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PARTE SETTIMA - DIMENSIONE RELIGIOSA, ESPERIENZA RITUALE.

1- Concetti e culti.

1.1 - Cos'è la religione?

La nozione di "religione" sembra rinviare a un complesso di credenze che si fondano

da un lato su dogmi e dall'altro su riti, cerimonie e liturgie ( spesso realizzati da degli

“specialisti”, come i sacerdoti e praticati in luoghi particolari) che hanno lo scopo di

avvicinare i fedeli a delle entità sovrannaturali.

Tuttavia non tutte le religioni sono riconducibili alle stesse caratteristiche.

In linea generale, una religione potrebbe essere definita come un "complesso più o meno coerente

di pratiche (riti e osservanza dei precetti) e di rappresentazioni (credenze) che riguardano i fini ultimi e le preoccupazioni estreme di una

società di cui si fa garante una forza superiore dell'essere umano".

Questa definizione tocca due dimensioni: quella del significato e quello del potere. La

dimensione del significato sta nei valori che esprimono i "fini ultimi" e le

"preoccupazioni estreme" di una società; La dimensione del potere, risiede nell'idea

che vi sia qualcosa o qualcuno che ha l'autorità incondizionata di sanzionare tali valori

e che di solito è identificato con un ente soprannaturale che si manifesta direttamente

oppure tramite i suoi "rappresentante" umani.

In quanto orticola idee concetti relativi ai valori di un gruppo, la religione è il compito

di spiegare l'importanza dei valori stessi, di affermarli e di ribadirli: in questo senso,

svolge una funzione integrativa. Al tempo stesso, poiché pretende di difendere la

verità di Tali valori, la religione riveste anche una funzione protettiva delle certezze

della società, mettendo al riparo gli individui dalle ansie e dalle insicurezze connesse

con la vita personale e collettiva.

La funzione protettiva, si esplica attraverso i simboli, i miti, i riti. I simboli(reliquie,

oggetti, luoghi) veicolano concetti, i quali costituiscono i significati dei simboli; i miti

sono i "racconti" che organizzano i concetti (cioè i singoli) in discorsi dotati di una

propria coerenza;i riti sono le azioni che "mettono in scena" i concetti,li rappresentano

(tramite simboli) a coloro che eseguono un rito e a coloro che vi assistono.

Tipi di culto

1.2 - .

Nel 1976, l'antropologo Wallace propose una tipologia dei tipi di culto che danno

forma alle credenze religiose. Distinse:

I culti individuali:

Sono quelli praticati dal singolo individuo (preghiere, invocazioni, eccitazione di

formula) ma sempre all'interno di un codice religioso culturalmente e socialmente

condiviso di rappresentazioni.

I culti sciamanici:

Sono tipici di società nelle quali il contatto con le Possessione

potenze invisibili è assicurato, oltre che dal culto Il termine indica l'idea che spiriti dei defunti, di

individuale, dall'opera di particolari figure definite eroi, di di vinit a', di anima li , possano

Sciamani, ovvero quei personaggi che detengono un impossessarsi di determinati individui per

parlare ed agire attraverso di essi.

posto particolare nella vita religiosa e rituale della

comunità, dotati della Facoltà di avere visioni del Queste forme di possessione consistono spesso

in "esibizioni "organizzate di soggetti

mondo soprannaturale e spesso associate con il predisposti, che danno luogo a manifestazioni

potere di curare malattie di vario tipo. di perdita del senso del tempo e dello spazio,

sensibilità al dolore e la fatica, manifestazioni

Caratteristica dello sciamano è di essere un individuo sussultorie e scoordinate del corpo.

come tutti gli altri nella vita di tutti giorni e di vestire Il corpo di questi soggetti diventa "ricettacolo"

solo occasionalmente i panni della sua funzione. dell'essere che se ne impossesso, funzionando

Spesso le pratiche sciamaniche sono accompagnate come una specie di ponte tra il mondo degli

umani e quello degli esseri soprannaturali.

da musica e dall'assunzione di sostanze psicotrope

atte provocare stati di tipo allucinatorio.

Durante questi stati di trance, lo sciamano stabilisce un contatto con i poteri

sovrannaturali,dai quali attingere le rivelazioni e le conoscenze per poter operare sui

propri pazienti.

I culti comunitari:

Si tratta di pratiche religiose che prevedono la partecipazione di gruppi di individui

organizzati sulla base di età, sesso, funzione, rango oppure volontaria, che si

riuniscono temporaneamente. I gruppi possono avvalersi di sciamani, gruppi di danza,

suonatori e spesso questi culti sono praticati con fini terapeutici. Anche i culti praticati

dagli appartenenti alle società segrete possono essere Considerate dei culti comunitari

Mi sono anche culti comunitari la cui partecipazione è basata sul genere (culti da

donne a determinate figure di santi).

Il totemismo:

È un tipo speciale di culto comunitario. Il termine totem deriva dall'espressione

ototeman, che significa "egli fa parte della mia parentela".È considerata da alcuni

come una delle prime forme di religione. In realtà, in

TABU uno studio di Levi-Strauss del 1962, dimostrò che il

Con questa parola di origine polinesiano, gli totemismo era un modo di classificare i gruppi e

antropologi hanno chiama to t utt e le individui basato sul repertorio delle specie animali e

proibizioni relative a esseri animati o cose

speciali. Tutte le religioni prevedono oggetti, vegetali.

esseri animati o persone tabù. I culti ecclesiastici:

Secondo roger keesing, Antropologo Sono quelli che prevedono l'esistenza di gruppi di

australiano, la traduzione più coerente sarebbe

quella di "off-limit", "divieto di ingresso". individui specializzati nel culto (come sacerdoti).

