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UOVO I° STADIO NINFALE II° STADIO NINFALE
Crisalide
Crisalide ADULTO
FORESI
Foresi: uso di animali più grandi per lo spostamento. Lo spostamento
degli acari avviene passivamente, non avendo ali e quindi non essendo
in grado di volare o di spostarsi per lunghe distanze, gli acari si fanno
trasportare dal vento o si aggrappano agli insetti (foresi). Alcuni acari
quindi per spostarsi hanno sviluppato dei particolari adattamenti che gli
permettono di agganciarsi agli ospiti che li trasportano. Si tratta di vere
e proprie ventose anali ed un uncino nel tarso.
HYPOPUS: stadio che si forma nel passaggio da protoninfa a
deuteroninfa (o da secondo stadio ninfale ad adulto) qualora ci siano
condizioni climatiche avverse o elevata densità di popolazione sulla
pianta ospite. E’ caratterizzato da ventose anali, un uncino nel tarso per
aggrapparsi ai peli dell’insetto ed essere trasportato, ed assenza di
apparato boccale. Stadio che può durare fino a 4-5 anni. Una volta
ripristinate le condizioni idonee l’Hypopus si trasforma direttamente in
adulto. Esso è uno stadio attivo, pur essendo caratterizzato da una stasi
biologica (non si nutrono, assenza di ap. boccale). Gli hypopus si
dividono in STABILI (si disidratano e non necessitano di cibo) e
FORETICI (per spostarsi).
Quelli foretici formano unghie e ventose anali che servono per attaccarsi
a un insetto per essere trasportati. I foretici possono durare per mesi in
questo stadio e servono quindi per spostarsi quando la densità della
popolazione del fitofago sulla pianta ospite è diventata eccessiva.
Gli stabili servono per sopravvivere quando le condizioni climatiche
iniziano a diventare avverse e possono durare per anni in questo stadio.
Altri acari sono in grado di secernere una colla che gli permette di
attaccarsi agli afidi, facendosi trasportare.
ECOLOGIA
L’ecosistema agrario (clima, acari, tecnica colturale, pianta ospite) è un
ecosistema artificiale, quindi con equilibrio precario.
CLIMA
Il clima agisce indistintamente su piante e acari. Inteso come Macroclima
che determina la presenza o l’assenza di una specie in un determinato
territorio. Bisogna chiedersi: “Quali specie possono essere presenti nel
nostro territorio?” Esempi:
Il Phytoseiulus persimilis è presente naturalmente in tutto il mediterraneo
(fino alla Toscana in Italia). Ma non riesce a superare l’inverno al nord.
Il Tetranicus urticae nelle zone miti non sverna, rallenta il metabolismo e
attraversa l’inverno; al nord invece assume la forma di femmina svernante
col tegumento più spesso di colore più scuro durante l’inverno, che le
permette di resistere alle basse temperature, assente al sud; mentre in estate
sono identici tra nord e sud.
Microclima: inteso come clima di un micro-territorio (esempio montagna,
collina, valle ecc) che determina la presenza e la densità della popolazione di
una specie in questo territorio o la sua assenza. Principali fattori che
determinano le condizioni microclimatiche:
-Altitudine: variazioni di altitudine modificano la presenza delle varie
specie;
- Esposizione ACARI DI INTERESSE AGRARIO
PREDATORI (Ordine Parassitiformes): gli acari predatori si dividono
in:
Predatori obbligati: quando predano una o poche specie di acari
fitofagi appartenenti alla stessa famiglia. Esempio Phitoseiulus
persimilis. Placca dorsale minima.
Predatori generici: quando predano diverse specie di acari fitofagi
appartenenti a famiglie diverse.
Predatori generici facoltativi quando si nutrono di substrati alimentari
diversi: prede (insetti, acari) e non animali (polline, ife o spore fungine,
melata, essudati vegetali). Sono i migliori. Placca dorsale estesa. Per la
stabilità di un ecosistema sono fondamentali i predatori generici e i
predatori generici facoltativi; per il controllo di una determinata specie
fitofaga sono importanti gli obbligati. Il Phytoseiulus persimilis preda
meglio se è sazio. In generale tutti i predatori obbligati predano meglio
se sono sazi, perché da affamati devono cercare di meno per bruciare
meno calorie e anzi tendono a scappare andando da altre parti diverse
dal luogo di lancio. I predatori generici facoltativi invece rimangono e
anche da affamati ricercano meticolosamente perché si cibano di altro e
quindi hanno sempre energia.
FITOFAGI (Ordine Acariformes): gli acari fitofagi si dividono in:
Monofagi: quando sono associati a una sola specie vegetale.
Oligofagi: si nutrono di poche specie vegetali, anche famiglie diverse.
Polifagi: si nutrono su molte specie vegetali. Sono i più pericolosi! I
polifagi sono i più pericolosi perché il polifago sa detossificare tutti i
metaboliti secondari delle piante che utilizzano come difesa mandati
verso l’acaro. Il monofago sa detossificare solo una sostanza che usa
una sola determinata pianta. Quindi il polifago ha un sistema di
detossificazione cosi evoluto che detossifica anche i fitofarmaci
sintetici. Il ragnetto rosso è la specie che presenta più ceppi resistenti
contro i fitofarmaci. Quindi la conclusione è lotta biologica con
predatori e/o utilizzare diversi fitofarmaci con principi attivi sempre
diversi e funzioni sempre diverse (inibitori della crescita, neurotossici
ecc). Mai utilizzare lo stesso acaricida ma variare in continuazione il
principio attivo e la funzione per non far sviluppare ceppi resistenti. Il
monofago invece ha più difficoltà a sviluppare ceppi resistenti. In ogni
caso non esistono trattamenti preventivi. I trattamenti si fanno solo
quando c’è necessità! Di preventivo (e obbligatorio!) esiste solo il
campionamento. Visto che la specie fitofaga in una settimana completa
il suo ciclo biologico, il campionamento deve essere settimanale. In
genere si interviene con 5 femmine con uova e più di 20 stadi giovanili
per singola foglia, ma varia in base allo stadio fenologico della coltura e
in base al periodo dell’anno solare.
