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I ritardi realistici sono percepiti come tipicamente romani; nei ritratti degli uomini politici si
evidenziano quantomeno due tendenze, una volta all'idealizzazione, altra all'espressività carica di
pathos: si sceglie la seconda del proprio gusto un linguaggio formale che espresse qualità civiche,
tradizione greca o energia e passione.
Nei ritratti nell'ultimo secolo della Repubblica di alto livello qualitativo sorprende soprattutto la
resa estremamente differenziata dei tratti fisionomici; questo fenomeno, tipicamente tardo
repubblicana, richiede una spiegazione appropriata: probabilmente esso è strettamente collegato con
l'accresciuto clima di concorrenza, in una situazione di mancanza di modelli figurativi
universalmente vincolanti, in una società in stato di rapida trasformazione.
Lo stile di un ritratto non dipendeva di regola quello del tipo statuario utilizzato, fenomeno
riscontrabile già nelle statue dei dinasti ellenistici.
Il dinamismo e la relativa apertura della società tardo repubblicana a Roma e nelle città italiche
d'occidente determina anche nelle classi medie della popolazione un bisogno di
autorappresentazione: nel rilievo funerario di proprietà della tomba faceva riferimento alle proprie
realizzazioni e propri titoli di merito.
Le officine locali, non avendo a disposizione precedenti nell'ambito dei modelli forniti dall'arte
greca, spesso dovevano inventare nuove soluzioni; questo tipo di monumento è stato definito “arte
popolare” (Rodenwaldt) o “arte plebea” (Bianchi Bandinelli), invece si tratta semplicemente della
realizzazione di specifiche necessità di autorappresentazione da parte di determinati gruppi della
popolazione in una situazione sociale ben determinata.
Non vi è unità stilistica nell'arte tardo repubblicana e non può essere interpretata secondo
l'evoluzione storica preordinata: appare chiara l'inutilità di ricercare periodizzazioni e
caratterizzazioni formali estese e valide per tutta la produzione artistica dell'epoca.
Da Augusto al III sec d.C. – l’età augustea è l'epoca fondamentali nuovi orientamenti: gli effetti
della nuova forma di potere non si limitarono esclusivamente all'arte ufficiale, in quanto il
rafforzamento di un ordinamento sociale gerarchico e dei notevolissimi e conseguenze anche
sull'arte di ambito privato. 3
I modi di autorappresentazione del primo princeps costituiscono il modello per i successori: si creò
un linguaggio figurativo politico peculiare e un rigido rituale per i rapporti tra principe senato e
popolo. La politica edilizia programmatica di Augusto a Roma diviene modello guida per le altre
città e fissa le regole per il futuro: la promozione della publica magnificentia, ovvero l'abbellimento
sistematico delle città dell'Italia e delle province occidentali, provoca un boom edilizio secondo il
modello delle città ellenistiche.
L’arte greca, interpretata da Augusto, conservò, al di là delle specifiche funzioni concrete, un
carattere di contrassegno e divenne una formula per l'elevata esigenza culturale e morale della
nuova epoca. Il rafforzamento degli apparati di potere indebolì la generale concorrenza: si assistette
alla standardizzazione del linguaggio figurativo.
Piazze in età imperiale esse divennero sempre più unicamente il centro della propaganda statale;
era privilegio di pochi avere una statua onoraria.
Teatri anche qui il quadro è dominato dalle statue dei membri della famiglia imperiale collocate
prevalentemente delle facciate scenografiche delle scaenae frons, accanto alle quali si potevano
ammirare anche le statue dei notabili della città; in età imperiale il teatro venne ancora essere inteso,
nella tradizione greca, come luogo di incontro della popolazione: l'aspetto politico ebbe dunque
inequivocabilmente un posto preminente rispetto alla tematica culturale.
Terme nella distribuzione nelle statue e nella disposizione di altri elementi decorativi figurati delle
terme, si doveva tenere presente ad un osservatore che si spostava, secondo le esigenze del rituale
termale, da un ambiente all'altro e che si intratteneva più a lungo negli ambienti più propriamente
termali; la decorazione figurata risultava perciò più concentrata negli ambienti principali e i soggetti
corrispondevano a quelli che s'incontravano nelle ricche dimore.
In questo mondo figurativo incentrato sull'intrattenimento e sul piacere le statue ritratto pubbliche
degli imperatori e dei donatori assumevano importanza minore che nei teatri.
L’aspetto della fruizione dell'arte da parte del popolo aveva assunto un ruolo importante nell'arredo
degli edifici pubblici e ciò è vero innanzitutto da Roma stessa: già dalla tarda Repubblica famosi
capolavori greci erano stati collocati nei templi e nei portici: le copie di opere dell'arte classica
sedevano, nell'allestimento di edifici pubblici, alla trasmissione di determinati messaggi. 4
La particolare autorità delle forme classiche nobilitava i relativi messaggi, la cui natura poteva
variare fortemente a seconda del contesto: da qui l'importanza della ricostruzione del contesto, ma
anche alla conoscenza del luogo di ritrovamento di un'opera d'arte.
