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CAPITOLO 1. FIGURE DEL CORPO
La nozione d’incorporazione definisce le modalità attraverso il quale gli esseri
umani vivono l’esperienza del corpo e ne riproducono la rapresentazione.
L’ambiguità del corpo risiede nella sua oscillazione tra l’esperienza del corpo
vissuto e l’oggettivazione dell’organismo biologico (essere e avere un corpo).In
diverse riflessioni filosofiche e antropologiche si sono distinte l’esperienza del
corpo (approccio fenomenologico) e la sua rappresentazione (approccio
cognitivo).Il primo approccio si fonda sull’esperienza mentale (come il soggetto
vive il corpo), il secondo sull’esperienza corporea (come il corpo è oggettivato e
raccontato). Così l’esperienza del corpo si scinde in esperienza del corpo ed
esperienza sul corpo, una separazione che però nella pratica non tiene.La
distinzione tra rappresentazione mentale ed esperienza corporea è l’esito
storico del dualismo corpo/mente, ed è una finzione filosofico-scientifica.
Nella vita quotidiana, infatti, siamo tutti corpi pensanti, in quanto abbiamo e
siamo corpi: la nostra conoscenza e la nostra esperienza sono
incorporate.La nozione d’incorporazione considera conoscenza ed esperienza
del corpo, come oggetto e soggetto inscindibili. Il corpo conosce il mondo. La
difficoltà di superare tali dicotomie risiede nell’effetto di naturalizzazione che il
corpo produce: proprio perché l’immagine della realtà nasce dal corpo, essa
tende ad essere naturalizzata.La ricerca antropologica ha mostrato come le
rappresentazioni del corpo si trasformino a secondo dei contesti culturali e con
questo, si sono elaborate nuove nozioni (dal 1930 ad oggi) delle tecniche del
corpo e dell’incorporazione.
1.1 TECNICHE DEL CORPO: UN SAPERE INCARNATO
La nozione tecniche del corpo, prende vita con Mauss, e intende i modi in cui
gli uomini, nelle diverse società, si servono, uniformandosi alla tradizione, del
loro corpo. Tecnica si basa sull’idea che è il corpo stesso il primo strumento
dell’uomo. Per la prima volta l’interessa era rivolto alle modalità attraverso le
quali, la vita sociale e culturale modellavano anche gli aspetti biologici
dell’essere umano intrecciandosi con esse. Le forze sociali modellano il corpo: il
gesto, come la parola, non è mai naturale, ma è sempre un prodotto storico.
Tecnica del corpo indica, infatti, la capacità del corpo di naturalizzare una
tecnica appresa e di assorbirla fino al punto tale da non riconoscerne più il
carattere socioculturale. Il concetto di tecniche del corpo e la loro variabilità nei
vari contesti socio culturali, permette di cogliere la natura sociale delle
abitudini, o meglio come diceva Mauss dell’habitus (ragione pratica che motiva
l’azione fisica). L’apprendimento corporeo è molto spesso silenzioso, non si
fonda sulla comunicazione. Si tratta di tecniche di cui l’apprendimento è
incorporato, e per essere trasmesso da una persona all’altra, occorre che siano
agite, osservate e imitate, più che descritte e spiegate. Il corpo assorbe
conoscenze, sapere attinti dall’esperienza sociale e li trasformano in azioni e
movimenti che si mascherano di naturalezza. Aristotele diceva che l’uoo,
mimando acquisisce le sue prime conoscenze. I movimenti, e il posizionamento
del corpo, assumono senso, solo nelle relazioni con gli altri. Anche il genere è
una tecnica del corpo e non è una questione biologica. Ad esempio il modo di
camminare delle donne Maori era segnato dalle madri, come mostra Mauss.
Bourdieu nello studio dei Cabili distingue la camminata maschile (fiera e
decisa) da quella femminile ( curva, con lo sguardo basso). Anche i modi di
camminare sono culturali e non naturali. Identità e diversità sono concetti
relazionali: si è uguali, simili o diversi sempre agli occhi di un altro. È per
questo che gli altri sono sempre presenti nei nostri gesti, abitudini e tecniche
corporee, poiché i nostri modi di agire con il corpo sono fondati su processi
mimetici che scaturiamo nel rapporto con l’altro.
1.2 DARSI A VEDERE: IL CORPO PROPRIO E LA CONOSCENZA
DELL’ALTRO.
Negli stessi anni in cui Mauss rifletteva sulle tecniche del corpo, Batson porta al
termine lo studio sui Iatmul. Naven significa mostrarsi, e quindi questo popolo,
nel loro rituale, si scambiavano di ruolo, l’uomo si travestiva da donna e la
donna da uomo e ciò innescava un’ostilità da creare spesso uno scontro in
quanto le emozioni esplodono. Il rituale si compiva in momenti socialmente
rilevanti come la prima impresa di caccia o di guerra per il ragazzo o la prima
volta che una ragazza accompagna al mercato la madre.Nel contesto sociale gli
uomini non potevano esprimere atteggiamenti affettivi considerati femminili,e
alle donne non erano concesse espressioni di fierezza considerate maschili:
così il rituale permetteva allo wau (zio materno) atteggiamenti affettuosi come
alla madre di assumere un atteggiamento orgoglioso. Attraverso un
atteggiamento corporeo così, uomini e donne potevano manifestare emozioni
senza contrastare gli atteggiamenti ritenuti socialmente legittimi.Con il
concetto di schismiogenesi l’autore il processo di differenziazione nelle norme
del comportamento individuale. L’imitazione è tutt’ora centrale nel naven, che
è una fedele interpretazione ironica e caricaturale dell’altro. Il naven
rappresenta la possibilità di uscire dal proprio habitus per poi rientrarvi. Così
Bateson sfugge ai rigidi determinismi del suo tempo che cercavano di spiegare
i comportamenti sulla base biologica, sociale o culturale. Anche lo studio del
corpo è prodotto da un corpo che studia.
