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Lo spettacolo nel Medioevo

Quando si parla di spettacolo nel Medioevo si parla di teatralità diffusa, perché non c'è più un centro. Rimane una presenza di forme spettacolari di basso livello, i cui depositari sono gli attori che hanno perso una collocazione, non c'è più lo Stato che organizza spettacoli, non ci sono più i teatri. Esiste il performer, nella sua eccezione più bassa, meno organizzata. Si parcellizza la figura dell'attore, che diventa semplicemente una figura di strada: acrobata, giocoliere, cantore di storie, danzatori, mangiatori di fuoco ecc. Attori che si esibiscono in modo solitario alla ricerca di luoghi dove ci sono le persone da poter attrarre (fiere, feste civiche, banchetti di privati, mercati).

Piano piano però questo mondo si organizza, e si crea un meccanismo che va da una performatività di tipo generico a una di tipo specializzato. Si capisce che l'unico modo per ottenere

dignità e una collocazione sociale e quello di specializzarsi in qualche attività performativa, staccarsi dalla massa. Questi performer, anche se sono specializzati in diverse attività, vengono tutti chiamati giullare (figura inquietante, anarchica, non inquadrabile socialmente), questo vuol dire che non vengono identificati. La chiesa li accusa perché:
  1. Non accetta il fatto che sono dei girovaghi. Figura ambigua, sfuggente e quindi pericolosa per la società, priva di una fissa dimora.
  2. È vano (inutile), l'attività di questi performer di strada secondo la chiesa non porta nessun costrutto alla società, non ha un intento pedagogico (unico intento è quello di ottenere un'elemosina).
  3. È turpis (dal latino distorce). I giullari distorcono il corpo, ne fanno un cattivo uso. Distorcono il corpo anche attraverso la prostituzione, ma è condannabile anche la semplice contraffazione dei movimenti del corpo nel senso ridicolo.

grottesco. La cultura cristiana che si stava insediando in buona parte dell'Europa vuole coordinare secondo i propri principi i meccanismi del vivere civile, e si trova quindi davanti ad un mondo ancora molto informe che doveva essere regimentato.

Intorno al 1300 circa il mondo comincia a differenziarsi. I giullari si sono specializzati, e alcune di queste attività riescono ad essere accettate dalla chiesa, e sono quelli che cantano e raccontano le storie e la vita dei santi e degli eroi. E quindi troviamo una netta distinzione, i giullari che non sono accettati dalla chiesa (quelli che distorcono il corpo, si denudano, e parlano male degli altri calunniandoli) e poi ci sono i trovatori, che magari erano anche dei buoni compositori musicali, che raccontano i loro racconti attraverso la musica. Molto spesso erano degli universitari cacciati dall'università, aventi una formazione molto colta, capaci di fissare questa loro abilità non rendendola vana.

Spesso i giullari

si esibivano da soli, ma potevano accompagnarsi a uno o altri due elementi in momenti occasionali e non era infrequente l'accoppiamento giullare e giullaressa aventi dei costumi variopinti accompagnati da elementi musicali. Se da una parte la cultura cristiana osteggia il teatro in generale, e soprattutto la figura del giullare, dall'altra bisogna riconoscere che è proprio all'interno del rito cristiano che rinasce una forma organizzata e istituzionalizzata di teatro religioso. Ci sono forme di teatro, prima in latino e poi in volgare, con soggetto sacro, che nasce all'interno dei riti, della liturgia, da celebrazioni fatte da monaci cantori, in manifestazioni non aperte ai fedeli, ma riservate solo ai chierici, dove si cantano canti di tipo gregoriano molto virtuosistico, chiamati tropi (rappresentati durante le festività più importanti). Questi canti risalgono al 10° secolo, quindi in Alto Medioevo. I monaci per cantare questi canti difficili.

appoggiavano la voce sulle parole componendo delle frasi, che si sviluppano in dialoghi (meccanismo simile ai ditirambi). La più antica e diffusa cerimonia drammatica è il famoso quemquaeritis, nata nel monastero benedettino di San Gallo in Francia, composto da tre battute, all'interno del rito della liturgia pasquale nel momento della resurrezione del Cristo. Le tre Marie vanno al sepolcro per ungere il corpo del Signore e trovano in sui veci l'arcangelo Gabriele e gli chiede: che cosa venite a cercare nel sepolcro, oh creature di Cristo? Gesù Nazzareno crocifisso, oh creatura divina! Non è qui, è resuscitato come era stato predetto, andate e annunciate che è risorto. Questa parte dialogata è già una scena, e di qui a breve verrà recitato nelle chiese. Viene allentato l'aspetto liturgico, non più esclusivo dei monaci, ma rappresentato all'inizio della festa di pasqua, quando ci sono i fedeli. Nel drammatizzarla.

