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13.4.1- VALORI PROTESTANTI E CRESCITA DEL CAPITALISMO
Weber ha collegato la diffusione del capitalismo ai valori predicati dai primi leader protestanti;
secondo lui i protestanti hanno sempre attribuito grande importanza al duro lavoro , a una vita
ascetica , alla ricerca del profitto e hanno enfatizzato l’individualismo.
13.5 - LE RELIGIONI DEL MONDO
Il cristianesimo è la religione più diffusa al mondo, con circa 2,1 miliardi di credenti, a seguire l’Islam
(1,3), l’induismo, la religione tradizionale cinese e il buddismo. Il tasso di crescita del cristianesimo è
lo stesso dell’aumento della popolazione mondiale; l’islam invece cresce a un ritmo più alto per il
suo maggior adattamento alle differenze culturali e nazionali.
13.7 - RITUALI LAICI
I problemi legati alla definizione di religione sono: se definiamo la religione attraverso esseri , poteri
soprannaturali, come possiamo definire i rituali? Se la distinzione tra naturale e sovrannaturale non
viene fatta in modo coerente come possiamo dire ciò che è religione e ciò che non lo è? Il
comportamento considerato appropriato per le occasioni religiose varia moltissimo da cultura a
cultura, qual’è quello “più religioso”? Per ultimo la società occidentale considera il divertimento
separato dalla religione, avendo un atteggiamento asettico, moralista, sobrio; in questo modo molti di
noi cercano la propria religione in contesti quali concerti, parchi di divertimento, eventi sportivi, ecc.
CAPITOLO 14 - ARTE, MEDIA e SPORT
14.1 - CHE COS’E’ L’ ARTE?
Nel termine generico di arti rientrano la musica, il canto, la pittura, la scultura, ecc, manifestazione
della creatività umana che prendono il nome di cultura espressiva. Le diverse culture traducono la
parola “arte” in diversi modi; tutti però in generale associano un senso di bellezza , armonia, piacere. Il
dizionario definisce “arte” come qualità, produzione, espressione di ciò che bello o portatore di
significato straordinario; “estetica” è la qualità percepita nell’opera d’arte. Mills nota che in molte
culture il ruolo dell’appassionato d’arte non è definito e la produzione e l’apprezzamento dell’arte è
parte di tutti i giorni; nello società occidentali invece esiste una funzione ben definita per l’intenditore
d’arte e l’arte viene considerata qualcosa di estraneo alla vita di tutti i giorni e alla cultura ordinaria.
14.1.1 - L’ARTE E LA RELIGIONE
Sia l’arte che la religione distinguono l’”ordinario” e lo “straordinario”; così come gli studiosi di
religione distinguono tra sacro (religioso) e profano (secolare); gli studiosi d’arte distinguono tra
artistico e straordinario. Secondo Maquet, allo stesso modo che nella religione, quando siamo di
fronte un’ opera d’arte la contempliamo e riflettiamo. L’arte può essere esposta in luoghi esterni
pubblici o in ambienti interni particolari come musei , teatri, sale da concerto; allo stesso modo le
chiese demarcano la religione separandola dal mondo reale. La cultura occidentale fa fatica ad
accettare che le società non occidentali non sempre lega l’arte alla religione.
14.1.2 - INDIVIDUARE L’ARTE
Un modo per individuare l’arte può essere quello di considerare la sua collocazione (musei , sale da
concerto, teatri; le aree tribali possono avere anche loro delle aree particolari). Stabilire i confini tra
ciò che è arte e ciò che non lo è difficile. Maquet opera una distinzione tra “arte per
trasformazione” e “arte per destinazione”, ossia quella creata e voluta per essere arte (ad es. una
macchina da scrivere Olivetti, esposta al museo rientra nella 1^ categoria). Non dobbiamo applicare
i nostri standard artistici ai prodotti di altre culture; non sempre la cultura è arte ( i Kalabari della
Nigeria creano sculture in legno che fanno da “case” per gli spiriti; in questo caso la scultura è un
mezzo per ingannare le forze spirituali; ha scopi religiosi e non artistici).
14.1.3 - ARTE E INDIVIDUALITÀ
Gli studiosi di arte non occidentale tendono a concentrarsi sulla natura sociale e sul contesto nel
quale viene prodotta; l’impressione che ne deriva è che l’arte sia una produzione collettiva. Paul
Bohannan (1971) studiando i Tiv della Nigeria è giunto a conclusione di concentrarsi meno sugli
artisti e più sui critici d’arte e sui prodotti; in questa comunità spesso capitava che l’artista
modificasse un’opera su suggerimento del critico. Si discute in quale misura l’opera possa essere
disgiunta dall’artista che l’ha creata, secondo Hapaala gli artisti e le opere non possono essere
disgiunti. E’ però vero che una cosa bella può arrecare piacere per sempre anche quando non
sappiamo chi l’ha creata.
14.1.4 - IL LAVORO DELL’ARTISTA
Alcuni considerano l’arte come una forma di libertà espressiva, di dare libero sfogo
all’immaginazione e al bisogno umano; è pero vero che per l’artista l’arte è un lavoro e nelle società
statali in particolare gli artisti sono specialisti, ossia professionisti che hanno scelto una carriera da
artisti, scrittori, ecc. La completezza delle opere d’arte varia a seconda delle società; gli standard
possono essere mantenuti in via informale all’interno della società o essere formalizzati da critici
d’arte; alcune società premiano l’innovazione e la rottura col passato, altre il conformismo e le
tecniche tradizionali.
