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La Chiesa cattolica e la battaglia contro la carnevalizzazione e la laicizzazione del tema della morte

La Chiesa cattolica ha più volte additato la tendenza verso la carnevalizzazione e la laicizzazione del tema della morte come sacrilega, ha pronunciato molti sermoni contro la visione "laica" di importanti date del calendario cattolico (come Natale).

Questa battaglia può essere vista come l'attualizzazione di un conflitto permanente tra chiesa e stili di vita laici.

9. La vasta filiera della tradizione Halloween non può essere allineata con il culto dei morti. Il culto dei morti era destinato a celebrare la memoria, la continuità affettiva con i defunti, fondamentalmente familiare.

La nuova tradizione di Halloween ha solo lo scopo di rievocare l'altro mondo, è più vicina al Carnevale, a un carnevale della Morte in quanto dimensione destoricizzata e desocializzata in cui l'estetica gotica e horror incontrano l'attrazione ludica per lo spavento, per il travestimento, da consumarsi in uno spazio esterno.

e vivere il lutto sono ancora presenti, ma sono sempre più relegati alla sfera privata e individuale. La festa di Ognissanti, ad esempio, è ancora celebrata in modo tradizionale da alcune comunità, ma per la maggior parte delle persone è diventata solo un giorno di vacanza senza un significato religioso profondo. In generale, si può dire che la società contemporanea ha perso il senso di comunità e di condivisione che caratterizzava le tradizioni religiose legate al lutto. Oggi, le persone cercano di elaborare il dolore in modo più personale e privato, spesso attraverso terapie individuali o gruppi di supporto. Tuttavia, nonostante i cambiamenti culturali e sociali, il bisogno di dare un senso alla morte e al lutto rimane presente. Le persone cercano ancora modi per commemorare i propri cari defunti e per trovare conforto nella condivisione di esperienze simili. In conclusione, la società contemporanea ha visto una trasformazione delle pratiche legate al lutto, che sono diventate sempre più individuali e private. Tuttavia, il bisogno di dare un senso alla morte e al lutto rimane presente, anche se si esprime in modi diversi rispetto al passato.

i morti → non appartenevano al regno dell’intrattenimento, mentre la tradizione di Halloween viene dal regno dell’intrattenimento ed è legata a pratiche di consumo e ai prodotti dell’immaginario della cultura industriale e dell’oggettistica mirata.

Halloween → ha bisogno di molta visibilità, di una costante attività promozionale, il ruolo dei media è quindi fondamentale nella creazione di questa tradizione e della lotta per la legittimità..su mortu mortu vs halloween.

Questue infantili in( )sardegna di Sabestiano Mannia1. considerazioni introduttive

Carlo Ginzburg → ha osservato che in numerose aree dell’Europa e dell’Asia, bambini e ragazzi, a volte mascherati da animali, questuavano durante il ciclo dei dodici giorni chiedendo attraverso la recita di filastrocche, dolci e denaro. Se gli abitanti della dimora si fossero rifiutati di dare l’offerta, i questuanti rispondevano con improperi e maledizioni;

al contrario quando i doni venivano concessi, iquestuanti intonavano canti inaugurali. Secondo lo storico le questue si sonomantenute fino ai nostri giorni → Halloween rappresenterebbe l’esempio vivente diuna consuetudine analoga.Martyne Perrot → si è chiesta cosa rimanesse oggi delle questue infantili= nienteo quasi niente tranne il recente arrivo di Halloween in Europa.Se si esclude qualche contesto (come la Sardegna) i giri di raccolta dei bambini nelperiodo autunno-invernale è quasi scomparso. Ciò che oggi si può osservare sonogruppi di bambini che il 31 ottobre travestiti e con in mano una zucca intagliatagirano per le case del proprio quartiere, chiedendo dolcetto o scherzetto.Halloween → format festivo, icona dell’intrattenimento globalizzato alimentata dacinema, letteratura, videoclip; si è radicato in pochi decenni e oggi rappresenta unadelle feste maggiormente attese da adulti e bambini. Il sua imposizionecosì rapidanon è riducibile a una conseguenza della globalizzazione e nemmeno all'influenza dei media. Claude Lévi-Strauss ha osservato che alcune consuetudini provenienti dagli Stati Uniti si impongono anche a strati della popolazione che non sono consapevoli della loro origine. Oltre alla semplice diffusione bisogna citare la diffusione per stimolo. Kroeber fu il primo ad identificarlo, intende che l'usanza importata non viene assimilata ma gioca il ruolo di catalizzatore; suscita tramite la sua presenza, la comparsa di un'usanza analoga che era già presente allo stato potenziale nell'ambiente secondario. Sardegna, in modo più esteso Italia e paesi euro-mediterranei, il ragionamento dell'antropologo francese trova concreta applicazione. Sardegna, grazie alle ricerche sul campo, è emerso che la festa di Halloween in alcuni centri è subentrata alle questue infantili, in altri convive con essa.ma nellamaggior parte dei casi Halloween non si è ancora diffuso.Le pratiche di questua si svolgono in periodi definiti: tra fine ottobre e inizionovembre, tra Natale e l'epifania (ciclo dei dodici giorni) e a gennaio. Le questue sicostituiscono come vere e proprie feste di "capodanno" che si strutturano intorno alsolstizio d'inverno e agli equinozi di autunno e primavera.Le funzioni e i sensi veicolati dalle questue infantili sono oggi svincolati dai referentiideologici magico-religiosi di matrice agro-pastorale, tuttavia tali pratiche sonoriconducibili ad azioni consuetudinarie proprie della società contadine e pastorali.Questue infantili → si eseguono all'interno di uno spazio definito, secondo tempiprevisti e consolidati dalla tradizione; coinvolgono i bambini e le famiglie dellacomunità. I doni sono richiesti con delle formule augurali tradizionali, l'eventualerifiuto è seguito da versi di maledizione. I beni

Raccolti sono consumati dai bambini, dalle famiglie o in alcuni casi da tutta la comunità.

