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IL RUMORE
Suono: propagazione di energia meccanica in un fluido per onde generate da un corpo in vibrazione.
I parametri fisici che caratterizzano un suono sono:
-FREQUENZA: numero di vibrazioni complete al secondo. Misurata in Hertz (Hz).
-INTENSITA’: quantità di energia trasportata dall’onda sonora per unità di superficie. L’intensità
dei suoni si misura in decibel (dB). La scala in decibel va da 0 dB che è il minimo livello udibile a
1000 Hz fino a 140 dB la soglia del dolore.
La scala è pertanto riferita alle caratteristiche fisiologiche dell’orecchio umano.
Nell’aria il suono si propaga a 335 m/s.
Rumore: mescolanza non razionale di suoni di frequenza e ampiezza e intensità diverse.
I settori nei quali il rischio di rumore assume aspetti maggiormente significativi sono quello
metalmeccanico, della lavorazione del legno e nell’industria estrattiva dove vengono superati i 100
dB.
Per il riverbero delle onde sonore sulle pareti ha importanza anche la conformazione dell’ambiente.
Fattori di rischio negli ambienti di vita: traffico veicolare, ferroviario ed aeroportuale e gli
insdiamenti industriali.
EFFETTI SULLA SALUTE DELL’ESPOSIZIONE A RUMORE
Il rumore agisce negativamente sull’organismo umano con due meccanismi distinti:
-uno diretto, immediato e specifico: attraverso l’usura del recettore periferico degli stimoli sonori,
porta al deficit uditivo.
-l’altro, può determinare lesioni funzionali e organiche a vari livelli, definite come effetti “extra-
uditivi” del rumore.
Danni uditivi da rumore
Stimoli acustici brevi, ma di elevata intensità possono produrre lesioni all’orecchio medio ed
interno e lesioni timpaniche.
L’esposizione protratta nel tempo a stimoli sonori di elevata intensità ma inferiori alla soglia del
dolore produce alterazioni dell’organo dell’udito di intensità variabile.
Il danno uditivo e la relativa compromissione funzionale sono la risultante di un’esposizione
cumulativa.
L’esposizione di un soggetto normoudente ad un rumore di una certa entità provoca l’innalzamento
della sua soglia uditiva.
STS: Spostamento temporaneo della soglia uditiva, ogni stimolazione sonora di intensità superiore a
quella dell’ “effective quiet” (70-75 dB) provoca un STS.
Se l’eusarimento funzionale rimane entro certi limiti, alla cessazione dell’ stimolo c’è la possibilità
di un completo recupero. Se invece tale esaurimento è eccessivo comportando un tempo di
recupero molto lungo, e l’esposizione a rumore si ripete giornalmente, non vi è più la possibilità di
un recupero completo e lo STS si trasforma lentamente in uno spostamento permanente della soglia
uditiva --> danno irreversibile.
Il danno uditivo provocato dal rumore si sviluppa secondo un modello relativamente costante. La
lesione iniziale è una perdita uditiva bilaterale sulle frequenza dei 4000-6000 Hz.
I fattori che determinano l’entità del danno permanente sono il livello sonoro globale di
esposizione e la durata dell’esposizione stessa.
Con l’avanzamento dell’età si ha un progressivo decadimento dell’udito.
Effetti extrauditivi del rumore
Sono altri effetti biologici causati dall’esposizione a rumore. Si possono verificare anche per
esposizione ad intensità inferiore a 85 dB.
- Apparato cardiocirolatorio: variazioni della gittata e della frequenza cardiaca.
- Apparato digerente: maggiore incidenza di ulcera.
- Sistema endocrino: alterazione degli equilibri.
- Sistema nervoso centrale: depressione o irritabilità.
- Sistema respiratorio: aumento della frequenza respiratoria.
- Comportamento in generale: modificazione dell’atteggiamento individuale.
VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE A RUMORE E STANDARD DI RIFERIMENTO
Lo strumento di misurazione del livello acustico è detto fonometro.
Con un quadrante graduato permette la lettura dell’intensità sonora direttamente in dB.
Il fonometro può essere impiegato con circuiti di correzione che rappresentano la risposta
dell’orecchio umano, esistono 3 curve di correzione: A, B, C. Il circuito più utilizzato è quello A,
poichè esprime i valori nel ruolo più corrispondente alla ricezione fisiologica dell’orecchio.
Al fine di valutare l’esistenza o meno di un rischio di danno uditivo per le persone esposte,
l’esposizione viene espressa in termini di livello equivalente ponderato di esposizione (L ) . Ciò
ep
comporta la valutazione del tempo di esposizione e del livello di pressione sonora.
Il livello ponderato giornaliero o settimanale si ottiene misurando i tempi ed i livelli di rumore di
tutte le singole fonti alle quali l lavoratore è esposto durante una giornata o una settimana di lavoro
(L ).
EXd,w
Normativa di riferimento: D.lgs. 81/2008.
Valori superiori di esposizione che fanno scattare l’azione
L = 87 dB con Dispositivi di Protezione Individuale.
EX,8h
L =85 dB senza DPI
EX,8h
Valori inferiori di esposizione che fanno scattare l’azione.
L = 80dB senza DPI
EX,8h
I luoghi di lavoro in cui i lavoratori possono essere esposti a livelli di rumore superiori ai valori di
azione devono essere indicati da appositi cartelli.
