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L’EFFICACIA SIMBOLICA DI CLAUDE LEVI-STRAUSS
Il saggio analizza, a partire dal canto di uno sciamano intonato in America centrale e meridionale durante i parti difficili,
la carica simbolica di alcuni riti che traduce una situazione dolorosa in un linguaggio che da sfogo a sensazioni altrimenti
non formulabili. Lo sciamano invoca Muu, potenza responsabile della formazione del feto. Ella si è impadronita della
forza vitale della partoriente, abusando del suo potere, solitamente benigno. Lo sciamano dovrà quindi raggiungere la
mitica dimora di Muu, che si identifica con la vagina e l’utero della donna. Il canto narra di una violenta lotta che lo
sciamano dovrà compiere contro gli spiriti malefici per la riconquista della forza vitale dell’ammalata. La descrizione di
questo itinerario è particolarmente dettagliata e si configura come un’oscillazione tra temi mitici e temi fisiologici,
.esperienza in cui il suo utero è popolato da un mondo di mostri e fiere. Lo sciamano le fa quindi accettare la sua
SOFFERENZA E PROVOCA UNO lo sblocco del processo fisiologico, riorganizzandolo in senso positivo.
La pratica sciamanista può essere paragonata alla terapia psicanalitica moderna. Entrambe rendono coscienti dei conflitti
interni attraverso la ricostruzione di un mito, suscitando un esperienza che regola spontaneamente il disfunzionamento
iniziale. La sostanziale differenza consiste nel mito: nella pratica sciamanica è un mito collettivo, sociale e che non trova
corrispondenze con lo stato passato del malato, nella psicanalisi invece è un mito individuale che corrisponde al suo
passato. Le tecniche appaiono simili, il mito si costruisce attraverso simboli e metafore verbali che creano linguaggio.
L’efficacia simbolica consiste in una proprietà induttrice di cui entrambe le pratiche sono cariche e avvicina lo sciamano
al moderno psicanalista.
MASCHILE E FEMMINILE DI MARC AUGE
Il saggio, ripercorrendo la letteratura antropologica sui rapporti tra uomini e donne, si chiede se la dominazione maschile
e la conseguente subordinazione femminile siano universali e se sì capire l’origine della disuguaglianza tra sessi. Sul
piano simbolico tradizionale, le donne secondo un codice di giudizio sono considerate creature irrazionali e illogiche,
furbe, gelose, volubili, pettegole (es. Eva, Dalila, Afrodite) oppure esseri fragili, emotivi, pudici, obbedienti e sottomesse
ad un uomo. Tale visione è variamente attribuita all’influsso delle religioni rilevate (giudaico-cristiana e islamica),
l’incidenza dell’industria che ha sconvolto le posizioni acquisite, in cui le donne occupavano posti di prim’ordine. Si
potrebbe replicare a queste considerazioni semplicistiche che non sembra chiaro come delle religioni a dominazione
maschile si possano sviluppare in società matriarcali o perche le donne non si sono adattate alle trasformazioni o non
abbiano tentato di contrastarle. Sono argomentazioni che basandosi sulla teoria evoluzionistica del matriarcato primitivo
fornisce argomentazioni storiche che a Augé non sembrano sufficienti. Molte mitologie elaborate dalle societa diverse
tentano di ‘fondare’ il dominio maschile, al fine di giustificarne la supremazia e legittimare così l’ordine costituito.
Queste mitologie e i relativi discorsi simbolici sono costruiti su un sistema binario a coppie dualistiche di opposti, ad
esempio il giorno e la notte, il caldo e il freddo, il maschile e il femminile ecc. il sistema binario è proprio del pensiero
filosofico e medico greco e si fonda su un armonica combinazione dei contrari. L’uomo è caldo e secco (valori positivi)
mentre la donna è fredda e umida (valori negativi) che si prosciuga durante il ciclo mestruale. Questo discorso non ha
chiaramente alcun aderenza con la realtà esterna, è un mito che deve legittimare l’ordine costituito. Ritroviamo analoghe
considerazioni nella teoria taoista dello ying e yang, così come presso società americane, indonesiane e africane.
Il discorso simbolico giustifica il potere degli uomini, a volte per le violenze che in tempi antichi gli uomini subirono per
mano delle donne e a volte in nome di una presunta impossibilità biologica e naturale che rende le donne inferiori agli
uomini. Eccezioni vistose esistono, presso la società matriarcale irochese ad esempio. Lì, alcune donne che hanno
superato o raggiunto l’età della menopausa sono designate ‘matrone’ e dispongono di ampi poteri (es. diritto di veto) e
controllano l’organizzazione economica. Altra eccezione sono le ‘donne dal cuore d’uomo’ (sempre donne oltre la
menopausa) presso gli indiani Piegan del Canada. Benestanti, Aggressive, sessualmente attive, sposate con uomini più
giovani di loro; sono donne assolutamente non convenzionali anche all’interno della loro società.
Il controllo sociale della fecondità femminile e la suddivisione del lavoro tra sessi sono i cardini, secondo Augé, delle
disuguaglianze e provocano rapporti di sottomissione e dominio. I legami di parentela, la legge dell’esogamia
comportano un rigido controllo della società sulle donne e il loro confinamento in quanto nutrici fa loro subire una sorta
di sequestro, attribuendo un valore disuguale ai compiti assolti.
