vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Presupposto della prospettiva antropo-poietica è un certo grado di libertà: 1. Fino a
che punto l’uomo è libero di plasmare se stesso? 2. Può essere intesa come un segno
di grandezza ma anche di miseria; 3. Significa anche mancanza di modelli fissi,
determinati, certi; 4. Ammettere che i modelli culturali siano prodotti culturali e quindi
finti, inventati affievolisce la loro efficacia. La componente ideologica è ineludibile nei
processi antropo-poietici: è presente fin da subito quando si tratta di inventare
modelli, quando gli si attribuisce una qualche forma di statuto con conseguente
mascheramento della libertà originaria, quando avviene la de-responsabilizzazione di
tale creazione e l’attribuzione ad altri, quando la capacità di plasmazione viene
sopravvalutata. Sarebbe invivibile un’esistenza in cui il compito antropo-poietico fosse
tenuto costantemente presente, per questo l’antropo-poiesi come compito costruttivo
a cui non ci si può sottrarre e l’antropo-poiesi come inganno e finzione sono
conciliabili. In tal modo si attenua “l’angoscia di libertà” (Sartre): attribuendo ad altri
la responsabilità (antenati, tradizione, storia, divinità) e alcune società ricorrono anche
all’umorismo per ricordare come siano nati i loro costumi (es. come i Dìì del Camerun
spiegano la circoncisione). Si può accettare la precarietà antropo-poietica (es. Ndembu
mukanda,
dello Zambia alla fine del un rituale difficile e pericoloso, si rivolgono al capo
un monito che attenua il suo potere politico e antropo-poietico); oppure si può celare
la precarietà antropo-poietica coinvolgendo le divinità in faccende umane credendo
che il problema sia stato risolto ab origine poiché ci ha creato Dio e ci ha fatti simili a
lui (vd. ebraismo, cristianesimo). L’idea del progressivo assomigliamento a Dio ha
portato a voler conquistare con la tecnologia l’immortalità: T. de Chardin ha teorizzato
la possibilità dell’uomo di transumanizzarsi, di guidare quindi egli stesso la sua
evoluzione. Kurzweil “la nostra mortalità sarà nelle nostre mani”, indebita deificazione
dell’antropo-poiesi.
Darwin partendo dalla nudità dell’essere umano arriva a due considerazioni: il
carattere inerme dell’uomo e il rilievo fondamentale che assume l’ornamento.
Riprende le tesi del duca di Argyll secondo cui la debolezza dell’uomo aumenta quanto
più procede l’evoluzione; ma secondo lui questa “penuria naturale” si traduce in un
immenso vantaggio poiché è la chiave del suo successo. Questo è dovuto alla
compresenza di tre fattori: 1. Sviluppo delle “facoltà intellettuali” (linguaggio
articolato, altre invenzioni come armi, strumenti, scoperta del fuoco); 2. Incidenza dei
“costumi sociali” (sentimenti come simpatia e amore sviluppano la solidarietà e l’aiuto
reciproco); 3. Particolarità della “struttura fisica” (l’uso di una mano perfetta, posizione
eretta che permette di avere gli arti superiori liberi). È la cultura il nesso tra la penuria
dell’uomo e il suo successo, è la cultura che spiega questo paradosso. Darwin non
parla di “cultura” in senso antropologico, poiché la contemporaneità del libro di Tylor
-1871- non gli ha permesso di avvalersi delle nuove scoperte; inoltre questo impiego
del termine non avrebbe permesso la continuità tra le specie cara a Darwin. Egli
sceglie di non creare uno iato, ma di avvicinare gli animali all’essere umano: segnala
la presenza del comportamento razionale negli animali poiché sono in grado di esitare,
decidere, risolvere; il nucleo della razionalità è individuabile infatti nella scelta.
Paragona il canto degli uccelli alle lingue umane e affronta l’analisi del “senso del
bello” che ritroviamo negli esseri umani e negli animali, per quanto in questi ultimi sia
limitato all’attrazione del sesso opposto. Alla fine è l’ornamento che cattura la sua
attenzione: nell’adornarsi l’uomo prova un senso di piacere per quanto povera sia la
sua condizione, ed è disposto ad affrontare anche il dolore. Questo significa che “la
convinzione della loro necessità deve essere ben radicata”. La ricerca della bellezza
secondo Darwin ruota intorno a due caratteristiche: l’universalità di questa esigenza e
la particolarità delle sue realizzazioni (“ non è vero che esiste una concezione
universale di bellezza, anzi è molto notevole la differenza che esiste nella concezione
di bellezza tra una razza e l’altra).
Ogni progetto antropo-poietico implica una dimensione estetica che ha a che fare con
il corpo. Tale scelta si configura come: a. conforme ai canoni di bellezza comunemente
accettati; b. alternativa rispetto ai canoni vigenti; c. scelta di non intervento. Ci sono
società che tendono ad accettare tutti i tipi di interventi estetici sul corpo, società che
ne accettano solo alcuni, società che rifiutano ogni tipo di IEC (la più probabile è
sicuramente la situazione intermedia, si parla di “densità” relativa). Criteri usati per le
categorie: 1. Viene considerato il corpo nelle sue tre fasi (vivo, morto, distrutto); 2.
