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Anche la trasmissione è una merce e deve essere servita in modo tale da
soddisfare occhio e orecchio, deve apparire simile a noi, nostra pari. In
questo modo la familiarizzazione sembra ridursi al fatto che noi
manipoliamo il mondo sulla nostra misura. Ogni volta che noi modelliamo
qualcosa compiamo una specie di familiarizzazione. La convenienza
diventa ingannevole solo quando ci offre un manufatto come se fosse
davvero ciò di cui è fatto. Questo avviene con il mondo familiarizzato,
esso è un prodotto che, avendo carattere di merce, si offre su misura del
presenta delle
compratore al fine di essere venduto, quindi
caratteristiche false che è il mondo non possiede.
3. Familiarizzazione e scienza: Qui si cita l'atteggiamento dello
scienziato che accosta al massimo a sé quanto è più lontano per
investigarlo, si occupa di ciò che non lo riguarda affatto come individuo e
neutralizza la
di ciò che lo riguarda più vicino possibile, insomma
differenza tra vicino e lontano. Lo scienziato può assumere questo
atteggiamento che neutralizza ogni cosa facendo violenza su sé stesso
con la rinuncia alla naturale prospettiva del mondo. Ogni consumatore è
trasformato oggi in una controfigura dello scienziato: si vuole che
tutto sia vicino e allo stesso tempo lontano
anche per lui , ciò
significa che deve accordare ad ogni fenomeno lo stesso diritto di essere
Per questo i confini sono cancellati.
goduto.
1.9 La “familiarizzazione” è una forma raffinata di
mascheramento dell’alienazione stessa.
non è l'antagonista La radice
La familiarizzazione dell’alienazione.
principale della familiarizzazione, ci spiega come mai essa è rimasta senza
è infatti l’alienazione stessa.
nome, segreta, questo perché essa Se ci
domandiamo se la familiarizzazione giovi o sia dannosa per l'alienazione, l'idea
che la familiarizzazione sia antagonista dell’alienazione cade, poiché la
familiarizzazione giova all’alienazione. Infatti, la familiarizzazione nasconde i
sintomi e le cause dell'alienazione, toglie all'uomo la capacità di accorgersi che
lo hanno straniato dal mondo e il mondo da lui. Maschera l'alienazione e
popolando senza
rinnega la realtà, quindi sgombera il campo alla sua attività,
sosta il mondo di immagini, di cose apparentemente familiari, presentando il
mondo stesso come unico e grande ambiente domestico. Questo incarico le
viene affidato dall’alienazione stessa, che si nasconde dietro le sue spalle; tutte
e due lavorano insieme. Anders cita una fiaba molussica, nella quale una fata
malvagia guarisce un cieco infliggendogli una cecità supplementare, gli fa
dimenticare il reale aspetto della realtà inviandogli dei sogni che si susseguono
senza sosta. L'alienazione mascherata da familiarizzazione, come questa fata,
con le immagini priva l'uomo del suo mondo, gli dà l'illusione di avere un
universo familiare a lui somigliante, e riesce a fargli dimenticare quale sia
l'aspetto dell’esistenza non alienata e del mondo non alienato. Ma la nostra
situazione è più complicata rispetto a quella del cieco poiché la fata che ci
rende ciechi davanti alla nostra cecità ci aveva già accecati una prima volta (ci
aveva resi già resi ciechi una prima volta perché noi inizialmente vedevamo il
mondo reale, lei mandandoci le immagini ci ha accecati e continuando a
mandarle ci ha fatto dimenticare il mondo reale). Quelle forze ci forniscono le
loro immagini ma nascondono la natura di quanto ci forniscono, cosa che
in questo
possono fare in tranquillità, poiché noi ci lasciamo ingannare e
inganno ci sentiamo a nostro agio. É come se fossimo feriti dall’alienazione e
fossimo incapaci di accorgerci che siamo sotto effetto della droga della
è come se le due condizioni si annullasse la vicenda
familiarizzazione: . La
familiarizzazione aliena. Sia che si allontani ciò che è vicino, sia che si avvicini
ciò che è lontano, l'effetto della neutralizzazione è lo stesso in entrambi i casi;
la neutralizzazione distorce il mondo e la posizione che l'uomo ha in esso. Non
la nostra abitudine di
c'è nulla che ci aliena a noi stessi e al mondo quanto
passare la vita in compagnia di questi fantasmi a cui ordiniamo di prima
mattina di entrare nella nostra camera, e non c'è nulla che renda così definitiva
l’alienazione come continuare la giornata in loro compagnia: perché anche
preferiamo restare in compagnia
quando potremo avere una compagnia reale
di questi apparecchi, perché per noi sono i nostri veri amici. Secondo
Anders, oggi esistono tante persone alle quali se venisse confiscata la radio si
sentirebbero più punite rispetto a quei detenuti ai quali viene confiscata la
libertà ma a cui viene lasciato il loro apparecchio; l'uomo privato del suo
apparecchio sarebbe colto immediatamente dal panico di trovarsi sordo nel
nulla, con un senso di solitudine e la mancanza del mondo.
1.10 Se l’alienazione sia ancora in via di sviluppo.
Tv e radio ci hanno talmente tanto alienato dalla realtà e dal mondo, che non è
più possibile fare peggio di così. Per tanto, l’alienazione non è più in via di
sviluppo, ma ciò non significa che essa non sia presente.