Qualcosa che tabù implica inevitabilmente: Le varie chiese cristiane possiedono queste

caratteristiche e, anche se l'Islam non conosce

1) un agente; gerarchie ecclesiastiche, anche presso i musulmani

2) una prospettiva ; esistono individui che si dedicano esclusivamente al

3) un contesto. culto.

Qualcosa e' tabù solo se qualche agente la E colti ecclesiastici e comprendono religioni in

definisce come tale; questo agente può essere un possesso di testi quasi sempre scritti, che vengono

dio, gli antenati,un capo; qualcosa è tabù solo a

partire da una determinata prospettiva: ciò che tramandati in luoghi speciali come scuole, seminari,

off limits per una persona, Può essere permesso istituti nei quali la classe sacerdotale si riproduce.

per un'altra persona o categorie di persone.

2 - Simboli e riti.

I simboli sacri e la loro efficacia

2.1 -

Alla base di ogni rappresentazione religiosa, vi sono dei simboli sacri che "significano

"dei concetti che rinviano i valori fondamentali ultimi di una società.

Emile Durkheim definì Nel 1912 le cose sacre come separate e interdette: separate da

quelle profane e vietate che non è "consacrato". Secondo Durkheim, le cose sacre

sono quelle che suscitano negli esseri umani rispetto e timore referenziale, al punto da

essere concepite come pericolose per chiunque si avvicini senza essersi posto

preventivamente nella condizione appropriata per farlo.

I simboli sacri agiscono su coloro che le percepiscono mettendoli nella condizione di

predisporsi a un'azione o suscitando il loro un particolare stato d'animo. Agendo in tal

modo, i simboli sacri producono, nell'anima di chi ne riconosce il significato, un'idea

rappacificante di ordine che non è di tipo sistematico ma rappresenta la certezza che,

nonostante il mondo si presenti sotto forma di un caotico insieme di eventi

imprevedibili, vi è pur sempre una realtà sicura, vera e immutabile alla quale costoro

possono affidarsi. In questo senso, i simboli sacri consentono alle alla religione di

svolgere la sua duplice funzione, integrativa e protettiva.

Ma come fanno i simboli a diventare sacri per gli esseri umani?

Molti anni fa, l'antropologo statunitense Robert lui scrisse "quando un cristiano reagisce in una data

maniera alla percezione della croce, è chiaro che ciò non è dovuto a una particolarità soggettiva e non siamo di fronte a una

caratteristica dell'umanità in generale. Il pensiero individuale, i sentimenti sono codeterminati da influenze sociali”.

Secondo queste parole, un oggetto come la croce ha un significato completamente

diverso per un cristiano, un musulmano e un buddista: per il cristiano è un simbolo

sacro, per musulmani e buddisti è un simbolo sacro per cristiani. Perchè un simbolo

sia riconoscibile come sacro bisogna che la sua sacralità si imponga alla sensibilità e

alla mente dei soggetti e ciò non può verificarsi che a una condizione: gli esseri

umani, per poter riconoscere il carattere sacro di un simbolo, devono essere stati

"addestrati "riconoscerlo come tale e tale addestramento si realizza attraverso i riti.

I riti della religione

2.2 -

Un rito può essere inteso come un complesso di azioni, parole, gesti la cui sequenza è

prestabilita da una formula fissa. Attraverso il rito, vengono evocati dei simboli che

svelano il loro carattere sacro ai partecipanti e sono spesso officiati da personaggi

speciali e in qualche modo dotati di autorità: è nel compimento del rituale che questa

autorità si impone alla mente dei partecipanti.

I riti sono ciò che rende evidenti le verità della religione, ossia i valori, i fini ultimi,

l'ordine del cosmo e della società e potrebbero essere intesi come degli atti aventi

come fine quello di “rassicurare” gli individui di fronte alle incertezze e le tensioni

dell'esistenza.

La varietà dei riti

2.3 - .

Vi sono dei riti che si distinguono per alcune caratteristiche particolari:

Riti di passaggio:

Furono definiti così da Arnold Van Gennep.

Sono quei riti che sanzionano pubblicamente il passaggio di un individuo da una

condizione sociale o spirituale ad un'altra: battesimi, circoncisione rituale, matrimoni,

funerali, insediamenti, ecc.

Gennep, distinse tre fasi all'interno di ogni rito di passaggio, ciascuna caratterizzata

da rituali specifici: separazione (riti preliminari), margine (riti liminare) e

aggregazione (riti post liminare), attribuendo la massima importanza a quella

centrale, poiché essa è espressamente dedicata al controllo della fase più incerte

delicata del "passaggio". La fase di margine viene infatti dopo il distacco di un

individuo dalla sua condizione precedente e prima di quella in cui l'individuo assumerà

una nuova entità sociale.

I rituali funerari:

La morte e ovunque un evento di rompente drammatico e, pos

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Publisher
A.A. 2017-2018
56 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mir.romano85 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Natali Cristiana.