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De Rosny, ne nota che di norma quanti si siano occupati di

sistemi medici africani e della loro pluralità, non hanno dato lo giusto spazio alle

chiese sincretiche. L’esperienza delle chiese africane, almeno fino alla

decolonizzazione, è soprattutto una risposta culturalmente creativa alla progressiva

penetrazione della predicazione missionaria e della dominazione coloniale. Strumento

di liberazione o opposizione religiosa-ideologica alla cultura bianca. Nesso

religione/terapia. Tuttavia, rispondono a bisogni nuovi, dettati dai profondi mutamenti

delle società indigene. Per esempio, le confessioni pubbliche dei pazienti di fronte al

terapeuta mostrano come il paradigma dominante dell’ideologia della malattia si vada

spostando da un meccanismo di tipo persecutorio ad uno più incentrato sulla colpa e

sulla responsabilità della vittima nello scatenarsi del suo male. Se nelle società

tradizionali la malattia era qualcosa che interessava in primo luogo il gruppo

parentale, nelle società africane attuali la malattia sembra essere un fatto più

individuale, in linea con l’insorgere di un’ideologia più individualistica. Le chiese

indipendenti, dove l’individuo è centrale, sembrano rispondere meglio alle mutate

esigenze. Hanno rappresentato uno dei luoghi di mediazione dell’esperienza coloniale:

“chiese sintetiche”, capacità di sintesi (cit. Dozon).

2.2 Lo spazio terapeutico delle chiese

Costituite tutte da profeti, spesso nascono da scissioni interne: all’interno di questo

chiese spirituali

panorama variegato si possono distinguere due grandi correnti; le e

pentacostali.

quelle Le prime nascono in genere da scissioni di altre chiese spirituali e

da denominazioni storiche occidentali, solitamente di tipo protestante. Sono chiese

locali senza legami con movimenti transnazionali. Possiamo dire che predicano un

cristianesimo rivisto in chiave africana, con una forte rottura con il passato e con le

pentacostali,

divinità tradizionali, viste come demoni. Le chiese invece, nascono in

Africa dalla predicazione missionaria delle denominazioni pentecostali d’America e

d’Europa, che propugnano un rapporto costante e diretto con la divinità, di cui i doni

dello Spirito Santo sono il segno. C’è anche l’idea che la conversione sia una rinascita

dell’individuo in Cristo, che ottiene così da lui protezione, che è anche il modo per

spirituali, pentacostali

ottenere gratificazioni più terrene. Più delle chiese in quelle la

conversione è una rottura completa con il proprio passato individuale e culturale: una

demoni.

completa rottura con la tradizione, altimenti si potrebbe aprire la strada ai Il

demonio, per entrambe le chiese, è centrale nello spazio terapeutico e la malattia è

Satana esorcismo adorcismo.

vista come azione di e la cura sarà o un o un Chi opera

nell’occulto danneggia gli altri, non per malvagità, quanto per un arricchimento illecito

attraverso mezzi soprannaturali. Nello spazio terapeutico l’azione contro l’occulto si

svolge tramite le preghiere. Le chiese condividono la classificazione delle patologie in

naturali e spirituali a seconda di quale sia la loro causa; rivendicano una capacità di

intervenire con successo in entrambi i casi, mentre la biomedicina sarebbe limitata

alle sole malattie di origine naturali. Il lavoro dei guaritori tradizionali è visto con

sospetto (occulto), gli operatori biomedici con neutralità. Gli operatori delle chiese

spirituali e pentecostali, quindi, delineano un quadro di come essi si situino all’interno

del campo terapeutico e quali siano le posizioni degli altri attori sociali.

3. Biomedicina health-post,

Il prof si sentì male e andò in un la struttura minima dell’organizzazione

sanitaria statale, piccoli ambulatori. Penuria di farmaci e personale qualificato. Per lui,

ricco europeo, non era difficile ad accedere a qualunque risorsa sanitaria, per i ghanesi

non era così: ineguaglianze di accesso alle risorse sanitarie. Disparità tra ambiti urbani

(risorse di tipo biomedico) e rurali, ma anche intraurbani disparità soprattutto

sociale (ricchezza). Sin dai tempi della colonizzazione si è puntato, invece che alla

prevenzione, più a fronteggiare specifiche situazioni legate alla presenza di patologie.

sistema sanitario

L’organizzazione del sistema di cura biomedico è composita: c’è il

pubblico, con servizi non ottimali, materiali obsoleti, farmaci scarsi, personale

inesperto e insufficiente. Nelle aree rurali i servizi sono sia scarsamente diffusi che

“quasi-governativa”

inefficienti. Esiste poi una rete di assistenza che fornisce

prestazioni a segmenti specifici di popolazione (esercito, polizia, etc.). Poi ci sono

servizi sanitari privati missioni religiose,

e all’interno di questi quelli forniti dalle

ovviamente in una posizione differente. Ci sono varie attività legate all’inefficienza del

sistema, come la vendita illecita di farmaci. Per quanto riguarda la distribuzione dei

francesi

farmaci vi è una differenza fondamentale tra le vecchie colonie e quelle

inglesi: in gran parte delle prime la distribuzione è statale, monopolistico e

centralizzato; ciò fa i conti con inefficienze distributive e una corruzione che fa

“perdere” per strada i farmaci. Nei secondi, la distribuzione non è centralizzata, i

farmaci sono disponibili nelle farmacie e non è così difficile fornirsene: nonostante ciò,

vi è una certa penuria. Risultato mercato nero dei farmaci.

