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ORIZZONTE TEMPORALE

Nel brevissimo periodo le aziende non sono in grado di aumentare la quantità offerta; per cui sale il prezzo ma non cambia la quantità offerta. η=0. (rigida)

Breve-medio periodo: la quantità offerta di poco; si determina una nuova quantità offerta. 0<η<1. All'aumento dell'1% di prezzo corrisponde un aumento dell'1% della quantità offerta.

Lungo periodo: l'offerta è molto elastica, sia perché la produzione può essere modificata, sia perché possono subentrare nuove imprese. Inoltre le imprese possono riorganizzare tutti i fattori produttivi. η>1. All'aumento dell'1% di prezzo corrisponde un aumento >1% di quantità offerta.

VARIAZIONE DI QUANTITA DOMANDATA DI UN BENE A SEGUITO DELLA VARIAZIONE DEL PREZZO DI UN ALTRO BENE

ELASTICITA INCROCIATA

Misura la variazione percentuale della quantità domandata di un bene in seguito ad una

Variazione percentuale unitaria del prezzo di un altro bene. (misura la sensibilità di quantità domandata di un bene alla variazione del prezzo di un altro bene) La domanda di mercato, oltre che dal prezzo del bene e dal reddito dei consumatori, dipende anche dai prezzi dei beni ad esso correlati.

Determinanti dell'elasticità incrociata della domanda

Tipo di rapporto tra i due beni considerati:

  • È positiva per beni sostituti nel consumo o nella produzione di un altro bene
  • È negativa per beni complementi
  • È positiva tra prezzo del prodotto (es. formaggio) e quantità domandata di fattore produttivo (es. latte)

Elasticità incrociata ed effetto reddito associato alla variazione del prezzo

Consideriamo due beni indipendenti nelle scelte di consumo del consumatore (mele e libri):

  1. Se aumenta il prezzo delle mele, consumerò meno mele
  2. Se la domanda di mele però, nel punto di

equilibrio è anelastica, la mia spesa per acquistare mele aumenterà3. Poiché il mio reddito monetario non è variato, ciò determina una riduzione del reddito a mio disposizione per l'acquisto degli altri beni4. Se i libri sono un bene "normale", il mio consumo di libri diminuirà5. L'elasticità della domanda di libri al prezzo delle mele sarà negativa, anche se i due beni non si consumano assieme (non sono complementari al consumo)

Esempio VAR. DOMANDA AL VARIARE DEL PREZZO

ESEMPIO VAR DOMANDA AL VARIARE DEL REDDITO

ESEMPIO OFFERTA AL VARIARE DEL PREZZO

ESEMPIO ESERCIZIO ELASTICITA INCROCIATA DELLA DOMANDA

produzione, costi, ricavi, profitti

PRODUZIONE, COSTI, RICAVI, PROFITTI

LA TEORIA ECONOMICA

Massimizzazione del profitto: Il profitto è dato dalla differenza tra il ricavo totale e il costo totale di produzione.

RT = ricavi totali

CT = costi totali

CF = costi fissi

CV = costi variabili

CmedV = costo medio

La funzione di produzione è la relazione tecnica che lega le quantità di input utilizzate alla quantità massima di output ottenibile. La formula generale è Q = f(x1, x2, ..., xn), dove Q è la quantità di output (prodotto ottenuto) e le x sono le quantità di input (fattori produttivi) utilizzate. Per gli input è possibile distinguere tra: - Fattori di produzione fissi: input la cui quantità non può essere variata nel periodo di tempo considerato. - Fattori di produzione variabili: input la cui quantità può essere variata nel periodo di tempo considerato. La distinzione tra breve e lungo periodo è la seguente: - Breve periodo: è un lasso di tempo sufficientemente breve in cui almeno un fattore di produzione è fisso. - Lungo periodo: è un lasso di tempo sufficientemente lungo perché tutti gli input possano essere variati (tutti i fattori di produzione sono variabili). Nel caso di una funzione di produzione con un solo input variabile, la formula diventa Q = f(x).utilizzando un'unità in più di input variabile (∆L). Si calcola come la differenza tra la produzione finale (Q finale) e la produzione iniziale (Q iniziale), divisa per la differenza tra la quantità di input finale (L finale) e la quantità di input iniziale (L iniziale). - PML = ∆Q (L)/∆L = (Q finale - Q iniziale)/(L finale - L iniziale) La produttività marginale rappresenta l'incremento di produzione che si ottiene utilizzando un'unità in più di input variabile.

aumentando di un’unità il fattore lavoro. Graficamente: rappresenta la pendenza della tangente nel punto della funzione in cui viene calcolata

Per ∆L0; PMG è la derivata prima del Prodotto Totale (q) rispetto a 1.

Il PMG si attribuisce alla riga dei valori finali.

LEGGE DELLA PRODUTTIVITA MARGINALE DECRESCENTE

Quando quantità crescenti di un fattore variabile sono combinate a quantità fisse (date) di un fattore fisso (output), ad un certo punto (punto di max in grafico) ogni unità addizionale del fattore variabile produrrà un minore output addizionale rispetto all’unità precedente.

