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CRISI DEL SIMBOLISMO
Nel 1921 Blok scrive una introduzione alla nuova edizione del suo romanzo 'La Nemesi', incompiuto del 1910. Dice che questo anno è l'anno della morte della Komissarževskaja, di Vrubel' e di Tolstoj. Con la prima è morta la nota lirica in scena, con il secondo il mondo personale di un artista e con il terzo la tenerezza umana. La prima era una grande attrice teatrale, aveva portato in scena i drammi lirici di Blok e aveva creato il suo proprio teatro drammatico. Il secondo era un pittore che ha una storia tutta personale, è ossessionato dalla figura del demone e continua a dipingerlo all'infinito. Non si capisce cosa c'entra la morte di Tolstoj col simbolismo, ma di fatto dà l'impressione di una fine di un'era. Blok dice anche che il 1910 è l'anno della crisi del simbolismo, anno in cui si cominciano a fare conoscere tendenze che erano nemiche del simbolismo, come l'acmeismo e altre, che
mettono al centro un uomo altro, diverso. Nello stesso anno Ivanov fa una conferenza intitolata ‘Заветы симболизма’, ovvero ‘Illascito del simbolismo’. Se ne parla molto, c’è molto dibattito. Sempre nel 1910‘Манифест о прекрасной ясности’ esce il Manifesto sulla meravigliosachiarezza, scritto da Кузмин. Quest’ultimo è un personaggio curioso e molto complicato da definire, ha un percorso molto individuale. Inizia come musicista e scrive per le rappresentazioni dei drammi di Blok per poi diventare prosatore con un gusto particolare e difficile da definire. Nelle sue opere vediamo una tendenza al decorativo e all’elegante con molto spesso un distacco ironico e pochissime idee mistiche. Scrive un ciclo di poesie intitolato ‘Canti alessandrini’. Il riferimento ad Alessandria indica un riferimento ad un estetismo decadente. Con le sue poesie fa molto parlare di sé.
Sono il primo esempio di verso libero in russo che diventano veramente popolari. Rimarranno le uniche per moltissimi anni. C'è un gioco volutamente superficiale, decorativo, descrittivo di qualcosa che lui non ha mai visto e probabilmente non ha intenzione di vedere. È raffinato evolutamente superficiale, come a stare da parte per dire guardate come sono bravo. Lui scrive anche molto in prosa, scrive molti romanzi con tematiche particolari. Dentro c'è anche un particolare importante: lui è il primo omosessuale dichiarato nella letteratura russa. Buona parte di questi romanzi fanno pensare ad una omosessualità vissuta abbastanza male. Vive fino al 1936. Scrive anche cose abbastanza serie. Nel 1910 si presenta con questa aria di raffinato ed elegante e anche un po' superficiale. Il fatto di scrivere questo manifesto riguarda la volontà di opporsi a quelle che vengono chiamate le 'nebbie' del simbolismo, ovvero la ricerca di
Questi significati mistici.
ACMEISMO: Nello stesso periodo si creano degli ambienti, che non sono ambienti per forza nemici del simbolismo ma comunque di una generazione un po' più giovane che comincia a pensare che si potrebbero cambiare alcune cose della letteratura russa. Uno di questi si sviluppa attorno alla rivista È una rivista molto raffinata con molte raffigurazioni di opere artistiche di un certo valore. Probabilmente viene chiamata così in senso di sfida - si sapeva che Ivanov era vicino ai culti mistici dionisiaci, e si conosce bene l'opposizione tra Dioniso e Apollo come opposizione di principio notturno e diurno. Intorno a questa rivista nel 1913 escono i manifesti di un gruppo formatosi nel 1911 come ‘Цех поэтов’ (la prima parola indica la corporazione militare e anche l'officina). Nel 1911 si riuniscono e si formano. Nel 1912 si inventano questo nome di ‘Acmeismo’ un po' per scherzo.
