CONDIZIONE NON COINCIDE CON NATURA
Prendere le distanze da quella visione dell'uomo che ritiene di poterne circoscrivere e identificare l'articolazione ordinata e determinata, alla maniera di un'entità fornita di un complesso di regole interne e di una forma delineata e delimitata rispetto alle altre.
Privilegiare il concetto di condizione, sottolinea la processualità, intenzionale assunzione di sé come libera, drammatica costruzione, componente di precarietà, fragilità, incompiutezza.
L'uomo è un continuo farsi. Pascal afferma che l'uomo orienta la propria azione a partire dalle circostanze, abitudini e costumi costruiti collettivamente o culturalmente. La condizione generale degli esseri umani è di incertezza, si vaga in uno spazio ampio, incerti, perché sprovvisti di natura che orienti e determini il nostro essere e agire.
IL PROBLEMA DELLA NATURA UMANA PARE INSOLUBILE. Arendt intuisce che sposare la categoria della
natura significa pretendere di conoscere, definire l'essenza dell'uomo allo stesso modo con cui noi conosciamo, determiniamo e definiamo tutto quello che esiste al di fuori dell'uomo, diventa pretesa di scalvare la nostra ombra, andare al di là delle nostre stesse possibilità di comprensione e pensare di renderci trasparenti.
Imbocca la via della condizione umana, sulla scia di HUSSERL, SCHELER, HEIDDEGER, iscrive l'uomo nel suo legame con la terra e storicità.
L'uomo ha un fondamento meno stabile e solido, però aderente alla condizione di spirito incarnato di esistenza nel tempo, di essere sociale e interpersonale, libero.
LE CONDIZIONI DELL'ESISTENZA UMANA NON CI CONDIZIONANO IN MANIERA ASSOLUTA.
Gli uomini non possono essere spiegati, perché pur essendo legati alla terra e alla storia, non sono meramente creature legate alla terra.
Siamo esseri condizionati dalla stessa nostra opera, non riconducibili ai.
condizionamenti, RICOUER la dimensione originaria della natura umana consiste in un fondo di essere, tempo potente ed effettivo, sul quale si staglia l'agire umano, il FONDO DI ESSERE, è espresso dall'idea di sforzo per perseverare nell'essere, fa l'unita dell'uomo così come di ogni individuo, come DESIDERIO DI ESSERE, che rompe con il determinismo della natura.
TRA NATURA E CONDIZIONE
NATURA come modello la divisione cartesiana della realtà in sostanza pensante ed estesa, spazio della sostanza estesa, svuotata dai suoi contenuti vitali e spirituali.
NATURA UMANA ricondurre l'umano dentro i confini della sostanza estesa, leggere l'umano in termini meccanicisti e quantitativi, fa parte della natura umana solo quanto è oggettivabile ed empiricamente riscontrabile con il metodo scientifico.
Noi umani siamo animali con un'innata predisposizione all'egoismo competitivo, congenita malvagità homo homini
lupus.SENNETT sostiene che oggi il termine naturale equivale a genetico, una variante è il determinismo neurologico, tuttavia il determinismo è una scienza limitata, in natura niente rimane fisso in una forma.
Gli universali sono tornati sulla scena della nostra cultura e discussioni.
UNIVERSALE caratteristica che essendo presente in ciascun essere umano alla fine si può concludere sia universale.
UNIVERSALE principio di insoddisfazione e ripresa perpetua, riconosce ciò che ci assomiglia e ciò su cui ci diversifichiamo.
Il vero universale risponde a questa idea:
- Non c'è risposta, non è mai esaustiva e risolutiva, ogni nostra comprensione dell'essere umano dovrà essere sempre insoddisfacente, mai ridurre la persona ad una etichetta.
- Perpetua ripresa, riprende sempre la nostra ricerca di noi stessi, essere umili.
Parola composta da uni + versale, uni c'è in ciascuno è versale, ossia versato su tutti.
Tratti che si trovano in tutti gli esseri umani. La disputa sugli universali si apre nel Medioevo, nasce in una discussione filosofica, logica: ma questi universali esistono e quali sono? Esiste il particolare opposto dell'universale, dal particolare si ricava l'universale, nasce la filosofia del nominalismo. Gli universali non hanno realtà, esistono solo nella nostra testa (medioevo). Non ci aiuta a conoscere il particolare delle differenze, diversità, si rifiuta perché ha un limite. Cercare un universale: unicità e molteplicità di quello che siamo.
OSCILLAZIONI E CONFERME
L'approccio antropologico è conteso sempre tra universale e particolare.
UNIVERSALI CULTURALI coordinate riscontrate in tutte le culture, elemento, modello, tratto o istituzione che è comune a tutte le culture umane in tutto il mondo. L'intero corpo degli universali culturali va a formare la CONDIZIONE UMANA.