si arricchisce di episodi, una visitatius sepulcrum conuna prima evoluzione delle tre battute che prevede la presenza degli apostoli Pietro e Giovanni. Inun'altra scena si vedono le 3 Marie che si fermano in un banchino per comprare gli unguenti perungere il corpo di Cristo, qualificando anche l'oggettistica e così via. Episodi che si presentano anchenelle ricorrenze della natività, annunciazione, ascensione ecc. Lentamente si arriva a nucleidrammatici più articolati, così tanto da non poter più stare dentro il rito liturgico perché lo invadono,a questo punto dobbiamo parlare di sacra rappresentazione.In assenza di uno spazio deputato, si usciva alle volte fuori dalla chiesa (spesso davanti al sagrado onelle piazze), e si tende ad adattare lo spazio della rappresentazione allo spazio urbanotemporaneamente. Più lo spettacolo diventa articolato, più necessita di un'organizzazione. Esistonoassociazioni sia religiose

che laiche (ma sempre legate ai riti religiosi) che iniziano ad organizzare spettacoli in periodi di festa che seguono il calendario sacro (ma anche per feste private). Sono confraternite che agiscono su base volontaristica, sono dilettanti, non professionisti. Recitano solo uomini e giovani che possono appartenere anche a famiglie nobili, e che portano tutto l'occorrente (i costumi, ad esempio, che nel caso dei nobili sono molto sfarzosi). I luoghi delle rappresentazioni possono essere diversi: la messa in scena può essere fissa, ma anche una che prevede più luoghi, in cui si articola lo spettacolo. Ci può essere anche uno spazio circolare oppure una forma itinerante, come i carri. Quando si realizzano all'interno della chiesa, nella navata si popolano più elementi dalle forme rettangolari, che sono i luoghi che ospitano gli attori che recitano, e assumono il nome di luoghi deputati o mansiones. Quindi capiamo che non c'è un unico punto d'attenzione.ma c'è una fusione nella navata di più luoghi deputati ad ospitare una recitazione simultanea. L'unità narrativa drammaturgica non era all'interno di un testo ma veniva fornita dallo spettatore, che costruiva la cronologia di questa narrazione transitando da luogo deputato a luogo deputato. Le rappresentazioni medievali sono fortemente simboliche, alludono a luoghi che vengono riconosciuti dallo spettatore attraverso pochi accenni che stimolano la sua fantasia. L'impianto urbanistico medioevale è un impianto che procede per affiancamento, per accumulo di edifici e della loro disposizione (impianto modificato con la nascita dei Principati), quello rinascimentale invece tenta di creare un legame tra le varie parti. Lo stesso succederà per le rappresentazioni medievali, che sono di tipo paratattico, cioè che affiancano un elemento all'altro, ma senza avere un legame, che deve essere costruito simbolicamente dallo spettatore facendo.unpercorso di deambulazione. Dato che non ha un approccio di visione frontale, lo spettatore ha la possibilità di avere una fruizione totale della scena. Questo è un tipo di manifestazione spettacolare che avrà lunga durata. Mentre in Italia si espande la sacra rappresentazione, che ha come oggetto le vite dei santi e di Cristo, in Francia, Germania e Inghilterra prevalgono manifestazioni spettacolari molto dispendiose a livello scenotecnico che si chiamano misteri, e che prevedono l'incarnazione dei vizi e delle virtù, all'interno di una simbologia spaziale che prevede la rappresentazione del paradiso e dell'inferno, il bene e il male. In questo caso la disposizione dei luoghi deputati è molto diversa, perché è di tipo frontale, con una fruizione più simile a quella contemporanea. Presenta un palco rialzato, e una disposizione di luoghi deputati distanti sempre l'uno dall'altro, ma posti frontalmente, e lo

Lo spettatore sta fermo in questo caso. I due estremi di questo palco frontale presentano l'inferno e il paradiso, a simboleggiare che queste due sfere racchiudono al loro interno tutta la rappresentazione del mondo. Siamo ad un livello altissimo di macchineria, infatti l'inferno si presenta come un mostro con la bocca spalancata da cui escono diavoli, fuoco e fumo. L'inferno è la parte dove più si scatena la fantasia scenotecnica.

Il paradiso generalmente presenta un cerchio, l'Empirio, che sarebbe la parte più alta e nobile delle sfere celesti (all'interno vi sono le case). Altro tipo di raffigurazione è quella circolare. In cui nelle nicchie si alternano sia gli spettatori che gli attori, questo è possibile perché c'è un'appartenenza sociale comune. L'organizzatore sarà un maestro di cerimonia che orchestra le rappresentazioni, e probabilmente sarà anche colui che introduce i vari personaggi.

Perché è solito trovarlo a leggere da un libro. Troviamo gli elementi musicali, vari figuranti e anche un cartello che aveva uno scopo di tipo didascalico, quindi di insegnamento (anche in questo caso i costumi erano molto sfarzosi). (1430)

Il 25 marzo è l'inizio dell'anno a Firenze e in molte altre città, perché è la data di concezione, in cui venivano spettacolarizzate le annunciazioni frequentemente nelle chiese di Firenze. Quella che andremo ad analizzare è l'annunciazione ricreata da Filippo Brunelleschi, fatta in un piccolo spazio, la chiesa di San Felice in Piazza. Di questo piccolo luogo utilizzò lo spazio verticale, con la necessità di dare una visione univoca e del tutto frontale alla messa in scena. Costruisce un collegamento narrativo all'interno di questa sacra rappresentazione, e inaugura un nuovo linguaggio teatrale, di tipo sintattico (collegata attraverso dei nessi conseguenziali). Le tre

di una piazza, come un punto di incontro per la comunità. Queste edicole sono un esempio di come l'arte e la spiritualità possano fondersi in un unico luogo, creando un'atmosfera unica e suggestiva.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
41 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alebalz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del teatro e dello spettacolo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Simoncini Francesca.