Sono presenti super-categorie; 3. Sono contenuti anche IEC non percepibili alla vista;
4. Progressivo passaggio dall’esterno all’interno del corpo; 5. Tema della
reversibilità/irreversibilità degli interventi; 6. Questione del dolore e della sofferenza.
Oggetti esterni: molto ampia, comprende tutti i generi di abbigliamento, tutti i monili
posti su varie parti del corpo, tutte le maschere. È la più superficiale poiché interessa
l’apparenza più mobile ed esterna che incide meno sul corpo in maniera biologica ma
che contribuisce in maniera decisiva nel modificare l’immagine dell’individuo.
Toilette: eliminazione delle secrezioni del corpo, l’igiene è parte integrante della nostra
educazione ma è interessante notare come in Alaska gli Inuit usino ghiaccio misto a
orina per eliminare le impurità del corpo.
Profumazione: mettere sul corpo sostanze odoranti. Il concetto di profumazione buona
o cattiva non è universale, per es. in una tribù dell’Etiopia i pastori si lavano le mani
con l’orina dei loro animali o con lo sterco, poiché è un odore considerato buono
rispetto a quello emanato dai pescatori (considerati di rango inferiore).
Cosmesi, coloritura e pitture corporali: sono IEC effimeri e necessitano di essere
ripetuti nel tempo. in questa categoria rientrano pittura sul corpo e sul volto, coloritura
dei capelli e delle unghie, è compresa anche quella dei denti con particolari sostanze.
Modellamento di annessi della pelle (peli, unghie, capelli): subentrano dolore e
intralcio funzionale. Comporta l’uso di strumenti che tagliano per la depilazione che
avviene spesso con denti di pescecani, conchiglie, coltelli poco affilati, schegge di
selce. Vi sono anche scelte di non intervento come per es. i Sikh dell’India che
decidono di non tagliare la barba per annodarla sotto un turbante o i Cinesi mandarini
che facevano la stessa cosa con le unghie.
Modellamento di struttura muscolare : per es. Amazzonia si assiste alla deformazione
di polpacci e delle braccia portando per anni fasce molto strette; oppure nei casi del
body building.
Modellamento di struttura ossea dall’esterno: Interventi particolarmente evidenti e
invalidanti. Implicano principalmente la compressione delle zone interessate (collo,
cranio, torace e piedi). Esistono due modi diversi per la deformazione del cranio che
può assumere una forma schiacciata oppure quella di un ovale; nelle Americhe
troviamo entrambi i tipi (Atzechi, Maya, Inca). Es. di allungamento del collo tramite il
progressivo inserimento di anelli tra la Cina e la Birmania che assicura un buon
matrimonio. Es. assottigliamento della cassa toracica tramite corsetti usato in Europa.
Es. modellamento del piede femminile a forma di mezzaluna per sollecitare
l’attrazione erotica in Cina.
Modellamento del comportamento: è una supercategoria e comprende per es. il modo
di camminare delle donne Maori “dondolamento articolato dalle anche che i Maori
ammirano moltissimo”, oppure la danza.
Modellamento della voce: si esprime tramite il prodotto estetico universale del canto.
Tatuaggi: tre importanti caratteristiche (disegni, penetrazione di strumenti e sostanze,
permanenza e indelebilità). Gli strumenti più usati sono aghi o schegge, ossi, lische di
pesce. Es. tra i Maori era riservato agli uomini nobili e liberi, dovevano passare anni
moko
prima che il “tatuaggio” venisse completato, era segno di raggiunta
completezza. Nella modernità era segno di marginalità sociale (galeotti, prostitute) ma
ora è un elemento della cultura di massa.
Scarificazioni: il dolore è un tratto fondamentale di questa categoria, sono prodotte da
tagli profondi ottenuti con rasoi, lame, vetri, coltelli. Es. gli Amerindiani del Nord si
strappano la pelle del petto appendendosi a dei ganci; queste iscrizioni irreversibili
sono legate a fenomeni anch’essi irreversibili come momenti critici della vita di un
individuo, matrimonio, parto,lutto. (le donne dei Marka dell’Africa occidentale
riproducono tramite scarificazioni sul viso i tre dolori della loro vita: su una guancia
l’escissione del clitoride, sull’altra la deflorazione, sul mento il parto).
Bruciature e marchiature sulla pelle: è anche una tecnica di tatuaggio che consiste nel
bruciare in profondità la pelle.
Perforazioni e inserimento di oggetti esterni : es. incrostazioni dei denti, inserimento di
pietre preziose in India e in Cina; perforazione della lingua presso i Maya e in alcuni
gruppi dell’India; delle gote in Indonesia, India, Siria; delle labbra in Kenya, Tanzania,
Niger; il labbro delle donne Sara del Tchad viene perforato dal fidanzato per
l’inserimento di piattelli; il perforamento del naso e il successivo inserimento di piume,
e vari oggetti viene praticato in Oceania; molto comune la perforazione del lobo es. tra
gli Inca era una forma di iniziazione che faceva del giovane un uomo; body piercing
della cultura punk che si è diffuso nelle società occidentali.
Intaglio dei denti: in Africa Montandon aveva elencato 21 tipi di intaglio; la funzione
masticatoria è costantemente minacciata.
Amputazioni: es. tra i Sioux il giovane per diventare adulto offre un dito al
sacrificatore, nella Grande Comora si provvede ad amputare l’ugola al fine di evitare di
inghiottire la saliva durante il ramadan, nelle isole Sandwich si amputav