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MA CHI MI DICE CHE GESÙ È RISORTO?

CI SONO 2 TIPI DI TESTIMONIANZA:

  • Testimonianza di professione: che cosa suscita la fede e la sostiene? Che cosa rappresenta nella fede cristiana la fede nella risurrezione? Innanzitutto c'è la morte vera di Gesù: la gente che era attorno a Gesù era convinta che non era nemmeno morto perché non sapevano che era risorto: vedendo che era già morto sotto la crocifissione (era una morte per tortura per far sì che morisse veramente e siccome che alcuni non morivano subito gli spezzavano le gambe) e che gli avevano trafitto il petto con una lancia la scienza ci dice che sarebbe morto. Si parla dell'infarto del miocardio, la scienza ci conferma che se esce l'acqua anche con il sangue è infarto del miocardio. Acqua e sangue sono riferiti anche all'acqua del battesimo. Qua si capisce quindi la verità della morte.
  • Il secondo punto è il sepolcro vuoto, qui si
accenna un elemento della sua resurrezione: noi pensiamo però che se vediamo il sepolcro vuoto, pensiamo che quel corpo sia stato portato via. Infatti loro pensano inizialmente che si sia portato via, lo dicono anche i vangeli: i soldati che facevano la guardia al sepolcro pensano subito che sia stato portato via. Il sepolcro vuoto diciamo che è una condizione necessaria, ma non sufficiente.. Non possiamo affermare che sia per forza risorto.. Il terzo punto, la terza evidenza è il terzo giorno: 3 giorni dopo il venerdì è il lunedì e quindi perché noi festeggiamo la domenica? Se dio risorge dopo tre giorni come mai domenica e non lunedì? Per gli ebrei quando si conta e quando si contano i giorni, si conta il primo e l’ultimo giorno, si conta lo 0 e il giorno in cui arrivo: si conta anche il giorno in cui si parte. La questione del terzo giorno significa quindi che è avvenuto qualcosa, che ha spostato veramente l’asse.religioso degli ebrei. E poi itestimoni: ci sono persone che hanno incontrato veramente dio!
  • Testimonianza di narrazione: apparizione a paolo e apparizioni nei vangeli.

Paolo di tarso era un ebreo, persecutore dei cristiani e stava andando a perseguitare i cristiani: si trova a cavallo, ad un certo punto ha un'esperienza incredibile: viene abbagliato con una luce, cade dal cavallo e diventa cieco. Intuisce che questa luce è una persona e si rivolge a questa luce e paolo chiede "ma chi sei?" E questa persona dice "sono quel Gesù che tu perseguiti". Paolo era un persecutore dei cristiani, non credeva proprio a dio. In questa esperienza lui capisce due cose: quello che io sto perseguitando non è un morto, ma un vivo, poi capisce che questo vivo, vive nelle persone che credono in lui! Queste due intuizioni bastano a fare di paolo un altro uomo.. Però: una cosa che è straordinaria è che questa esperienza pur potente, impressionante,

non rappresenta ciò che paolocrede.. Ma ciò che paolo ha vissuto e quindi quando lui annuncia la fede cristiana annunciano non se stesso, ma racconta ciò che lui ha ricevuto. La narrazione della testimonianza di paolo non consiste nella affermazione di quello che i suoi occhi hanno visto, non è il contenuto di paolo, ma lui racconta quello che ha ricevuto: ovvero Gesù. E poi le apparizioni nei vangeli: dopo la risurrezione di Gesù ci sono state delle apparizioni: ricordiamo una donna che non riesce a staccarsi da dio e va proprio dove c'è il suo sepolcro e lo vede, è proprio lui, sente una voce che la chiama.

SCIENZA E FEDE
Viene invitato per una discussione un astrofisico, che è anche sacerdote: Don Matteo Galaverni. Alla domanda “come si pone lei in merito al rapporto fra scienza e fede, che sono due realtà che sono messe spesso in contrapposizione come se fossero inconciliabili?” Risponde che ci sono due

estremi che si devono evitare per poter riflettere su questo rapporto: l'empirismo e il fondamentalismo.
  1. Il primo estremo è l'empirismo, in virtù del quale si arriva a concludere che solo la scienza può descrivere e interpretare la realtà: la scienza esamina un reale che possa essere misurato, quantificato, tradotto in numeri. Ma il reale non è scontato, quindi la scienza deve progredire.
  2. L'altro estremo è il fondamentalismo, in virtù del quale soltanto la fede può descrivere e interpretare la realtà. Per il fondamentalismo la fede è vera e onnisciente.
Questi due estremi sono entrambi da evitare, per avere un dialogo fra fede e scienza occorre trovare degli esempi positivi di incontro, uno di questi lo sintetizza Giovanni Paolo II: fede e ragione sono come due ali, e per volare c'è bisogno di entrambe, non possiamo usare solo una di queste. Però devono essere tenute distinte maentrambe insiemeanche con le tensioni che si possono creare fra di loro. La specola vaticana è un esempio di questo dialogo fra la scienzae la fede.A una domanda inerente al lockdown, don Matteo risponde che la scienza è importante per essere curati, di un sistemasanitario, di medici, ma allo stesso tempo è importante essere accompagnati: di abbiamo bisogno di poter contare sullavicinanza delle persone ci vogliamo bene per condividere con loro un momento di prova. Per questa possiamo dire checi è stato insegnato ad apprezzare meglio il valore di ogni singolo momento: quello di essere curati, di essereaccompagnati, di avere il modo di essere custoditi nella nostra fede.Alla domanda sulla sua interpretazione per quanto riguarda la concezione del paradiso come luogo nei cieli (che non c'èfisicamente), risponde che la fede nella resurrezione non ha una dimostrazione scientifica o filosofica: è qualcosa chederiva dalla testimonianza delle

persone che hanno creduto prima di noi e che arriva dalla fede della chiesa. Non servono prove scientifiche per dimostrare la fede, e non è possibile farlo.

