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LA RELIGIONE COME SISTEMA CULTURALE

“Ogni religione viva e sana ha una spiccata caratteristica. Il suo potere consiste nel suo

messaggio speciale sorprendente e nella direzione che questa rivelazione imprime nella vita.

Un altro modo in cui vivere è ciò che intendiamo con religione”.

L’analisi antropologica della religione è in uno stato di stagnazione generale. Lavorare a

favore di questa espansione nell’ambito concettuale in cui si svolgono questi studi può

portare in diverse direzioni, ma quella che seguì Geertz è quella che egli stesso definisce la

dimensione culturale dell’analisi religiosa. Il termine “cultura” ha acquisito una certa aura di

cattiva fama nelle cerchie dell’antropologia sociale a causa dei molteplici referenti e la

voluta indeterminatezza con cui lo si è preso troppe volte in causa. Il concetto di cultura

denota un modello di significati trasmesso storicamente, significati incarnati in simboli, un

sistema di concezioni ereditate, espresse in forme simboliche per mezzo di cui gli uomini

comunicano, perpetuano e sviluppano la loro conoscenza e i loro atteggiamenti verso la vita.

I simboli servono a sintetizzare l’inizio/ethos di un popolo. I simboli religiosi esprimono

una coerenza di base tra un particolare stile di vita e una metafisica specifica e in tal modo si

sostengono a vicenda con l’autorità presa a presto l’uni dall’altro. La definizione che Geertz

utilizza per spiegare la religione è:

Un sistema di simboli che opera/funziona

1. stabilendo profondi, diffusi e durevoli stati d’animo e motivazioni negli uomini per

2. mezzo della

formulazione di concetti di un ordine generale dell’esistenza e del

3. rivestimento di questi concetti con un’aura di concretezza tale che

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gli stati d’animo e le motivazioni sembrano assolutamente realistici.

5.

1- Sulla parola “simbolo” grava un carico pesante perché simbolo come cultura è stato usato

riferendosi a una grande varietà di cose. L’insieme di simboli viene nominato “modello” e

nel termine modello sono contenuti due sensi:

senso “di”= si mette in rilievo la manipolazione delle strutture simboliche in modo da

• portarle più o meno in parallelo con i sistemi non simbolici prestabiliti. Sono molto più rari

e tra gli animali viventi si limitano all’uomo.

senso “per”= si mette in rilievo la manipolazione dei sistemi non simbolici nei termini dei

• rapporti espressi in quelli simbolici. Essi si trovano in tutto l’ordine della natura, perché

dovunque vi sia la comunicazione di un modello si richiedono simili programmi. Tra gli

animali, l’apprendimento per imprinting è forse l’esempio più probante perché indica la

presentazione automatica di una appropriata sequenza di comportamento da parte di un

animale modello alla presenza di un animale che apprende.

Questo duplice aspetto distingue i veri simboli dagli altri tipi di forme significative.

2- Nel caso dei simboli e dei sistemi simbolici religiosi questa possibilità di trasformazione

è chiara. La resistenza, il coraggio, l’indipendenza che caratterizzano la ricerca della visione

a cui si dedica l’indiano delle pianure sono le stesse appariscenti virtù con cui cerca di

vivere. Per quanto riguarda le attività religiose due tipi di disposizioni diverse sono indotte

da esse:

• stati d’animo

• motivazioni= tendenza persistente a compiere certi tipi di atti e sperimentare certi tipi di

sentimenti in certi tipi di situazioni.

La differenza più importante tra stati d’animo e motivazioni è che, mentre le seconde sono

qualità vettoriali, le prime sono scalari. Le motivazioni hanno un valore direzionale mentre

gli stati d’animo variano solo per intensità: non vanno da nessuna parte. Sorgono da certe

circostanze ma non sono indirizzate a nessuno scopo. Quando sono presenti sono

totalizzanti: se uno è triste tutti sembrano tetri. Mentre le motivazioni persistono per periodi

di tempo più o meno estesi, gli stati d’animo ricorrono solo con maggiore o minore

frequenza, andando e venendo per ragioni spesso insondabili. La differenza più importante

tra stati d’animo e motivazioni è che le motivazioni sono rese significative in relazione ai

fini verso cui si suppone conducano , mentre gli stati d’animo sono resi significativi in

relazione alle condizioni da cui si ritine e abbiano origine. Interpretiamo le motivazioni nei

termini dei loro esiti, interpretiamo gli stati d’animo nei termini delle loro fonti.

3- I simboli o sistemi simbolici che inducono e definiscono le disposizioni da noi chiamate

religiose e quelli che pongono quelli disposizioni all’interno di una cornice cosmica sono gli

stessi. La sfida empirica alla quale il senso di un particolare modello di vita minaccia di

dissolversi e che è stato maggiormente studiato è la malattia e il lutto. La religione aiuta a

sopportare situazioni di stress emotivo aprendo delle vie di scampo da situazioni che non

offrono nessuna via d’uscita empirica se non col rituale, la credenza nel dominio del

soprannaturale. Sono poche le tradizioni religiose, grandi o piccole, dove non si affermi con

vigore che la vita procura dolore, e in alcune di questo fatto è praticamente glorificato. In

quanto religioso, il problema della sofferenza non è come evitarla, ma come soffrire, come

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fare del dolore fisico, del lutto personale qualcosa di sopportabile e sostenibile: qualcosa di

tollerabile. La malattia viene espulsa col sudore e con il vomito, mentre la salute penetra

all’interno via via che il paziente navajo tocca, per mezzo del guaritore, il sacro dipinto di

sabbia.

