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I BENI DI MERITO E DI DEMERITO, E LE ASIMMETRIE INFORMATIVE

Introduzione. L’incompletezza informativa e l’asimmetria informativa rientrano tra le

caratteristiche dello scambio di molti beni e servizi. Infatti, in alcuni casi, è possibile riscontrare

che solo un lato del mercato ha informazioni complete. L’incompletezza informativa apre spazi per

comportamenti opportunistici che conducono al fallimento del mercato. Se un policy maker ritiene

che i soggetti attivi sul mercato posseggano un grado di informazione inappropriato o che non

dispongano degli strumenti o delle capacità atte a valutare correttamente l’insieme di

informazioni in loro possesso,allora ne trarrà la conclusione che le scelte individuali compiute sul

mercato non rispecchiano correttamente i costi e i benefici individuali, e che quindi siano in realtà

individualmente e socialmente sub-ottimali.

I beni di merito e di demerito. Sono quelli per cui il policy maker ritiene giustificato limitare la

libertà di scelta individuale riguardo il consumo o la produzione, poiché crede che gli individui

abbiano informazioni limitate o distorte circa i reali costi e benefici individuali comportati dallo

loro produzione/consumo. I beni di demerito (come la droga o il tabacco) sono legati alle

esternalità negative, mentre i beni di merito (come i vaccini o l’istruzione obbligatoria) sono legati

alle esternalità positive. La natura meritoria/demeritoria di un bene implica poi che si limiti la

sovranità del consumatore/produttore in nome di una migliore informazione e capacità di

valutazione detenuta da enti che stanno al di sopra dell’individuo.

Le asimmetria informative. Si verifica un caso di asimmetria informativa ogni volta che i soggetti

coinvolti in scambi economici dispongono di informazioni differenti. Le asimmetrie informative

sono alla base dei fallimenti di mercato in termini di scambio ed allocazione delle risorse. Le

tipologie sono:

 selezione avversa: nel caso l’asimmetria informativa è precedente rispetto alle conclusioni

dei contratti e alla realizzazione degli scambi (come la vendita di un bene usato dove la

qualità del bene è conosciuta solo dal venditore o come le polizze assicurative). Si ha

selezione avversa quando un soggetto possiede un set informativo diverso rispetto alla

controparte. Chi possiede maggiori informazioni potrà adottare comportamenti che

porteranno al fallimento del mercato. Tale fallimento potrà essere evitato attraverso

processi di certificazione della qualità (professioni mediche) o da marchi (DOP, IGP) per i

prodotti alimentari;

 azzardo morale: se la differenza tra gli insiemi informativi insorge dopo che il contratto è

stato siglato. A sua volta si divide in azione nascosta (le informazioni differiscono perché un

contraente non può osservare le azioni messe in atto dall’altro contraente) ed

informazione nascosta (non possono essere conosciute le motivazioni che fanno loro da

base). All’interno dell’azzardo morale si riscontrano 2 soggetti, ovvero il principale (colui

che possiede minori informazioni) e l’agente (colui che attua un comportamento

particolare dopo la stipula del contratto). Un esempio di azzardo morale è il fatto che io

possiedo una baita sui monti, e che quando esco “rischio” lasciando il camino acceso

perché tanto ci penserà l’assicurazione a rimediare alla mia imprudenza.

E’ qui fondamentale l’intervento pubblico, che deve implementare sistemi informativi pubblici e

metodi omogenei (come i certificati della qualità), introducendo standard minimi da rispettare nei

vari settori.

PARTE III

LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO ED IL BENESSERE SOCIALE

Introduzione. Esistono diverse prospettive sotto le quali valutare la distribuzione del reddito:

 distribuzione personale del reddito: il modo in cui il reddito si distribuisce tra i soggetti che

compongono la comunità;

 distribuzione funzionale del reddito: si concentra su come il reddito si distribuisce tra i

fattori produttivi che hanno concorso a produrlo (nel particolare il capitale ed il lavoro);

 distribuzione sociale del reddito: si concentra sul modo nel quale il reddito si ripartisce tra

le classi sociali (ad esempio tra capitalisti e lavoratori);

 distribuzione spaziale del reddito: si concentra sul modo nel quale il reddito si ripartisce tra

le aree geografiche che costituiscono un’economia;

 distribuzione settoriale del reddito: come il reddito si ripartisce tra i settori che

compongono un’economia.

La distribuzione personale del reddito. Il reddito è un carattere misurabile che si ripartisce in

modo non uniforme tra i componenti di un gruppo. Le scienze statistiche hanno elaborato

numerosi indicatori allo scopo di valutare la variabilità e la concentrazione nella distribuzione di

caratteri. Gli indicatori utilizzati sono:

 indicatori di dispersione (o variazione): esprimono quanto una distribuzione sia dispersa

intorno alla sua media. Si utilizzano la varianza, lo scarto quadratico medio (radice

quadrata della varianza), lo scostamento medio assoluto dalla media ed il rapporto

percentilico (bisogna ordinare i soggetti in modo crescente rispetto al reddito posseduto e

si divide il gruppo ordinato in dieci sottogruppi. Il rapporto fra il reddito medio del decimo

e del primo decile fornirà un’indicazione della diseguaglianza distributiva);

 indicatori di concentrazione: forniscono una misura di quanta parte di un carattere

misurabile sia posseduta da una data frazione della popolazione. Si utilizzano la curva di