I tipi figurativi classici costituivano un insieme di simboli, ma connotazioni specifiche dipendono
spesso solo dal contesto concreto (programmi differenziati erano rari negli edifici pubblici).
L’universo figurativo greco della villa tardo repubblicana fu determinante per l’assetto degli spazi
abitativi durante l'età imperiale: nell'ambito della casa le raffigurazioni dovevano riferirsi alle gioie
della vita, poiché si voleva dimenticare la quotidianità, il lavoro, lo stato.
Statue, pitture parietali e mosaici devono rispecchiare nella casa mondo più elevato che riguardava
arte e cultura, miti greci e così via: pitture statue hanno quindi la funzione di evocare associazioni di
ricchezza lusso e felicità.
Si è constatato che si sono precocemente costituiti dei modelli di base per la sistemazione delle
sculture e le ville nelle case, o per la tematica della pittura parietale, nonché per la loro destinazione
determinati ambienti o parti di edifici in cui collegamento ideale con edifici greci legate
all'educazione all'aspetto determinante per la scelta dei temi figurativi.
Nella scultura e leale, nelle copie e rielaborazione di capolavori greci, accanto a prodotti in serie di
mediocre qualità, si riscontrano sempre opere eccellenti.
Nella decorazione figurata repubblicana e della prima età imperiale, rivolta verso l'esterno in
dominava chiaramente il autorappresentazione sociale, per cui si assiste al coordinamento delle
singole raffigurazioni con i diversi spazi.
Nella prima età imperiale che andò elaborando un repertorio fisso di statue e monumenti onorari
con determinate cifre figurative, secondo le quali l'imperatore si faceva raffigurare; è importante
fare una distinzione tra quelli commissionate dalla famiglia imperiale stessa e quelli per mezzo dei
quali hanno voluto manifestare il loro omaggio all'imperatore il senato, le città, i diversi gruppi
sociali o i singoli individui (non esiste alcuna propaganda pilotata dall'alto).
Si andò formando un canone elaborato da un numero ancora limitato di tipi e di schemi che serviva
a esprimere qualità e valori politici in forme convenzionali: il ritratto dell'imperatore, che pure è
collegato a questi tipi greci, possiede tuttavia delle caratteristiche proprie e non di rado risponde a
una ben determinata esigenza, quella del autorappresentazione imperiale. 5
Gli originali o i modelli di questi ritratti debbono dipendere dal consenso imperiale, mentre le
coppie debbono essersi diffusa senza l'approvazione statale e poterono essere utilizzate in ugual
misura per busti, statue e ritratti monetali. Tutti i ritratti di un imperatore dipendono da modelli
elaborati nella capitale: questo garantiva l'uniformità dell'immagine dell'imperatore in tutto
l'impero.
Rilievi storici qui non è importante tanto la descrizione realistica e veritiera di determinati
avvenimenti, quanto le idee guida che sono alla base di ogni azione e le qualità dei protagonisti in
rapporto a un preciso canone. Gli avvenimenti reali vengono filtrati attraverso assunti ideologici, in
modo tale che in ogni avvenimento concreto riguardante un imperatore risulti evidente l'esemplarità
del suo operato.
L’avvenimento storico non è importante in quanto tale, ma solo se può essere inteso come
realizzazione di determinate aspettative di valori.
I formulari tipologici fissi del linguaggio figurativo imperiale corrispondono alla stabilità della
struttura sociale.
Il linguaggio figurativo pubblico ebbe un'influenza sotto molti punti di vista anche
sull’autorappresentazione e sull'autocoscienza dei cittadini, soprattutto nei ceti medi; il singolare
fenomeno dell'assimilazione dell'immagine ritrattistica dei ritratti dei membri della famiglia
imperiale fa sì che vengano prodotti “volti d’epoca”, in sintonia con l'iconografia imperiale
(identificazione con i valori diffusi dai ritratti della famiglia imperiale).
I ritratti servivano direttamente all'autorappresentazione privata, a bisogna distinguere, sia nella
casa, sia nella tomba, tra l'effetto verso l'esterno e la funzione di cornice nella vita domestica.
Roma e le province nel I sec a.C. Roma era diventata il centro artistico più importante nel bacino
del Mediterraneo; con l'istituzione dell'intera che si orientò in tutto il territorio verso i modelli
elaborati dalle officine urbane.
L’autorità del centro dell'impero, anche nel linguaggio figurativo politico, non si fondava su regole
imposte dal governo, ma sembra essersi formata attraverso un processo indipendente, in base a
interazioni sociali. Come conseguenza vi fu in molti campi una estesa standardizzazione del
linguaggio figurativo che però rappresentava un aspetto positivo del linguaggio figurativo di età
imperiale, in quanto, in uno stato costituito da più popolazioni, né diveniva il sistema di
comunicazione. 6
Per alcuni territori l’ellenizzazione della forma di cultura cittadina avvenne solo nel corso dell'età
imperiale e significò contemporaneamente romanizzazione; finora le singole province sono state
studiate troppo come unità concluse e troppo poco in relazione con il centro rappresentato da Roma.
La ricerca attuale non è interessata all'evoluzione stilistica, ma alla composizione del linguaggio
figurativo, considerando unitariamente l’a