14.2 - ARTE, SOCIETÀ E CULTURA
I primi artisti al mondo occuparono 70000 anni fa la Caverna di Blombos, nel Sudafrica, erano antichi
africani in grado di trasformare le ossa in utensili e punte per le armi e di intagliare manufatti con segni
simbolici, manifestazioni del pensiero astratto. In Europa l’arte risale a 30000 anni fa, al periodo dell’
Alto Paleolitico. In generale l’arte è più pubblica di quanto lo siano i dipinti rupestri e viene esibita,
valutata e rappresentata in una società e ha un pubblico e degli spettatori, l’artista non crea solo per
sé.
14.2.1 - L’ETNOMUSICOLOGIA
È lo studio comparativo delle musiche nel mondo e della musica come aspetto della cultura e della
società; unisce musica ( analizzando la musica e gli strumenti ) e l’antropologia (considerando la
musica come un modo per esplorare le culture). Vengono studiate musica folk, non occidentale,
tradizionale, ecc, ciò richiede un lavoro diretto sul campo. Visto che la musica è considerata un
universale culturale è stato affermato che la predisposizione per la musica potrebbe avere basi
genetiche (a prova di ciò il piffero di Divje babe esisteva 43000 anni fa, e la musica è esistita in tutte
le culture). Trehub ha rilevato somiglianze nel modo in cui le madri nelle varie parti del mondo
cantino per far addormentare i loro figli, in modo lento e una melodia caratteristica; ciò per lei ha
funzione adattiva: in questo modo i bimbi sono più tranquilli, meno possibilità d’essere maltrattati
e maggiore possibilità di sopravvivenza. Altra funzione adattiva risiede nel fatto che la musica sia
funzionale alla socializzazione. Merriam ha individuato 3 caratteristiche che deve avere la musica:
interessa gli umani, i suoi sono organizzati e deve essere continua. Lockwood ha studiato che in un
villaggio della Bosnia, per le donne, il canto, segnava la transizione da una fase di età all’altra ( da
ragazza a vergine – canto in pubblico; da vergine a moglie-canto in privato; da moglie a donna
anziana-assenza di canto). Altra occasione per suonare e cantare erano i prelos, testualmente
“riunione per la filatura”.
14.2.2 - LE RAPPRESENTAZIONI DELL’ARTE E DELLA CULTURA
Il messaggio non voluto è che i popoli non occidentali spendono gran parte del loro tempo a
indossare vestiti colorati, a cantare, a danzare, praticare riti religiosi, immagini che riportano la
cultura a qualcosa di poco serio e non ha qualcosa che vivono quotidianamente.
14.2.3 - ARTE E COMUNICAZIONE
Nella società odierna l’arte funge anche da forma di comunicazione tra l’artista e la comunità
(pubblico); talvolta ci sono anche degli intermediari (attori ad ec.). L’opera può essere percepita in
modo vario dal pubblico e l’arte può trasmettere diversi tipi di messaggi (lezione morale ad es.).Può
indurre la catarsi (un sollievo emotivo, farci ridere, piangere, ecc. Può avere funzione mnemonica
(fare si che si ricordino persone o eventi alle cerimonie).
14.2.4 - ARTE E POLITICA
L’arte può essere pro sociale, cioè esprimere o contestare il modo di pensare e gli standard della
comunità, entrando nell’agone politico.
14.2.5 - LA TRASMISSIONE CULTURALE DELLE ARTI
Poiché l’arte fa parte della natura il suo apprezzamento dipende dal retroterra culturale, è pertanto
necessario per apprezzare l’arte essere a conoscenza del processo d’inculturazione della società; le
diverse culture infatti hanno messo in pratica i principi universali dell’espressione artistica in modi
diversi. McAllester studiando la musica dei Navajo ha ricavato informazioni anche sulla loro stessa
cultura: l’individualismo, per cui spetta al singolo individuo decidere cosa fare con la sua proprietà;
al conservatorismo, essi infatti consideravano la musica straniera pericolosa; inoltre doveva essere
appropriata dal punto di vista formale. L’umorismo è una forma d’arte verbale e anch’essa può
variare dal contesto culturale e ciò che può divertire una cultura può non divertirne un’altra. Le arti,
intese come professioni, possono essere trasmesse all’interno delle famiglie. In molte società i miti,
le leggende, le favole e l’arte dei cantastorie svolgono il ruolo di trasmissione della cultura e
mantenimento della tradizione.
14.2.6 - LA CARRIERA ARTISTICA
Nelle società non industrializzate gli specialisti tendono a essere degli specialisti non a tempo pieno;
al contrario nelle società industrializzate dove vi sono molte carriere distinte e la società è più
complessa si ha la possibilità di praticare l’arte a tempo pieno. Gli artisti necessitano di un sostegno
se vogliono dedicarsi a tempo pieno all’attività creativa (lo possono trovare nelle famiglie, nei
lingnaggi, nei mecenati nel caso delle società statali, dallo Stato e dalla Chiesa; in questo senso si
discute se in tal caso la “libera” espressione dell’artista, debitore, sia compromessa o limitata).<