Lorenz (si considera il gruppo di soggetti da esaminare, ordinati in modo crescente rispetto

al reddito personale, e si calcolano le distribuzioni cumulate del reddito, ottenendo così

una curva che, in caso di distribuzione egualitaria, coincide con la bisettrice che taglia in

due parti uguali il primo quadrante ed avente angolo di 45°. Quanto più la curva di Lorenz

si allontana dalla bisettrice, tanto meno equamente il reddito sarà distribuito) e l’indice di

Gini (è dato dal rapporto tra l’area H, che è l’area compresa tra la retta a 45° e la curva di

Lorenz, e l’area del triangolo ORT. Poiché l’area del triangolo ORT è base per altezza fratto

due, si può affermare che l’indice di Gini è pari al doppio dell’area H. Questo indice può

assumere valore compreso tra 0, che è la distribuzione perfettamente equa, ed 1, che è la

massima concentrazione nella distribuzione del reddito. Quanto più lontana è la curva di

Lorenz dalla bisettrice, tanto più l’indice di Gini si avvicinerà ad 1).

Curva di Lorenz:

Gli indicatori di povertà. La povertà è una condizione di una fascia di popolazione che vive in

condizioni particolarmente disagiate. Esistono 2 differenti concetti di povertà:

 povero assoluto: colui che può contare su un reddito giornaliero non superiore a 1 o 2

dollari e che gode di un reddito annuo inferiore a 390 dollari;

 povero relativo: colui la cui condizione dipende dal reddito individuale e dal contesto nel

quale il reddito è percepito. Si definisce povero relativo colui il cui reddito equivalente è

inferiore rispetto al 50% del reddito individuale medio della comunità di riferimento.

Il legame tra distribuzione del reddito e benessere sociale. Secondo il teorema di Atkinson, se

ogni individuo ha funzione di utilità crescente e concava nel livello del proprio reddito e se

l’ammontare complessivo di reddito in una comunità non dipende dal modo in cui è distribuito,

allora una distribuzione più equa del reddito è associata ad un più alto livello di benessere sociale:

 la prima ipotesi (= se ogni individuo ha funzione di utilità crescente e concava nel livello del

proprio reddito) equivale a dire che l’utilità di ogni individuo dipende dal reddito, e ciò vuol

dire che dosi aggiuntive del reddito individuale incrementano l’utilità individuale ma in

misura via via decrescente. Quando si sottrae una unità a chi ha un reddito elevato per

trasferirla a chi ha un reddito basso, il decremento di utilità arrecato al più ricco sarà

minore dell’incremento di utilità che l’unità aggiuntiva determina per il più povero che la

riceve. In questo caso il trasferimento di reddito aumenterà l’utilità della società, in quanto

il beneficio per il povero eccede il danno arrecato al ricco;

 la seconda ipotesi (= l’ammontare complessivo di reddito non dipende dal modo in cui esso

è distribuito) richiede che la redistribuzione del reddito non sia costosa.

La logica del teorema non viene messa assolutamente in discussione, ma vengono messe in

discussione le ipotesi su cui esso si basa:

 la redistribuzione è costosa perché, nel momento in cui si opera un trasferimento di

reddito, non è detto che tutto il reddito sottratto a chi è più ricco giunga effettivamente a

chi è più povero;

 le politiche di redistribuzione vanno a colpire chi ha maggiore reddito, e pertanto

disincentivano la produzione del reddito proprio da parte di chi ha maggiore capacità nel

generare reddito.

Okun ha proposto di ragionare sulle curve di benessere sociale e di calcolare quale perdita di

reddito complessivo una società sia disposta ad accettare pur di ottenere una distribuzione di

reddito più equa e rimanendo sulla stessa curva di benessere sociale. In questo senso esisterebbe

una sorta di SMS tra equità ed efficienza. Secondo Okun le politiche redistributive comportano

costi. La usa “metafora del secchio bucato” vuole farci capire che la redistribuzione del reddito

sarebbe come portare acqua, da chi ne ha tanta a chi ne ha poca, con un secchio bucato, e dunque

nel momento in cui si opera il trasferimento dell’acqua buona parte dell’ammontare trasferito

viene perso. Dunque per Okun fare i trasferimenti è costoso ed il costo del processo messo in atto

può essere rilevante, sicchè non è detto che il reale beneficio di chi riceve il reddito trasferito sia

sufficiente a compensare il danno arrecato a chi ha visto sottrarsi parte del proprio reddito.

Seconde il ”trickle-down” (che letteralmente vuol dire sgocciolare dall’alto), invece, favorire chi ha

un reddito alto consente, nell’ambito comunitario, una maggiore produzione di reddito di quanto

ne sarebbe prodotto mettendo in atto politiche redistributive, ed il maggior reddito complessivo

finirebbe con il favorire chi ha un redito basso (metaforicamente parlando, sui quali il reddito

sgocciolerebbe dall’alto).

La distribuzione funzionale del reddito. Si concentra su come il r

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A.A. 2017-2018
80 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GC93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Biondo Emanuele.