2. Questua infantili in Sardegna: Halloween e le questua sarde di su mortu mortu, sas animas, su Purgatoriu ecc. sono due manifestazioni rituali diverse.

I simboli rituali più noti di Halloween sono presenti nelle questue isolane ma anche più in generale in contesti folklorici italiani ed europei.

Niola: nell'Italia contadina l'uso delle zucche era largamente diffuso anche prima dell'arrivo di Halloween. Le zucche impersonano o contengono simbolicamente le anime dei defunti, in continuità della loro vita passata. I doni offerti ai bambini e le candele dentro le zucche significano l'esigenza di cibo e di luce da parte dei defunti. Chi materialmente è destinatario di cibo e portatore di luce è l'inverso speculare dei morti ossia i bambini.

Orani (Nuoro): il 1 e il 2 novembre, dopo il tramonto, i bambini

Questuano con la zucca (sa curcuvicia) e le candele accese all'interno, chiedendo nelle case sumortu mortu. La zucca è chiamata s'animedda (piccola anima) e i bambini la preparano preventivamente → l'obiettivo è quello di renderla il più spaventosa possibile. In passato questuavano solo i bambini maschi e i luoghi erano circoscritti al vicinato, oggi partecipano anche le bambine. S'animedda simbolizza le anime dei morti e i doni offerti rappresentavano il costo per liberare le anime dal Purgatorio, motivo per il quale tutti aprivano le case in questa occasione e raramente rifiutavano di dare doni ai bambini. I dolci dell'occasione sono i sos papassinos che sono offerti insieme alle caramelle, frutta secca, di stagione e qualche moneta. In passato le offerte si raccoglievano in federe bianche.

Bolotana (Nuoro) → il 1 novembre, nel tardo pomeriggio, si rinnova immorti immorti. Dentro le zucche (sa conca 'e mortu) viene inserita

Una candela. I bambini intonano una filastrocca simile al moderno dolcetto o scherzetto (ma minacciano di defecare negli orti). I bambini rappresentano le anime dei defunti, motivo per cui nessuno si rifiuta di offrire qualcosa per le anime morte.

Bono (Sassari) → i bambini oltre alla questua di s'immorti immorti del 1 novembre sono protagonisti di una cerca la sera del 30 novembre che prende il nome di Sant'Andria (per la ricorrenza di Sant'Andrea apostolo). I questuanti percorrono le vie del paese portando appesa al collo una zucca svuotata ed intagliata con all'interno una candela che deve essere sempre accesa (lo spegnimento del fuoco rinvia al caos, alla morte e la sua riaccensione segnala il ricomporsi del cosmo e la ripresa della vita dell'uomo e della natura). Durante il giro i bambini fanno risuonare delle campanelle e gridano, non è consuetudine bussare alle porte perché le campanelle e le urla sono sufficienti per.

preannunciare l'arrivo dei bambini. Dopo la questua le zucche venivano buttate a terra e rotte per simboleggiare l'annientamento delle forze del male. In passato ogni gruppo veniva scortato da altri bambini armati di bastone, per proteggere i questuanti dall'attacco di altre compagnie che avrebbero potuto rubargli i doni.

Sorgono (Nuoro) → la questua di ammain Deus è scomparsa a metà del secolo scorso ed è stata riproposta in alternativa ad Halloween, favorendo un fenomeno di ibridazione culturale. I bambini uscivano in gruppo il 2 novembre all'imbrunire, con la zucca svuotata con dentro la candela accesa. La zucca veniva chiamata samorte, ed era il simbolo del passaggio dei morti. I bambini indossavano un lenzuolo bianco che gli copriva anche il volto. Oltre alle tipiche offerte ricevevano anche un pane antropomorfo modellato a forma di bambolina.

Oniferi (Nuoro) → i bambini escono per su mortu mortu il pomeriggio del 1 e 2 novembre, in

Passato su questuava solo il giorno della Commemorazione dei defunti. Orotelli (Nuoro) → i bambini raccoglievano le offerte in un tovagliolo e quando era pieno si tornava a casa a lasciare le offerte e poi si usciva di nuovo fino a tardopomeriggio. Era consuetudine dare avvio alla questua dopo i rintocchi funebri di mezzogiorno, i bambini se fossero usciti prima sarebbero stati mandati via con l'invito di tornare dopo mezzogiorno. Dorgali (Nuoro) → i bambini dovevano rincasare entro mezzogiorno. La questua si chiama su pedi coccone e si svolge il 2 novembre, è ancora oggi particolarmente vitale. Per raccogliere i doni si utilizzava un piccolo cesto e venivano distribuiti diversi pani, ai propri parenti o figliocci si donavano anche soldi. Galtellì (Nuoro) → il 2 novembre è su peti coccone. Nelle ore pomeridiane i bambini bussano alle abitazioni; in passato quando finivano i beni da offrire o non si voleva aprire ai questuanti si recitava una frase in

hanno senso, perché il dialetto è una forma di espressione linguistica che merita rispetto e valorizzazione. Non dovremmo cercare di sopprimere o emarginare il dialetto, ma piuttosto abbracciarlo come parte della nostra cultura e della nostra identità. Il dialetto ci permette di comunicare in modo più autentico e intimo, e ci connette alle nostre radici e alla nostra storia. Quindi, invece di criticare o ignorare il dialetto, dovremmo imparare ad apprezzarlo e a preservarlo per le generazioni future.
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A.A. 2020-2021
26 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher push.gio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Bonato Laura.