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MALINOWSKI

Nel 20° secolo ci fu un declino delle teorie evoluzioniste, con l'ascesa invece dell'etnografia

sopratutto in Gran Bretagna, che mise al centro del discorso antropologico il lavoro sul campo,

queste ricerche furono curate da due grandi studiosi che portarono ad una grande rivoluzione

dell'etnografia, William Rivers e Bronislaw Malinowski.

Rivers partecipò alla Spedizione di Haddon allo stretto di Torres, e somministrò ai nativi gli stessi

test che somministrava agli studenti dell'Università. Fu un grande contributo poiché mise in luce

l'unità fisico-psichica del genere umano.

Le sue teorie poi si concentrarono sulle terminologie di parentela, avvicinandosi alla teoria di

Morgan (terminologie conseguenza linguistica delle relazioni sociali), ma egli somministrò ai nativi

un test nel quale venivano chieste le informazioni sui parenti più stretti e poi lontani e i termini (The

Genealogical Method of Anthropological Inquiry, 1910).

Questo metodo ebbe l'innovazione di mettere non solo l'europeo sullo stesso piano del nativo,

novità assoluta fino a d'ora ma anche di poter sviluppare con il nativo una confidenza reciproca e

infine ad aver accesso a conoscenze di un'epoca lontana che non era stata intaccata dall'arrivo degli

europei.

Ciò che secondo Rivers doveva fare un ricercatore era vivere con la comunità entrare nei

meccanismi, conoscere tutta la tribù, doveva applicare una prospettiva olistica (olos, intero) tener

conto di tutto ciò che concerne la vita del nativo. Questa prospettiva segnerà nei decenni successivi

un'importante svolta nell'antropologia. Il suo lavorò terminò presto sia per lo studio sul trauma da

guerra dei soldati sia per la morte prematura nel 1922.

Il diffusionismo trovò seguaci anche in Gran Bretagna, anche lo stesso Rivers se ne accostò.

Nei primi anni del '900, in Gran Bretagna, divennero note le teorie di Grafton Elliot Smith e

William Perry. Essi offrirono una nuova versione del diffusionismo tanto che venne definita

“iperdiffusionismo”.

Essi postularono un unico centro diffusore di cultura, l'Egitto. Gli egiziani viaggiando avrebbero

trasmesso la cultura ad altri popoli, che non furono in grado di conservarla. Molti popoli ne

mostrarono i resti, a un diverso grado di degenerazione proporzionale alla distanza dal punto di

partenza.

Con il libro Children of the Sun (1923) Perry parlò di teorie eliocentriche o eliolitiche, definite per

l'accento posto sulla diffusione del culto del sole e dei grandi monumenti in pietra, che ebbe un

grande seguito.

Il diffusionismo radicale di Smith e Perry in Gran Bretagna fu solo una meteora.

Nel 1922 si trasferì in Inghilterra quello che diverrà un grande esponente dell'antropologia,

Bronislaw Malinowski. Con il suo “Argonauti del Pacifico”.

Egli compì ricerche nelle isole Trobriand, in Melanesia, studiando l'organizzazione sociale,

economica/giuridica, tecnica di costruzione di canoe, i miti, i riti, la lingua e il comportamento

sessuale.

Egli fu molto apprezzato per come si legava ai nativi e ciò era dato dalla sua eccezionale

conoscenza e brillantezza.

Malinowski diede vita a quella che venne definita “osservazione partecipante”, una tecnica

d'inchiesta che permetteva al ricercatore di entrare in un rapporto empatico con i nativi (cogliere il

loro punto di vista, la loro visione del loro stesso mondo).

Il mito di Malinowski (di uomo in fuga dalla civiltà in guerra)si diffuse fino alla scoperta dei suoi

diari che permisero di conoscere un ricercatore completamente diverso da quello che era e che

rappresentava.

Nei suoi appunti si parla di disagio epistemologico dell'antropologo, confrontarsi cioè con le

interpretazioni dei nativi.

Argonauti (1922) non era una descrizione delle componenti della cultura delle Isole Trobriand ma

partiva da un aspetto particolare della vita per poi aprirsi sugli altri.

L'oggetto degli Argonauti era costituito da una forma di attività di scambio praticata da un numero

di comunità stanziate su isole anche lontane ma comprese in un'area geografica circoscritta.

Questa forma di scambio, Kula, era un fenomeno economico complesso di notevole importanza

teorica che occupa una posizione fondamentale all'interno del circuito indigeno.

In sostanza tra le isole abitate dai gruppi partecipanti allo scambio (disposte in circonferenza)

circolavano due tipi di oggetti: collane di conchiglie rosse (soulava) che circolavano solo in senso

orario e braccialetti di conchiglie bianche (mwali), questi solo in senso anti-orario, in modo che i

primi fossero scambiati con i secondi e viceversa.

Gli oggetti circolavano sempre, restando in mano alle tribù per brevi periodi a meno di visite e

quindi di scambi alla pari. La partenza e l'arrivo dei questi oggetti erano accompagnati da rituali

precisi accompagnati da un commercio in base al valore dell'oggetto.

Ciò che risultò dalla scoperta di Malinowski fu l'esistenza di sfere di scambio, ambiti non

comunicanti tra loro entro cui circolano oggetti di natura differente.

La novità dell'osservazione partecipante era la prospettiva di tipo olistico e non settoriale inoltre

l'oggetto di studio dell'antropologia (le società e le culture) risultava costituito da parti tra loro

correlate in senso funzionale (funzionalismo).

