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RAGAZZE IRRESISTIBILI: LE RIVISTE PER RAGAZZE

LE PUBBLICAZIONI RIVOLTE AI TEENAGER

Spaziano da quei generi come i fumetti ma comprende anche musica, hi-tech, videogames,

fotoromanzi, oroscopi e via dicendo, vi è un’ulteriore tipologia che è rivolta in specifico alle

adolescenti italiane: le riviste per ragazze. La nascita di questo fenomeno risale alla fine degli anni

’70 quando nelle edicole arrivarono riviste come “Ragazza In” e “Cioè” edito dal gruppo Piscopo

che oggi può essere considerato il leader del settore. Si possono trovare moltissimi periodici per

teenager che si occupoano della diffusione di stili di vita e modelli di consumo, all’interno di questa

schiera di riviste sono stati individuati tre filoni culturali principali:

1. Un filone incentrato sui temi dello spettacolo, dell’attualità, del jet-set ma comunque incline

a dare risalto a questioni come la bellezza, la sessualità, le relazioni sociali

2. Un filone più generalista impegnato nel veicolare i messaggi attraverso la mediazione dei

divi dello spettacolo ma con contenuti più articolati

3. Un filone che comprende le pubblicazioni diffuse in maniera minore nelle edicole e che

presentano un grado di “specializzazione” superiore indirizzato verso i temi della bellezza,

dell’estetica, della cura del corpo o dei sentimenti.

Tutti i periodici in questione agiscono attraverso un’opera di identificazione con modelle e divi

dell’alta classe sociale.

IL MODELLO “CIOÈ”

Il modello presentato da “cioè”, capostipite di questo fenomeno, segue due logiche fondamentali

che hanno trasformato un periodico concepito secondo i vecchi schemi in uno pieno di immagini,

sempre meno scritto e dove il vip non è più solo un’attrattiva ma anche veicolo per diffondere

modelli raggiungibili principalmente con il look, questi diventano quindi gli elementi fondamentali

che danno l’impressione di essere strumenti in grado di migliorare la propria autostima e le proprie

relazioni interpersonali. I due pilastri sono:

1. La politica del gadget: in molti casi il possesso dell’oggetto ambito, presentato in eleganti

confezioni, è il primo input lanciato al lettore verso l’acquisto del periodico. Non solo uno

specchietto per le allodole, dunque, ma anche uno strumento che all’interno della rivista

viene illustrato in un contesto ridondante di “star”.

2. Il collegamento stretto con il mercato.

Caratteristiche principali di cioè ma che si ritrovano anche in altre testate, da quanto risulta da

un’analisi:

• STRUTTURA

mentre agli inizi la parte del fotoromanzo occupava oltre la metà del giornale, oggi

o non trova più spazio

In passato le tematiche venivano esposte in corposi articoli di natura psicologica o

o in narrazioni di esperienze vissute da terzi nel tentativo di creare un collegamento

con la sfera del quotidiano del lettore; oggi invece gli argomenti vengono sminuzzati

in vari box in discorsi scarsamente approfonditi.

Molte rubriche (posta del cuore, della psicologa, della sessuologa, consigli di

o estetica e di moda, oroscopo), pochi servizi informativi se non su vip illustrati da

molte fotografie. Spesso sono addirittura allegati dei poster a grandezza naturale

selle star del momento. Alla domanda “Hai scritto mai a una rubrica di posta?” gli

adolescenti intervistati non hanno dato nessuna risposta affermativa, c’è dunque il

dubbio che le riviste affrontino i temi che considerano di attualità sotto forma di

risposta dell’esperta/o piuttosto che con un servizio vero e proprio.

• GRAFICA

Tutte le riviste hanno in comune una veste grafica che ricorda i diari delle ragazzine:

o coloratissime, con foto impaginate secondo un ordine apparentemente casuale e

costellate di fiori e cuoricini

• STILE differente nei toni è anche il modo in cui, a cavallo tra anni 70/80, vengono

o presentati i problemi degli adolescenti rispetto quanto accade oggi: le problematiche

mancano di una seria riflessione e di un’autocritica dei propri errori. I consigli

impartiti sono inoltre superficiali e mancano di approfondimento ma questo è

probabilmente un limite voluto in quanto il giornale si offre di interpretare non un

ruolo educativo ma quello dell’amico fidato e valido interlocutore.

Gli stili comunicativi utilizzano un’efficace miscela di linguaggi che passano da

o quello iconico (sovraesposizione del corpo, griffe, prodotti di consumo) a quello

scritto che esibisce uno stile ricco di anglicismi (già nel titolo a volte “Girl”, “Top Girl”,

“Kiss-me”), di slang giovanile e di un gergo molto colorito e diretto efficace per

colpire il lettore.

• CONTENUTI

I giornali per teenager della nuova generazione, rispetto a quelli passati, puntano

o meno sulla riflessione e sulla conoscenza ma più sulla suggestione, una delle

strategie adottate infatti, è quella del far breccia servendosi del “timore” per i propri

dubbi e difetti e quindi sulle emozioni e della fretta di crescere che viene

incoraggiata con articoli su come rendersi più attraenti.

Sul piano relazionale viene utilizzata una strategia, diffusa soprattutto nel marketing,

o nella quale vengono accettati anche comportamenti moralmente discutibili (es.

avventure sessuali e sentimentali al di fuori dei rapporti ufficiali).

