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RELAZIONI DI LAVORO NEL SETTORE PUBBLICO

SEZ. 1-2 RELAZIONI INDUSTRIALI: DEFINIZIONE DELL'OGGETTO E DEL CAMPO DI STUDI

DEFINIZIONE

Le relazioni industriali sono l'insieme delle relazioni (collettive) che intercorrono tra datori di lavoro e loro rappresentanti (a vari livelli), e lavoratori e loro rappresentanti (a vari livelli), ai fini della determinazione delle condizioni economiche, sociali, ve e normative di lavoro.

→ Oggetto delle relazioni industriali è quindi il RAPPORTO DI LAVORO E LA SUA REGOLAZIONE, in tutti i suoi aspetti.

Le relazioni industriali sono TRILATERALI, perché lo STATO ne fa parte costitutiva in duplice veste.

Come DATORE DI LAVORO dei dipendenti pubblici (datori di lavoro di maggior dimensioni in tutti e quasi-paes=industria - licenziati aumentati)

Come ATTORE CHE STABILISCE LE REGOLE DEL GIOCO, ovvero il quadro legale-instituzionale al cui interno si svolgono le relazioni tra le parti.

2) Si chiamano INDUSTRIALI perché storicamente queste relazioni si sono sviluppate nel settore industriale - XIX secolo.

Ma con questo termine si intendono le relazioni (collettive) tra datori di lavoro e lavoratori in qualsiasi industria, intesa come settore produttivo (scuola, sanità, banche, ...).

SVILUPPO DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI COME "FENOMENO REALE" E COME "CAMPO STUDI"

R.I. come fenomeno reale.

Sul piano storico, lo sviluppo delle R.I. è legato a 3 processi:

  • RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 1775-1825 rapida innovazione tecnologica e organizzativa, e la diffusione del lavoro di fabbrica in grandi concentrazioni urbane. Basato sull'impiego di contadini e artigiani dispersi in piccoli laboratori o officine;
  • RIVOLUZIONE CAPITALISTA e nascita del mercato del lavoro, con la comparsa del libero contratto di lavoro e lo sviluppo su vasta scala di una domanda e offerta di lavoro salariato;
  • RIVOLUZIONE DEMOCRATICA e affermazione dei diritti dell'uomo e del principio di eguaglianza (Stati Uniti 1776 - Dichiarazione d'indipendenza, Francia 1789 - Dichiarazione dei diritti dell'uomo, Inghilterra già dalla Magna Charta del XIII secolo e successivi sviluppi).

L'azione sindacale persegue il miglioramento delle condizioni dei lavoratori a 3 livelli principali. (R. Hyman)

  • nelle imprese e nel mercato del lavoro attraverso la rappresentanza collettiva sul posto di lavoro e la contrattazione collettiva;
  • nel sistema politico attraverso le pressioni per il riconoscimento dei diritti politici dei lavoratori a cominciare dalle estensioni del suffragio elettorale (valutazione del processo di democratizzazione);
  • nella società in generale attraverso il miglioramento delle condizioni di vita e sanitarie, dell'istruzione, di forme di giustizia e inclusione sociale di schemi di protezione contro i rischi di disoccupazione, di malattia, di vecchiaia (politiche di welfare).

I tre pilastri di un sistema di relazioni industriali maturo

In seguito a questi processi storici, tre sono i pilastri fondamentali sopra i quali si afferma e si regge nei paesi democratici sviluppati un sistema di relazioni industriali maturo:

  1. Il diritto (o la libertà) di associazione/organizzazione.
  2. Il diritto di sciopero.
  3. Il diritto di contrattazione collettiva.

-> DALL'ALTRO LATO

le relazioni industriali, almeno dove si sono storicamente sviluppate, sono profondamente radicate nel mercato e condizionate e regolate dai suoi equilibri (equilibri non "oggettivi" e "univoci", ma "interpretabili e "negoziabili" dagli attori).

Il mercato opera da "REGOLATORE DI ULTIMA ISTANZA" delle relazioni industriali e dei rapporti tra gli attori collettivi, sia pure con le qualificazioni appena ricordate.