RELAZIONE TRA PRODUZIONE TOTALE E PRODUTTIVITA MEDIA E MARGINALE

PMG (produttività marginale): è crescente fino quando la produzione Ltotale aumenta in modo più che proporzionale all’aumento dell’input variabile (pt. A), poi comincia a diminuire fino a diventare negativa (pt. C)

PME (produttività media):

è prima crescente fino ad intersecare la curva della produttività marginale (pt. B) e poi è decrescente. Quando il marginale è maggiore del valore medio, il valore medio aumenta. Quando il valore marginale è minore del valore medio, il valore medio diminuisce. - Tratto A-C: incrementi marginali positivi ma decrescenti - Tratto O-A: incrementi marginali positivi e crescenti - Tratto C-...: incrementi marginali negativi FUNZIONE DI PRODUZIONE CON DUE INPUT VARIABILI NEL LUNGO PERIODO Tutti i fattori produttivi sono variabili (L (lavoro) e K (capitale)) Fissiamo il livello di produzione Q in modo che: 0 = Q(L, K) È possibile rappresentare la funzione nel piano (L, K) attraverso curve di livello dette isoquanti. Isoquanti: curva su cui si trovano le combinazioni di input che permettono di ottenere la stessa quantità di output (sono uguali alle curve di indifferenza) MAPPA DEGLI ISOQUANTI A curve più lontane dall'origine.

corrispondono

livelli di produzione maggiori (q >q >q )2 1 0

Gli isoquanti sono curve decrescenti: per aumentare la

dotazione di un fattore devo diminuire la dotazione

dell’altro per rimanere sullo stesso livello di

produzione

Non si intersecano tra loro

Sono curve convesse

SAGGIO TECNICO MARGINALE DI SOSTITUZIONE

Indica quanto deve aumentare la quantità utilizzata di un input nel caso di una riduzione unitaria della quantità

utilizzata dell’altro input se si vuole mantenere costante il livello di produzione.

È pari, in valore assoluto, al rapporto tra le produttività marginali dei due input.

Il segno meno sta solo ad indicare che l’isoquanto è decrescente

ESEMPIO PRODOTTO TOTALE, MEDIO, MARGINALE

I COSTI DI PRODUZIONE

I costi di produzione dipendono dalla produttività dei fattori di produzione (tecnologia) e dal prezzo dei

fattori.

- Ipotizziamo che il mercato dei fattori sia in concorrenza perfetta, ossia che la

quantità di fattori acquistatinon influisca sul prezzo dei fattori- Ipotizziamo anche che l’azienda scelga la quantità di fattori in modo da minimizzare i costi.: CT = CT(q)

Facendo queste due ipotesi determiniamo che il costo dipende solo dall’output

BREVE PERIODO

COSTO TOTALE

Il costo totale CT è dato dalla somma tra:

Costo fisso (CF): dato dal costo per acquistare i fattori di produzione fissi

costo variabile (CV): dato dal costo per acquistare i fattori variabili

COSTO MEDIO

Pari al costo per unità di produzione: CME = CT/q

Il costo medio mi dice quanto mi costa, in media, ogni unità di prodotto.

Graficamente è la pendenza del segmento che congiunge la curva dei costi totali con l’origine.

Si può distinguere tra:

costo fisso medio (CFME) = CF/q

costo variabile medio (CVME) = CV/q CME = CVME + CFME

se aumenta q il costo medio fisso tende a zero e il costo variabile tende ad avvicinarsi al costo medio

Costi fissi

Costi variabiliCosti fissi Costi variabili Costi totali Costi mediOutput (q) medi (CFME medi (CVME(CF) (CV) (CT) (CME = CT/q = CF/q) = CV/q0 12 0 121 12 10 22 22/1= 22 12/1= 12 10/1= 122 12 16 28 28/2= 14 12/2= 12 16/2= 83 12 21 33 11 12 74 12 28 40 10 12 7

COSTO MARGINALEVariazione di costo dovuta ad un incremento unitario di produzione. CMG = ∆CT/∆qdice di quanto aumentano i costi di produzione (∆CT) se produco una unità aggiuntiva (∆q).Graficamente: è la pendenza della tangente della funzione dei CT e deiCV.tutti i costi marginali sono variabili.

RELAZIONE TRA COSTI TOTALI E COSTI MARGINALIcosti marginali decrescenti: nel primo tratto i CT crescono meno che proporzionalmente rispetto all’aumento dellaproduzionecosti marginali crescenti: nel secondo tratto i CT crescono più che proporzionalmente rispetto all’aumento di produzione.più unità produco e più aumenta il costo aggiuntivo per unitàPunto di flesso: tra

1 e 2 c'è un punto di flesso detto minimo dei CMG∆CT = ∆q = (q - CMG = ∆CT /finaleCosti variabili Costi totaliOutput (q) (CT - q ) ∆qfianle iniziale(CV) (CT) CT )iniziale0 0 121 10 22 22-12= 10 1-0= 1 10/1= 102 16 28 28-22= 6 2-1= 1 6/1= 63 21 33 33-28= 5 3-2= 1 5/1= 54 28 40 40-33= 7 4-3= 1 7/1= 7FORMULA ESTESA∆ CT =(C -CT )/(q -q )CMG= T finale iniziale finale iniziale∆qLo stesso si può calcolare utilizzando i CV al posto dei CTRELAZIONE TRA COSTO TOTALE, COSTO MEDIO E MARGINALEPREZZO DI PAREGGIO E PREZZO DI CHIUSURA- Il
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A.A. 2020-2021
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher davide97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elementi di economia e statistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Cavicchioli Daniele.