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PARTE 2 -IL CANTO DI ORFEO
Cap 1 : Placare le belve
Adesso parliamo di pace , la pace la fanno gli enti animati e
non quelli inanimati che si limitano a sopravvivere . Nella
visione comune la pace è l’antitesi della violenza , se c’è la
pace non c’è la guerra e viceversa . Si annullano a vicenda
– esempio il canto di Orfeo , il quale placava le belve con il
suo canto , la pace nasce dal suo canto e ha posto fine
all’ira , alla violenza delle bestie( questa visione della pace
viene chiamata pace-negativa ). La violenza si sa non può
essere mai debellata completamente in quanto fa parte
della vita , della bios . Se la pace la sconfisse
completamente , sarebbe una contraddizione alla vita
stessa , viene vista come NON-VITA . L’uomo non deve
aspirare ad una pace eterna , assoluta , all’Eden tutto ciò
sarebbe contro natura . La pace è una pace relativa , si
deve garantire l’esistenza di un mondo dove tutte le cose
possano trovare il loro spazio , possano convivere malgrado
i loro conflitti . La violenza è vita , ma la vita non è violenza
. La violenza è inevitabile , un uomo che crea qualcosa o
un uccello che crea un nido , commettono violenza , ma è
una violenza che porta a dei benefici , è costruttiva . La
diminuzione di status c’è , ma è il modo che cambia e che
è importante – ad esempio un uomo che uccide non
crudelmente , un’esecuzione capitale eseguita con umanità
, sono attenuazioni della violenza e non la sua eliminazione
.
Pace significa anche costruire dei luoghi di tregua : case ,
nidi dove le persone possono vivere felicemente . L’uomo
ha sempre sognato una pace universale , astratta i vari
Eden , paradisi terrestri ecc , ma questi sono soltanto
utopie , l’uomo deve tendere ad una pace concreta quindi
al particolare e non all’universale . I veri protagonisti non
sono gli animali, ma l’uomo .
L’uomo innanzitutto può regolare i propri impulsi violenti , e
trattare il suo processo nutritivo –autoconservativo
attenuandone l’impatto.
La dimensione della pace è perennemente dinamica , dovrà
sempre agire per attenuare l’eterna nemica- la violenza . In
Orfeo , la pace non è la bestia placata , ma il suo canto . Le
bestie non resteranno placate per sempre quindi Orfeo
dovrà sempre usare il suo canto . L’importante è il mezzo
non la meta , la pace non sarà mai totale , ma pace
significa attenuare l’impatto delle azioni . Pace –violenza
sono ciò che la cultura cinese ha rappresentato nel taoismo
, lo Yin e lo Yang due forze opposte che si trovano nella vita
umana . E’ facile per noi pensare una vita dominata coppie
di opposti : bene-male , su –giù ecc , va in crisi anche la
teoria qualitativa non si può dire c’è pace e non c’e
violenza . Dobbiamo avvalerci di una visione quantitativa
c’è più o meno pace o più o meno violenza .
Tutto sta nel creare spazi di tregua , dove tutti gli esseri
possono vivere in armonia gli uni con gli altri .Quindi è vero
che l’attore della pace è l’uomo , ma dall’uomo scaturisce
armonia anche tra gli esseri inanimati , animali ecc . La
pace infatti non può limitarsi ai fini solo umani utilizzando
violenza in tutto ciò non lo riguardi – sarebbe una pace
falsa e contraddittoria . La pace deve costruire zone ,
ambienti dove ogni cosa vive armoniosamente – un mondo
dove i boschi non sopperiscono alle bombe dell’uomo, gli
animali temono solo altri animali e non le armi dell’uomo –
la pace è vero parte dall’uomo , ma coinvolge tutto il
creato . L’uomo può fare qualcosa per il mondo –
salvaguardare l’ambiente , proteggere animali ecc. Finora
l’uomo non si è curato di questo aspetto e ha sfruttato e
dominato la natura .
Alla base dell’azione pacifica dell’uomo c’è l’etica – ovvero
agire moralmente secondo un valore , la violenza invece
corrisponde a un disvalore . Il fenomeno irenico consta di
due azione differenti – concrete ( la costruzione di luoghi di
tregua ) e astratti interiori( contenimento di pulsioni ,
violenze necessarie e non necessarie ) .
La pace però non è solo questo , è qualcosa che parte da
dentro , dalla buona intenzione dell’uomo . Non esistono
buone terre e cattive terre , il tutto dipende dalla mente ,
dalla buona intenzione dell’uomo . Il fenomeno irenico può
essere attuato da tutti , bastano anche piccole azioni e
buone intenzioni .
Anche la pace è un archetipo , è un potenziale immesso
nella natura dell’uomo. Attuare la pace non significa creare
cose nuove , ma attuare questo sentimento intimo,
significa attuare vere virtù che alla fine sono le nostre
stesse .
Riassumendo- la pace viene attuata dall’uomo per creare
spazi di tregua , nella pace è importante il modo e non il
fine e tende ad attenuare la violenza che è parte del bios e
non a eliminarla . La pace così come la guerra è ben
radicata nello spirito collettivo , archetipico dei popoli e non
è certamente meno forte della violenza .