TECNICA COLTURALE
Pest infest: infestare col fitofago un numero determinato di piante per
avviare la nutrizione del predatore. Introduzione del fitofago (che prima
o poi arriverà naturalmente in serra) e successivamente si inserirà il
predatore. Il predatore obbligato va inserito quando il fitofago raggiunge
un determinato numero. La popolazione rimarrà in equilibrio e quando
arriveranno dall’esterno gli altri fitofagi, verranno predati.
“Piante serbatoio”: in alcune coltivazioni (avocado) si usa spandere
polline nelle piante per aumentare la presenza dei predatori generici
facoltativi, che in caso di infestazioni si nutrono di fitofagi, altrimenti si
accontentano di polline.
DANNI AI VEGETALI
Gli acari fitofagi si nutrono con i succhi cellulari che riescono a trarre
da organi erbacei e dai frutti; essi infliggono gli stiletti, pungono,
iniettano la saliva e succhiano svuotando i contenuti cellulari. La pianta
presenta marcati ingiallimenti, gli organi erbacei (foglie) manifestano
evidenti sfumature bronzee e caratteristiche argentature; nel caso di
punture degli acari Eriofidi vermiformes che iniettano sostanze
provocanti ipertrofie, si può notare la comparsa di galle. Il danno che ne
consegue ha pesanti ripercussioni sulla produttività delle coltivazioni.
Tra gli acari fitofagi ricordiamo i Tetranichidi, gli Eriofidi e i
Tarsonemidi. TETRANYCHIDAE
Hanno dimensioni che variano da 0,2 a 0,8 mm quindi, a differenza
degli altri acari fitofagi, sono facilmente visibili ad occhio nudo o con
l’ausilio di una lente d’ingrandimento. Sono caratterizzati da
dimorfismo sessuale con femmine tondeggianti sub-globose e più grandi
e maschi piriformi e più piccoli. Il tegumento è variamente colorato di
rosso, giallo o verdastro e presenta setole sul dorso.
Nella regione antero-laterale del podosoma si trovano gli ocelli (due
paia) e le aperture stigmatiche (Protostigmata). Solitamente sono
animali gonocorici tuttavia, in caso di assenza del maschio, la femmina
può deporre delle uova non fecondate che si evolveranno in maschi
aploidi (arrenotochia), come nel caso del T. urticae. Il maschio viene
attratto dai feromoni rilasciati dalla femmina allo stadio di deuteroninfa
e una volta trovata, le rimane accanto fino a quando non fuoriesce
dall’esuvia. L’accoppiamento avviene mediante l’edeago. La femmina
può accoppiarsi con più maschi (non rilasciano feromoni repellenti).
Dall’uovo esce una larva dalla quale dopo la fase di protoninfa e
deuteroninfa si evolverà l’adulto. I vari stadi dello sviluppo post
embrionale sono intervallati da tre stadi di quiescenza (protocrisalide,
deuterochisalide, teleocrisalide). La caratteristica peculiare di questi
acari è la capacità di produrre ingenti quantità di fili sericei mediante
ghiandole sericipare dislocate all’interno dei pedipalpi, in una setola
modificata, di nome seritere. La ragnatela funge da:
- Difesa: filamenti applicati alla bocca e zampe dell’avversario; limita lo
spazio alle altre specie; colonizzazione e difesa da effetti pianta ospite;
difesa da acaricidi (i filamenti sericei non fanno penetrare gli acaricidi
perché sono idrorepellenti); protezione uova da predatori;
-Ancoraggio, locomozione e dispersione: “life lines”, per evitare di
cadere accidentalmente;
- Ricerca dell’altro sesso: i filamenti prodotti dalla deuteroninfa
femmina hanno feromoni che attirano il maschio, il maschio segue
l’andamento lineare del filamento e raggiunge la deuteroninfa;
- Regolazione ambiente: i fili sericei regolano clima, umidità, effetti
della luce.
Predatori obbligati dei Tetranichidi;
Phytoseiulus persimilis (Europa)
Phytoseiulus fragariae (Sud America)
Phytoseiulus macropilis (Nord America)
Phytoseiulus longipes (Sud Africa)
Tetranuchus urticae Koch
Ragnetto rosso comune o bimaculato
Generalità
Specie altamente polifaga, maggiori danni su limone e su Cucurbitacee
e Solanacee, sia in serra che in pieno campo. In Sicilia le uniche
coltivazioni in cui ancora non è stato rilevato sono ulivo e grano. Per la
prima volta fu osservato da Koch su materiale proveniente dal Cile,
tuttavia la presenza del suo predatore obbligato (P. persimilis) in
Europa, ci induce a pensare una lunga coevoluzione fra le due specie, e
quindi un origine europea della specie.
Morfologia
Tetranicus = 4 (da tetra) unghie (da nicus), 4 unghie che servono ad
aggrapparsi e camminare sulle ragnatele. La femmina adulta di colore
arancia-giallastra presenta due macchie rosso scuro laterale sul dorso.
Sul dorso inoltre sono presenti 24 setole lunghe che fanno si che
percepiscano lo spazio. La femmina svernante (assente da noi) è
identica alla p