PURO/IMPURO DI MARC AUGE
La distinzione tra puro/impuro assomiglia a quella tra semplice/complesso e manifesta un’ambiguità, insita già nella sua
definizione. Se l’impuro si configura come valore negativo, la categoria del puro sembra difficilmente classificabili sia
per la realtà fisica che morale e la dicotomia tra i due si riduce a sterili opposizioni (buono-cattivo). Puro e impuro furono
così ascritti dalla critica durkhemiana nella più vasta opposizione tra sacro e profano, che nella logica binaria a loro volta
si inscrivono nei due macro-gruppi di opposti: natura e cultura. Esiste poi un altro campo, quello della religione, in cui la
distinzione puro/impuro provoca conseguenze sul versante sociale. La Douglas, in Purity and Danger, ha individuato nel
concetto di contaminazione un complemento simbolico alle difficoltà istituzionali circa i tabù e ha risolto la
contrapposizione tra morale e desiderio. Le regole della contaminazione non dipendono dall’intenzione o dal rispetto
dell’equilibrio tra diritti e doveri, ma soccorrono gli individui quando le linee di confine tra di loro sono diventate
confuse. La contaminazione non colpisce unicamente il responsabile della trasgressione, ma interessa anche la vittima.
Cosi nella società Nuer, come racconta la Douglas, i contaminati in caso di adulterio sono la moglie, l’amante e il marito.
Questo esempio ci spiega che nessun significato morale è intrinsecamente legato alla nozione di contaminazione.
Impurità senza connotazioni morali dunque. La Douglas individua inoltre due sistemi che regolano le società: il sistema
di contaminazione (brevemente illustrato sopra) e il sistema della proibizione. Il primo è una ‘metaforizzazione dello
sporco’ e si applica a realtà naturali (cadavere, sangue ecc); il secondo istituisce un codice culturale e include valori
morali e sociali. Un analoga concezione si ritrova nel Levitico dove contaminazione e proibizione coincidone, o anche nel
sistema delle caste indiane. Alla base delle nozioni di puro/impuro sembrano esserci delle determinazioni naturali (vd.
Caldo, freddo) che hanno creato dei codici significanti per leggere i rapporti tra uomini e società e gli eventi. La rigida
distinzione puro/impuro si è temporalizzata, per cui tempo puro contro impurità della durata, dando vita ad un vasto eco
di opposizioni come origine/sviluppo, mythos/logos ecc.
MAGIA DI MARC AUGE
La magia, così come la definisce Marc Augè, si costituisce come il superlativo della natura, il soprannaturale, in quanto
ne designa il grado più perfetto, quello delle forze cosmiche. Il pensiero magico si pone come una tappa fondamentale
dell’evoluzione del pensiero, prefigurando e/o ponendosi in alternativa alla scienza e alla religione. Tutte e tre si
propongono l’obiettivo del sapere. Esiste inoltre un analogia tra maghi e poeti, entrambi cercano di ottenere un effetto,
associando dati della natura e del linguaggio. Il poeta, giocando con parole e concetti, crea nuovi rapporti fra loro,
distorcendo la realtà. Allo stesso modo, il mago conosce e sfrutta le potenzialità del mondo e le pone in relazione fra loro
in maniera creativa. La tesi di Frazer, consistente nella netta contrapposizione tra carattere meccanico e strumentale del
rito magico e carattere adoratore e emotivo di quello religioso, appare come una visione semplicistica della complessa
ideologia che anima le credenze e le pratiche magiche. La differenza tra magia e religione risiederebbe piuttosto nei limiti
verso cui tendono: la prima il maleficio e la seconda il sacrificio. Il maleficio si colloca al di fuori delle norme e delle
consuetudini, mentre la realizzazione degli ideali religiosi passa attraverso voti, preghiere e sacrifici. La magia è una
forma desocializzata, progressivamente individualizzata di religione. Per quanto riguarda il rapporto del
pensiero magico con quello scientifico, esso si è configurato come una forma di pensiero parascientifico. Horton ha
elaborato una serie di proposizioni alla base dei sistemi mitico religiosi (specie africani) e di quelli scientifici:1 ogni
teoria con scopo esplicativo tenta di superare le diversità alla ricerca di un unità concettuale, ovvero entrambe implicano
l’elaborazione di un modello; 2 tentano di spiegare le cose in un ampio contesto causale; 3 cercano di conciliare la teoria
e l’esperienza della vita quotidiana, integrandosi in maniera complementare. È chiaro, e lo riconosce lo stesso Horton, che
nelle culture tradizionali più legate alle pratiche magiche non c’è coscienza di una soluzione alternativa; mentre nella
società industriale la cultura scientifica configura un sistema più aperto. Difatti la relazione tra parole, idee e realtà tipica
del pensiero magico tradizionale è legata alle circostanze e non ad altre idee, in questo modo l’errore non è previsto;
mentre il pensiero scientifico prevede che le parole siano strumenti dalla funzione esplicativa o previsiva di una realtà.
La definizione di magia appare come davvero sfuggente; rispetto alla religione sembra una forma residule di essa,
malefica; rispetto alla scienza un tentativo di conoscere e dominare l’ordine naturale, ma con poca capacità innovativa
rispetto ad esso. Si è smarrito il confine che separa quindi in diverse categorie la magia, la religione e la scienza.
ANTROPOLOGIA DELLA MORTE DI ADRIANO FAVOLE
La certezza della morte si configura come una inevitabile prospettiva per ogni essere e caratterizza l’esistenza e la
coscienza di ciascuno, instillandoci un irrequietezza, fonte primaria di ricerca e creativit&ag