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Carice Canna
Raccolta in estate, tra metà maggio e Raccolta in inverno, dal 13 dicembre (S.agosto Lucia) fino a marzo
messiról rónca
Falcetto, Falcetto con il manico lungo, oronchétazuli,
Essiccatura in palude sopra gli cespi Uso delle scápole per proteggersi i piedi
di radice di carice sopra un reticolo di
cannne sottili maragnoi,
Carice secca raccolta in mazzi, Mazzi da 72 cm di diametro (misura
legati con un cordolo di carice e a loro dell’incavo del braccio con cui veniva
volta accatastati in cumuli a forma di tenute le canne) tenuti da virgulti di
fégneparellelepipedo detti salice. Mazzi trasportati in magazzino otombèle,
accatastati all’aperto in capanne
di canne appoggiate a pali di legno per
far passare l’aria e prevenire il marciume.
squassadura
Operazione di (scuotimento) Canne ridotte con una tagliola nella
per dividere la carice troppo corta e misura voluta, che cambiava in base alla
pettinatura svolta dagli uomini o
dalle destinazione. Le canne più grosse e arèledonne più anziane. lunghe venivano pelate formando lepelate.La carice troppo corta veniva usata per Le arelle pelate servivano per i soffitti e lecordoni di scarsa qualità o per lettiere di pareti divisorie delle case. Canne pocoanimali ravvicinate si usavano per i graticci perBàlsi, piccoli cordoni per legare il riso; l'allevamento di bachi da seta. Le stuoieCòrdoli, cordoni più grossi per legare i di canne erano fondamentali nelle fornacicovoni di frumento. di mattoni.Si è passati da un'economia domestica a una proto industrializzazione per quantoriguarda la lavorazione delle piante. Il lavoro era strutturato secondo una ripartizionesessuale dei compiti: le donne, che rimanevano al confine con la valle, intrecciavanocordoni e legacci dalle piante raccolte dagli uomini, che dopo la lavorazione sicamaróni,occupavano della vendita. Sono poi giunti i i magazzini, eLe donne sono diventate vere e proprie operaie, perdendo progressivamente ogni contatto con la palude. Gli uomini hanno anche iniziato a occuparsi dell'organizzazione del lavoro delle donne, che erano pagate a cottimo, per cui il guadagno era basato sulla quantità prodotta. I magazzini erano quindi strutturati come una proto industria, con macchinari sempre più complessi e con una divisione dei compiti tra donne giovani, meno giovani e anziane.
Riguardo all'attività di raccolta in palude, si è osservato come siano utilizzate almeno 26 forme lessicali, ognuna delle quali esprime una sfumatura di significato diversa: ad taiàr a la mane, ad esempio, significa tagliare a raso, procedendo in maniera uniforme, smacionàr mentre significa tagliare a pezzi, procedendo a macchie in base alle erbe di migliore aspetto. L'attitudine alla ricerca dei raccoglitori è ciò che li ha preservati, nonostante molti svolgano lavori diversi oltre a.
quello in palude, come il lavoro agricolo, in risaia, per i Consorzi di bonifica ecc. Si è osservato come le attività svolte in palude siano da intendere come possibilità più che come lavori, e si sono preservate grazie a un'assidua frequentazione, anche grazie al legame emotivo con il luogo in cui le figure intervistate sono cresciute. Si è anche cercato un riscontro con le figure di marginalità storica (che nel mondo occidentale non sono rientrate nel processo di proletizzazione) e con le società di caccia e raccolta. Si è giunti alla conclusione che le analogie con i gruppi di marginalità storici sono deboli, dato che non si è stata elaborata una particolare ideologia sono verificate distinzioni nette tra stanziali – ambulanti, contadini – raccoglitori. Piuttosto, si potrebbe parlare di identità sfumate, che in qualche modo corrispondono anche al paesaggio in cui sono inseriti, dato che la palude è.uno spazio intermedio, che congiunge acqua e terra. Intagli di natura. Aria famiglia in palude Si è analizzata la classificazione delle piante di palude da parte degli uomini che le raccolgono. Nel descrivere le varie specie, fanno sempre riferimento a tre prototipi, la carice, la canna e la pavéra, che sono correlate alle altre piante grazie a un rapporto di soméia, "quasi uguale", somiglianza: frequenti sono le espressioni "per cui gli uomini esplicitano linguisticamente la logica fuzzy alla base della loro conoscenza della palude. Per quanto riguarda la careza, il suo valore commerciale è strettamente legato al colore che assumerà in fase di essiccatura, per cui è molto importante preservarla dalla pioggia, che la rende scura o rossastra. Si è notato che nel parlare delle tecniche di essicazione, gli interlocutori parlavano di "soli" intendendo "giorni", per cui si riscontra una coincidenza traIl tempo atmosferico e il tempo cronologico: entrambi inoltre sono valutati in funzione utilitaristica, tenendo presente l'essiccazione della pianta. Carezon (carex riparia), Estendendo la catena delle somiglianza della carice, abbiamo il pianta più grossa che richiede acque più profonde, per cui è anche più difficile da carezon raccogliere. Un'altra differenza sta nel fatto che la carice si taglia, mentre il si "sfila", in modo da sfruttare gli steli di colore tendente al bianco e quindi più esteticamente pregiati. Così come per la carice, si deve assolutamente vietare che sia esposta alla pioggia, ma si cerca di farle prendere la rugiada in modo da renderla più bianca. Regosin melosa Il invece fa riferimento alla seconda crescita della carice, mentre della non è stato possibile avere informazioni, ma la tecnica che si usa per la raccolta è carezon, simile a quella del mentre per braghétadimensioni.