Questa prospettiva mirava ad accentuare il comportamento coerente e ragionevole del primitivo,

contro le tesi discriminatorie degli evoluzionisti.

Inoltre “Gli Argonauti” fu considerato il primo studio sull'Antropologia economica intesa non come

economia ma come complesso di operazioni di produzione, distribuzione e scambio di beni. In

seguito dovette far fronte a delle critiche riguardo alla sua idea di economia primitiva in quanto gli

vennero attribuite tesi su l'homo economicus primitivo.

Ciò che Malinowski evidenziò nello scambio kula fu il principio di reciprocità (Diritto e costume

nella società primitiva, 1926) che attribuiva alla pratica un aspetto di coerenza a pratiche connesse

con il controllo sociale.

Questa novità venne rielaborata nella teoria del dono di Mauss (cap.6) e nell'Antropologia di Lévy-

Strauss (cap.17).

Nel “The family among the Australian Aborigines) confutò l'ipotesi della promiscuità originaria,

secondo Malinowski queste pratiche avevano delle precise regole non consentivano

l'accoppiamento indiscriminato al di fuori del matrimonio.

Da qui partì per l'idea di famiglia elementare come cellula universale e originaria e luogo di

riproduzione biologica e culturale. L'incesto è bandito, poiché comportamenti di questo genere

avrebbero minato la struttura dei comportamenti all'interno della società, mentre l'esogamia era il

mezzo per risolvere correttamente il divieto.

Il modo in cui egli intese queste pratiche lo portò a produrre la concezione funzionalista della

cultura che Malinowski produsse più tardi.

L'immagine della società e della cultura era quella di un insieme di pratiche e comportamenti tra

loro integrati che tendevano all'equilibrio della società e al suo funzionamento (funzionalismo

ristretto di Malinowski).

In seguito aggiunse a questa prospettiva un nuovo elemento quello del significato della cultura, egli

parla di vasto apparato, materiale/umano/spirituale. Questa analisi coincide con quella delle

relazioni tra i bisogni fondamentali (basic needs), quelli secondari o derivati, che mantengono la

coesione sociale.

Ne segue anche la teoria della magia, in “Magia, scienza e religione” (1948), che secondo

Malinowski è un possesso primordiale che afferma il potere autonomo dell'uomo di creare fini

desiderati. Ritualizza l'ottimismo dell'uomo. Inoltre è da distinguere con la religione, che invece è

un mezzo per rassicurarsi di fronte alla prospettiva della fine.

Per ciò che concerne il cambiato culturale, sostenne che l'incontro tra due culture portasse alla

creazione in una terza cultura o terza entità, questa teoria venne criticata in quanto non si ritenne

una vera e propria teoria. L'ETNOLOGIA FRANCESE (1920-1940)

Seppur per molto tempo poco praticata, l'etnologia francese era stata comunque praticata da

funzionari dell'amministrazione coloniale in Africa, Maurice Delafosse e Louis Tauxier, ponendo le

basi per l'africanistica.

Verso la fine degli anni '20 gli insegnamenti di Mauss e le attività dell'Institut d'ethnologie

portarono ad una nuova fase. Il parlamento Francese approvò la “Missione Dakar-Gibuti” nella

quale si raccoglievano oggetti e dati sulle lingue e culture dei popoli africani ed esporle nel Musée

d'Etnographie di Parigi (Musée de l'homme). Questa Missione fu un vero successo e riportò

l'attenzione su questo oggetto di studio.

A capo di questa missione c'era Marcel Griaule, allievo di Mauss, accompagnato dallo scrittore

Michel Leiris (“Africa fantasma”). Il libro fu il primo tentativo antropologico di coordinare

l'osservazione di se stessi e quella degli altri, prima esperienza di un'intimità antropologica.

Durante una tappa presero contato con la popolazione Dogon studiandone i miti e la cosmologia.

Nel '38 Griaule pubblicò “Maschere Dogon” uno studio sull'uso delle maschere nella liturgia di

questo popolo.

In “Dio d'acqua” (1948) ricostruì la cosmogonia Dogon sottoforma di un dialogo con un anziano

cacciatore cieco, Ogotemmeli.

Scoprì un pensiero raffinato pari a quello dell'antichità, inoltre gli dette la possibilità di formulare

una teoria sul rapporto tra sistema mitico e vita sociale.

Bisogna per Griaule studiare il mito e la cosmologia di un popolo per per comprendere

l'organizzazione sociale e la vita, sebbene si dovesse essere iniziati.

Ciò che veniva definito “L'iniziazione di Marcel Griaule”, che fu ottenuta con lunghe interviste al

vecchio cacciatore, che rilasciò importanti informazioni (probabilmente ciò che gli etnografi

volevano sentirsi dire) permettendo a Griaule di venir a conoscenza che i Dogon conoscevano i

bianchi e la loro religione dimostrando che non erano poi così lontani dalla civiltà.

In contrasto con la tesi Durkheimiana, Griaule rivendicò la priorità degli studi monografici su

quelli comparativi, convinto che solo un studio approfondito potesse ricostruire nel miglior modo

un sapere completo di ciascuna civiltà (Ipotesi simile al particolarismo storico di Boas e al

funzionalismo di Malinowski in Gran Bretagna).

Innanzitutto dover essere preso in esame il punto di vista dell'indi

Dettagli
A.A. 2013-2014
33 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kristina.vitiello di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Tassan Emanuela.