Riassunto esame Antropologia culturale, prof. Quaranta, libro consigliato Modernità in Polvere, Appadurai
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Ideologia: specifica visione del mondo appoggiata da chi ha il potere, che serve a giustificare
l'assetto sociale cui sono sottoposte le persone. Tutte le altre visioni del mondo sono censurate o
sminuite.
es. Antropologia applicata non aveva un approcio critico nei confronto delle situazioni in cui agiva:
non metteva in discussione i principi della propria civiltà d'origine, ma solo di quella ospite
(egemonia).
Poi si passa da egemonia a ideologia: antropologi applicati iniziano a fare autocritica.
Ad "antropologia applicata" si preferisce "antropologia pubblica".
14. Antropologia pubblica
Occuparsi di questioni di interesse dei pubblici cittadini, interpellare il punto di vista del nativo, non
fare progetti di aiuto ritenute utili a priori.
es. farmaci immunosoppressori e traffico di organi
es. intervento di Paul Farmer nella questione AIDS (no campagne di informazione, ma agire per
rendere consci i locali delle forme di violenza strutturale).
Coinvolgimento dei locali: passaggio fondamentale dell'antropologia pubblica per capire i reali
interessi e bisogni. Interpellare le singole biografie per scoprire dove risiede la violenza strutturale.
15. Modalità di ricerca dell'antropologia
1. Fine '800, teorie dell'evoluzionismo: "antropologi da tavolino", statici. Classificavano le varie
società in base al tipo di organizzazione sociale di ciascuna, dando per scontato che esistesse
un'unico percorso evolutivo e che le società occidentali ne rappresentassero lo stadio più evoluto
(evoluzionismo culturale unilineare)
2. E.B.Tylor, antropologo evoluzionista: classificare le società a seconda del tipo di religione
adottata:
- prima fase: civiltà con concezioni animistiche
- seconda fase: civiltà politeiste
- terza fase: civiltà monoteiste
Cerca di comprendere il fenomeno religioso cercandone l'origine.
Critiche:
- la comprensione di un fenomeno non coincide con la sua origine, ma con il significato che
assume in ciascun partiolare contesto
- scorretto comparare civiltà lontane nel tempo e nello spazio
- metodo di raccolta dati affidato a non esperti (es. missionari, amministratori coloniali, ...)
3. Anni '20, metodo scientifico, B. Malinowski, ricerca nelle Isole Trobriand, "Argonauti del
Pacifico Occidentale".
Teorizza il metodo della ricerca sul campo e dell'osservazione patecipante: bisogna vivere tra i
locali, parlare con loro, vivere come loro per un lasso di tempo sufficientemente lungo, scoprire il
punto di vista del nativo.
Monografia etnografica: nuovo genere letterario, stile descrittivo, scrittura con ambizione di
obiettività e neutralità, l'etnografo cerca di nascondersi e non far trapelare i propri commenti e il
proprio punto di vista: "antropologia positivista".
4. Anni '60 - '70: critica all'atteggiamento positivista
Malinowski non teneva conto che:
- l'antropologo non può essere un osservatore passivo e oggettivo di una realtà immutabile
- l'antropologo viene a conoscenza solo di una parte della società, a seconda degli informatori con
cui parla
Serve invece:
- Posizionamento degli attori (e dell'antropologo stesso)
- Più ampi contesti di ricerca (evitare colonie della madrepatria)
- Scrittura meno statica e deterministica, ma più "umile"
5. Anni '70: svolta autoriflessiva, C. Geertz
- Ricerca sul campo diventa una "Co-costruzione", incontro interculturale, creazione di cultura
- L'etnografo è anch'esso un attore culturale che influisce nell'esperienza sul campo
- Scrittura dialogica: l'etnografo interpreta l'interpretazione del mondo della società che studia
- "Osservazione partecipante" di B.M. diventa: Osservazione-Interpretazione, Partecipante-
Esperienza
- Etnografia: pratica culturale, produzione di significati tra attori con punti di vista diversi (etnografo
e locali)
- Etnocentrismo critico: riconoscere che l'etnografo userà le proprie categotie culturali
(etnocentrismo) per dar conto del punto di vista altrui.
- Posizionamento dei dialoghi culturali: tener conto della condizione sociale dell'informatore.
- Collocare le realtà studiate in contesti globali.
- Tener conto dei contesti politici e limiti burocratici per la pubblicazione di un'etnografia
(etnografo fa scelte poetiche, ma anche etico-politiche).
16. Antropologia come forma di critica sociale
"Writing cultures" di Clifford and Marcus
"Anthropology as cultural critique" di Marcus and Fischer
Studiando le pratiche culturali altrui, si getta luce anche sulle proprie. Antropologia crea
defamiliarizzazione, spaesamento: nuovo punto di vista sulle proprie abitudini che prima erano
date per scontate. "Modernità in polvere" Arjun Appadurai
Antropologo Usa, nato in India nel 1949.
