inizialmente pensato che si trattasse di stranieri (area iranica): QUESTIONE SUMERICA

Cultura di Ubaid/Obeid: dalla metà del VII millennio a.C. → fino al periodo dell'Eanna IV Uruk 3100 a.C.:

continuità di materiali, non c'è traccia di elementi o materiali esterni

Sequenze ceramiche, sigilli, figurine, edifici,... → assenza di fratture

Il popolamento della Mesopotamia è MISTO (dalla metà del III millennio a.C.), con componente sumerica e

componente semitica → nomi propri, di luoghi, etc, sia sumerici che semiti (analisi onomastica, toponomastica)

Teoria “pots & people”: equivalenza scorretta

4 Economia

.

4.1. Il modo di produzione del VOA

Modo di produzione → concetto derivato dall'analisi economica marxiana che individua i diversi tipi della

proprietà dei mezzi di produzione, in particolare della terra, del rapporto fra mezzi di produzione e forze

produttive, dell'entità delle forze produttive, dei modi di accentramento dell'eccedenza della produzione primaria.

Nel VOA sono stati identificati due modi di produzione:

1. Modo di produzione : è il portato della rivoluzione neolitica → coincidenza di forse

domestico

produttive e possessori dei mezzi di produzione, rete di scambi di tipo reciprocativo (la circolazione dei

beni si basa sullo scambio dei doni fra singoli o comunità), assenza di specializzazione lavorativa a tempo

pieno, assenza di stratificazione sociale, società egalitaria.

2. Modo di produzione : è il portato della rivoluzione urbana → accentrameno dei mezzi di

palatino

produzione nelle mani di quelle che Oppenheim definisce le grandi organizzazioni, templi e palazzi, stato

servile dei produttori verso i detentori del potere politico/amministrativo, forte specializzazione dei

compiti e del lavoro, afflusso centripeto di beni che dalle campagne affluiscono sotto forma di tassazione

al tempio o al palazzo dove vengono immagazzinati e redistribuiti centralmente nella società in cambio di

prestazioni lavorative, società fortemente stratificata dal punto di vista gerarchico.

Altri modi di produzione pur coesistendo ( ) restano marginali.

pastorizia semi-nomade

4.2. Gli schemi di scambio

(Traffici e mercati negli antichi imperi, 1957 /1978/) individua tre schemi di scambio che si

Karl Polanyi

integrano a vicenda:

reciprocità,

1. implica scambi di doni reciproci fra singoli o comunità → modo di produzione domestico

redistribuzione,

2. schema di scambio connesso al modo di produzione palatino, implica l'esistenza,

attestata in maniera certa solo a partire dal III millennio, di una grande organizzazione templare o palatina

che possiede i mezzi di produzione, in particolare la terra, e le forze di produzione (che si trovano in uno

stato servile). Tale organizzazione accumula centralmente la produzione agricola prodotta dalle sue terre e

la redistribuzione ai suoi dipendenti in cambio di prestazioni lavorative

mercato,

3. schema di scambio basato su di un'economia regolata dal meccanismo della domanda e

dell'offerta. Rimane sostanzialmente estraneo all'economia del VOA, anche se elementi di mercato sono

presenti → confronta testi nA che documentano l'aumento del prezzo dei cereali in annate di siccità

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/05 Archeologia e storia dell'arte del vicino oriente antico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fionamega di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte del Vicino Oriente Antico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Morandi Daniele.