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EDMUND HUSSERL – LA CRISI DELLE SCIENZE EUROPEE

Husserl è il fondatore della Fenomenologia. Vissuto tra l'800 e il '900, periodo in cui era fortemente presente il dibattito circa il problema delle estensioni delle leggi di causalità.

Si acuisce la distinzione tra scienze dello spirito (cioè storia, sociologia, filosofia e psicologia) e le cosiddette scienze della natura (fisica, matematica, ecc.).

Sempre in questo periodo, le scienze dello spirito tentano di ridursi a scienze naturali, non tanto per i contenuti quanto per i modelli di razionalità utilizzati.

Husserl, in relazione a ciò, inizia a chiedersi: qual è l'effettiva esperienza dello psichico? Se assumo dalle scienze naturali i modelli di razionalità, quali saranno i concetti desunti e ricercati nella psicologia?

Alcune sue opere importanti sono: "Ricerche logiche" del '900, in cui viene spiegata la Fenomenologia come metodo; "Filosofia e...

"psicologia" in cui cerca di spiegare il motivo percui filosofia e psicologia abbiano lo stesso intento;

"Discorsi parigini", in cui sono raccoltele sue lezioni sulla Fenomenologia a Parigi, in cui viene spiegato in cosa consiste il metodo fenomenologico. In quest'ultima opera in particolare compare come "la fenomenologia sia il cartesianesimo del XX secolo", se intendiamo la fenomenologia come un metodo.

Altre opere sono: "Meditazioni cartesiane", scritte su modello di C e "Crisi delle scienze europee" (1930), che sarà il suo ultimo scritto. In questo testo in particolare il problema metodologico della fenomenologia è molto evidente ed è maturato a pieno.

C'è da dire inoltre che Husserl era ebreo, e che due anni dopo la sua morte l'Austria sarebbe stata annessa: riuscirà a cogliere la responsabilità del filosofo nel pre-guerra.

Parte - la crisi delle scienze quale crisi

Radicale di vita dell'umanità europea

#1Husserl parte con un'auto-obiezione, e cioè: "possiamo davvero parlare di crisi delle scienze?". In quel periodo infatti un titolo come "Crisi delle scienze europee" si rivelava controcorrente, poiché le scienze in quel periodo del '900 erano in netto sviluppo. Per Husserl, al contrario, quello era per lui il periodo di massima crisi delle scienze. In particolare egli ritiene che sia la psicologia il sapere che viene coinvolto al massimo.

Secondo la concezione di Husserl, la crisi della scienza può essere intesa secondo due punti di vista, che corrispondono a due diversi tipi di scientificità:

  1. Coerenza interna di una scienza
  2. Significatività/rilievo di tale scienza rispetto alla vita

Husserl ritiene che da 1° punto di vista non vi sia crisi; mentre ciò che è in crisi è proprio la significatività della scienza nei confronti della vita

espressa al punto 2. In particolare è la scientificità della psicologia ad essere in crisi. Importante per comprendere il pensiero Husserliano è il concetto di ontologie regionali. Come procede un sapere? Noi tutti abbiamo un contenuto di conoscenza di un settore del reale, e questo contenuto viene detto appunto ontologia generale. Per esempio la poesia e l'arte costituiscono l'ontologia regionale della letteratura. Ogni ontologia regionale appartiene quindi a un particolare ambito del reale, che riguarderà quindi una determinata scienza e, connessa a questa, determinati studiosi. Si può dire in altre parole che l'ontologia generale è un sapere che si occupa di una porzione particolare del reale, e che appartiene soltanto a quella scienza. Per esempio, l'astronomia è l'ontologia regionale che riguarda le stelle, i pianeti, il loro moto, ecc. Tutti i saperi si

definiscono in base a queste ontologie regionali, e ciò vale anche per le scienze dello spirito. Si può quindi dire che la fenomenologia sia un'ontologia regionale? No. La fenomenologia non è un'ontologia generale poiché indaga su che cosa sia un fenomeno. In particolare tenta di rispondere alla domanda: "in che modalità l'Io si apre al fenomeno in quanto tale?", ma che cos'è un fenomeno? Non lo si può sapere. La crisi della psicologia è dovuta alla natura enigmatica del suo oggetto di sapere. Husserl intravede la necessità, da parte di tutte le scienze, di reimmergersi nell'oggetto incarnato nelle scienze: ovvero l'uomo. → in C il soggetto (l'uomo) è totalmente disincarnato dal mondo esterno: è pensiero puro, pensiero in quanto tale. Ciò a cui secondo Husserl si deve mirare è una filosofia concreta. In C si parla di cogito a livello personale (Io).

penso) ma non si fa mai riferimento alladimensione della corporeità. Husserl sviluppa invece una posizione diametralmente opposta: il leib. → Ciascuno di noi ha un corpo perché ciascuno di noi è corpo. L’“essere corpo” è un sapere originario: nessun uomo si interroga sul perché si possegga un proprio corpo, lo si ha e basta.

L’epochè di Husserl

Le domande che si era posto C nel testo delle Meditazioni sono anche quelle che ora si pone Husserl: il reale è esattamente come noi lo pensiamo? Qual è lo statuto del mondo? Anche il procedimento utilizzato è simile, ma i due filosofi pervengono a soluzioni distinte.

