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LARN: Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana
È l’insieme dei valori di riferimento per la dieta nella popolazione e nell’individuo sano; essi sono fondati su criteri biologici e preventivi, e formulati in base al parere di esperti. I LARN sono la base per definire linee guida e obiettivi nutrizionali per la popolazione, e possono esser usati per la sorveglianza nutrizionale e in dietetica. Essi comprendono:
- AR (fabbisogno medio): è il livello di assunzione del nutriente sufficiente a soddisfare i fabbisogni del 50% di soggetti sani in un certo gruppo di popolazione.
- PRI (assunzione raccomandata per la popolazione): è il livello di assunzione del nutriente sufficiente a soddisfare il fabbisogno di quasi tutti i soggetti sani in un certo gruppo di popolazione.
- AI (assunzione adeguata): è il livello di assunzione del nutriente adeguato a soddisfare i fabbisogni della popolazione.
esso• si ricava dagli apporti medi osservati in una popolazione apparentemente sana e si usa quando l’AR e il PRI e non possonoessere formulati in base alle evidenze scientifiche disponibili.
RI (intervallo di riferimento per l’assunzione di macronutrienti): è l’intervallo di assunzione di lipidi e carboidrati che• permette un’introduzione adeguata di tutti gli altri micro e macro nutrienti; tiene conto degli effetti sulla salute associati adapporti estremi (bassi o alti) di apporto dello specifico macronutriente.
UL (livello massimo tollerabile di assunzione): è il valore più elevato di assunzione del nutriente non associato ad effetti• avversi sulla salute in tutti gli individui di un certo gruppo di popolazione; se l’UL viene superato cresce il rischio potenzialedi eventi avversi.
SDT (obiettivo nutrizionale per la prevenzione): sono gli obiettivi di assunzione di nutrienti o di alimenti e bevande da• raggiungere
per ridurre il rischio di malattie cronico-degenerative nella popolazione generale. L'energia: I livelli di assunzione di riferimento (LAR) per l'energia sono dei valori esemplificativi e descrittivi che possono essere applicati a gruppi di individui, e possono essere definiti in base al fabbisogno energetico ideale o reale. I LAR per l'energia come fabbisogno medio (AR) di energia per gruppi di individui dello stesso sesso, stessa età, stesse caratteristiche antropometriche (peso) ed equivalente attività fisica. L'unità di misura dell'energia sono le kcal o i kj: 1 kcal equivale a 4,184 kj, e 1 kj equivale a 0,239 kcal. L'energia necessaria all'organismo è fornita dagli alimenti o dai depositi endogeni dell'organismo (es: trigliceridi del tessuto adiposo). L'apporto energetico: l'energia degli alimenti corrisponde all'energia presente nella matrice alimentare per produrre ATP, e corrisponde a energia.che deriva dalla completa ossidazione di carboidrati, lipidi, proteine e alcool. L'energia digeribile è quella assorbita a livello intestinale. L'energia metabolizzabile è quella effettivamente sfruttata dall'organismo per la sintesi di ATP (carboidrati e lipidi). Il dispendio energetico: il dispendio energetico totale (DET) è valutato su periodi di tempo pari almeno a 24 ore, e rappresenta una condizione normale dell'individuo. In tutte le fasce d'età, tranne che nel secondo semestre di vita, il dispendio energetico totale è stimato con il modello fattoriale, cioè: DET = metabolismo basale (MB) x livello di attività fisica (LAF). Il DET si ottiene sommando il metabolismo basale (MB), il dispendio energetico da attività fisica (DE-AF), la termogenesi da alimenti (TE-AL) e le componenti energetiche minori. 1. Il metabolismo basale: è l'energia necessaria a preservare in condizioni basali.L'integrità anatomica di cellule, tessuti, organi e apparati, e rappresenta il 55-70% del DET. Esso è dovuto per più del 50% al metabolismo di cervello, cuore, polmoni, reni e fegato e per il 20-25% al metabolismo dei muscoli scheletrici. Il metabolismo basale è correlato a:
- Massa magra alipidica;
- Peso corporeo e statura;
- Età: è più alto nei primi anni di vita e diminuisce in età adulta e geriatrica;
- Sesso: è più alto nel sesso maschile per la maggior percentuale di massa magra.
2. Il dispendio energetico da attività fisica: è l'aumento di dispendio energetico secondario a qualsiasi forma di contrazione muscolare non presente in condizioni basali, e rappresenta il 20-40% del DET; esso cambia in base al costo energetico e al tempo dedicato alle diverse attività fisiche. Il dispendio energetico da attività fisica include le attività fisiche obbligatorie (lavorative e
sociali) e le attività fisiche discrezionali e opzionali.
3. La termogenesi da alimenti: è data dall'aumento del dispendio energetico che avviene nel periodo post-prandiale dopo i processi di digestione, assorbimento e metabolismo di nutrienti. La sua entità e durata dipendono dalla quantità e dal tipo di macronutrienti ingeriti, ma di solito corrisponde al 10% dell'apporto energetico di una dieta mista.
4. Le componenti energetiche minori: il dispendio energetico può aumentare dopo certi stimoli come stress, stati ansiosi, elevate temperature ambientali, esposizione al freddo (termogenesi adattativa), fumo, sostanze termogenetiche e farmaci.
