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Viaggio verso Cuiaba e incontro con i Bororo
Post Caduvei, LS si dirige verso Cuiaba, località abitata dai Bororo = viaggio lungo, faticoso, affascinante. Cuiaba è una città fondata nel XVIII sec come piccola stazione di coloni; la campagna circostante sembra un campo di battaglia poiché dilaniata dalla caccia all'oro. Durante il viaggio è possibile imbattersi in Garimpo, cercatori di diamanti; essi si dividono in 2 categorie, avventurieri e fuggiaschi; organizzati in bande, comandanti da capitani, soggetti a precise regole e sempre ben armati, rendono difficile l'accesso a questi luoghi perfino alla polizia. Finalmente arrivato al villaggio Bororo, LS lo trova disabitato: la febbre aveva disperso i sopravvissuti... ciononostante, dopo varie peripezie, si avvistano i primi BORORO.
Buoni selvaggi. Il villaggio è formato da abitazioni fragili ma maestose, costruite con materiali poveri, intrecciati con tecniche locali e rudimentali, a pianta non più ovale ma rettangolare grazie.
all'influenza dei Salesiani. Il villaggio racchiude gli abitanti tutti nudi, con corpi dalle tonalità vive, grazie anche all'uso di pitture e ornamenti di zanne, artigli, piume e fiori... "è proprio come se una civiltà intera aspirasse con tenerezza appassionata alle forme, alle sostanze e ai colori della vita" LS e compagni vengono sistemati nella capanna dello stregone del villaggio; LS viene aiutato da un indigeno che, educato dai Salesiani e inviato perfino a Roma, aveva imparato benissimo il portoghese. Fisicamente i Bororo sono più altri rispetto agli altri indiani del Brasile e hanno una struttura atletica, tratti regolari e vigorosi; le donne sono più piccole e con tratti irregolari. Gli uomini nudi ad eccezione di un cornetto di paglia all'estremità della verga, erano tinti di rosso, portano i capelli lunghi tagliati solo attorno alle orecchie, e tengono braccia e spalle ricoperte di strisce di pelo bianco.
donne invece portano un perizoma di cotone, una cintura rigida di corteccia, in petto una matassa di nastro di cotone finemente intrecciati, fascette di cotone alle caviglie, ai bicipiti e ai polsi. Gli oggetti utilizzati sono ben fatti ma arcaici e scarsi di numero; l'abbigliamento, specie quello degli uomini, è molto curato e vige una particolare attenzione per gli accessori e le acconciature. Le giornate prevedevano numerosi canti, semplici e ridondati, modulati in una lingua bassa, sonora e gutturale, eseguiti dagli uomini anche a scopo rituale, per consacrare e pacificare lo spirito della selvaggina. Le notti erano dedicate alla vita religiosa e si dormiva dal levar del sole fino a mezzogiorno. LS descrive queste melodie (che comprendevano anche l'utilizzo di strumenti musicali) come meravigliose. Le capanne che formavano il villaggio erano 26, disposte a cerchio, con al centro una capanna più grande, la "casa degli uomini", cui le donne sposate non avevano accesso.potevano accedere. Molte altre tribù presentavano org ilvillaggio in maniera similare, poiché tale struttura definisce e scandisce la vita sociale e le pratiche del culto.
Il villaggio è diviso in 2 metà: il gruppo a Nord dei Cera (debole) e quello a Sud dei Tugarè (forte)
Ogni individuo appartiene ad una delle due metà per rapp materno e deve ricercare il proprio coniuge nellametà opposta = principio di reciprocità che regola i matrimoni ma anche la vita sociale del gruppo ingenerale, poiché fra i due gruppi ci deve essere un aiuto \ scambio reciproco costante.
Esiste una seconda ma misteriosa divisione fra la metà del villaggio ad est (a monte) e quella ad ovest (avalle); inoltre la pop è divisa in Clan, gruppi di parentela per linea femminile che portano lo stesso nome ehanno capanne adiacenti o condividono la stessa. Ogni clan comprende sottogruppi (famiglie rosse e nere) iquali pare fossero in origine
suddivisi in 3 gradi: superiore, medio, inferiore.
Ora che si sono quasi estinti, i 200 abitanti scarsi del villaggio non riescono a rappresentare tutte le categorie.
I clan cmq si alleano con i clan dell'altra metà e il capo del villaggio è sempre scelto nella metà Cera; il capo possiede diverse ricchezze anche se in realtà non sono di reale suo possesso.
Ci sono clan poveri e clan ricchi, anche se si tratta di diff modeste, solitamente individuali e dunque passeggeri; ciascun clan possiede un capitale simbolico di miti, tradizioni, danze e funzioni sociali e relnonché tutta una serie di relativi privilegi difesi gelosamente.
