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VALUTAZIONE DI ATTIVI E PASSIVI
Le attività e le passività devono essere valutate a valori correnti (a mercato).
Attività:
- Laddove è possibile avere un valore di mercato, poiché siamo in presenza di attivi quotati o attivi che hanno un mercato di riferimento, la valutazione naturalmente si semplifica perché si adottano i dati oggettivi di mercato a disposizione.
- Laddove invece le attività non possiedono un mercato di riferimento è necessario stimare il cosiddetto fair value e, dunque, calcolare quale è il valore al quale l'asset potrebbe essere scambiato a mercato. Tendenzialmente, per effettuare questo tipo di valutazione market consistent si utilizzano i metodi che avevamo introdotto sulla valutazione del business di lungo periodo: il valore di oggi riflette e converte tutti gli importi futuri attesi (flussi di cassa, flussi reddituali) in un unico valore corrente/valore equo di oggi che riflette le aspettative.
mercato sugli importi futuri. Dunque: tendenzialmente si utilizzano dei metodi di calcolo reddituali/di cash flow per attribuire un valore agli attivi che non hanno un valore di mercato proprio.
Passività
Le passività si stimano con la stessa logica delle attività: anche in questo caso per alcune passività (es. di natura finanziaria) il valore corrente esiste, per altre (in particolare per le riserve tecniche che non necessariamente hanno un valore di mercato) occorre di nuovo applicare questo criterio di valutazione market consistent (ovvero capire quale sarebbe il prezzo al quale una compagnia di assicurazione potrebbe vendere le sue obbligazioni assicurative/impegni assicurativi sottoscritti nelle polizze ad un altro soggetto). Si tratta di un processo di valutazione market consistent che affronteremo nel dettaglio di seguito e che ha l'obiettivo di fornire una rappresentazione di mercato del valore degli impegni assicurativi assunti dalla compagnia.
differenza tra ATTIVITÀ e PASSIVITÀ = patrimonio, ovvero i fondi propri che devono essere composti secondo quanto disciplinato dalla normativa.ATTIVITA’ E PASSIVITA’ VALUTATE AL FAIR VALUE
Come valutare le riserve?
Il legislatore suggerisce il criterio del CURRENT EXIT VALUE:
→ ovvero l’importo attuale che l’impresa dovrebbe pagare se dovesse immediatamente trasferire le proprie obbligazioni assicurative a terzi.
• Se esiste un valore di mercato (unit e index linked): valore di mercato (mark-to-market)
Il valor della riserva equivale al valore di mercato dei fondi, infatti: le united linked pagano all’aderente il valore di mercato del fondo. Di conseguenza, la passività/il debito assicurativo equivale al valore di mercato dello strumento nel quale viene investito il premio.
• Se non esiste un mercato di riferimento: best estimate + risk margin (mark-to-model)
Si tratta, ad esempio, delle riserve di ramo I in cui la compagnia
assicura un certo valore (che può rimanere fisso o rivalutarsi). In questi casi non vi è un valore di mercato corrispondente: non è possibile applicare il meccanismo market-to-market, ma è necessario utilizzare un approccio market-to-model. Market-to-model significa adottare un modello di calcolo che restituisca un potenziale valore di mercato. In questo caso (di fatto per le riserve di classe C), non avendo un mercato di riferimento, la normativa richiede di calcolare il valore di mercato di queste passività attraverso la stima di due grandezze che poi si sommano: best estimate + risk margin.
Best estimate: corrisponde alla media dei flussi di cassa futuri ponderata per le probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio.
Risk margin: consiste nella remunerazione aggiuntiva richiesta dai portatori di capitale di rischio (gli azionisti) per accollarsi
Le passività e investire nell'impresa. Calcolato secondo il metodo del costo del capitale: C*Ke I REQUISITI DI CAPITALE I requisiti di capitale obbligatori sono due. Poiché hanno diversa finalità, metodologia e frequenza di calcolo scaturiscono differenti azioni di vigilanza. Per favorire la graduazione degli interventi di vigilanza esistono due requisiti: 1. Il Solvency Capital Requirement (SCR) → è il capitale minimo da rispettare in "normali" circostanze 2. Il Minimum Capital Requirement (MCR) → è la soglia al di sotto della quale scattano interventi immediati di vigilanza. Tali interventi, tendenzialmente, o mirano ad aumentare il capitale o, a parità di capitale, a ridurre i rischi. SCR Il SCR è volto a riflettere tutti i rischi (quantificabili) di perdita di valore a cui le attività e le passività sono esposte. → è calcolato simulando la perdita di valore a seguito di uno scenario.avverso statisticamente predefinito (1 evento ogni 200 anni)
MCR Il MCR è calcolato sulla base del valore a rischio (Var) dei fondi propri con probabilità dell'85% in 1 anno, ma non può scendere sotto il 25% né superare il 45% dell'SCR.
