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Stati (a partire dalla "Firenze-Siena-confine pontificio di Acquapendente") col c.d. "servizio di posta" con
quindi l'istituzione di condotte regolari di corrieri per corrispondenza e merci
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- L'agricoltura italiana in Età Moderna è caratterizzata da cospicui progressi, a cominciare da quella
capitalistica lombarda nei secoli XV-XVI (area fra Ticino, Po ed Adda) grazie al perfezionato sistema irriguo
delle "marcite" che con un leggero velo d'acqua durante l'Inverno impedisce il congelamento e l'arresto di ogni
attività vegetativa -> nel Rinascimento la situadione in Padania migliora ulteriormente grazie alle grandi opere
di bonifica ed irrigazione -> in questi tempi moderni il regime di proprietà subisce ivi importanti trasformazioni: si
riduce la grande proprietà nobiliare e quella ecclesiastica, aumenta invece quella di mercanti
d'origine urbana -> in sincrono vi sono importanti investimenti fondiari che portano la costruzione di canali
ed una più efficiente utilizzazione delle acque che favoriscono l'aumento dei prati e dell'allevamento bovino: la
coltura dei foraggi per gli animali sostituisce così il maggese, con l'introduzione della rotazione
continua al posto di quelle triennali -> la coltivazione di foraggi permette l'allevamento di più bestiame, il
che significa più concime il quale consente a sua volta un rendimento superiore nella coltivazione dei grani
- L'agricoltura padana non era basata solo sulla cascina capitalistica (che solo nei secoli successivi si
allargherà), infatti dominava la "PIANTATA LOMBARDA": con la disposizione della vite e degli alberi in filari,
l'insediamento sparso degli agricoltori, le aziende condotte non solo a mezzadrìa ma anche in affitto: la
caratteristica più importante è data dalle sistemazioni a carattere permanente ed intensivo (contro
quelle temporanee e periodiche dell'"ALBERATA" dell'Italia centrale)
- Ciò detto, gli effetti della ripresa demografica della metà del XV furono i medesimi dei secoli precedenti, ovvero
nuovi diboscamenti ed opere di bonifica (con esclusione del Meridione) -> la più grande opera di bonifica fu
attuata da Venezia nella seconda metà del '500 sulla sua terraferma: in questo modo cessò la prassi obbligata
di dover acquistare grano all'esterno
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- Il diboscamento montano e collinare, coi dissesti idrogeologici (frane, smottamenti, inondazioni) prodotti
sia nelle terre alte che in quelle basse, riguarda un po' tutta Italia -> al riguardo, Venezia tentò ad es. di
emanare tutta una serie di leggi, tuttavia scarsamente rispettate (lo stesso in Toscana) -> questi diboscamenti
ci sono noti soprattutto per gli effetti negativi che apportarono: come p.es. gli allagamenti nella piana di Sibari,
che, favorendo la malaria, determinarono l'abbandono delle terre
- A queste calamità si comincia a rispondere con iniziative individuali, come i nuovi tipi di sistemazioni (appena
abbozzati in età comunale ed ampliati ai primi del Rinascimento): il cavalpoggio ed il girapoggio nei quali la
forma dei campi si adatta all'andamento del suolo e soprattutto le più efficaci sistemazioni orizzontali -> nei
rilievi di Toscana e Liguria (ma anche nella costiera amalfitana)abbiamo invece sistemazioni intensive e
razionali (= ciglioni, lunette, terrazzi)
- Nei secoli dell'Età Moderna si affermano nel Centronord le 2 nuove coltivazioni del gelso e del riso (già
affacciatesi ivi nel XV) -> alla fine del '700 le tre regioni d'Italia in cui i gelsi erano più numerosi e più ampia era
la produzione di seta sono Serenissima, Regno di Sardegna e Ducato di Milano -> anche il riso progredisce al
Nord e permise di lavorare terreni paludosi, altrimenti impossibili da coltivare -> il Sud non partecipò a queste
innovazioni dove invece abbiamo una decisiva ripresa del paesaggio pastorale: tale stasi si deve alle famiglie
dei baroni proprietarie di grandi latifondi i cui feudi venivano in parte affittati a numerosi coloni (in cambio di
censi in natura o fitti in denaro) ed una parte veniva condotta direttamente come un'azienda autonoma (=
masseria) fatta lavorare con salariati stabili
- Alla metà del del XVI si verifica una diminuzione del costo dei cereali che favorisce lo sviluppo
dell'allevamento soprattutto ovino (per la lana) -> così molte aree a grano cominciano ad esser
riconvertite dai signori in pascoli permanenti (Maremma, Agro, Italia merid./insul.) -> a ciò fa riscontro
quel che è stato definito processo di "rifeudalizzazione" della società italiana, che appare evidente proprio
in quelle zone della Penisola dov'era stato più forte lo slancio del moto comunale (invece che nel Meridione, con
una perenne struttura feudale): soprattutto la Toscana 5-6sca torna ad esser costellata di più di 50 Signorie
grazie ai favori concessi dai granduchi Medici tanto da far riemergere la mezzadrìa nelle sue forme più retrive ->
Sereni considera il fenomeno della proliferazione delle "ville all'italiana" come effetto della rifeudalizzazione:
questo giudizio negativo è stato di recente stemperato in quanto le ville non erano destinate tutte