Gli uomini sono attivi, consci dei propri diritti, indagatori, avidi di imparare. Tuttavia sono

anche soggetti alla sofferenza ed alla morte, incapaci, ignoranti e poveri. La vita è insicura: i

calcoli umani spesso si dimostrano erronei e gli uomini spesso devono imparare

dall’esperienza che le conseguenze dei propri atti sono diverse da quelle che possono aver

anticipato o considerato eque

4- Che cosa significa credenza in un contesto religioso? di tutti i problemi con cui si scontra

l’antropologia della religione questo è quello che è stato maggiormente evitato e relegato

alla psicologia. Ma il problema non scompare poiché non è puramente psicologico e

nessuna dottrina antropologica delle religione non riesce ad affrontarlo. L’esistenza dello

sconcerto, del dolore e del paradosso morale è una delle cose che spingono gli uomini a

credere negli dei, negli spiriti, nei principi totemici o nell’efficacia spirituale del

cannibalismo. Parlare di prospettiva religiosa significa guardare la vita ed interpretare il

mondo in una maniera particolare. Si giunge quindi alla questione di stabilire, in primo

luogo, che cosa sia la prospettiva religiosa. La prospettiva religiosa differisce da quella del

senso comune per il fatto che si muove al di là delle realtà della vita quotidiana verso realtà

più ampie che le completano. Differisce dal prospettiva scientifica in quanto mette in dubbio

le realtà della vita quotidiana. La sua parola d’ordine è impegno ed incontro.

E’ infatti nel rituale che si genera la convinzione che le concezioni religiose sono valide. E’

una specie di forma cerimoniale che gli stati d’animo e le motivazioni che i simboli sacri

inducono negli uomini si incontrano e si rafforzano con i concetti generali sull’ordine

dell’esistenza che essi formulano per gli uomini. Sono principalmente determinati rituali più

elaborati e pubblici in cui sono coinvolti una vasta gamma di stati d’animo e di motivazioni

da un lato e di concezioni metafisiche dall’altro, che plasmano la coscienza spirituale di un

popolo.

Per i balinesi cadere in trance è varcare la soglia che porta in un altro ordine di esistenza.

coloro che sono caduti in trance, col tempo, cadono in un grande coma.

5-Le disposizioni attivate dai rituali religiosi hanno il loro effetto più importante, da un

punto di vista umano, al di furi dei confini del rituale stesso, poiché esse si ripercuotono

nelle concezioni che gli individui hanno nel mondo dei fatti fornendo loro una coloritura

specifica. La religione è sociologicamente interessante perché descrive come l’ambiente, il

potere politico, la ricchezza e l’affetto personale dà ad esso una forma. La credenza religiosa

è stata presentata come una caratteristica unica di un individuo. Quello a cui credono gli

uomini è vario come ciò che sono e questa affermazione manterrebbe il suo valore anche se

venisse capovolta. Questo carattere sempre particolare dell’impatto dei sistemi religiosi sui

sistemi sociali che rende impossibili valutazioni generiche della religione in termini morali

o funzionali. Anche all’interno della società stessa, ciò che uno apprende sul modello

essenziale della vita da un rito stregonesco o da un pranzo con commensali avrà affetti

alquanto diversi sul funzionamento sociale e psicologico. Le questioni generali, se la

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religione sia buona o cattiva scompare e si resta con valutazioni, giudizi e diagnosi

particolari su casi particolari.

Secondo l’antropologo l’importanza della religione risiede nella sua capacità di funzionare,

per l’individuo o per il gruppo, come una fonte di concezioni generali e tuttavia peculiari

circa il mondo e come fonte di disposizioni mentali radicate. I concetti religiosi si estendono

per fornire una cornice di idee generali nei cui termini si può dare una forma densa di

significato a una vasta gamma di esperienza. Gli stati d’animo e le motivazioni prodotte da

un orientamento religioso gettano una luce riflessa, lunare sui solidi tratti della vita secolare

di un popolo. Il grado con cui i sistemi religiosi stessi si sono sviluppati sembra variare

ampiamente e non su una semplice base evolutiva.

Lo studio antropologico della religione è pertanto un’operazione in due fasi:

analisi del sistema di significati incarnati nei simboli che formano la religione vera e

1. propria

il collegamento di questo sistema ai processi sociali, culturali e psicologici.

2.

Geertz è insoddisfatto perché il culto degli antenati, le feste sacrificali e il culto degli spiriti

sono poco studiati dagli antropologi contemporanei.

IDEOLOGIA COME SISTEMA CULTURALE

La parola ideologia un tempo indicava solo un insieme di proposte politiche. Attualmente

complesso integrato di affermazioni, teorie e scopi che costituiscono un programma

politico-sociale, spesso con implicazioni di propaganda artificiosa. Le principali

caratteristiche d

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A.A. 2016-2017
18 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eliinyan di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Quaranta Ivo.