Viene posta una domanda sull'oroscopo, ovvero se c'è un punto di incontro tra dio e l'astrologia. Viene posta questa domanda in quanto don Matteo è astrofisico, uno che studia gli astri dal punto di vista scientifico e li osserva anche come credente. Don Matteo, dunque, risponde che scienza e fede vanno abbastanza d'accordo nel sostenere che non c'è un fondamento scientifico nell'astrologia e quindi è difficile trovare una correlazione con la nostra vita.

LE ALTERNATIVE ALLA FEDE NELLA RESURREZIONE

Dunque quali sono oggi le alternative alla fede nella resurrezione che si spingano al di là della esistenza terrena dell'uomo e gli prospettino una qualche forma di sopravvivenza? Il cardinale Ruini parla della "alternativa naturalistica" che oggi

appare prevalente rispetto al dio: questo pensiero considera l'uomo semplicemente come un elemento della natura. Esiste un'altra alternativa: la sopravvivenza come sostengono in modo diverso, Tiziano Terzani e Steve Jobs.

Tiziano Terzani percepisce la morte con un fatto del tutto naturale, la morte ci trasforma in "altro" ma che è sempre parte della natura: si potrebbe dire una metamorfosi nella natura, una liberazione dall'io. Aggiunge che la morte è paura di perdere tutto quello che siamo e che ci sembra importante, ma che in realtà è nulla. Ciò che si dissolve è proprio l'io, la persona, è ciò che fa della mia vita un "io".

L'altro autore di cui parla ruini è Steve Jobs: accetta la morte e vedrai che ti viene incontro e sparisce la paura. La morte rappresenta l'unica destinazione che tutti noi condividiamo, nessuno è mai sfuggito a essa. La morte dice Jobs

è la migliore invenzione della vita: è l'agente di cambio della vita, fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. "Siate affamati, siate folli": è un approccio americano, efficientista, determinista. AFFRONTARE IL MALE E LA MORTE

Sul tema della resurrezione, dunque, affrontiamo il passaggio oscuro e misterioso che è il male, che è la morte. Ermal Meta e Fabrizio Moro, assieme a Cristicchi al festival di Sanremo, hanno presentato una canzone, dopo la strage del Bataclan, che riprende un testo di un papà che con il suo bimbo deve commentare che la mamma è stata loro strappata dalla follia omicida di terroristi. C'è una frase del testo: "non avrete il mio odio". È particolare, perché se tu mi hai fatto del male e sei riuscito a suscitare in me l'odio, hai ottenuto quello che volevi. E invece ti dico che non mi avete fatto niente, non sono disposto a darti quello che tu

pretendi da me, cioè il mio odio. Benedetto XVI in una enciclica dedicata alla speranza ("spe salvi"), nella speranza siamo salvati, ripone in Dio la speranza di una giustizia piena e definitiva. Ed è soltanto allora che io posso avere la speranza di una vita bella e buona. Non c'è giustizia senza misericordia: in questo senso posso dire "non mi avete fatto niente, non avrete il mio odio". Ma questo non significa avervi cancellato, significa che io devo diventare capace di volervi bene. La giustizia di Dio è quella che ci rende giusti e ci fa sperare in un bene che assuma quello che noi siamo fino in fondo. La nostra società è inserita in una mentalità per cui qualsiasi male che io subisco deve essere attribuito alla responsabilità di qualcuno. Questo è da disperati: perché se è sempre colpa di qualcun altro è insolubile, è impossibile da saldare, da guarire: la speranza.qualcuno è un momento cruciale nella vita di ognuno. È un passaggio che richiede una profonda riflessione e una scelta consapevole. La questione della resurrezione è di fondamentale importanza in questo contesto. È attraverso la fede nella resurrezione che si supera l'esperienza del limite del male e della morte. Al di qua di questa esperienza, risolvere il problema è improbabile, se non impossibile. A meno che non si scelga di annullare tutto: passioni, desideri, speranze, persino gli affetti. Ma dove si decide la fede? È una questione oggettiva o soggettiva? La risposta è complessa. La decisione di credere o non credere è una scelta personale, ma va trovata in un livello oggettivo. La decisione di credere punta a una verità che ci precede. Possiamo decidere ciò che vogliamo, ma se la nostra decisione si basa su una verità falsa, non ci salverà, non ci libererà. La fede punta alla verità perché è solo la verità che ci può liberare. Compiere il passaggio dalla fede in qualcosa alla fede in qualcuno è un atto di fiducia profonda. È un atto che richiede coraggio e apertura. È un atto che ci porta oltre noi stessi, verso una realtà più grande e più significativa. È un atto che ci permette di sperimentare la presenza di Dio nella nostra vita e di trovare la pace e la gioia che solo Lui può donare.

qualcuno: mi rendo conto che la fede suppone una consegna non alla realtà come a una cosa, ma alla realtà nella sua forma personale. La fede del credente del cristiano è in colui che si manifesta: credo "in" dio e perciò credo alle cose che dice.

LA COSCIENZA

Dettagli
A.A. 2021-2022
30 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luciamajdancic di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Ferrari Luca.