SCR: deve essere sempre a disposizione dell'impresa per essere "super coperta" nel 99,5% di tutti i casi possibili. Se tale capitale si riduce, diventando capace di coprire solo l'85% dei possibili casi, ha toccato il minimo. Non può ulteriormente ridursi altrimenti devono essere disposte delle azioni di ripatrimonializzazione.
MODALITÀ DI DETERMINAZIONE DEL SCR
Il SCR può essere calcolato con due metodologie diverse:
- STANDARD FORMULA → le compagnie devono semplicemente utilizzare le procedure di calcolo imposte;
- MODELLI INTERNI VALIDATI → in questo caso il SCR è stimato internamente alla compagnia, attraverso modelli validati. Tali modelli possono essere:
La formula di calcolo, il SCR si basa sul concetto di capitale a rischio: corrisponde, infatti, al value at risk dei fondi propri di base dell'impresa di assicurazione, ad un livello di confidenza del 99,5% su un periodo di un anno (worst case scenario). Ovvero, il livello minimo dei fondi propri di cui l'impresa di assicurazione deve disporre è tale da limitare allo 0,5% la possibilità di risultare insolvente.
Nel calcolare il SCR, l'impresa deve tenere in considerazione tutti i rischi quantificabili:
- Rischio assicurativo (underwriting), vita, non vita (danni), malattia
- Rischio di mercato
- Rischio di credito
- Rischio operativo
N.B. 1 + 2 + 3 costituiscono il SCR di base; 4 costituisce SCR operativo
La dotazione patrimoniale di vigilanza delle compagnie di assicurazione, ovvero il SCR è dato dalla somma di:
SCR = SCR base (BSCR) + SCR operativo (Op)
A sua volta il BSCR è il risultato dell'aggregazione di 5 moduli:
• SCR underwriting
life (rischio tecnico assicurativo vita)• SCR underwriting non life (rischio tecnico assicurativo danni)• SCR underwriting health (rischio tecnico assicurativo salute)• SCR market (rischio di mercato)• SCR default (rischio di default)• SCR intangibile (rischio dei beni intangibili)
I mattoncini, ovvero i building blocks, non vengono solo sommati, ma si tiene anche conto dell’eventuale correlazione che può esserci tra queste diverse aree di rischi. Dunque: se i rischi sono molto correlati daranno origine ad una somma totale di capitale più alta, se sono meno correlati (se si diversificano tra loro) daranno origine a un SCR complessivo più basso. Di seguito si riporta l’albero dei rischi appena descritto.
3) I FONDI PROPRI
Il patrimonio a copertura dei rischi (che deve andare a soddisfare i requisiti di SCR e MCR) è dato dai fondi propri della compagnia. I fondi propri a copertura dei requisiti di capitale sono composti da:
- ...
fondi propri di base (basic own funds) →2. fondi propri accessori (ancillary own funds) per poter contribuire alla dotazione patrimoniale regolamentare devono essere soggetti ad approvazione del Supervisore.
I fondi propri devono avere alcuni requisiti ottimali:
- Disponibilità permanente capacità di coprire le perdite in una logica di continuità aziendale (non dunquesolo nella fase di liquidazione o fallimento);
- Subordinazione Devono essere subordinati in fase di rimborso in sede di liquidazione dell’impresa rispetto a tutti gli altri strumenti. Ovvero: devono avere la capacità di assorbire le perdite in caso di liquidazione dell’impresa.
- Assenza di obblighi, incentivi al rimborso e gravami
I fondi propri a copertura di capitale sono composti da:
- MCR: poiché i fondi propri accessori costituiscono una componente di minore qualità il MCR (al di sotto del quale l’impresa non può operare)
può essere composto solamente da fondi di base. SCR: può essere costituito anche con l'apporto di fondi accessori
Similmente all'approccio adottato in Basilea, gli elementi di capitale sono classificati in tiers (livelli) in funzione di alcuni elementi quali:
- se mezzi propri di base oppure accessori
- livello di subordinazione e capacità di assorbimento delle perdite
- assenza di incentivi a rimborsare
- assenza di costi obbligatori di servizio
- assenza di gravami e vincoli
IL SECONDO PILASTRO: i requisiti qualitativi
Le regole di primo pilastro (quantificazione dei rischi e del patrimonio a loro copertura) devono essere opportunamente sostenute da un sistema di principi e di regole di governance che indirizzino gli organi e le funzioni delle compagnie a valutare i profili di rischio delle attività in coerenza con le strategie di business.
Rientrano nelle disposizioni di II pilastro:
- disposizioni in materia di
controlli interni
- disposizioni in materia di governance