PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO
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Giovedì 23 Marzo 2017
Vygotskij: importante nella psicologia dello sviluppo
Vygotskij è uno dei grandi nomi della psicologia dello sviluppo.
La formazione vygotskijana si riferisce ad un particolare processo storico.
Le fasi dello sviluppo secondo Vygotskij
Vygotskij ritiene la possibilità di suddividere lo sviluppo in varie fasi o stadi o periodi – cioè
momenti in cui si evolve lo sviluppo del soggetto.
*Fasi, stadi e periodi si riferiscono a lassi di tempo molto elastici – non ad una temporalità precisa.
Vygotskij propone una modalità di sviluppo – in cui si riprende una tesi addirittura pre-socratica:
“come si arriva alla formazione, alla costruzione di una struttura di una persona stabile?”
Partenza: situazioni caotiche e disordinate
È possibile arrivare alla costruzione della struttura – partendo da situazioni caotiche, disordinate.
Classifica dello sviluppo psicologico in quattro fasi
Vygotskij ritiene come lo sviluppo psicologico si possa classificare, valutare e intendere in 4 grandi
momenti:
1. Capacità di classificare
2. Capacità di collegare per associazioni
3. Fase preconcettuale
4. Fase concettuale
Prima fase: capacità di classificare
Classificare che cosa?
Tutto ciò con cui il soggetto ha a che fare.
“Tutto” si intende nel senso letterale del termine: oggetti, pensieri, idee, concetti …
La classifica si fa in modo caotico: prendere e buttar lì, metter lì.
(Il modo caotico non è da intendere in maniera negativa: anzi, al contrario). 1
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Più il soggetto è giovane, più è comprensibile il “chaos” – in quanto il soggetto si trova difronte a
situazioni che prima non conosceva.
Perché?
Perché non era ancora nato!
“Classificare le cose”, nel senso generale e globale del termine:
- significa, essenzialmente, mettere insieme tutto ciò in cui ci si imbatte (senza tener conto
del nome, delle qualità, dei materiali …): metter lì.
Seconda fase: collegare per associazione
Questo fatto – di per sé semplice, banale e ovvio – dovrà essere poi corretto, rivisto:
progressivamente sviluppato e strutturato.
Dunque, si comincia progressivamente a collegare e a correlare gli oggetti – dapprima percepiti e
intesi in modo caotico e disordinato – non in modo stabile e logico, bensì per associazione.
Cosa vuol dire “ associazione ”?
“Associazione” significa “mettere insieme” alcune esperienze personali (o non) – legate al mondo
interno o esterno – per somiglianza, per verosimiglianza, per analogia, per possibile similitudine.
Non si collegano mai in maniera coerente e logica, per individuazione di caratteristiche comuni, ma
le si mette insieme associando una cosa ad un’altra.
Ad esempio: un cane associato ad un gatto perché entrambi hanno 4 zampe.
Prima dei 6 – 7 anni caos, poi organizzazione
Questo fatto, secondo Vygotskij, si verifica non prima dei 6 – 7 anni.
Tra il momento della nascita e i 6-7 anni vi è questa prospettiva “caotica” iniziale, ma non deve
essere intesa in modo troppo stretto e preciso.
Questo “caos iniziale” tende ad essere organizzato, ma si arriva ad una primitiva fase di
organizzazione (in questo caso, di associazione) soltanto a partire dai 6 – 7 anni.
Questa “casualità”, questo “disordine” – fa sì che tutte le cose apprese vengano, in qualche modo,
fatte proprie e immagazzinate, ma non organizzate.
Organizzare per caratteristiche comuni
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A partire dai 6 – 7 anni, si comincia ad organizzare – per associazione, per individuazione di
similarità, di analogie, di somiglianze, per caratteristiche comuni di entrambi gli elementi …
Terza fase: preconcettuale
Il passo successivo – secondo Vygotskij – porta al terzo momento, il cosiddetto dei “preconcetti”.
Si tratta di individuare delle relazioni – sulla base di proprietà comuni, sempre però esterne.
Differenza tra associazione e preconcetti
La differenza tra l’associazione e lo stadio preconcettuale sta nel fatto che:
- l’associazione inizialmente (nella seconda fase) viene sempre fatta tra 2 elementi o 2 classi
di elementi
- l’associazione successiva (nella terza fase) invece – adesso – viene fatta su più elementi o
classi di elementi.
Ad esempio: se prima si associavano il cane e il gatto perché entrambi hanno 4 zampe, adesso si associano
tutti i cani, gatti, cavalli e pecore che hanno 4 zampe.
Tutto questo non attraverso una classificazione logica, ma attraverso – ancora – un processo
associativo.
Differenza tra classificazione logica e associativa
Qual è la differenza?
Una classificazione logica individua tutti gli elementi con determinate proprietà.
Ad esempio: classificazione dei numeri pari. Il 2 o il 400 sono entrambi pari, non c’è differenza secondo la
classificazione logica.
Nella fase preconcettuale si intende ad andare oltre, ma si procede ancora per associazione.
