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CURVA DEI CONTRATTI
PRIMO TEOREMA DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE: ogni sistema economico di
concorrenza perfetta è efficiente in senso paretiano.
Nel p.to e (di equilibrio) i saggi marginali di sostituzione dei due individui sono uguali:
all’interno della scatola possono esserci più punti per i
SMS(A) = SMS(B) o MRS(A) = MRS(B) ≠
quali è verificata questa condizione (infiniti punti). Se SMS(A) SMS (B) allora esiste la possibilità
per ciascuno degli individui di migliorare il proprio livello di utilità (non si ha quindi efficienza in
senso paretiano). SECONDO TEOREMA DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE:
mediante una opportuna redistribuzione iniziale delle risorse è possibile
e’ raggiungere qualsiasi ottimo paretiano come equilibrio competitivo.
Se il punto di dotazione iniziale è w è necessario un trasferimento di
risorse.
L’allocazione Pareto efficiente e’ può essere resa un equilibrio
competitivo,
. come punto di dotazione.
selezionando w’
w w’ La redistribuzione è realizzata attraverso
trasferimenti lump-sum tra i consumatori.
U2
c a Frontiera delle possibilità di utilità
Curva dei contratti b
a c
b U1
I punti a e b si trovano sulla frontiera e dunque sono pareto efficienti; il punto c non si trova sulla
frontiera e quindi non è pareto efficiente.
Un altro modo per rappresentare la curva dei contratti è attraverso la CURVA DELLE
DI UTILITA’. Ad ogni punto di tangenza prima individuato faccio corrispondere 2
POSSIBILITA’
utilità che diventano le coordinate di un punto sul grafico. L’insieme dei punti, che rappresentano
l’utilità degli individui in situazioni allocative di efficienza paretiana. I punti al di sotto della curva
(p.to b) non sono pareto-efficienti, mentre quelli al di sopra non sono raggiungibili. I punti che
invece si trovano sulla curva sono tutti efficienti in senso paretiano.
Per scegliere tra i punti sulla frontiera il social planner misura il
benessere sociale aggregando i livelli di benessere individuali,
SWF servendosi della funzione di benessere sociale (SWF).
Dati (U1, U2), il benessere aggregato è dato da: W(U1,U2)
–
Bergson Samuelson (SWF =social welfare funcition)
Argomenti a favore dell'intervento pubblico: IL MONOPOLIO
La causa fondamentale del monopolio è la presenza di barriere all’entrata di imprese concorrenti
sul mercato. Le barriere possono essere di tre tipi: 1) barriere di tipo oggettivo, indotte dalla
proprietà esclusiva di uno o più input essenziali che non possono essere sostituiti o riprodotti (solo
chi possiede quel determinato input può produrre un certo bene o servizio). 2) barriere di tipo
legale: brevetti, marchi, copyright, diritti esclusivi di vendita (è lo Stato che sancisce il monopolio).
Tuttavia, tali barriere possono essere indispensabili per incentivare le imprese a svolgere attività di
R&D ed innovare. 3) barriere di tipo economico (barriere di costo): indotte dalla presenza di forti
economia di scala. E’ il caso del monopolio naturale.
In concorrenza perfetta le imprese fissano l'output al livello pareto-efficiente, in corrispondenza del
quale il costo marginale è uguale al prezzo (Cm = P). Nel caso di concorrenza imperfetta invece,
(monopolio), le imprese uguagliano il ricavo aggiuntivo che ottengono vendendo un'unità in più del
– –
bene ricavo marginale e il costo marginale
(Rm = Cm). Quando l'impresa vende una unità addizionale, riceve il prezzo di quell'unità, ma per
vendere l'unità addizionale, l'impresa deve abbassare il prezzo non solo dell'unità addizionale, ma
anche di tutte le unità precedenti. Il ricavo ottenuto dalla vendita di una unità addizionale è quindi
–
uguale al prezzo il ricavo a cui si deve rinunciare. Perciò in monopolio il ricavo marginale è
inferiore al prezzo (Rm < P).
Nel caso di monopolio, il mercato “fallisce” perché non riesce ad allocare efficientemente le risorse,
e quindi a massimizzare il benessere sociale. Il monopolista produce meno della quantità
socialmente efficiente.
Pertanto il monopolio impedisce che si sfruttino alcune opportunità di scambio mutuamente
vantaggiose. Il monopolista pone il prezzo (p) al livello in cui
DWL RM=CM (ricavi marginali=costi marginali).
e costi marginali costanti…
Ipotizzando costi medi
Se fosse possibile stabilire un accordo tra
monopolista e consumatori fino al livello di prezzi
P* (cui corrisponde la quantità Q*), i consumatori
ne ricaverebbero un vantaggio (trapezio
PmACP*) superiore al costo per il monopolista
(quadrato PmABP*).
I consumatori potrebbero rifondere il produttore
ed avere un beneficio netto (triangolo ABC)..
Politiche pubbliche contro il monopolio:
Il policy-maker può affrontare il problema della perdita di benessere indotta dal monopolio in
diversi modi: 1) indurre condizioni di maggiore concorrenza mediante leggi e autorità antitrust, ad
esempio impedendo che la fusione tra due o più imprese crei un nuovo monopolio; 2) imporre il
comportamento ai monopolisti, per esempio riguardo al prezzo con la regolazione, usata specie in
caso dei monopoli naturali; 3) nazionalizzare i monopoli privati. Tuttavia la perdita di efficienza nel
caso di proprietà pubblica può essere persino maggiore. La scuola di Public Choice, sostiene al
contrario che la privatizzazione è necessaria per sfuggire dalla inefficiente burocrazia del settore
pubblico verso un mercato efficiente.