Sul piano della sessualità si trovano numerose lettere inviate dalle lettrici in cui il

o dilemma primario appare la ricerca del piacere al cui fianco ci sono i consigli sui

primi rapporti e di natura anticoncezionali.

Il test è un elemento che gli adolescenti usano come strumento per ottenere

o indicazioni su problemi ricorrenti in quella fascia d’età: look, questioni relazionali o

sentimentali. E’ un modo presentato utile per l’autoconoscenza del soggetto o per

indicare una strada migliore per raggiungere un obiettivo attraverso consigli

preconfezionati. Tra gli adolescenti intervistati si è notata la tendenza a usufruire dei

test per il loro aspetto ludico, piacciono ma non vengono presi troppo sul serio.

Le informazioni sulla salute vengono affrontate in maniera saltuaria e gran parte di

o esse tratta di consigli anticoncezionali, di prevenzione di malattie veneree, ma

anche di diete non drastiche e consigli alimentari che propugnano un’alimentazione

varia mettendo in risalto così il messaggio contradditorio che arriva dall’esposizione

di modelle e modelli che spiccano per i loro corpi super magri.

Data la potenza comunicativa delle immagini, non sono da meno le pubblicità

o alcune delle quali utilizzano modelle bambine truccate e abbigliate come donne

adulte mentre un’opposta tendenza si verifica nelle modelle ritratte nelle illustrazioni

dei test dove appaiono di qualche anno più adulte delle lettrici come se si volesse

offrire un modello in prospettiva. Le pubblicità inoltre occupano circa il 20-30% delle

riviste e quelle che ne presentano una percentuale molto bassa offrono pagine

pubblicitarie che sponsorizzano eventi, concerti o giochi da consolle.

In nessuna delle riviste prese in esame si è trovato un minimo accenno al fatto che

o le ragazze un giorno potrebbero avere una carriera, un’attività intellettuale, essere

protagoniste del mondo del lavoro e dell’impegno sociale. Il mondo di questo

magazine è la continuazione ideale del mondo della Barbie, nulla deve turbare

questo mondo fiabesco per questo non vengono mai riportate notizie di cronaca o di

attualità che possano turbare questo sogno.

• RAPPORTO DOMANDA OFFERTA: durante la ricerca effettuata su questi periodici, gli

acquisti sono stati fatti in un’edicola della zona Centro-Crocetta di Torino e una di un

piccolo centro della periferia di Bergamo rilevando che la seconda edicola offriva una scelta

più ricca dunque seconod la legge della domanda e dell’offerta si può dedurre che le

ragazzine della classe media di una cittadina di provincia sono ben più forti consumatrici di

queste riviste di quanto lo siano le loro coetanee della borghesia agiata di una grande città.

Nella ricerca effettuata nel 2001 vennero effettuate anche trenta interviste a ragazze e ragazzi

tra i 12-17 anni di Torino e di Bergamo che frequentavano le medie tranne un ragazzo delle

superiori. Nel corso dei dialoghi avuti con gli adolescenti intervistati è risultato che questi

dimostrano di avere nel cervello molto più di ciò che le redazioni pensino.

DON GIOVANNI TRISTI E VENERE STORPIE. ITINERARI DI LETTURA DI GIOVANI

DONNE NELLA POST-MODERNITA’.

Tra il 2005 e il 2011 sono avvenuti una serie di incontri con studenti di alcune scuole secondarie

superiori di Castellamare di Stabia, una serie di domande ha fatto da filo conduttore ai diversi

incontri: cosa significa essere donna? Cosa significa essere soggetti autonomi e responsabili?

Cosa significa donna? Qual’è il suo rapporto con il mondo, con gli uomini e con le altre donne?

Il “chi sei” come donna nella tradizione occidentale tendeva a ridurre il chi al cosa: una madre, una

moglie, un’infermiera, la sua vita è Zoe piuttosto che Bios, per questo motivo forse molte donne

condensano il loro desiderio di Bios nella narrazione. Le donne forse indulgono più degli uomini a

raccontarsi, le autobiografie delle donne sono molto più contestualizzate, più relazionali, la

comunicazione tra donne si nutre del confronto dei racconti di vita. Uno studio fatto in Francia sui

diari scolastici delle ragazze dimostra l’abitudine di trascrivere citazioni letterarie, testi di canzoni.

Ma cosa sta accadendo alle giovani generazioni? L’attitudine alla lettura sembra scomparsa o per

lo meno si legge attraverso altri canali. L’attaccamento alle tradizioni, alle fedi e alle credenze del

proprio gruppo sono elementi fondanti il riconoscimento del sè ma spesso sono articolati senza la

dovuta dimensione problematica che sappia relativizzarli, un luogo di riflessione può essere il

laboratorio scolastico ovvero incontri tra studenti, insegnanti ed educatori, attraverso i laboratori di

riflessione sono state messe a confronto diverse generazioni di donne che hanno avuto

l’occasione di ripensare se stesse e di rileggere il mondo in chiave di genere. I ragazzi e le ragaze

coinvolti nel progetto hanno sperimentato forme di introspezione e hanno avuto la possibilità di

aprirsi alla coprensione dell’altro favorendo un atteggiamento disponibile a comprendere il punto di

vista altrui.

Le tematiche dei quattro percorsi individuati sono state:

Il riconoscimento della diversità

o La consapevolezza delle possibili simmetrie

o Gli strumenti di decodifica della complessità

o Gli elementi fondanti delle diverse cultu

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cinzia.marani di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Bonato Laura.