ad ozi e svaghi delle classi possidenti parassitarie, ma spesso diventavano il centro di
riorganizzazione del sistema mezzadrile verso orientamenti più produttivi
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- Molti storici hanno enfatizzato troppo la portata della crisi 600sca
- Quanto alla coltivazione del gelso in tutta l'Italia centro-sett., essa attivava un'industria serica in continua
espsansione (XVII-XVIII fino al XIX) come dimostra la proliferazione di mulini ad acqua per la torcitura
della seta: questa era la più cospicua esportazione italiana -> inoltre, soprattutto nell'arco alpino (dal
Piemonte al Friuli) ritroviamo numerosi esempi di industria rurale con attività come quelle tessili (di lino e lana)
e di lavorazione della carta e della metallurgia -> in Toscana abbiamo poi la lavorazione della paglia che
recluta i pigionali (braccianti agricoli) -> ergo, questa protoindustria concorre a modificare l'equilibrio
tradizionale del sistema industriale fondato appunto sulle città
Sviluppo demografico ed allargamento dello spazio agrario tra 7-'800 (Cap. 2 - 2^ Parte)
- L'epoca delle riforme che si apre nella metà del XVIII s. determina una velocizzazione dell'aumento
demografico -> l'evoluzione demografica 7-8sca è frutto di una serie di fattori: caduta della mortalità per la
quasi totale scomparsa di pestilenze e carestie con le conseguenti crisi di sussistenza, quest'ultime debellate
grazie all'incremento della produzione agricola -> quest'ultima del resto la si deve ai progressi dei mezzi di
trasporto delle derrate alimentari, sempre più monopolizzati dal vapore -> altrettanto importante fu
l'abolizione dei feudi e l'avvio di un vasto programma di bonifiche e risanamenti urbani/ambientali
- Ad ogni modo, la crescita continua a riguardare le campagne e le uniche eccezzioni per le città sono Napoli,
Roma, Livorno, Trieste, Torino (già dalla seconda metà del XVIII s.) -> lo sviluppo dei centri urbani per la
prima metà dell'Ottocento è collegato a 2 particolari funzioni svolte dalle città: una di tipo amministrativo e
l'altra di centro portuale oppure nodo dei traffici -> difatti sono soprattutto le città portuali (per l'istituzione del
porto franco di metà '700) ed alcune delle capitali degli Stati preunitari a svilupparsi maggiormente
- Il settore industriale trainante in questo periodo è il tessile che inizialmente si era sviluppato in alcune aree
rurali ben circoscritte (Piemonte, Lombardia) soprattutto allo sbocco delle vallate alpine da dove ricavare forza
idrica ma anche manodopera a buon mercato: la produzione si svolgeva in prevalenza in piccoli opifici
sparsi per la campagna -> soltanto nelle città del futuro "triangolo industriale" si ebbero già in epoca
preunitaria alcuni primi e limitati accenni di uno sviluppo dell'industria meccanica (che in qualche modo ha
influito nell'attrarre manodopera dall'interland)
- Ciò detto, è dalla Restaurazione che la più intensa crescita demografica determina l'avvio della
costruzione dei primi quartieri ai margini della città, realizzati tra l'altro per iniziativa privata -> le prime
città ad espandersi in questo modo mediante l'uso dei primi regolamenti edilizi sono Torino, Firenze,
Genova -> inoltre, compaiono anche i primi sventramenti delle aree più antiche
- Ad ogni modo, la crescita demografica 7-800sca tende paradossalmente a privilegiare il Mezzogiorno
sostanzialmente statico sul piano economico (donde il fenomeno migratorio della seconda metà del XIX)
- Quanto al tessuto urbano delle città, esse si presentavano come poco specializzate per 'parti': palazzi misti a
tuguri, ceti diversi nello stesso edificio, attività produttive non separate dalla residenza (sebbene varie "arti"
continuassero ad occupare intere strade) -> inoltre, le condizioni igienico-sanitarie ed ambientali dei quartieri
cittadini più affollati apparivano drammatiche (gli interventi di risanamento saranno solo degli ultimi 15 anni
dell'800)
- Ciò detto, nell XVIII s. si ha una ripresa certa delle attività industriali e quindi anche di quelle commerciali:
raddoppiano infatti i traffici dei porti italiani (Livorno al 1° posto) ed accresce anche la
partecipazione di navi italiane ad essi -> tale crescita continuava ad esser di fatto legata all'espansione
della gelsicoltura e della produzione di filati di seta -> Trieste è un altro importantissimo porto che tra 7-'800
diventerà per la sua proclamazione a porto franco un grande emporio mercantile, anche per la decisione
asburgica di farne il suo primo sbocco commerciale nell'Adriatico
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- La vera e propria fame di terra determinata dall'incremento demografico tra i 70-80 del XVIII s., spinse i
governi preunitari (con in testa la Toscana) a porsi seriamente il problema di una soluzione -> vennero così
colpiti le proprietà terriere dell'Ancien Régime, che erano concentrate in gran parte nelle mani di Chiesa ed
Opere Pie -> tuttavia esse, così come parte di quelle nobiliari, erano "manomorta" cioè non-commerciabili ->
ciò impediva ovviamente la modernizzazione dell'agricoltura -> ergo, nel Granducato di Toscana dei Lorena,
venne accolta la proposta dell'espropriazione dei beni degli enti, con la loro redistribuzione a proprietari civili: si
privilegiò sì la grande e