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G D
A differenza degli altri modelli è uno pseudo modello organizzativo, non è un
modello puro e classico. È utilizzato spesso da banche piccole che non hanno risorse per
F E
processi avanzati, allora potrebbero consorziarsi (mettere insieme risorse comuni per
realizzare un progetto grosso a cui compartecipano).
Si tratta quindi di mettere insieme risorse, non solo finanziarie, ma anche umane il cui centro del
coordinamento è il network.
Prima esistevano all’interno di un network una tesoreria in euro, più facile da gestire senza rischi di cambio
e una tesoreria di valuta (diversa dall’euro).
Ora si è scelto di utilizzare una tesoreria unica (o integrata o euro/valuta).
Es: se C viene comprata per effetto del processo di concentrazione da Unicredit, a C non serve più il
network per i suoi servizi, perché ora gli vengono direttamente offerti dal nuovo capogruppo.
Network modello non di successo (instabile):
Una eccezione: modello delle banche di credito operativo (si avvalgono di servizi offerti da un istituto
centrale).
Privatizzazione e concentrazione
Privatizzazione
Il sistema italiano era prevalentemente pubblico, poi nel 1990 entra in vigore la Legge Amato-Carli, la quale
è stata un provvedimento normativo che ha stabilito incentivi fiscali solo se le banche pubbliche avessero
adottato il modello giuridico-organizzativo della società per azioni (il modello delle S.p.A. è privatistico).
[privatizzazione formale si riferisce solo alla forma giuridica, molte trasformazioni erano fatte in modo
tale che il 51% delle azioni rimanesse in mano pubblica]
Ma perché far diventare spa delle banche pubbliche?
Nel sistema italiano rispetto agli altri paesi evoluti vi erano troppe banche e quindi serviva un certo grado di
concentrazione, ed è più facile la fusione tra privati se la forma giuridica è quella della S.p.A.
In 4/5 anni quasi tutte le banche pubbliche si sono trasformate in spa e molti titoli che si hanno ora in
portafoglio sono il risultato di quelle trasformazioni.
Privatizzazione sostanziale: le operazioni di privatizzazione vengono fatte sul mercato, infatti si prendono
quote di capitale dalle banche pubbliche e si va ad effettuare in Borsa le OPV (offerta pubblica di vendita)
mediante la quale la quota veniva suddivisa in micro-quote che venivano attribuite agli investitori.
Diventava un azionariato privato diffuso e parcellizzato.
Concentrazione:
L’esigenza nasce con il confronto tra il nostro sistema e quello degli altri. Era necessario dunque ridurre il
numero delle banche e ciò avvenne con fusioni e acquisizioni.
Se le banche erano S.p.A. era più facile eseguire le fusioni/acquisizioni. Le popolari al momento potevano
fondersi, ma solo con altre popolari. 13
Ci sono 2 tipi di concentrazione: a livello di sistema bancario e a livello di singola banca.
1. Sistema bancario:
a livello di sistema la concentrazione si misura attraverso 3 indicatori:
- Q3: indica la quota di mercato delle prime 3 banche del sistema di riferimento
- Q5: indica la quota di mercato delle prime 5 banche del sistema
- Q10: indica la quota di mercato delle prime 10 banche del sistema.
Più questi 3 indici sono elevati più il sistema risulta concentrato.
La quota di mercato dipende dal modo di misura, la variabile da considerare sono molte, in base al ranking
in termini di patrimonio o della capacità di raccolta.
Su scala internazionale la variabile più usata è il “total asset”, la più generale e meno specifica.
2. Singola banca:
Schumpeter teorizzava la via finanziaria allo sviluppo: se un’economia si vuole sviluppare la strada
finanziaria è quella difficile da prescindere per la presenza delle banche e dei mercati.
Apertura di sportelli non rappresenta una concentrazione, ma è una strategia di crescita interna
perché è la banca che aumenta la propria presenza sul territorio.
Assunzione di partecipazioni di minoranza (15%): espansione per crescita esterna.
Assunzione di partecipazioni di maggioranza (51%): viene fatta entrare l’impresa nel gruppo.
In un bilancio bancario se si guarda l’attivo si hanno crediti, titoli, partecipazioni e immobili.
Per quanto riguarda la partecipazione di minoranza o maggioranza, indica una concentrazione dal modo in
cui viene misurata la quota di mercato della banca, perché se viene misurata in termini di “total asset”, essi
comprendono anche le partecipazioni, ma se si ragiona in termini di attivo fruttifero si tiene conto di crediti
e debiti, dunque le partecipazioni sono escluse (lo stesso se si ragiona in termini di raccolta, sono escluse le
partecipazioni).
Fusioni e acquisizioni (M&A) configura una concentrazione, se si effettua una fusione si riduce il
numero delle banche sul territorio.
Quindi si ha concentrazione solo quando c’è una riduzione del numero delle banche e quindi solo nel
caso di fusioni e acquisizioni.
Quali sono i soggetti che maggiormente promuovono operazioni di concentrazione?
Gli artefici delle operazioni di concentrazione sono i vertici delle banche.
La Banca d’Italia favorisce la stabilità del sistema, difatti nel momento in cui qualche banca si destabilizza,
la Banca d’Italia interviene tramite la sua persuasione morale (moral suasion).
Il governatore della Banca d’Italia chiama i vertici di una banca solida per farsi carico delle operazioni di
salvataggio della banca destabilizzata.