Questo spiega anche perché – a livello di apprendimento – il bambino capisce le differenze, ma
fino ad un certo punto.
Ad esempio: il bambino sa contare fino a 100, poi? I milioni non li conosce ancora: non c’è differenza
secondo lui.
Nella fase preconcettuale – rimanendo legati all’associazione (basata su dati percettivi), si
cominciano però a costruire dei concetti – tali per cui, in un determinato ambito, certe particolarità
vengono rispettate. 3
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Quarta fase: concettuale
Così si arriva alla fase concettuale – che corrisponde, a grandi linee, all’età adolescenziale.
Capacità di astrarre per induzione
La fase concettuale consente, al soggetto, di astrarre.
L’astrazione è legata sempre ad un procedimento induttivo, mai deduttivo.
All’astrazione ci si arriva partendo dai livelli minimi, di base.
Differenza tra deduzione e induzione
- La deduzione, per definizione, è fornire una proposizione vera – e poi, da quella, sviluppare
e ricavare le conseguenze.
- L’induzione è data da partenze di basi concrete e limitate.
Quindi, la fase concettuale avviene quando il soggetto è in grado di astrarre.
Ad esempio: il soggetto sarà in grado di astrarre quando saprà dire che 2 o 2482, da un punto di vista
numerico, sono entrambi numeri pari, assolutamente uguali.
Evoluzione dovuta all’interiorizzazione simbolica
Dunque, secondo l’ottica Vygotskijana, l’evoluzione è dovuta ad una progressiva interiorizzazione
simbolica – tra tutto ciò che il soggetto mutua dalla realtà esterna e traduce nell’ambito della
propria attività psichica interiore.
Il linguaggio
Qual è lo strumento che attiva questi meccanismi?
Secondo Vygotskij è sempre e solo il linguaggio.
Il soggetto apprende, cresce, impara ad astrarre, passa dalla fase caotica – alla fase
preconcettuale e infine arriva alla fase concettuale – attraverso il parlare.
Questa è la parte più nuova e più moderna di Vygotskij: la comunicazione. 4
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A partire da questo assunto, tutte le attività psichiche (connesse e correlate) vengono, pur sempre,
ricondotte a questa evoluzione del linguaggio.
La memoria
La memoria, ad esempio.
Anche per la memoria, secondo Vygotskij, il processo è assolutamente analogo.
Vale a dire, il soggetto – poco alla volta – acquisisce determinate informazioni, passando da una
acquisizione non specificata dell’informazione che riceve – ad una progressiva attribuzione di
significato alle stesse, sino alla catalogazione dell’espressioni da lui ritenute significative (e utili)
per i propri fini.
Quindi anche la memoria si costruisce dal “chaos” – all’ordine (o dal disordine alla necessità).
La cooperazione secondo Vygotskij: evita i ritardi
Il punto successivo, di Vygotskij – che è stato estremamente rivalutato nell’ambito della cultura
italiana, soprattutto negli anni ’70 e ’80 – è dovuto al fatto che Vygotskij ritiene sempre che tutte le
attività compiute dal bambino, tanto più sono fatte cooperando con altri bambini, tanto più danno
risultati validi.
Ciò non significa che il bambino non può fare da solo: lui può fare tutto da solo – ma, secondo
Vygotskij, questo produrrebbe dei ritardi più o meno significativi.
“Ritardi” non nel senso patologico del termine, ma nel senso una maggior lentezza
nell’acquisizione di determinate nozioni – piuttosto che altre.
Quindi l’acquisizione individuale presuppone sempre una certa lentezza – che fa sì che ciò che
viene acquisito individualmente sia sempre in un secondo momento, rispetto a ciò che viene
acquisito cooperativamente o comunemente.
Lavorare con altri: cooperazione che permette la crescita cognitiva
Allora, la crescita cognitiva va dunque valutata nell’ambito della cooperazione con altri soggetti.
Lavorare con altri soggetti non vuol dire ripetere e imitare quanto detto dagli altri, ma si tratta di
stimolare nuove cose (anche se sbagliate, anzi meglio se sbagliate!).
Questo può avvenire soltanto attraverso il rapporto cooperativo con altri bambini. 5
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Le prime attività intellettive sono sociali
Vygotskij sostiene – ribaltando in maniera volutamente provocatoria – che le prime attività
intellettive non sono rivolte a sé stessi, ma sono sociali.
Cioè sono rivolte al reale – dove reale e società sono sinonimi.
Questo ci dice come il lavoro collettivo è almeno potenzialmente superiore a quello individuale.
Solo in un secondo momento, una situazione interpersonale viene intrapersonale.
Generalizzare la posizione di Vygotskij: la formazione della personalità
La formazione della personalità di un individuo non è data da una progressiva costruzione che il
soggetto fa dentro di sé e che rap
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Psicologia dello sviluppo - Riassunto
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Riassunto esame di psicologia dello sviluppo, prof. Caprin, libro consigliato Psicologia dello Sviluppo, Shaffer