I vivi e i morti
La casa degli uomini è sia una specie di laboratorio, dove si svolgono varie attività, sia una specie di tempio, perché qui si preparano i danzatori sacri per le cerimonie che si svolgono lontano dagli occhi delle donne.
es la Roteazione dei Rombi, strumenti musicali di legno che producono
un brontolio sordo attribuito aspiriti visitatori del villaggio, dei quali si ritiene che le donne abbiano paura. Il popolo Bororo è profondamente religioso, con una religiosità infantile. Gli atti di culto si compiono con molta disinvoltura, come se fossero semplici azioni utilitarie. Non si richiede un atteggiamento particolarmente rispettoso, durante le cerimonie si parla e scherza, si beve e si fuma, ci si ferma e si riinizia quando si vuole. Il significato di questa casa va oltre l'essere il centro della vita religiosa e sociale, essa riassume il rapporto tra l'uomo e l'universo, tra il mondo soprannaturale e la società, tra vivi e morti. Dopo aver aperto una parentesi sul rapporto vivi - morti in svariate società, LS spiega le specificità Bororo: la morte per loro non è solo un fattore naturale, ma anche una questione sociologica. Quando muore un indigeno, non vengono lesi solo i suoi prossimi, ma l'intera società. Per questo si organizza una caccia.collettiva, affidata alla metà opposta a quella del defunto, in cui bisogna abbattere un grosso animale le cui parti costituiranno il mori del defunto, cioè il risarcimento per la perdita umana avvenuta. Il cadavere del defunto subisce una doppia inumazione, sotto terra e poi in acqua. Il "uiaddo" capo della caccia, rappresenta nella cerimonia l'anima del defunto e riceve omaggi dalla famiglia del defunto in cambio dei resti del defunto; deve dipingersi di nero per non farsi riconoscere dall'anima malefica responsabile del decesso del morto, la quale si incarna nella selvaggina, offrendosi così come risarcimento, ma rimane comunque carica di odio verso il suo esecutore. Le celebrazioni funebri prevedono una gran varietà di canti e balli, di performance e costumi e durano diverse settimane perché ricoprono più funzioni contemporaneamente. La suddivisione fra morti e vivi si riflette nel caso delle cerimonie funebri nella suddivisione attori/spettatori.uomini \ donne: tutto ciò riflette la dualità presente nei miti e nella struttura sociale del villaggio.La morte è un fatto sociale e naturale; questa natura assassina è in un certo senso umana, essa opera mediante una categoria speciale di anime che dipendono direttamente da lei e non dalla società.
Il Bari (stregone) è colui che, per vocazione, ha l'abilità di entrare in contatto con questi spiriti malefici, cosa che lo rende essenzialmente asociale ma gli conferisce anche dei privilegi: aiuto soprannaturale, facoltà di trasformarsi in bestia, conoscenza delle malattie e doni profetici; egli è il primo a consumare la selvaggina durante le celebrazioni funebri. Altro mediatore spirituale, ma opposto al Bari, è il Padrone della Via delle Anime, il quale è in contatto con spiriti benefici e ha diritto ad offerte e deve rispettare determinate regole nel cibo e nel vestire; le anime gli appaiono in sogno e non si impadroniscono di lui.
In trance, egli le invoca a beneficio di altri. Egli guarisce e si sacrifica per il bene degli uomini, mentre il Bari prevede malattie e morte. Durante le cerimonie funebri egli subisce le carezze di un mostro mitico che rappr l'anima del morto. Le anime degli uomini comuni sono destinate a perdere la propria identità personale per fondersi in un essere collettivo, l'Aroe "società delle anime" = universo dominato da una complessa gerarchia di poteri!! "Noi comprendiamo allora l'apparente paradosso che permette di chiamare "deboli" i cera detentori del potere politico e religioso, e "forti" i tugarè. Questi sono più vicini all'universo fisico e quelli all'universo umano che è tuttavia il più potente fra i due. L'ordine sociale non può identificarsi completamente con la gerarchia cosmica. Anche fra i bororo, non si vince la natura che riconoscendo il suo impero e
rispettandole sue fatalità (...) la rappresentazione che una società fa dei rapporti fra vivi e morti si riduce a uno sforzo per nascondere (...) sul piano del pensiero religioso, le relazioni reali che prevalgono fra i vivi."CAP. 7 - Nambikwara
Il mondo perduto
Post spedizione presso i Bororo, LS ottiene fondi per una impresa più grande, per la quale, oramai esperto, si prepara già in patria, raccogliendo a Parigi oggetti utilizzabili come materiali di scambio (es perline)
Il nuovo obiettivo coincide con il percorrere la parte occidentale dell'antipiano, da Cuiaba al Rio Madeira.
Sulle popolazioni che abitavano quelle zone si avevano varie notizie sommarie, per lo più risalenti a Rondon, il quale fu incaricato di penetrare nell'area per costruirvi una linea telegrafica (linea Rondon)
Un certo Kurt Unkel aveva condotto degli studi presso i Gè del Brasile, superstiti di una cultura piuttosto omogenea; i Gè sidisputavano la costa con i Tupi, i quali sembra fossero discendenti degli Aztechi. LS attraversa la savana sperando di trovare rappresentanti dei Gè ma invano. Egli sottolinea inoltre la presenza di importanti affinità fra tribù americane e dell'Indonesia e della Scandinavia = tre punti trigonometrici della storia precolombiana del Nuovo Mondo. Non si può comprendere l'origine della civiltà americana senza ammettere una intensa attività e comunicazione fra le coste del Pacifico; bisogna correggere l'errata convinzione che l'America sia rimasta esclusa per ben 20.000 anni dal mondo intero... anche se non sapremo mai con precisione cosa sia successo. Al Sertao Nel ricercare notizie sulla linea telegrafica LS torna a Cuiaba, anche se in questo luogo detestano la linea, la quale non ebbe grande fortuna se non nel 1924, quando l'insurrezione di San Paolo contro il governo federale interruppe le comunicazioni di questo con
L'interno: per mezzo del telegrafo Rio rimase in contatto con Cuiaba, poi fu la decadenza, nessuno se ne interessò più. La stazione telegrafica di Cuiaba era stata inoltre attaccata e distrutta da alcuni indiani sconosciuti; anche con i Nambik