è simile alla pavéra, ma è più bassa. La si pone a metà strada tracareza carezon, careza matae mentre la è così definita perché non commerciabile: èinfatti dura e non adatta alla lavorazione. Tuttavia, grazie alla sua scarsa marcescenzae resistenza all’umidità, poteva essere usata per i tetti nei casoni.Typha latifolia carezon cana.
La pavéra o ha caratteristiche comuni sia al sia alla Èinfatti una pianta “sfogliabile”, ma si avvicina alla canna per i modi di riproduzione. Èspòrte.usata per assestare le botti e per intrecciare le borse, chiamate La pavéra,raccolta a livello individuale, frutta meglio economicamente rispetto alle altre duepiante.
Ciascuna di queste piante inoltre ha un habitat diverso:
- Careza: Acquatici ma non fluviali
- Carezon: Su rive e sponde
- Pavéra: Acque profonde
L’ultima delle piante – prototipo della palude è la canna, le
cui infiorescenze sono usate per la costruzione di scope, per cui anche in questo caso una stessa pianta può essere usata in modo diverso. Altri tipi di canna sono legati al prototipo per dimensione, colore (che dipende dall'acqua), condizioni ecologiche diverse.
La cosiddetta paglia ottenuta dalle piante di palude non assorbe l'acqua, proprio come quella ottenuta dal riso e destinata alla costruzione delle roste. La qualità estetica delle piante deriva quindi dai colori, che a loro volta dipendono in gran parte dalle condizioni atmosferiche. Per questo spesso i colori possono essere ottenuti grazie a tecniche particolari: ad esempio il deve essere strappato foglia per foglia e deve essere esposto alla rugiada. Si può facilmente arrivare alla conclusione che su questa pianta sono presenti i maggiori interventi colturali dell'uomo sulle varie specie in palude. Al bianco che rende le piante più pregiate, si oppone il colore scuro, o addirittura
Il nero, dovuto anche a una questione di inquinamento delle acque. Difatti le canne bianche sono quelle che crescono sulla parte di palude galleggiante, mai sommersa dall'acqua. Anche il verde viene considerato in modo positivo, contrariamente al giallo, che è sinonimo di eccessiva pioggia, errori nell'essiccatura ecc. Addirittura alcune piante possono diventare rosse se esposte a lungo ai raggi solari: per questo motivo la carice più pregiata è quella che cresce riparata dalle canne, anche se è più difficile da raccogliere. Dalla carice il colore migliore che è possibile ottenere è l'argento. È stato anche notato che alcuni interlocutori parlavano delle piante usando i colori per descriverle: questo modo di esprimersi farebbe parte del tipico "nascondimento" degli uomini della palude. Le piante descritte sono tra loro interconnesse da una catena di sfumature, che parte dalla carice, passa attraverso la pavéra,
Che è una pianta intermedia, e termina con la canna. La carice e la canna hanno caratteristiche opposte, in quanto la prima è malleabile e sottile, la seconda è grossa, dura e rigida, ma non per questo non apprezzata. Infatti, sono entrambe utilizzate commercialmente. È stato notato che la classificazione delle piante da parte degli uomini della palude si basa essenzialmente su sei criteri, interconnessi tra loro, secondo la logica fuzzy:
- CRITERI PERCETTIVI
- CRITERI ECOLOGICI
- CRITERI ESTETICI
- CRITERI UTILITARISTICI
- CRITERI TECNICI
- CRITERI SIMBOLICI
6. Questioni di vitalità in palude
Come si è visto in precedenza, il controllo dell'acqua in palude è essenziale per la vegetazione. L'eccesso d'acqua può anche servire per eliminare la pavéra dalla palude, attraverso un effetto di soffocamento, combinato con il taglio di cespisott'acqua. Si è poi osservato che la canna viene trattata con molto rispetto.
soprattutto quando sitaglia la carice in mezzo alle canne, che devono essere preservate per la raccoltainvernale. Negli interventi si è registrato un linguaggio che fa riferimento al campo semantico delgenerarsi, del generare, e in questo senso in palude ci sono questioni di "vitalità". Perquanto strano possa sembrare, il fuoco è un elemento essenziale per preservare lapalude: appena si finisce la raccolta della canna, si deve bruciare l'accumulo dicellulosa che altrimenti si depositerebbe sul letto della palude. Inoltre, se non sibrucia, la canna vecchia soffoca quella giovane, e se la palude non viene bruciatabene, la canna rischia di restare bruciata viva, secondo le parole di un interlocutore. Alle piante sono quindi assegnati diversi attributi umani, secondo una visioneantropologica del mondo per cui il corpo umano diventa un punto di riferimento per la