2.Il fantasma.
Il mondo ci viene fornito in casa. Gli avvenimenti ci vengono trasmessi, ma
sotto che forma? In che modo questi avvenimenti trasmessi sono presso colui
che li riceve? E in che modo chi li riceve è presso di loro? Sono presenti o
assenti?
2.1 Il rapporto uomo-mondo diventa unilaterale, il
mondo, che non è né presente né assente, diventa
un fantasma.
Gli avvenimenti, da un lato sembrano presenti, perché se ascoltiamo le
trasmissioni radio sulle esplosioni, sentiamo anche le stesse esplosioni, non
solo le informazioni su di esse, quindi ci sembra che questi argomenti siano
non ci è consentito intervenire
presso di noi, e noi presso di loro. Ma in nessuno
degli avvenimenti. Il rapporto uomo-mondo non è reciproco ma è diventato
l’ascoltatore percepisce il mondo ma il mondo non può percepire
unilaterale,
l’ascoltatore. Quindi, evidentemente il mondo è anche assente. Anche se
questa unilateralità potrebbe essere interpretata come garanzia di libertà,
poiché abbiamo la possibilità di prender parte ad ogni avvenimento pur
non sono solo immagini,
rimanendo fuori pericolo. Quel che riceviamo perché
non siamo realmente presenti alla
non esistono “immagini acustiche”, però
realtà. Quindi la domanda “siamo presenti o assenti?” non ha fondamento
perché la singolarità della situazione creata dalla trasmissione sta nella sua
ambiguità ontologica, perché gli avvenimenti trasmessi sono
contemporaneamente presenti e assenti, reali e apparenti, ci sono e non ci
fantasmi
sono, sono quindi .
2.2 Rappresentazione e oggetto rappresentato alla TV
sono sincroni. La sincronia è la forma di
atrofizzazione della presenza.
Da quando l’uomo ha iniziato a creare immagini, tra l’immagine e l’oggetto
rappresentato, c’è sempre stato un dislivello temporale ovvero, una
differenza di tempo. L’immagine seguiva il suo soggetto per richiamarne il
passato, per trattenerne la presenza; oppure, l’immagine precedeva il suo
soggetto, scomparendo poi, quando veniva superata dall’evento o oggetto
reale; oppure era un mezzo che ci permetteva di trasferirci in una dimensione
fuori dal tempo. Rimane dubbio se strutture senza questa differenza temporale
possano essere definite immagini, e le immagini trasmesse dalla TV sono
strutture di questo genere; non si può parlare di una relazione temporale con
. Il dislivello
quanto viene rappresentato, anche se si svolgono nel tempo
temporale si riduce a zero , rappresentazione e oggetto rappresentato
contemporaneamente,
compaiono mostrano il presente. Le si è volute
“istantanee”,
chiamare ma questo non è il termine adatto, poiché queste
ultime sono immagini-ricordo, e sono più vicine a un monumento che ai
i fantasmi compaiono contemporaneamente
fantasmi televisivi; questo perché
agli eventi che riproducono e poi spariscono nello stesso tempo , a meno che
non vengano fissati a loro volta. Usiamo la parola presenza in un duplice senso:
Per indicare una presenza concreta, situazione in cui l’uomo è in reale
contatto con l’uomo, reciproco incontro e scontro;
Per indicare la simultaneità formale, l’uomo e un avvenimento
condividono lo stesso attimo con il mondo.
Se anche si potesse stabilire un limite tra questi due significati, è la televisione
recapita ciò
che lo fa, poiché questo gioco è il principio base della trasmissione:
che è simultaneo (contemporaneo), in modo da farlo apparire presente . Ogni
trasmissione di immagini proclama “Io sono ora” e non si riferisce solo alla
all’avvenimento trasmesso,
trasmissione, ma e per questo diventa un
fantasma. La televisione dissolve completamente il nostro orizzonte, tanto che
non conosciamo più una vera presenza, e anche gli avvenimenti che
dovrebbero suscitarci interesse reale, generano in noi solo un interesse
apparente. Quante più cose sono fatte presenti, tanto meno presenti sono
fatte. 2.3 Disgressione: Sguardo retrospettivo su una
passione estinta.
Chi disperde la propria attenzione abita soltanto
nell’attimo presente.
Gli apparecchi producono schizofrenia artificiale.
L’individuo diventa un divisum.
Ci sono stati dei poeti che nelle loro poesie elencavano quello che succedeva
nello stesso tempo in un luogo. Ciò che li spingeva a fare questo era un
genuino entusiasmo metafisico, avevano la sensazione che, se non ne avessero
preso nota, tutte queste cose esistenti sarebbero diventate non esistenti,
perdute. Speravano di rendere presenti tutte quelle
sarebbero quindi andate
cose assenti, nel punto
tentando di radunarle e di costringerle a stare insieme
cruciale dell’unico attimo di presente che è il nunc (ora, adesso). Sembrerebbe
quasi un tentativo di magia metafisica: ciò a cui aspiravano questi poeti era
proprio annullare la dispersione degli avvenimenti staccati l'uno dall'altro, e
quindi assenti, evocando l’onnipresenza del nunc. Facendo un confronto tra
questi poeti e gli odierni patiti del nunc, sarebbe difficile in essi trovare una
scintilla della loro passione. N