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5. NEGOZIARE LO SPAZIO DOMESTICO
L’ si fa depositaria di storie e nel contempo le costruisce intrecciandosi con le biografie che
ABITAZIONE
accoglie. La casa contiene pratiche, discorsi particolari ed è la scena di conflitti e negoziazioni spesso
legati alla definizione degli spazi interni da parte dei membri di una famiglia.
Il modo in cui si è deciso di affrontare lo studio vuole riflettere sul concetto di proprietà degli spazi nel
senso dei diritti di esclusività che i membri della famiglia hanno sui diversi ambienti domestici. Ci si
interroga su come gli spazi collettivi ed individuali coesistano e si definiscano reciprocamente, e cosa
porta a definire un luogo come proprietà di un membro piuttosto che di un altro.
Tuttavia, è inopportuno utilizzare il termine statico di “proprietà”. Piuttosto, si usa dire “ ”,
APPROPRIAZIONE
ad indicare il modo in cui i consumatori personalizzano gli oggetti della produzione di massa
(mobilio, oggetti decorativi), integrandoli nel loro stile di vita e nella loro storia familiare.
Attraverso l’etnografia di 8 famiglie romane si vogliono quindi indagare le dinamiche di APPROPRIAZIONE
. In questo senso, è più utile parlare di etnoarcheologia, poiché gli spazi domestici
DEGLI SPAZI DOMESTICI
sono esplorati tenendo conto sia degli attributi fisici degli ambienti che delle interpretazioni che ne
hanno i membri della famiglia. A questo fine sono stati utilizzati i seguenti strumenti:
Audiotour : uno o più membri della famiglia mostrano e descrivono la casa ai ricercatori
Videotour : compiuti personalmente in assenza del ricercatore per mostrare gli spazi più significativi
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Interviste individuali : rivolte alla coppia genitoriale per ricostruire la storia dell'abitazione in
concomitanza con la storia familiare
Il videotour della O (casa ebraica) mostra come la collettività familiare è espressione della
FAMIGLIA LMI
sua appartenenza religiosa (presenza di simboli ebraici come marcatori di identità).
Un estratto della C mostra la madre che si vanta delle tende (luminose) scelte da lei poiché
FAMIGLIA ILO
«rispecchiano il suo carattere (allegro e vivace)».
Il termine “ ” indica la personalizzazione uniforme dell’intero spazio
APPROPRIAZIONE PREDOMINANTE
abitativo da parte di un singolo membro della famiglia, e denota una sorta di identificazione fra
l’intero spazio abitativo e un singolo membro della famiglia. L’abitazione diventa il riflesso delle
scelte, delle ideologie e del modo di essere di una sola persona.
Il padre della C , ad esempio, è architetto e concepisce la casa come sua estensione. Egli
FAMIGLIA ALI
ha curato personalmente il progetto della ristrutturazione, in modo talmente accurato che sente “propria”
l’organizzazione degli spazi. Il forte attaccamento agli spazi domestici indica come il padre Cali cerchi di
rappresentare la propria identità nell’organizzazione e nello stile dello spazio familiare.
I sono appropriazioni occulte, meno evidenti, transitorie, costruite dalle azioni
CONFINI VOLATILI
piuttosto che date dai luoghi.
Un estratto della R mostra una conversazione fra il padre e il figlio Leonardo riguardo il
FAMIGLIA IPE
posizionamento di un dirigibile realizzato da quest’ultimo. Alla fine, il padre opta per collocare il
dirigibile nella cameretta di Leonardo, il quanto questo è il luogo che gli è ufficialmente
riconosciuto.
5.1 - CONQUISTA DELLA TERRAZZA
È un’azione che riguarda la R , in particolare il padre. Questi inizia il videotour della casa
FAMIGLIA IPE
partendo dal terrazzo, e spiegando come questo sia di proprietà condominiale, ma anche come se ne
sia potuto appropriare attraverso un bluff: chiedendo l’autorizzazione a mettere delle piante.
Il padre si ritrae come un abile stratega, tattico, compiaciuto dell’obiettivo raggiunto, ma al contempo
delinea una “cornice legittimante” al suo comportamento: spiega cioè l’importanza che lo spazio
aperto, verde, assume in quanto evocatore della sua infanzia, del legame con la famiglia d’origine.
Il tentativo di realizzare una necessità inappagata (possedere uno spazio esterno) rientra nel desiderio
dei coniugi Ripe di concretizzare nella realtà un’immagine ideale di famiglia. Dai racconti della madre si
evince come la loro casa di campagna e il suo grande spazio verde sia una sorta di luogo mitico della
famiglia. Per questi motivi l’enfasi posta dal padre su ciò che effettivamente non possiede (il terrazzo
condominiale) è così significativa da segnare l’inizio del suo videotour della casa.
5.2 - REGNO ED ESILIO
Il termine “ ” è una categoria usata per parlare dei luoghi della casa: il significato del termine è
REGNO
quello che vede un’attribuzione netta ed esclusiva di un luogo ad un individuo e al suo controllo.
Per “ ” si intende invece un allontanamento forzato o volontario dal proprio regno.