E' fondamentale considerare:
- Apertura globale esistente dal 1500 in avanti
- Processi migratori e comunicazioni di massa (analisi dell'efficacia dei metodi di ricerca
dell'antropologia classica)
- Continuo flusso di persone e cambiamenti (come Balandier "le società sono cantieri sempre
aperti") Parte I
1. Problematizzazione del concetto di cultura (pag.27)
Cultura: non è a suo agio con il sostantivo perchè indica un mondo chiuso, determinato
Culturale: l'aggettivo è preferibile perchè valorizza le differenze e il cambiamento, evita il
determinismo e la reificazione
"Incessante dialogo tra aspirazioni e tradizioni sedimentate" cit.
2. Riflessione sul globale
Si pensava che globalizzazione avrebbe portato ad un'omogenizzazione delle società, creazione
di società tutte simili all'Occidente.
In realtà globalizzazione produce eterogenizzazione: le stesse sostanze circolano globalmente
ma si distribuiscono in modo disomogeneo ed inaspettato.
Globalizzazione unisce le persone, crea legami e scambi: quindi inevitabilmente produce confronto
e differenze.
3. Flussi
Etnorama: panorama di individui o gruppi in movimento. Migrazioni di massa stanno ridefinendo i
concetti di identità e appartenenza (comunità o famiglie diasporiche, richiedenti asilo, ...).
Mediorama: flusso di prodotti, beni ed informazioni che circolano lungo le comunicazioni di massa.
Tecnorama: flusso delle tecnologie che rendono possibili nuove forme di interazioni sociali e di
esperienza storica del mondo.
Finanziorama: flusso di denaro e capitali che hanno influenze globali.
Ideorama: flusso di idee, concezioni ed interpretazioni del mondo.
Questi cinque assi sono intrecciati e provocano deterritorializzazione delle forme culturali. Per
comprendere bisogna dunque partire dall'analisi del locale per poi collocarlo all'interno di un
contesto globale (consiglia etnografia multisituata).
4. Immaginazione
Pratica sociale attraverso cui ognuno di noi può immaginare se stesso in una vasta gamma di
esistenze possibili. Grazie al contesto globale ognuno di noi può aspirare ad una vita diversa, ha
più scelte, si proietta da una dimensione locale ad una globale.
5. Immaginario antropologico
A. Appadurai analizza ambito post-coloniale: critica visione della cultura data dall'antropologia
classica.
Forme locali limitano molto la nostra capacità immaginativa (es. fuori dal nostro stato nazione,
locale forma di organizzazione politica, non abbiamo più diritti).
Appadurai immagina un'umanità intera, cosmopolita, progetto comune che, attraverso le forme
locali, si differenzia. Parte II
1. Indigenizzazione del cricket
Epoca coloniale britannica in India: Inglesi vogliono introdurre il cricket per passare una serie di
valori. Cricket era sport di compostezza, pacatezza, sospensione delle divisioni sociali.
In India il cricket viene reinterpretato:
- Divisioni sociali: nascono squadre di cricket su base religiosa
- Media e comunicazioni: enorme giro di soldi ed idolatrizzazione dei giocatori
Cricket diventa fenomeno sociale: conseguenze opposte a quelle cercate dagli inglesi.
Conclusione: il significato di un fenomeno vive nelle pratiche locali.
2. Pratiche di censimento
Inglesi introducono censimento e registrazione delle terre: associano specifici terreni a specifici
gruppi sociali.
Accentuazione delle divisioni interne su base religiosa (prima gli Indiani avevano una
spartizione delle terre molto più flessibile).
Conclusione: modernità coloniale inglese ha posto le basi per un'accentuazione delle divisioni
interne religiose ma non ha automaticamente portato alla violenza che ne è seguita. Attori
sociali, per quanto inseriti in un nuovo contesto di divisione (violenza strutturale) avevano
possibilità di immaginazione, potevano reagire in modi alternativi alla violenza e agli scontri
religiosi.
Modernità non è colpa di tutto, non siamo mai determinati e senza scelta.
Parte III
1. Contesto locale
Logica primordialista: convinzione che i gruppi e le divisioni sociali siano basati su una qualche
logica naturale necessaria.
Logica primordialista sta alla base del moderno concetto di "Stato Nazione": nascita di conflitti nel
momento in cui chi non si riconosce nell'identità nazionale rivendica una nuova identità.
Stato Nazione è un prodotto problematico della modernità perchè segna confini territoriali precisi
in un contesto globale in cui sono presenti moltissimi flussi di persone e non solo.
Pratiche immaginative globali si collocano oltre le logiche nazionaliste.
2. Antropologia politica delle emozioni
Quali sentimenti sono causati dalle logiche identitarie negli attori sociali? Spesso violenza (es.
terroristi disposti a farsi saltare in aria in difesa di una logica identitaria).