Nel 1913 fanno i loro manifesti. In realtà la questione dell'acmeismo è ancora dibattuta, i discorsi teorici che loro fanno non hanno grande contenuto. Il termine in sé è scherzoso. Non si sa è in effetti una corrente vera e propria o solo un gruppo di persone legate da rapporti molto stretti, in particolare 3 persone: Gumilëv e Axmatova (sposati) e il loro amico Mandel'stam. Tutti si consideravano allievi di Анненский, che in realtà può essere considerato un simbolista della prima generazione: era del 1856, muore nel 1909. Ha una preparazione da filologo classico, insegna prima in provincia e fa delle traduzioni in russo di Euripide e di scrittori francesi. Nel 1904 pubblica un primo libro di sue poesie chiamato "Non viene notato". Il suo secondo e fondamentale libro è "Cofanetto di Cipresso". Lui aveva un cofanetto sulla.scrivania con i fogli delle sue poesie. Il libro esce postumo. Nei suoi ultimi anni di vita viene scoperto grazie a Gumilëv che era stato suo allievo al liceo. Si racconta che stavano per uscire le sue poesie sulla rivista quando scoppiò il caso ‘Черубина де Габриак’ - praticamente lo scrittore Волошин si inventa uno scherzo per il direttore della rivista Apollon (che era Маковский): prende le poesie di una sua amica, gliele fa firmare con questo nome esotico, si inventano la storia di questa scrittrice e gli mandano tutto. Il direttore si innamora di questa scrittrice e decide di togliere Анненский dalla rivista per permettere a questa presunta scrittrice di pubblicare. I fedeli di Анненский lo considerano un tradimento. Анненский è sicuramente una voce interessante, un poeta vero. Nel gruppo che si presenta come allievi suoi si inventa il termine ‘Acmeismo’. Nel 1913 nel primo numero dell’Apollon escono
i primi due manifesti del gruppo: 'L'eredità dell'acmeismo e del simbolismo' è il primo e viene scritto da Gumilëv; 'Alcune tendenze nella poesia russa contemporanea' è il secondo, viene scritto da Gorodenskij. Gumilëv scrive e invita ad andare verso la luminosa ironia dei francesi abbandonando le nebbie tedesche. Sappiamo che lui aveva una passione per i parnassiani. Chiede il suo manifesto prendendo a modello 4 nomi: Shakespeare, il quale secondo lui ci avrebbe mostrato il mondo interiore dell'uomo, Rabelais il corpo e le sue gioie, Villon ci ha fatto conoscere una vita che non dubita di sé stessa anche se conosce tutto, e infine Gautier ha trovato in arte per questa vitale degne vesti di forme irreprensibili. C'è un testo di Mandelstam che definisce l'acmeismo come 'Nostalgia per la cultura mondiale' -> potrebbe essere una chiave per capire questo 'movimento'. GumilëvHa una storia particolare, nasce nel 1886 e finisce fucilato nel 1921. Studia alla sorbona, era di buona famiglia. Il suo primo libro esce nel 1905, 'Le Vie dei Conquistadores'. Ha una grande passione per l'esotico. Fa due viaggi in Etiopia, nel 1911 e nel 1914. Fa in seguito a questi viaggi un libro di poesia africana. Nel 1910 si sposa con Anna Axmatova, avevano una relazione molto libera. Dopo la guerra comincia a raccogliere attorno a sé giovani poeti assumendo un atteggiamento da maestro. La sua influenza sulla poesia sovietica ufficiale non verrà mai ammessa ma non è da sottovalutare. Viene fucilato per una presunta partecipazione ad una congiura di rivoluzionari. È possibile che avesse partecipato davvero. Viene fucilato nel 1921 quando la guerra civile era già finita. Erano anni in cui non si fucilava ancora in modo pianificato, quindi è una storia curiosa. È di sicuro un poeta che riesce a maneggiare il verso molto bene.
quando pubblica il primo libro si considera allievo di Briusov perché viene apprezzato da quest'ultimo. Quando lancia l'acmeismo i simbolisti si sentono offesi dal suo manifesto. A quanto pare non pensava che anche Briusov se la sarebbe presa. Ha una maturazione piuttosto lenta, il suo libro più interessante è "La colonna di fuoco", l'ultimo, del 1921. In quel giorno quando Dio inchinava il suo volto sul mondo nuovo (ad un certo punto oltre il termine 'acmeismo' circola il termine 'adamismo' da Adamo perché Adamo dà il nome alle cose) fermavano il sole con la parola, con una parola distruggevano la città. E le stelle si stringevano in orrore alla luna se solo una fiamma azzurra navigava una parola. Per la vita bassa c'erano le cifre, come bestiame domestico soggiogato perché tutte le sfumature di significato le trasmette una cifra intelligente. Un patriarca canuto, che aveva sottomesso sottola sua mano il bene e il male non azzardandosi a rivolgersi al suono tracciava con una canna una cifra sulla sabbia.
Abbiamo dimenticato che è illuminata solo la parola tra le disgrazie terrene e nel vangelo si san Giovanni è detto che la parola è Dio.
Noi abbiamo posto come limite i miseri limiti della natura e come api in un alveare abbandonato fanno cattivo odore le parole morte.
La parola che muore indica l'Adamo primitivo che dà i nomi alle cose, la parola esplosiva.
Un vecchio vagabondo di Adis Abeba che aveva sottomesso molte tribù mi ha mandato un lanciere nero con un saluto composto di miei versi.
Un tenente che ha guidato una cannoniera sotto il fuoco delle batterie nemiche tutta la notte sul mare meridionale mi ha recitato a memoria i miei versi.
Un uomo che in mezzo alla folla aveva sparato all'inviato dell'imperatore mi si è avvicinato a stringermi la mano e a ringraziarmi per i miei versi.
Sono molti di loro forti cattivi e
allegri che hanno ucciso elefanti e persone. Morti di sete nel deserto, gelati sull'orlo di ghiacci eterni. Fedeli al nostro pianeta forte allegro e cattivo, portano i miei libri nella borsa della sella, li leggono nel bosco di palme e li dimenticano sulla nave che affonda.
AXMATOVA (1889-1966): Pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko. I suoi primi versi furono pubblicati in un almanacco parigino redatto da Gumilev nel 1907. Nel 1912 uscì il suo primo libro, 'Sera', con una prefazione di Kuzmin, non ebbe molto successo. Un suo secondo libro, 'Rosario' (1914), ebbe invece un incredibile successo e un numero di edizioni maggiore di ogni volume della nuova scuola. Esso rese di colpo famosa la poetessa, che nel 1917 pubblicò una terza raccolta, 'Stor mo bianco' e nel 21 e una quarta, 'Anno domini'. Dopo il suo divorzio da Gumilev, sposò V. K. Sileyko, un brillante assiriologo: ma dopo pochi anni si separò.