Il monopolio naturale:
Questo fenomeno si verifica quando, a causa della presenza di forti economie di scala, la
dimensione efficiente di un’impresa è così grande che in quel dato settore soltanto un’unica
impresa può fornire il prodotto al mercato al minimo costo medio. Il costo di fornire una data
quantità da parte di una sola impresa è inferiore alla somma dei costi che potrebbero sopportare
imprese di dimensioni minori ciascuna delle quali contribuisca solo parzialmente all'offerta
complessiva. ∑Ci(qi) ∑i
Il monopolio naturale è caratterizzato dalla subadditività dei costi: CA(Q) < dove:
(qi)= Q CA(Q) costo della grande impresa e Ci(qi) costi delle imprese piccole.
Condizioni per l'esistenza di un monopolio naturale: i monopoli naturali si manifestano in
presenza di costi fissi elevati, come nella produzione di beni e servizi a rete (infrastrutture con
enormi costi fissi la cui duplicazione non è economicamente razionale): ferrovie, energia elettrica,
gas, acqua, telecomunicazioni
La presenza di economia di scala (costi medi decrescenti) è condizione sufficiente, ma non
necessaria dell’esistenza del monopolio naturale.
Le condizioni di monopolio naturale possono dipendere dal livello della domanda. Quanto più la
domanda è elevata, tanto più è probabile che la condizione di monopolio naturale cessi di esistere,
solo l’espansione del mercato (cioè l’aumento della domanda) o l’esistenza di una diversa
tecnologia di produzione può eliminare il monopolio naturale.
Un caso particolare è quello delle imprese multi-prodotto, dove per la verifica delle condizioni di
monopolio naturale occorre considerare anche la presenza di economie di scopo: la produzione di
due beni differenti all’interno di una determinata impresa consente di ottenere una riduzione dei
costi rispetto alla situazione in cui tali beni siano prodotti da due imprese distinte. “Il costo della
produzione congiunta di una data quantità dei beni è inferiore al costo della loro produzione
separata” (ad esempio, gli stessi input sono utilizzati per la produzione di due output, e la
output).
produzione di un output non incide negativamente sulla produzione dell’altro
In presenza di monopolio naturale, la produzione concentrata (monopolio) è più efficiente di una
produzione atomizzata (concorrenza). Ma la soluzione adottata dal monopolista sarà efficiente?
il monopolista determina la soluzione al livello Qm, dove i
costi marginali eguagliano i ricavi marginali. La soluzione
ottima (efficiente) sarebbe quella in cui i prezzi eguagliano i
costi marginali (Q*). A tale livello di produzione, però, poiché i
costi medi sono superiori al costo marginale, il monopolista
incorre in una perdita (area abcd).
Monopolio naturale: possibili soluzioni
1) Produzione pubblica al livello P=Cm (costo marginale), e utilizzo di imposte non distorsive per il
finanziamento della perdita (si noti che si può anche delegare la produzione ad una impresa
pubblica, garantendo un rimborso pubblico della perdita ed imponendo P=Cm). Problema: quali
imposte non distorsive?
2) Produzione (pubblica o privata) al livello P=CM (medio) => una soluzione di second best. Se le
inefficienze del settore pubblico sono troppo elevate (ad es. burocrazia, ecc.) si può prevedere la
fornitura privata del servizio, ma a quali rischi? Trasferimento della rendita a monopolisti privati,
inefficienza dei servizi (es. doppie ferrovie), soddisfazione di segmenti di mercato profittevoli a
danno di quelli socialmente desiderabili.
Argomenti a favore dell’intervento pubblico: LE ESTERNALITA’
Si ha un'esternalità se qualcuno, singolo individuo o impresa, quando produce o consuma
qualcosa, con il proprio comportamento influisce sui costi o sul benessere degli altri in modo diretto
e non attraverso una variazione dei prezzi di mercato. L'effetto di un'esternalità può essere positivo
o negativo. Un'esternalità che produce un effetto negativo verrà chiamata esternalità negativa, e
consiste in genere in un costo che un individuo o un'impresa impone a terzi a fronte del quale non
è previsto alcun risarcimento (si impone un danno ad un altro). Esempi: inquinamento, fumo, guida
in stato di ubriachezza. Un'esternalità che invece produce un effetto positivo verrà chiamata
esternalità positiva, e consiste in genere in un beneficio che un individuo o un'impresa producono
ad altri senza ricevere alcun compenso. Esempi: istruzione, ricerca e sviluppo, vaccinazioni, buona
domanda di uno studente a lezione ecc.
Conseguenza del fatto che le esternalità, sia positive che negative, non passino dal mercato è che
il mercato stesso allocherà i beni che producono queste esternalità in modo inefficiente, troppo o
troppo poco di quel bene. La quantità prodotta di beni che generano esternalità negative sarà
eccessiva, mentre la quantità prodotta di beni che generano esternalità positive sarà troppo bassa.
un’impresa inquina l