Violenza spesso è l'unico canale per affermare la propria dignità identitaria all'interno di uno stato
nazionale.
Appadurai dice che sarebbe possibile portare avanti logiche identitarie, ma non primordialiste; se il
campo d'azione, però, è lo stato nazione, allora non sarà possibile perchè esso per definizione non
ammette più identità al suo interno.
3. "Antropologia cosmopolita"
Osservare i flussi globali da diversi posizionamenti (es. "esportazione della democrazia": come è
vista la democrazia nel mondo? Non per tutti è la migliore forma di governo).
Possibile soluzione di Appadurai: trovare logiche transnazionali che garantiscano pari dignità a
tutte le rivendicazioni identitarie.
A livello istituzionale abbiamo rinunciato ad immaginare forme politiche e sociali che garantiscano
pari dignità a tutte le rivendicazioni identitarie (si delega ad enti di volontariato).
Focus sul saggio "Consumo, durata, storia"
Prima della modernità: pratiche culturali erano influenzate da "taboo" (sessuali, commerciali, ...)
es. Taboo commerciale: se la birra è considerata un bene di lusso, sarà rara la pratica culturale del
"prendersi una birra con gli amici".
Con la modernità: pratiche culturali sono influenzate dalla moda.
La moda crea pratiche culturali, investimento del tempo (es. se andare al cinema è di moda, si
creerà la pratica culturale di spendere del tempo per andare al cinema con gli amici).
Moda: mercificazione del tempo.
Consumo: è una pratica culturale perchè definisce come investire tempo e soldi.
Improvvisazione: variazione di azione all'interno di un repertorio pensabile e probabile dettato
dalla moda (e quindi dalle più comuni pratiche culturali). Improvvisazione è possibile grazie
all'immaginazione.
Pag. 21-22 Cultura - Culturale
Pag. 23 Cultura - Etnicità e Cultura - cultura
Pag. 25 Culturalismo
Pag. 28 Globalizzazione - Produzione del locale
Pag. 29 La fine dello stato-nazione (segue argomentazione etica e poi analitica)
Pag. 35 Domanda centrale: si riuscirà a dar spazio alla crescente eterogeneità senza dover
ancora ricorrere al moderno stato nazionale?
Pag. 44 Immaginazione come pratica sociale
Pag. 46 Disgiuntura tra economia, cultura e politica: introduzione dei cinque flussi globali
Pag. 51 Disgiuntura tra i cinque flussi globali
Pag. 52 Effetti della deterritorializzazione
Pag. 53 Stato e Nazione
Pag. 57 Feticismo della produzione e feticismo del consumatore
Pag. 62 Problemi della riproduzione culturale in una dimensione globale e deterritorializzata
Pag. 64 I flussi globali seguono un rapporto di causa-effetto? Seguono un ordine o schema
preciso? Possiamo prevedere i rapporti tra più flussi?
Pag. 71 Cultural studies: cultura - parola - mondo
Pag. 73 Immaginazione
Pag. 75 Nuova prospettiva etnografica globale
Pag. 90 Consumo: basandosi sulla ripetizione, crea abitudini
Pag. 93 Consumo crea il tempo (esempio sul Natale)
Pag. 96 Società il cui consumo è basato sull'interdizione (Tabù)
Pag. 97 Le rivoluzioni dei consumi: hanno avuto luogo in tempi e modalità diversi, e per
cause diverse
Pag. 100 La "patina" che da' valore agli oggetti e la nostalgia per stili di vita ormai
irrecuperabili
Pag. 103 "Nostalgia immaginata" e "nostalgia del presente"
Pag. 106 Mercificazione del tempo: il tempo libero è il tempo del consumo (distinto dal
tempo lavorativo)
Pag. 109 Consumo: pratica sociale che unisce nostalgia e fantasia
Pag. 111 Il piacere dell'effimero è il motore del moderno consumismo (il corpo incarna
queste pratiche di effimero - mutamenti fisici, impersonificazioni, ...)
Pag. 120 Il cricket in Inghilterra: nasce come sport d'èlite, ma poi cancella differenze di
classe (conta solo l'abilità in campo)
Pag. 121 Cricket come mezzo per esportare valori inglesi nella colonia
Pag. 125 Creazione di classi sociali in India con l'indigenizzazione del cricket
Pag. 127 Creazione di squadre in India su base religiosa
Pag. 129 Nasce nazionalismo indiano (e "India") come necessità degli inglesi di avere un
avversario ufficiale nel cricket
Pag. 130 Radiocronaca in lingue indiane locali: mezzo per l'indigenizzazione
Pag. 133 Alfabetizzazione in India tramite mass media sul cricket
Pag. 139 Decolonizzazione del cricket: oggi in India è uno sport poco sportivo, aggressivo e
basato sui media e il mercato dei giocatori (completamente diverso dai valori
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Calgaro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Bologna - Unibo o del prof Quaranta Ivo.
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