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Robinson sono talmente eccessive da generare resistenze in Friday (quando vuole
convincerlo che salare le vivande è da persone civili, ma a Friday non piacciono le vivande
salate).
Robinson si rifiuta di interpretare la parte del missionario.
Defoe mostra i fatti come sono, senza filtri.
Molte “riscritture” del “Robinson Crusoe” mostrano naufraghi che, invece di riprodurre il
sistema di valori metropolitano (come fa Robinson), cambieranno stile di vita lasciandosi
affascinare dalla wildness (going native) il nuovo stile di vita (naturale) non è uno stile di
vita idilliaco, ma uno stile che porta al mancato controllo delle pulsioni (negativo).
Heart of Darkness – Conrad: 1899. Tema del colono che si perde oltre il
confine. Il racconto è un lento avvicinamento a Kurtz, il testo è narrato dal punto di vista di
Marlow (il recuperante). Marlow racconta del suo viaggio in Africa, mandato a recuperare
Kurtz in una stazione commerciale di raccolta dell’avorio in cui giravano strane voci sulla
follia di Kurtz.
tema del recupero: un uomo mandato a cercare l’altro che si è perso, recupero sia fisico
che psicologico.
Kurtz era andato in Africa come missionario (obiettivo nobile ricorda rapporto iniziale tra
Prospero e Caliban), ma a contatto con la wildness subisce una metamorfosi tale da
renderlo peggiore dei coloni che sfruttano il paese (avido accumulatore di avorio). Cosa ha
reso Kurtz tale non lo sappiamo con certezza, Conrad ama giocare con il lettore
facendogli intendere cose senza rendergliele esplicite (tecnica dell’adombramento):tutto è
avvolta da un alone di mistero, si allude a sesso, omicidi, sacrifici umani e cannibalismo
ma non si ha mai certezza di ciò che è accaduto davvero. Ciò che sappiamo con certezza
è che Kurtz è partito dall’Europa con l’intenzione di “convertire” al progresso gli africani e
si è trasformato in una sorta di tiranno indigeno/ semi-dio che si crede permesso tutto, pur
di accumulare e vendere avorio.
Questo tipo di trama viene ripreso da Henry James in “The American”, in cui un giovane
americano arriva in Europa e, essendo entrato a contatto con luoghi raffinati ma di dubbia
moralità, cambia; giungerà poi dall’America un altro ragazzo per recuperare l’amico e
capire la causa del suo cambiamento.
Kurtz è cambiato quando è entrato in contatto con la foresta africana e con i costumi
tribali; in realtà Kurtz aveva già quel “male” dentro di lui, senza saperlo, e mentre in
Europa i limiti imposti dalla società gli impedivano di sprigionarlo, in Africa, terra di
nessuno e senza regole, ha potuto liberare anche questo lato di sé. I “cattivi influssi
africani” non avrebbero nessun potere sui “buoni” coloni. Conrad riprende il pensiero di
Freud che riteneva che la repressione delle pulsioni non fosse una soluzione ottimale in
quanto comporterebbe un sicuro “ritorno del represso”.
foresta: occasione di confronto con la “cosa mostruosa” che è dentro di lui e fino alla fine
si rifiuterà di riconoscere quella “cosa oscura” come propria ( a differenza di Prospero, in
riferimento a Caliban = fine opera). La foresta funziona come pura estraneità (la cosa
muta) che lo costringe a guardarsi dentro per scoprire quella follia che già portava dentro
di se senza saperlo; è lo specchio che mostra la vera realtà dell’essere umano che ha di
fronte = nel caso di Kurtz ne mostra la sua deformità.
Kurtz = Dr Jeckylll in entrambi i casi è proprio la totale soppressione dei propri impulsi
oscuri, che hanno portato alla nascita del “mad soul Kurtz” e di “Hyde” ritorno del
represso.
Kurtz ricorda un altro personaggio impazzito durante il suo confronto con la wildness:
Achab (“Mobydick”- Melville 1851) impazzito nella sua lotta contro la balena bianca.
Africa descritta con un’atmosfera oscura, spaventosa e misteriosa; si trascurano i dettagli
che mostrino l’everyday africano per mostrare gli aspetti che rendono diversa e misteriosa
l’Africa non si tratta di una rappresentazione reale del continente, ma di una
rappresentazione sognata e trasfigurata che ci pone davanti un paesaggio pre-umano che
ci ricordi che la civiltà e l’umanità fanno parte di una realtà più grande, che c’era prima di
noi e continuerà anche quando noi non ci saremo più.
Momento Weberiano: “dedizione al lavoro è dedizione a dio” Marlow, per non impazzire,
continua a dedicarsi al lavoro.
Distinzione tra il termine “barbaro” e il termine “selvaggio”: un colono che subisce una
metamorfosi non diventerà mai selvaggio, ma un barbaro (peggio dei selvaggi stessi) ”noi
non siamo come quei selvaggi” = “ noi siamo come quei selvaggi” = “noi siamo più
selvaggi di quei selvaggi” (=barbari) Il cannibalismo di Kurtz viene ritenuto più pericoloso
di quello dei cannibali stessi perché non si esaurisce mai (mentre i cannibali normali
mangiano solo quando hanno fame).
Senza una società a controllarci l’uomo, da solo a contatto con la wildness, arriva a
credere di poter fare tutto; Kurtz è un “soggetto anomico” ovvero un soggetto che non
riconosce alcuna legge e crede gli sia permesso tutto.