1.3 L’INCORPORAZIONE: I CORPI NEL MONDO E IL MONDO NEI CORPI.
L’incorporazione è la condizione esistenziale dell’uomo: stare al mondo
abitandolo con il proprio corpo e abituandosi ad esso. Rappresenta il modo in
cui gli esseri umani vivono l’esperienza corporea del mondo e ne producono la
rappresentazione. Oggetto e soggetto della rappresentazione e dell’esperienza
del corpo sono inscindibili: è il corpo a vivere l’esperienza nel mondo e a
conoscere il mondo e a produrre le sue rappresentazioni. La storia dell’uomo si
fonda sulla presenza dei corpi nel mondo. De Martino ci parla di presenza nello
studio del mondo magico. Egli si rende conto che alcuni stati emozionali erano
stati considerati delle vere e proprie forme di malattie mentali. Ad esempio
estasi e la possessione esprimono due diverse relazioni tra il visibile e il non,
che sono processi corporei di rappresentazione ed esperienza della pluralità di
sé. Il potere di incorporare questa pluralità di sé, è conferita allo sciamano. Loro
superano il proprio dolore ed erano in grado di rappresentare ed affrontare il
dolore altrui. Lo sciamano diventa tale, perché nel corso della sua vita,
manifesta una vocazione. Per De Martino non è importante indagare sulla
verità dei poteri magici, ma che essi mettano in discussione la stessa realtà
dell’osservatore. Lo stesso autore, mette in discussione le nozioni di realtà,
follia e normalità, e mettere in evidenza come nel mondo possano esserci
costruzioni diverse del mondo e dei corpi. La presenza è la capacità di entrare
nell’esperienza storica e di procedere oltre di essa attraverso l’azione.
L’incorprazione si differenzia dalla presenza dall’accentuato carattere dinamico,
indicando un processo corporeo continuamente in corso. Csordas ha proposto
di utilizzare l’incorporazione come paradigma, che è un punto di critica radicale
delle dicotomie tra mente e corpo, natura e cultura, materia e spirito, soggetto
e oggetto. Incorporazione significa andare oltre il dualismo corpo/mente o la
loro interazione. La proposta di Csordas di una fenomenologia culturale muove
da una rilettura antropologica delle elaborazioni di Merlau-Ponty (nozione di
incorporazione a partire dalla percezione) e Bourdieu (incorporazione fondata
sulla pratica). Per Bouridieu la nozione di habitus esprimeva l’incessante
relazione tra esteriorità ed interiorità, uno scambio incessante tra corpo e
mondo non solo in riferimento alla percezione , ma anche alle valutazioni e alla
capacità di agire.
L’habitus è quindi l’insieme delle disposizioni incorporate dell’individuo,
intendendo sia un’azione organizzatrice che agisce sul corpo sia i modi di
essere che esprimono una potenzialità di azione. Esso è al tempo
stesso strutturato e strutturante. Così la stessa idea di individuo può
variare a seconda del contesto storico, a seconda dei diversi sistemi culturali, o
anche nello stesso contesto. Il corpo è un processo storico, come la storia un
processo corporeo.
Guardare alla realtà storica come al prodotto di un’azione corporea ci fa capire
che tutti i tentativi di esprimere la propria capacità di agire altrui, si fondano
sull’esperienza incorporata degli attori sociali: le relazioni di potere e
dominio si esercitano sui corpi ed attraverso i corpi.A partire dal
concetto di incorporazione nozioni come quella di malattia appaiono prodotti
culturali costruiti socialmente.
1.4 NERVI
un esempio etnografico della rilevanza esistenziale, sociale e politica dei
processi di incorporazione è dato dagli studi sui nervi.
Il termine nervi, spesso viene associato a esperienze di malessere indefinite e
difficilmente articolabili. Low nel suo studio sui nervi in Costa Rica, mostra
come tale categoria venga applicata ad una vasta gamma di comportamenti ed
emozioni, che spesso si manifestano in un’esperienza di dolore. Corrisponde
ad un’incorporazione della sofferenza connessa a fattori sociali, economici e
politici. Sheper-Hughes in una ricerca condotta in Brasile, mostra come gli
attacchi di nervi siano metafora incorporata dal sistema sociopolitico. Tali
manifestazioni si verificano nei coltivatori salariati, a causa di salari bassi e
lavoro duro. Locke attraverso una ricerca condotta in Canada, fra le immigrate
greche, che loro cercano di legittimare il loro malessere medicalizzandolo.
Questi esempi, quindi, mostrano come i nervi costituiscano un’incorporazione
dei conflitti e delle disuguaglianze sociali e politiche.
NOTA BENE: l’incorporazione, supera la distinzione mente e corpo,
distinguendosi dalla somatizzazione secondo la quale il corpo è il terreno sul
quale si manifestano disturbi fisici.
1.5 LO SCIENZIATO E IL SUO CORPO
Nella realtà lo studio del corpo è sempre uno studio dal corpo, cioè messo in
atto da scienziati che sono essi ste