ESILIO
Il videotour del padre della G contiene 3 esempi di categorie regno/esilio:
FAMIGLIA ITI
1) Racconta che il suo «luogo di riferimento» della casa è il soggiorno
2) Racconta come la stanza di Elena sia il suo «dominio incontrastato»
3) Racconta di come gli manchi un suo «pezzo di casa» per scrivere o leggere in privato (dispone solo di
un punto di riferimento, il soggiorno, che non è suo poiché condiviso con gli altri membri della famiglia)
La madre, invece, parla della cucina non definendola il suo “regno”, come farebbe il marito. Ciò perché
non è un regno “auto-attribuito”, ma frutto di un esilio: poiché nel salotto v’è il marito che guarda le
partite, la cucina è divenuta per lei un rifugio da un esilio forzato.
È in questo modo che si costruiscono nuovi regni: a ridosso degli esili.
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6. PRATICHE DI PULIZIA
L' e la sono tra i temi chiave della socializzazione familiare, un
IGIENE PERSONALE PULIZIA DOMESTICA
insieme di pratiche in cui si incrociano esigenze educative e organizzative della vita familiare. Le
sono un marcatore fondamentale dell’ambiente familiare e delle identità culturali.
PRATICHE DI PULIZIA
La ricerca, che ha comparato le videoregistrazioni di 8 famiglie americane e italiane, si è occupata di
analizzare come le ideologie, i valori comunitari e gli stili culturali si riproducono e si modificano
all’interno del contesto familiare. A tal fine, l’attenzione si è incentrata sull’importanza sociale attribuita
all’azione verbale o non-verbale, a come e quanto tempo i genitori si dedicano alle attività di pulizia
domestica e il livello di autonomia e responsabilità attribuito ai figli.
Nel caso della (rifare il letto), i genitori possono avere 2 priorità:
PULIZIA DELLA CASA
1. Essere attenti allo sviluppo di autonomia dei bambini, incoraggiandoli, sminuendo le difficoltà del
compito e valutando positivamente qualunque risultato
2. Essere più orientati al risultato, svolgendo il compito al posto del figlio
Nel caso dell’ (doccia, pulizia dei denti), il livello di attenzione è più alto in tutti i casi: i
IGIENE PERSONALE
genitori mostrano rispetto per il corpo e per l’autonomia del bambino sin da quando è piccolo.
In generale, dalle comparazioni risulta evidente come i genitori assumano 2 comportamenti distinti:
• Intrudere negli spazi dei loro figli svolgendo il compito al posto loro, quindi restringendo la
sfera decisionale e di responsabilità dei figli (famiglia Giti, famiglia Ripe)
• Limitando il loro campo d’azione, per consolidare l’autonomia e l’agency dei propri figli (famiglia
Anderson, famiglia Morgenstern, famiglia Baker)
7. SOCIALITÀ PATERNA
La concezione del padre è tutt’altro che universale: nonostante la sua presenza venga ovunque
accertata all’interno dei vari sistemi sociali, gli attributi sociali e i modelli affettivi legati alla sua figura
variano notevolmente nelle differenti culture.
I T (Nuova Guinea), oggetto di indagine di Malinowski, possiedono una società matrilineare
ROBRIANDESI
(regole di discendenza che passano per linea materna). Pertanto, la condizione del figlio è precisata in
quanto figlio di sua madre. Gli indigeni di questa società ignorano la figura del padre “biologico”, e cioè
l'importanza dell'uomo nel concepimento dei bambini (i figli vengono deposti dallo spirito di un antenato
materno sulla testa della donna o nel suo utero). Il termine “padre” ha un’accezione esclusivamente
sociale: definisce solo l'uomo sposato con la madre, colui che abita nella sua stessa casa.
Nonostante la “paternità fisiologica” sembri del tutto sconosciuta, la paternità sociale viene distinta in 2
ruoli: affettivo e autorevole (disciplina). Sebbene la società borghese non concepisca questa strana
concezione della paternità, tendendo ad unire la figura affettiva e autorevole in una singola persona,
sembra comunque avere dei vantaggi intermini di integrazione sociale e salute mentale.
Nella società dei M (Alto Volta), oggetto di studio di Skinner, si mantiene questa divisione della
OSSI
socialità paterna nei ruoli affettivo e autorevole. Essendo una società patriarcale e patrilineare,
tuttavia, attribuisce importanza al ruolo del partner maschile nel concepimento, grazie alla quale il
padre assume una totale autorità sui figli e sui loro beni.
Il caso della società mossi risulta quasi la copia rovesciata dell’organizzazione familiare dei trobiandesi.
Nella specie umana, la sembra quindi comprendere 3 funzioni diverse e distinte:
PATERNITÀ
⇒ G (biologico) : all’interno delle società tradizionali, l’attività sessuale maschile, ovvero la figura
ENITORE
del genitore biologico, appare spesso svincolata dalla gestione sociale e affettiva dei figli.
L’irrilevanza sociale non implica tuttavia il misconoscimento del rapporto di filiazione. Ne è un
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esempio la credenza asiatica comune, secondo cui la struttura ossea del corpo del bambino trae
origine dallo sperma del padre, mentre le parti molli derivano dal sangue e dal latte della madre
⇒ P (protettivo e affettuoso) : questo ruolo ha profonde radici filogenetiche. La specie umana è
APÀ
caratterizzata da neotenia (immaturità dei piccoli quando vengono al mondo). La gestazione e il
parto espongono la donna a molteplici rischi. La sicurezza del piccolo, nonché il successo della
specie, richiedevano che alla madre fosse assicurata protezione dal marito: per questo motivo,
abbondano i res