Capitolo quinto. Contesti 2: politiche

<<Con un po’ di fortuna>>: la vita quotidiana in Ghana nell’epoca della grande

1.

ristrutturazione economica

Come molti paesi africani, il Ghana nel corso degli ultimi venti anni ha conosciuto

quelle grandi riforme economiche e del mercato, guidate dagli ingegneri politici del

Fondo monetario internazionale, che vanno sotto il nome di grande ristrutturazione.

L’ingresso massiccio di merci nel paese, cui non ha corrisposto un adeguamento del

potere di acquisto della gran parte della popolazione, ha comportato la nascita di

nuovi bisogni e l’esasperazione della mercificazione dei rapporti sociali i cui riflessi

sono evidenti nei comportamenti quotidiani.

Accra

1.1.

Nel 1877 gli inglesi trasferirono la capitale della colonia della Costa d’Oro (ora Ghana)

da Cape Coast ad Accra, che ha assorbito i centri vicini, portando alla nascita di

un’autorità metropolitana che governa il distretto della “Grande Accra”. La costruzione

del porto di Takoradi nel 1928 segnò la progressiva diminuzione del volume di affari di

quello di Accra, caratterizzandola sempre più come una città destinata a servizi

burocratici e amministrativi. A partire dagli anni ’50 una forte immigrazione verso la

capitale ha comportato una situazione di grande eterogeneità culturale ed etnica, la

quale ha a sua volta contribuito a disgregare ancor di più gli assetti tradizionali della

città. Il processo di modernizzazione ha cambiato la città economicamente e

socialmente (espansione settore terziario e peso minore di coltura e pesca/ settore

1) ceto impiegatizio, settore

terziario piccolo borghese e mediamente istruito 2) “

informale” marginalità).

di ex-contadini, donne, in continuo aumento 3) assoluta La

trasformazione economica ha portato all’affermarsi di élites urbane che controllano la

distribuzione commerciale e i luoghi di potere politico, gruppi egemoni del paese. La

mancanza di uno sviluppo industriale adeguato e la dipendenza dalle industrie

economiche hanno strangolato le possibili risorse imprenditoriali locali; ciò ha fatto

emergere una varietà di attività autonome su piccola e piccolissima scala di

produzione di beni e servizi, distribuzione e vendita (microattività) “settore

informale”, composito, unificati sociologicamente perché tutto su piccola scala 

irregolarità, povertà [variazioni di reddito, soprattutto impoverimento stress,

conflittualità relazioni accuse stregoneria].

Stregoneria e (im)moralità dello scambio

1.2. Evans-Pritchard “Stregoneria, Oracoli e magia tra gli Azande

Il testo di ” ha visto nella

stregoneria più di un insieme di pratiche superstiziose e pre-logiche. Quando

l’interesse degli studiosi si spostò dai meccanismi di conservazione dell’equilibrio

sociale alle dinamiche di mutamento, cambiò anche la visione della stregoneria; in

pare ciò era provocato dal fatto che i mutamenti sociali ed economici in atto nelle

colonie africane non avevano scalfito le “credenze” riguardo la stregoneria, anzi, in

alcuni casi erano vive più che mai. Dunque, la stregoneria non poteva essere confinata

alla vita dei villaggi, all’ancestralità. La stregoneria, secondo alcuni, piuttosto

persisteva nei nuovi contesti sociali perché cercava di rispondere all’insicurezza e alla

crisi da questi generati. Le analisi contemporanee invece, rifiutano esplicitamente

l’idea che persistano perché legate al “disagio della modernizzazione”, cioè rifiutano il

fatto che le società africane stiano compiendo un cammino dalla “tradizione” verso la

i Comaroff

“modernità”. Secondo nella nostra epoca postmoderna il sapere

onnicomprensivo e totalizzante dei grandi racconti ha ceduto il passo a saperi parziali,

provvisori, locali. Eppure, la grande narrazione della modernizzazione resiste con una

semplice e epica storia del passaggio dal selvaggio alla civiltà. Il bersaglio polemico

dei due è quello di leggere la modernizzazione come un progressivo avvicinarsi al

modello occidentale; esistono una pluralità di modernità che non possono essere visti

come un progressivo ridursi a un modello dominante. La stregoneria, in questo

contesto, non viene più vista come una risposta ai disagi della modernità, bensì come

sua parte costitutiva; non è un retaggio del passato e, più che credenza, appare come

uno strumento di diagnosi sociale. L’idioma della stregoneria rimanda

immediatamente a quello del mercato e al conflitto tra due differenti regimi economici.

altari antistregonici

Si richiede protezione agli per difendere i propri affari, la propria

prosperità, dal rischio di una rovina economica legata all’azione di una qualche strega.

Gli altari tradizionali dunque servono tanto a spezzare le maglie della stessa

“tradizione” e a favorire l’emergere di nuovi modelli di accumulazione e c

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
17 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlbaJane di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Schirripa Pino.