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LA RIFORMA FISCHLER

La Riforma Fischler(26 giugno 2003) nasce come revisione di medio termine dell'Agenda 2000

per verificare l'effetto delle riforme introdotte nel 1999. Le motivazioni della riforma sono

principalmente rafforzare la competitività dell'agricoltura europea e rilegittimare la PAC nei

confronti della società. Gli obiettivi prefissati sono, invece, definire nuove prospettive di politica

agricola dopo l'allargamento(che vede +75 milioni di abitanti e +3,5 milioni di agricoltori),

migliorare la competitività dell'agricoltura europea(garantendo una rete di sicurezza per proteggere

gli agricoltori dalle fluttuazioni di mercato e riducendo le forme di scambio e le esportazioni

sovvenzionate), accrescere la politica negoziale dell'UE in sede WTO, promuovere un'agricoltura

sostenibile. Disaccoppiamento(che è uno dei punti chiavi della riforma) vuol dire la sostituzione

dei precedenti pagamenti accoppiati con un pagamento indipendente dalla produzione; il sostegno

viene erogato sotto forma di un PUA(Pagamento Unico per Azienda). Gli effetti del

disaccoppiamento sono la riallocazione delle superfici, riduzione del prezzo, miglioramento della

qualità. Per ogni Stato membro all'Unione è fissato un RPU(i cd massimi nazionali) ovvero un tetto

all'ammontare di sostegno a cui ha diritto(in parol povere gli aiuti da parte dell'UE); il massimale è

calcolato in base alla media degli aiuti storici ricevuti da ciascuno Stato in un periodo di

riferimento. L'obiettivo è quello di stabilizzare la spesa su quanto storicamente maturato. Ogni

agricoltore che accede al PUA è titolare di un certo numero di diritti all'aiuto per ettaro; per ricevere

il pagamento dell'importo fissato nel titolo ogni diritto all'aiuto deve essere abbinato ad un ettaro di

superficie aziendale. Quindi gli Stati membri devono costruire una riserva nazionale di diritti da

usare in via prioritaria per attribuire titoli ai nuovi agricoltori. La riserva serve ad attenuare il

problema dell'accesso al regime dei nuovi agricoltori che, non avendo maturato aiuti nel passato,

sarebbero esclusi dal regime di aiuti. Il PUA può essere adottato secondo due varianti:

-modello storico(o classico), applica il disaccoppiamento sulla base degli aiuti ricevuti da ciascuna

azienda nel periodo storico di riferimento. I beneficiari sono i produttori storici(coloro che nel

periodo di riferimento 2000-2002 hanno ricevuto almeno uno degli aiuti diretti che ricadono nel

PUA. Tale modello è applicabile a livello nazionale o regionale. Ogni agricoltore che accede al

PUA è titolare di un diritto all'aiuto per ettaro calcolato dividendo l'importo di riferimento per il

numero medio di ettari(numero totale dei diritti all'aiuto di ciascun agricoltore) che in quegli anni

hanno dato via a quei pagamenti diretti;

-modello forfetario(o regionalizzato), distribuisce un aiuto forfetario ad ettaro a tutti gli agricoltori

della regione interessata. Permette di calcolare un pagamento forfetario ad ettaro di uguale valore

per tutti gli agricoltori della regione. E' calcolato dividendo il massimale regionale per la superficie

regionale. Per avere diritto al pagamento dell'imposto fissato nel titolo ogni diritto all'aiuto deve

essere abbinato ad un ettaro di superficie ammissibile(ovvero qualunque superficie agricola

dell'azienda come seminativi, pascolo, oliveti, agrumeti).