La moral suasion è una sorta di potere intrinseco che può essere esercitato da un'autorità (in questo
caso la Banca d’Italia) che ha obblighi di vigilanza e garanzia: essa induce i soggetti vigilati ad un
comportamento moralmente e socialmente corretto.
La Banca d’Italia si basa sull'autorevolezza del proprio status di autorità, nonché sull'importanza del proprio
ruolo.
Non osservare la moral suasion della Banca d’Italia è impopolare e potrebbe portare a conseguenze in
futuro come:
• Maggiore complessità e difficoltà nell’ottenere autorizzazioni
• Ispezioni nella banca in questione più fiscali. 14
Principali elementi di criticità legati alla concentrazione dopo la fusione:
i. Nome banca: decisivo per due motivi:
1. dal nome si capisce chi ha vinto la fusione, colui che esce dalla fusione con un potere decisionale
autentico;
2. il nome è strategico, perché nel caso si sbagli, si possono perdere in tempi rapidi masse di clientela
che non si riconoscono più nel nuovo istituto.
Spesso vengono uniti i nomi delle due banche fuse (es. banca popolare dell’adriatico).
ii. Duplicazione rete sportelli: in ogni paese si hanno più filiali della stessa banca
iii. Inquadramento personale e contratti di lavoro: problemi sindacali e di contratti di lavoro.
iv. IT e procedure: complessi e costosi.
v. Efficienza e costi: ricerca del risparmio dei costi.
vi. Posti in consiglio di amministrazione: nel caso di fusione tra una banca con un c.d.a. di 11 persone, con
una banca con un c.d.a. da 9 persone, il nuovo c.d.a. non sarà formato da 20 persone ma saranno
esclusi i consiglieri della banca che ha perso la fusione.
vii. Target di clientela
Nel breve periodo sicuramente costi saranno maggiori dei benefici, nel lungo periodo(dopo 5 anni) si
potranno effettuare i veri conti.
Rapporto tra banche e assicurazioni :
Gli ambiti delle banche e delle assicurazioni sono sempre stati distinti anche a livello normativo (ad es.
l’attività di vigilanza non è effettuata da Banca d’Italia ma da IVASS).
Le polizze assicurative sono quegli strumenti che nella banca rendono di più (rendono infatti molto di più di
un collocamento di un titolo o di un’obbligazione).
Le sinergie tra questi intermediari sono potentissime: si può contare sulle filiali bancarie per poter
distribuire prodotti assicurativi.
Molto più spesso il funzionario di banca può far sottoscrivere una polizza assicurativa, ricordando che le
banche possono solo distribuire e non costruire prodotti assicurativi.
Normalmente la distribuzione assicurativa era fatta mediante la rete aziendale (agenti assicurativi) che
costano parecchio all’assicurazione (attività ben remunerata).
Poter vendere le polizze in banche comporta di incassare premi assicurativi importanti con costi bassi.
Dalla possibilità di distribuzione di prodotti assicurativi anche alle banche, assicurazioni e banche ottengono
vantaggi reciproci.
[Vantaggio: diversifico l’offerta tramite prodotti assicurativi che rendono in modo positivo.]
a) Accordi distributivi/desk operativo:
- cross selling, secondo cui ognuno vende i prodotti dell’altro tramite una commissione che viene
retrocessa all’altro intermediario.
Normalmente se questi accordi non sono accompagnati da un’integrazione degli assetti proprietari con
dei legami a livello di capitale, la loro efficacia non è straordinaria.
- desk operativi invece sono dei desk(banchetti) di vendita di polizze di compagnie assicurative diverse
all’interno di una filiale bancaria.
b) Banca partecipa in Assicurazione e Assicurazione partecipa nella Banca
c) Assicurazione entra nel Gruppo Bancario: esiste un’integrazione degli assetti proprietari e quando
vendo le polizze guadagno 2 volte, con le commissioni e sui dividendi delle partecipazioni.
d) Banca crea un’Assicurazione: es. Intesa Vita.
e) Assicurazione crea una Banca: es. Assicurazioni Generali ha creato Banca Generali.
Polizze online: i costi si abbassano, ma bisogna stare attenti alla qualità del servizio offerto
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PRODOTTI ASSICURATIVI
Prodotti a offerta congiunta (polizza sulla vita/danni):
1. Inizialmente i prodotti venduti dalle banche riguardavano la vita.
Il costo dell’operazione rimane come ricavo in capo alla compagnia, il caricamento più è basso più il
soggetto che si assicura risulta avvantaggiato.
In banca non si offrivano polizze, bisogna conoscere le ricadute commerciali di questi elementi tecnici
(come proporre un’assicurazione alla clientela?)
2. Si passa al ramo delle assicurazioni per i danni, come prodotti di assicurazione per la salute,
malattia, automobile…
Questi prodotti possono essere collocati sia da banche sia da assicurazioni. Una volta c’era la rete di agenti,
poi si aggiunge il canale bancario e oggi il canale on-line ha penetrazione ancora maggiore della clientela,
perché costa meno.
L’on-line costa meno nella fisiologia del rapporto: una volta che avviene il danno è difficile contattare e
risolvere. Con un agente costa molto di più, ma c’è un rapporto fisico.
Prodotti misti: presentano una componente bancaria ed una componente assicurativa che sono così
inscin