C. LEVI STRAUSS l'interazione costante tra
natura e cultura, la NATURA ha espulso l'uomo, la società loopprime, l'uomo può rovesciare a vantaggio i poli del dilemma e ricerca la società della natura per meditare in essa sulla natura della società, può vincere la natura conformandosi alle sue leggi. Alcuni UNIVERSALI CULTURALI hanno valenza espressiva, altri funzionale, difficile distinguere il bisogno dalla sua costruzione sociale. Questione della relazione tra UNIVERSALIZZAZIONE e PARTICOLARIZZAZIONE, diventa antinomia solo se di ignora la relazione dinamica che si manifesta tra questi due aspetti. Il rapporto tra natura e cultura mette in luce come gli esseri umani stessi tendono a partire dal particolare a cercare forme diverse per esprimere un'aspirazione all'universalità, UMANITÀ SENZA FRONTIERE. La CULTURA è il complesso di manifestazioni della vita materiale, sociale, spirituale di una comunità, hanno a che fare con una visione non sempreriflessioni di Balibar e Hegel, possiamo comprendere che l'universale è un concetto complesso e sfaccettato. Esistono molteplici universali, che si suddividono e si relazionano tra loro. Noi stessi siamo universali, in quanto individui che si confrontano con le forme, le istituzioni, i discorsi e le pratiche che ci definiscono all'interno delle comunità di cui facciamo parte. Balibar sostiene che l'universale può funzionare come una particolarità che si contrappone ad altre, come una norma morale, giuridica o religiosa, che si nasconde dietro l'apparenza di una constatazione. L'universale diventa quindi un modo per l'umanità di definire la propria essenza. Hegel, invece, ci mostra che l'universale non è un dato di fatto, ma un processo in continua evoluzione. È una costruzione progressiva in cui l'opera degli uomini si intreccia con l'universale stesso. Attraverso queste riflessioni, possiamo comprendere che l'universale è un concetto complesso e mutevole, che richiede un costante dialogo e confronto tra le diverse prospettive e esperienze umane.ISTITUZIONI l'universale diventa l'ideale rispetto al quale il soggetto individuale misura il valore e gli atti di una comunità, confrontare diverse comunità e considerarle assolute o relative, necessarie o contingenti.
L'universale deve fare i conti con i suoi limiti, assumere una certa forma discorsiva, incarnarsi in strutture e istituzioni, non può stare accanto ad un altro universale.
BALIBAR non enunciare l'universale è impossibile, enunciarlo è insostenibile.
Il paradosso dell'universale è dato dal fatto di costituire la stessa unica matrice di una concretizzazione chiusa, egemonica, particolarista, escludente, violenta, immaginazione e di una prassi di rivolta e di contestazione continua di ogni pretesa di esaustività.
BALIBAR l'universale è un valore che designa la possibilità di essere uguali senza essere forzatamente gli stessi, quindi d'essere cittadini senza dover essere
culturalmente identici.- Un buon universale si mantiene aperto nella disgiunzione e nella tensione tra orizzonte ideale e pratiche di concretizzazione.
- Sussume l'alterità, senza ignorare il conflitto, attraversando il conflitto come esperienza di arricchimento e di smobilitazione di ogni pretesa di dominio ed egemonia.
- Accetta di accogliere la sfida della sua traduzione per altri gruppi, individui, a partire dai loro contesti di vita e linguaggio, valorizzando l'acquisizione dove le culture sono vissute dagli uomini, come sistemi aperti, evolutivi. Si alimenta del dialogo tra culture, la traduzione rimane imperfetta e incompiuta.
BALIBAR distingue due forme di universalismo:
- INTENSIVO: non discriminazione e tendenziale unificazione sotto un riferimento comune, propone un'uguale libertà tra gli esseri umani. Sopprime le distinzioni all'interno di una comunità.
- ESTENSIVO: inclusione o integrazione, estensione egemonica di valori. Sopprime
BUONA UNIVERSALITÀ si realizza come tendenza, istanza, sforzo e conatus al limite, desiderio non soddisfatto. Permette e autorizza la resistenza e l'impegno per il cambiamento.
UNIVERSALE divide.
UNIVERSALISMO che si costituisce non rimpiazza mai un altro.
Perché i conflitti sono suscettibili di essere re-attivati. Sono in crisi quello dei diritti dell'uomo e religiosi. Nessuno può vivere senza identità, la nozione di identità si attribuisce agli individui quando riguarda un'appartenenza: l'individuo si definisce dichiarando ciò che ai suoi occhi fa parte della sua identità. L'IDENTITÀ mette in relazione con altri, ciò che si possiede in comune e ciò che distingue.
L'UNIVERSALE, L'UNIFORME E IL COMUNE
Viviamo in un'universalità umana in grado di potersi esprimere sullo sfondo di un unico ideale razionale e culturale, politico ed etico, indifferente rispetto alla pluralità delle civiltà e dei popoli. JULLIEN nozione di universale, uniforme e comune, rinviene l'ossessione europea per l'universale in tre fonti: speculazione filosofica nata in Grecia, le pratiche romane dell'universalità del diritto che
sono un’unica cittadinanza, messaggio paolino che estende a tutti i gentili la buona notizia del Vangelo e la condivisione del rapporto person-
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