-> IN BREVE E SEMPLIFICANDO

Le R.I. nascono per correggere gli equilibri spontanei delle forze del mercato e compensare la natura asimmetrica del rapporto di impiego

MA

sono radicate nel mercato, condizionate e, in certa misura, regolate dal mercato stesso.

Dove questa regolazione non è presente, o è strutturalmente debole — come nel settore pubblico — le relazioni pluraliste, in assenza di altri criteri di regolazione (quali es la legge, le prassi e il coordinamento da parte degli attori, ecc.) tendono a sviluppare comportamenti anomici.

METODI

Regolazione legislativa

Consiste nelle misure legislative adottate dai governi e dai parlamento per regolare aspetti dei rapporti di impiego (es: orario massimo, età lavorativa minima). L'intervento della legge nelle relazioni industriali è differenziato da paese a paese (massimo in UK, pavimento in Germania). La regolazione legislativa è però aumentata ovunque negli ultimi decenni e per l'Europa sempre più importante è la fonte regolativa Comunità Europea.

Regolazione sindacale unilaterale

Metodo storicamente tipico dei sindacati di mestiere che organizzano lavoratori rari nel mercato del lavoro e non facilmente sostituibili e che hanno un controllo monopolistico nell'offerta di lavoro. Questi sindacati potevano fare una lista delle loro iscrizioni e imporle unilateralmente ai datori di lavoro (metodo declinato nel corso del XX secolo ==> scomparsa dei mestieri e dei sindacati di mestiere ==> affermazione dei laws semi-qualificati). Possiamo avvicinarci a questo metodo alcuni mercati quali ed elevata professionalità e taxa sul mercato del lavoro (per sfruttarlo monopolistico dell'offerta).

Regolazione congiunta o contrattazione collettiva

Utilizzata dai sindacati industriali o territoriali che organizzano grandi masse di lavoratori (spesso semi-qualificati generici) che non hanno più le caratteristiche dei sindacati di mestiere e il controllo monopolistico dell'offerta di lavoro.

Questi sindacati si riferiscono a professioni particolarmente rare sul mercato del lavoro e di difficile sostituzione (es. piloti d'aereo, macchinisti ferroviari...).

Altre volte organizzano e rappresentano occupazioni o posizioni lavorative che, senza essere associate a un mestiere raro sul mercato del lavoro, sono però di importanza cruciale nell'organizzazione di un determinato servizio, a sua volta cruciale nell'organizzazione della vita economica e sociale (es. gli assistenti di volo, hostess e steward).

Infine, riuniamo entrambi questi aspetti, il che conferisce a questi lavoratori e a queste organizzazioni un potere vulnerabile piuttosto elevato.

  • SINDACATO INDUSTRIALE o di categoria o verticale

Criterio organizzativo: una determinata industria o categoria produttiva (o settore).

Area di rappresentanza: tutti i lavoratori di quella determinata categoria o settore indipendentemente dal mestiere che hanno o dall'azienda in cui sono occupati.

  • SINDACATO CONFEDERALE o territoriale

Criterio organizzativo: un determinato territorio (una regione, regione, provincia).

Area di rappresentanza: tutti i lavoratori di quel determinato territorio, indipendentemente dal mestiere dall'azienda, dall'industria o categoria.

È la forma di org. sindacale più generale e inclusiva - rappresenta la generalità dei lavoratori di una determinata area territoriale, indipendentemente dal mestiere o dalla categoria industriale.

Al suo interno può includere gli altri tipi di organizzazioni sindacali (sindacati industriali, ma anche sindacati di mestiere).

Sindacati di mestiere o occupazione/categoria/professionali (esempi)

Nella tabella qui sotto, ad es., Orsa e Sul.