C applica la propria regola: solo ciò che sfugge al dubbio può essere considerato vero. Husserl analogamente fa epochè: la maniera in cui si conosce il mondo è l’unica cosa che posso dire del mondo.

[definizione → Nel pensiero di Husserl, l’epochè, o

‘riduzione’ fenomenologica, è l’atto concui ‘si pone tra parentesi’ il mondo, si sospende cioè il giudizio d’esistenza delle cose, ilquale obbedisce alla preoccupazione di servirsi di esse. Liberandosi da questapreoccupazione, l’io diventa spettatore disinteressato di se stesso, e dà inizio alla autenticariflessione filosofica]

A differenza di C, Husserl è convinto che non si possa parlare di nessuna cosa in sé e persé; cioè che i corpi non esistano in sé e per sé. L’epochè è infatti una messa indiscussione del mondo in sé e per sé: io conosco una cosa per come appare a me (che sonoil soggetto conoscente).Il mondo è tale e quale si rivela al soggetto che conosce: non esiste un mondo oggettuale. Inaltre parole niente esiste a prescindere del soggetto conoscente, e le cose esistono nellamaniera in cui esse appaiono al soggetto conoscente.

→ nulla esiste a prescindere da me, e le cose esistono nella misura in cui esse mi appaiono

© Francesco Aveta – All rights reserved 18

A questo punto la domanda passa da “com’è lo statuto del mondo?” a “Come appare il mondo al soggetto conoscente?”.

Husserl afferma che ciò che si può dire del reale lo si conosce solamente tramite l’atto di coscienza, che ha alcune proprietà fondamentali. La proprietà fondamentale più importante dell’atto di coscienza è l’intenzionalità (per come la intende Husserl): la coscienza non è mai vuota, ma è sempre coscienza di qualcosa (rivolta verso qualcosa), come per esempio rivolta verso emozioni, fatti, oggetti, ecc. A tal proposito si può dunque parlare di coscienza intenzionale, essendo sempre rivolta verso qualcosa attraverso l’atto di coscienza che è sempre, appunto, intenzionale.

Secondo C la coscienza

è il cogito. Secondo Husserl invece la coscienza è sempre un attointenzionale rivolto ad un contenuto di coscienza. Per esempio, alla domanda “che cos’èla percezione?”, Husserl risponderebbe che si tratta di un atto intenzionale, una modalitàin cui la coscienza si rivolge al mondo → si può percepire qualcosa, ma non esiste una“percezione” in quanto tale, una percezione in sé e per sé.Secondo Husserl dunque la coscienza è sempre rivolta verso qualcosa. Questo qualcosaviene chiamato correlato intenzionale (di coscienza).Non può esservi logicamente correlato intenzionale senza coscienza e viceversa.[→ esempi: il libro percepito è correlato intenzionale del mio atto di percepire; l’alberoimmaginato è correlato intenzionale del mio atto di immaginare. → da notare cheentrambi questi concetti (libro percepito e albero immaginato) sono reali allo stesso modoe in

ugual misura, poiché non posso supporre una realtà vera in sé e per sé. Il mondo infatti è potenzialmente inesistente per un fenomenologo]

La scoperta più grande di C, secondo Husserl, è stata quella della soggettività trascendentale: ovvero la scoperta dell’Io. Trascendentale è l’atteggiamento fenomenologico dell’Io che è in grado di fare epochè sulle cose che si davano per conosciute; in grado di applicare l’intenzionalità al mondo e di saper cogliere come il mondo stesso si dà all’Io.

Secondo Husserl, C ha compiuto una delle scoperte più grandi in assoluto con il soggettivismo trascendentale. Infatti egli utilizzerà il metodo utilizzato da C per fare epochè (→ sospensione del giudizio) e cioè negherà la credenza che esistano cose in sé e per sé.

Tuttavia, sempre Husserl, afferma che appena dopo questa scoperta C compie

Un errore che compromette tutto: l'affermare che l'Io esiste in sé e per sé indipendentemente dal mondo esterno. Infatti per Husserl la questione è diversa: il reale appare all'Io attraverso le forme intenzionali della coscienza (immaginare, percepire, ecc.), perciò il reale è correlato intenzionale della coscienza.

Secondo Husserl dunque l'Io è condizione di possibilità degli atti di coscienza come percezione, immaginazione, ecc. [→ NB: l'Io non costituisce il reale: è il reale che si manifesta all'Io tramite l'atto intenzionale di coscienza. L'intenzionalità è dunque rivelatrice per ciò che il mondo è. In altre parole il rivelarsi del mondo è ciò che il mondo è. Per esempio: l'emozione è un atto intenzionale propria di un particolare aspetto del mondo, e rivela come il mondo è. → è vero che c'è

Una determinante chimica, ma ciò non definisce il mondo: il mondo si rivela a me attraverso le modalità della mia coscienza.

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
41 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/02 Logica e filosofia della scienza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Francesco3654 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero filosofico e scientifico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Malaguti Ilaria.