L’essere selvaggio dell’altro è diverso dall’essere selvaggio europeo, perché nel secondo
caso gli uomini sanno come si dovrebbero comportare ma ritornano comunque ad essere
selvaggi, generando un passo indietro nell’evoluzione.
Presenza di “nichilismo etnico”: l’altro è niente per cui può essere trattato come un niente.
Importante anche la figura del ragioniere-capo che, a differenza di Kurtz, non si è fatto
cambiare dall’altro; è rimasto fedele al suo lavoro, senza distrazioni, infastidito solo dalle
urla degli schiavi massacrati personaggio non è gone native, ma ci appare comunque
come di una insensibilità disumana.
Kurtz viene definito “remarcable man”, uomo elevato rispetto agli altri che si crede
benefattore dell’umanità fino alla fine, operando il male pensando di agire a fin di bene.
Solo alla fine Kurtz accede alla verità di ciò che ha fatto e vede gli orrori senza il velo
ideologico iniziale e solo allora si pentirà: “the horror!”.
Anche Marlow subisce una metamorfosi, in quanto anche lui ha guardato nel cuore della
civiltà occidentale e né è rimasto sconvolto, porterà questa verità con sé quando se ne
andrà. Marlow è diventato un uomo che sa, non è gone native ma non è nemmeno più un
fervente ideologo della civiltà occidentale, è disincantato. Quando arriverà a Bruxelles
rimane schifato dall’ignoranza con cui la popolazione continua a vivere e a sfruttare i
prodotti che arrivano dalle colonie, però, crede che la verità nera della civiltà di quei paesi
non possa e non voglia essere ascoltata o compresa, per cui decide di non parlarne.
Cambiamento radicale e irreversibile.
Lo strano caso del Dr Jekyll e di Mr Hyde – Stevenson: 1886.
Storia ambientata interamente in una metropoli del centro-mondo, a Londra. Il Dottor
Jekyll, campione di civiltà occidentale, si trasforma in un mostro (Hyde) posseduto da una
sorta di furore scimmiesco (goes primitive più che goes native); ma tra le prime sensazioni
che Jekyll ha, una volta divenuto mostro, c’è il senso di libertà e di benessere.
Jekyll, come Kurtz perde ogni controllo su sé stesso ambivalenza in alcune metamorfosi
tra il fatto di essere pericolose e il fatto di rendere libero colui che le subisce.
Freud Jekyll si rende conto che la metamorfosi non è avvenuta contro i buoni propositi,
ma grazie ai buoni propositi; si era talmente impegnato per essere “perfetto” da generare
un forte ritorno del represso sottoforma di essere più animalesco che umano. Hyde è
l’esempio vivente di quali siano le lesioni che genera la società ogni volta che sopprime
rigidamente le pulsioni umane, quando esse fuoriescono sono incontrollabili, barbare e
perverse.
“Divenni Hyde perché volevo essere troppo per bene…”
STEVENSON – CONRAD: ELEMENTI DI PARAGONE: in entrambi i casi si tratta di
metamorfosi di soggetti rispettabili in soggetti fuori controllo; in entrambi i casi la
metamorfosi è data dal fatto di credersi superiori, modelli per gli altri.
METAMORFOSI 1: soggetto entra in contatto con la wildness ma non ne rimane
contaminato (Robinson/Prospero);
METAMORFOSI 2: soggetto entra in contatto con la wildness e ne rimane contaminato
diventando un selvaggio fuori controllo (Kurtz/Dr Jekyll);
METAMORFOSI 3: soggetto entra in contatto con la wildness, diventa una paria sociale a
causa di un qualche contagio che lo porta ad un ritorno alla natura soggetto in bilico in
quanto non è più completamente europeo, ma non è neppure completamente “altro”.
METAMORFOSI 4: outcast- beachcombers- outsider; coloni che intrattengono scambi
ravvicinati con gli indigeni e per questo vengono emarginati. Beachcombers è colui che
salta giù dalla nave e attraversa la spiaggia, ovvero colui che passa dalla civiltà europea
ad essere un selvaggio. Primo vero caso di beachcombers è stato l’ammutinamento del
Bounty (1779), molti marinai si amalgamarono poi con le civiltà locali, altri rimasero in una
situazione di bilico ( non completamente nativi e non più bianchi) il russo di “heart of
darkness”: andato troppo oltre “il confine” per essere europeo, ma senza speranza di
diventare nativo.
Carmen – Merimee: 1845. Opera da cui Bizet ricaverà la sua grande opera
teatrale. Quando il narratore incontra Don José gli appare come un lupo affamato, anche
se si presenta come un soggetto socialmente rispettabile. Quando si ha questo incontro
tra narratore e Josè, Josè è già un fuggitivo (transfazione).
Attrazione fatale per la bella indigena (una delle ragioni più comuni per questa fuga verso
l’altro): Don Josè si fa zingaro per amore della gitana Carmen, non per l’attrazione verso i
costumi zingari topos del “guerriero che, travolto dalla passione, dimentica i suoi doveri”
(Enea-Didone; Antonio-Cleopatra) Josè dovrebbe portare Carmen in carcere e non solo
la fa fuggire, ma ostacola le altre guardie che tentano di catturarla di nuovo.
Josè ricorda anche casi di uomini per bene che si degradano per donne perd