Trade union No. of members Female rate Youth rate Density Density/sector (variable) Type Collective bargaining agreements / sector TRIAR (Col) 10,000 10% 2% 25% Zones Y/N Yes LTP-Cal 6,000 15% 10% 20% Area Y/N E LIU 4,500 12% 16% 50% Area Yes E LIR-Chr 3,000 8% 20% 45% Na No Yes N(L)C-Cal 1,200 5% 25% 70% Area Yes No S//TP-Lei 1,100 7% 40% 30% N/A Yes Yes

Fonte: IRES, elaborazione su dati del European Industrial Relations Observatory. Base dati: EIRO, Rapporto della Commissione su dati Eurostat, Statistics in focus (2000)

Fonte: European Industrial Relations Observatory, Sindacati nelle new member states

  • Sursa: Estonian board of trade unions, statistics and annual reports

Sindacati dei lavoratori industriali e di categoria (esempi)

FIOM-CGIL (Federazione italiana operai metalmeccanici, affiliata alla CGIL): 369.659 iscritti dichiarati nel 2007.

FIM-CISL (Federazione italiana metalmeccanici, affiliata alla CISL): 200.843 iscritti dichiarati nel 2007.

UILM-UIL (Unione Italiana lavoratori metalmeccanici, affiliata alla UIL): 89.389 iscritti dichiarati nel 2007.

FILCEM-CGIL (Federazione Italiana Lavoratori Chimici Energia Manifatturi, affiliata alla CGIL): 162.530 iscritti dichiarati nel 2007.

FEMCA-CISL (Federazione Energia Moda, Chimica e Affini, affiliata alla CISL): 131.545 iscritti dichiarati nel 2007.

UILCEM-UIL (Unione Italiana Lavoratori Chimica Energia Manifatturiero, affiliata alla UIL): 79.041 iscritti dichiarati nel 2007.

FP-CGIL (Federazione lavoratori della funzione pubblica, affiliata alla CGIL): 440.897 iscritti dichiarati nel 2007.

FPS-CISL (Federazione lavoratori pubblici e dei servizi, affiliata alla CISL): 325.626 iscritti dichiarati nel 2007.

UIL-FPL e UIL-PA (Unione italiana del lavoro - Federazione pubblico impiego, Pubblica amministrazione, affiliata alla UIL): 286.527 iscritti dichiarati nel 2007.

Organizzazioni di categoria (esempi)

Normalmente, alle organizzazioni confederali sono poi affiliate delle federazioni di categoria ("verticali")

  • Federmeccanica, Federazione sindacale dell'industria metalmeccanica.
  • Federosai, Federazione tra le associazioni delle industrie tessili e abbigliamento.
  • Federchimica, Federazione nazionale dell'industria chimica.

Organizzazioni Confedederali (esempi)

Allo stesso modo, vi sono organizzazioni nel settore dell'artigianato (Confartigianato, Confederazione generale italiana dell'artigianato; CNA, Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa; Casartigiani, Confederazione autonoma sindacati artigiani; Claai, Confederazione delle libere associazioni artigiane italiane), nel settore del commercio (Confcommercio, Confederazione generale italiana del commercio, del turismo, dei servizi e delle professioni e delle PMI; Confesercenti, Confederazione italiana degli esercenti attività commerciali turistiche; Confetra, Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica; Confagricoltura, Confederazione generale dell'agricoltura italiana; Coldiretti, Confederazione nazionale coltivatori diretti; Confederazione italiana agricoltori). Tavolta queste organizzazioni sono divise lungo linee politiche, allineandosi a quanto avviene per i confederali in passato.

Organizzazioni Confederali (esempi)

CONINDUSTRIA (Confederazione generale dell'industria italiana, fondata nel 1910): circa 150.000 imprese associate nel settore manifatturiero e dei servizi per un totale addetti.

CONTRAPI (Confederazione Generale italiana della piccola e media industria privata): 180.000 imprese aderenti.

Confagricoltura, Coldiretti, Confederazione italiana agricoltori sono le principali tre associazioni degli agricoltori italiani.

LEGACOOP (Lega nazionale delle cooperative e mutue): 14.500 imprese aderenti nel 2007. Altre associazioni cooperative di rilievo sono Confcooperative, Confederazione delle cooperative italiane. Agci, Associazione generale cooperative italiane.

Agci, Associazione generale cooperative italiane.

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
107 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisa-2711 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Relazioni di lavoro nel settore pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bordogna Lorenzo.