Nel caso in cui i valori inferiori di azione siano superati (a maggior ragione se sono superati i valori
superiori di azione) deve essere attuato un programma di misure tecnico-organizzative volte a
ridurre l’esposizione al rumore:
- Adozione di altri metodi di lavoro che implichino una minore esposizione.
- Attrezzature di lavoro adeguate che emettano il minor rumore possibile
- Nuova progettazione della struttura dei luoghi
- Informazione e formazione sul corretto uso delle attrezzature.
- Riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro
E’ fatto obbligo ai datori di lavoro, qualunque sia il livello di rumore, di adottare tutti i
provvedimenti attuabili per ridurre al minimo il rischio per l’udito dei lavoratori.
Il valore limite di esposizione non costituisce infatti una netta linea di demarcazione tra pericolo e
sicurezza ma si riferisce ad un rischio giudicato accettabile.
Le bonifiche ambientali consistono in interventi sulle macchine al fine di abbattere alla fonte la
rumorosità prodotta o se ciò non è possibile, nell’isolamento acustico delle macchine.
In casi particolari sono da adottarsi protettori auricolari adeguati la cui efficacia varia da un minimo
ad un massimo e la cui scelta varia in funzione di tale aspetto.
La prevenzione medica dei danni uditivi consiste nell’esecuzione di controlli periodici allo scopo di
individuare i livelli minimi di lesione uditiva.
Limiti massimi di esposizione al rumore a livello nazionale:
70 dB di giorno , 60 dB di notte.
LE RADIAZIONI
Il termine “radiazione” indica il distacco di entità fisiche trasportatrici di energia da un corpo:
queste entità possono essere costituite da particelle oppure da onde elettromagnetiche.
Radiazioni ionizzanti: radiazioni che interagiscono con gli atomi strappandogli un elettrone e
trasformando l’atomo in ione positivo.
Radiazioni non ionizzanti: radiazioni che trasferiscono energia alla materia ma in quantità non
sufficienti a determinare ionizzazione.
RADIAZIONI IONIZZANTI
Sono emesse da numerosissimi elementi radioattivi i quali possono emettere energia in tre forme
fondamentali:
1) Radiazioni alfa: sono radiazioni corpuscolate, più correttamente definite “particelle alfa”.
Costituite da 2 protoni e 2 neutroni hanno doppia carica positiva. La bassa velocità e la
massa elevata ne determinano una scarsissima capacità di penetrazione (schermate anche da
un foglio di carta).
2) Radiazioni beta: sono emissioni corpuscolate con massa molto più piccola delle particelle
alfa, portatrici di una carica elettrica negativa. Hanno capacità di penetrazione di 100 volte
rispetto a quella delle alfa.
3) Radiazioni gamma: sono radiazioni elettromagnetiche. Hanno velocità pari a quella della
luce (300'000 Km/s) e capacità penetrante elevata direttamente proporzionale all’energia.
4) Raggi X: sono radiazioni elettromagnetiche che si generano quando gli elettroni veloci
vengono arrestati da un ostacolo.
I rischi di esposizione sono legati alla sempre maggiore estensione di impieghi industriali.
Gli effetti biologici delle radiazioni ionizzanti iniziano quando la materia vivente assorbe l’energia
radiante. L’elevato contenuto in acqua dei tessuti fa ritenere che uno dei meccanismi più importanti
di genesi del danno biologico sia rappresentato dalla ionizzazione delle molecole d’acqua con
produzione di radicali e quindi di perossidi che sono molto reattivi verso le molecole biologiche.
L’uomo può essere colpito da radiazioni dall’esterno su tutto il corpo o in sedi localizzate, o
dall’interno per contaminazione interna tramite inalazione o ingestione di materiali radioattivi.
Il danno da radiazioni diviene certo per dosi superiori ad una data soglia. I tessuti più radiosensibili
sono: occhio, apparato gastrointestinale, cute, sangue e gonadi.
Per dosi inferiori la probabilità che si manifesti l’effetto decresce con il decrescere della dose e si
azzera per dose nulla.
Per misurare l’entità di dose si usano i “contatori o intensimetri” che si basano sulla rilevazione
mediante amperometro dell’entità prodotta dall’energia radiante.
Per misurare la dose, cioè la quantità di radiazioni che incide su un elemento di volume, si
utilizzano i dosimetri tarati in sottomultipli del Roentgen, che è l’unità di misura dell’esposizione
radioattiva.
Rem è l’unità di dose biologica ed indica la quantità di radiazioni ionizzanti di qualunque tipo che
in un grammo di tessuto organico vivente produce la stessa azione biologica di 1 Roentgen di
radiazione X.
Zona controllata: luogo ove esiste una sorgente di radiazioni in cui soggetti professionalmente
esposti possono ricevere una dose superiore a 1,5 rem/anno.
Zona sorvegliata: luogo periferico alla zona controllata in cui sussiste un pericolo permanente di
superamento della dose massima consigliata.
La prevenzione ambientale viene effettuata mediante protezione, isolamento e controllo dei locali,
schermando pareti, soffitto e pavimenti anche con vetri al piombo; le sorgenti dovranno essere
schermate ed indicate.
La prevenzione personale è effettuata mediante l’adozione di mezzi protettivi personali con
maschere, tute, stivali e guanti al piombo e mediante periodico controllo con dosimetri personali,
indicativi delle radiazioni assorbite.
La protezione de