Per quanto riguarda i predittori del DET, esso è influenzato da:
- Sesso: è più alto nei maschi;
- Età: si riduce in età geriatrica;
- Razza (per diversità in composizione corporea);
- Metabolismo basale;
- Dispendio energetico da attività fisica.
Il DET presenta
varia in base a diversi fattori come l'intensità dell'attività, la durata e il peso corporeo dell'individuo. Esistono diverse scale di valutazione del dispendio energetico, come la scala MET (Metabolic Equivalent of Task), che assegna un valore numerico a ciascuna attività in base al suo costo energetico rispetto al metabolismo basale. Per calcolare il dispendio energetico totale giornaliero, si tiene conto sia del metabolismo basale che del dispendio energetico da attività fisica. Quest'ultimo può essere stimato moltiplicando il metabolismo basale per un fattore di attività, che tiene conto del livello di attività fisica svolta durante la giornata. È importante sottolineare che questi calcoli forniscono solo una stima approssimativa del dispendio energetico e che possono variare da individuo a individuo. Inoltre, è fondamentale considerare anche altri fattori che influenzano il bilancio energetico, come l'assunzione calorica attraverso l'alimentazione. In conclusione, il metabolismo basale e il dispendio energetico da attività fisica sono due componenti fondamentali per valutare il fabbisogno energetico di un individuo. La conoscenza di questi valori può essere utile per scopi di controllo del peso, programmazione di diete e pianificazione di programmi di allenamento.fisica è l'incremento del DE, cioè un multiplo del MB. I costi energetici sono:- PAR (Physical Activity Ratio)
- è una valutazione più accurata del DE e considera come riferimento il MB (età, sesso, peso;)
- MET (Metabolic Equivalent)
- non determina il costo energetico delle singole attività, ma classifica le attività sedentarie, moderate e intense.
- LAF 1,20-1,27: di sopravvivenza, assoluta inattività
- LAF 1,40: di mantenimento, condizione di minima autosufficienza;
- LAF 1,40-1,69: sedentario o poco attivo;
- LAF 1,70-1,99: attivo o moderatamente attivo;
- LAF 2,00-2,40: molto attivo;
- LAF maggiore di 2,50: soggetti estremamente attivi.
dispendio energetico troviamo:
- Calorimetria diretta;
- Calorimetria indiretta;
- Acqua doppiamente marcata (DLW);
- Frequenza cardiaca;
- Accelerometri;
- Diario motorio: prevede la registrazione delle attività fisiche in termini di tipo e durata; in base al costo energetico di ogni attività fisica e della sua durata si può stimare il dispendio energetico da attività fisica.
Il dispendio energetico totale (DET) può essere stimato con il metodo fattoriale a partire da tutte le sue componenti, ma nella pratica si ottiene moltiplicando il MB per il LAF.
Negli adulti, il MB è associato al peso e si riduce del 1-2% ogni dieci anni di vita a partire dal terzo anno per una riduzione progressiva della massa magra. Da alcuni studi sulla popolazione italiana, il LAF medio è 1,56, che corrisponde ad uno stile di vita prevalentemente sedentario.
L'attività fisica auspicabile è una soglia minima di 150 minuti alla settimana di
attività aerobica moderata-intensa oppure 75 minuti alla settimana di attività vigorosa, possibilmente con episodi più lunghi di 10 minuti con distribuzione su diversi giorni.
Altri fattori che determinano il fabbisogno energetico: in alcune condizioni fisiologiche, la valutazione del fabbisogno energetico deve tenere conto del DET e della deposizione di energia in tessuti neosintesi e nel latte materno.
Crescita: la necessità di energia per la sintesi e la deposizione di energia segue la velocità di crescita: è massima nel primo anno di vita (40% del DET) e si riduce per aumentare di nuovo nella pubertà (4-7% del DET).
Gravidanza: aumenta l'energia per la deposizione di proteine e lipidi in tessuti materni (utero, ghiandole mammarie, tessuto adiposo) e di neosintesi (feto, placenta), aumenta la massa corporea materna e vi è un maggior costo dell'energia dell'attività fisica materna.
Allattamento:
aumenta l'energia per il costo energetico del latte materno prodotto (67 kcal/100 gr) e per l'efficienza energetica della sintesi del latte (80%).
Livelli di assunzione di riferimento di energia:
- Neonati e lattanti (0-6 mesi/6-12 mesi): i fabbisogni energetici sono definiti usando le equazioni predittive del DET e calcolati su bambini allattati al seno e le necessità energetiche per la deposizione di energia in nuovi tessuti; non è possibile avere le misure di MB e DE-AL.
- LAF: 1,18 a 3 mesi;
- LAF: 1,28 a 6 mesi;
- LAF: 1,30 a 9 e 12 mesi.
- Bambini e adolescenti (1-17 anni): i fabbisogni energetici sono condizionati dalla crescita.
Dell'organismo e dal mantenimento di una massa corporea in progressivo aumento. Da 1 anno in poi la velocità di crescita è costante, aumenta nella pubertà e diminuisce subito dopo. Nel masch