Cap 2: Scorrono acque antiche
La pace non potrà mai prendere completamente il posto
della violenza , potrà cercare di ottenere un maggior spazio
limitandola e creando luoghi di tregua ecc . La domanda è –
Quale forma assume tale processo ? La pace sarà un
cambiamento progressivo che cambierà gli animi
spingendoli verso nuove virtù oppure sarà una piccola
parentesi nel caos storico o un evento come gli altri che
sorge e perisce ? Innanzitutto la pace ha la sua origine
nell’uomo stesso , l’uomo non è un essere determinato , le
cui azioni non potrebbero essere come sono già . L’uomo è
artefice del proprio destino , è capace di compiere scelte
biforcazioni e chi lo sa probabilmente andrà nel verso della
pace in quanto ha di queste capacità.
L’indagine si articola in tre fasi : la guerra – la violenza
diffusa e i buoni gesti che cambiano cose e rendono il
mondo migliore .
La guerra genera diverse situazioni – pulsioni – virtù –
coraggio, sono tutte cose dirette da un contesto più
grande che è la politica quindi un valore logico-razionale .
La guerra appare come un mezzo per ottenere così un fine
dettato dalla politica . La domanda che ci poniamo è se
esistono altri mezzi non bellicosi per ottenere quel fine o se
la guerra è una condizione necessaria dell’evoluzione
umana o che la guerra sia qualcosa che può essere
evitata .
La guerra non è un fenomeno genetico – patologico e si
distingue dalla violenza pur essendo comprese nello stesso
contesto .Uno è un fenomeno istintuale , l’altro la guerra è
culturale . La guerra non deriva da impulsi oscuri ed
emozionali , ma da moventi logico-razionali ed è quindi
controllata dalla politica . Le passioni non c’entrano , il fine
della guerra è quella di impossessarsi di ricchezze , terre ,
materie prime ecc . Se quindi la guerra non è mossa da un
istinto irrefrenabile dell’uomo , ma da una logica politica
che vuole raggiungere degli scopi. Questi scopi quindi
possono essere raggiunti in altri modi non bellicosi . Però si
sta diffondendo anche il timore della guerra – grazie alle
armi chimiche –nucleari , poi grazie ai mezzi di
comunicazione se pur tecnici come la televisione ci fa
vedere se pur attraverso uno schermo la faccia del
nemico , un nemico che alla fine è come noi e non come si
pensava in antichità che il nemico fosse naturalmente
inferiore e quindi uccidendolo non ci sentivamo in colpa
.Però né la paura né il senso morale sono utili a eliminare la
guerra , ci vuole una conversione profonda dei valori , della
ragione che porti a una svolta della civiltà . Possiamo
sperare nel nuovo sviluppo della civiltà umana guidata
dalla ragione , abbiamo la capacità di prevedere le
conseguenze delle nostre azioni e quindi sperare in un
mondo senza guerre. L’idea di un mondo senza guerra non
è pura utopia , ma dipende da noi , dalla nostra ragione
che ha il compito di valutare le conseguenze .
Insomma l’uomo non è predeterminato e destinato alla
guerra per l’eternità , l’uomo può e deve agire per
preservarsi un futuro senza guerra . Ma niente viene per
caso , l’uomo si deve impegnare , sforzare , scavare nel
profondo di se stesso . Riprendendo il canto di Orfeo , la
musica c’è, ma qualcuno deve poterla suonare e il risultato
deriva da qualità della musica .
Cap 3 : La danza delle culture
Qual è il ruolo della pace nella società ? Analizziamo la
pace come cultura . La cultura che cos’è? Cultura significa
cambiamento , però non tutti i cambiamenti sono culture ,
dobbiamo usare un criterio . Una roccia che cade , produce
un cambiamento di status , ma si tratta semplicemente di
un’azione determinata , necessaria inscritta nella natura
delle cose inanimate . Quindi solo i sistemi viventi possono
produrre cultura , cambiamento , non sono programmati o
predestinati bensì sono in grado di creare cultura . La
cultura è frutto del sistema vitale , gli uomini ricreano ,
creano cose nuove . Non è possibile che un vivente non
produca cultura , perché è qualcosa che riguarda il
processo vitale .
Si parla di processo cognitivo , interiore , mentale . Questo
livello cognitivo ha però vari livelli , dal più basso e meno
evoluto i quali non hanno una conoscenza pura ad
esempio i fiori , altrimenti ci sarebbe una visione
animistica della realtà , poi ci sono gli animali e infine gli
uomini , i quali hanno un grado di conoscenza e coscienza
alto . La cultura investe soprattutto la sfera collettiva e non
quella individuale
L’uomo ha stipulato qualsiasi tipo di rapporto coppia ,
comunità insieme di comunità e questo ha portato ad
un’unione di culture , ognuno possiede una cultura , si
producono culture individuali e sociali . Da queste unioni di
cultura hanno origine le macroculture e che provocano il
progresso e in alcuni momenti la civiltà .
Per riassumere della cultura si hanno 3 punti di partenza ,
1- cultura come vivere tutti gli esseri fanno cultura tanto un
fiore come un cane 2- intelligenza ovvero l&rsqu