Secondo gli art. 64-68 bis, ciascuno stato membro ha potuto decidere di mantenere il regime di aiuti

esistenti prima della riforma per quanto concerne seminativi, carni ovine e caprine e luppolo,

fissando(la Commissione) la % massima di riaccoppiamento ed un massimale per ciascun

pagamento diretto; l'obiettivo era quello di favorire uno strumento per mantenere la produzione e

scongiurare il rischio di abbandono insito nel disaccoppiamento. Secondo l'art. 69 ciascuno stato

membro ha potuto scegliere di trattenere fino al 10% di ciascun componente del massimale

nazionale per effettuare pagamenti supplementari a favore di specifici tipi di agricoltura che

tutelano e valorizzano l'ambiente e migliorano la qualità e la commercializzazione dei prodotti

agricoli; quindi secondo quest'art. V'è la possibilità per ogni stato membro di attuare una strategia

diversa di valorizzazione della qualità a secondo delle loro priorità. La modulazione degli aiuti

diretti nasce insieme all'Agenda 2000 in forma volontaria(gli stati membri decidono se e come

applicarla) ed è stata resa obbligatoria con la riforma Fischler; la modulazione riduce gli aiuti diretti

di cui un'azienda beneficia e sposta le risorse così liberate dalle politiche di mercato alle politiche

dello sviluppo rurale. Il sostegno pubblico è condizionato al rispetto di standard ambientali, di

sicurezza alimentare, di salute e benessere degli animali e delle piante; solo il rispetto di queste

norme garantisce il pagamento completo degli aiuti finanziari. Elementi essenziali nella strategia

d'integrazione ambientale della PAC sono il CGO(Criteri di Gestione Obbligatori) ovvero 19 atti

comunitari in materia ambientale, sicurezza alimentari e salute delle piante e degli animali già

accennati precedentemente, e la BCAA(Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali), che ha il

compito di contrastare l'abbandono delle superfici conseguente al disaccoppiamento degli aiuti, il

tutto proteggendo il suolo dall'erosione, tentare di mantenere la sostanza organica e la struttura del

suolo, ed assicurando che l'habitat non si deteriori. Lo Stato membro all'Unione deve poi rendere

operativo dall'1/1/07 un servizio di consulenza(volontario) che verta sui requisiti della

condizionalità parlata sopra, così da poter sostenere gli agricoltori nell'osservanza dei nuovi

adempimenti derivanti dalla condizionalità stessa. Tornando brevemente sulla riforma Fischler, i

risultati attesi sono lo sganciamento del sostegno dalla produzione, un riorientamento al mercato

delle imprese, l'eliminazione delle coltivazioni speculative ed una caccia ai sussidi; gli obiettivi

prefissati sono invece quello di rafforzare l'orientamento al mercato e la competitività del settore,

ridurre le fluttuazioni del reddito dei produttori causate da crisi di mercato, aumentare il consumo di

frutta e verdura nell'UE e sostenere gli sforzi degli agricoltori per la protezione dell'ambiente.

Attraverso i programmi operativi le OP(Organizzazioni dei Produttori) definiscono il piano

strategico per l'anno successivo ed identificano le azioni che intendono mettere in pratica per

accettare gli aiuti comunitari. La cd ''OCM unica'' è la riunificazione delle precedenti 21 OCM in

un'unica OCM, allo scopo di costituire un unico insieme di norme armonizzate nei settori classici

della politica di mercato.

LE POLITICHE DELL'UE PER LO SVILUPPO RURALE

Le politiche per gli interventi strutturali a favore dell'agricoltura iniziarono nel 1957 con il Trattato

di Roma; nella seconda parte dell'art.39 v'erano indicati due problemi rilevanti da affrontare che

riguardavano la struttura sociale e le disparità tra le diverse regioni agricole. L'affermazione della

politica dello sviluppo rurale fu molto lenta proprio a causa di questi due motivi. Si sosteneva che

per aumentare il reddito degli agricoltori(problema fondamentale anch'esso) era necessario attuare

una serie di iniziative di carattere socio-strutturale volte a creare aziende agricole che potessero

agevolare le condizioni di vita degli stessi. Queste iniziative, in Italia, furono un fallimento poichè

vi furono un grosso ritardo nell'approvazione della legge nazionale di recepimento ed un lento

passaggio delle competenze amministrative per via dei cambiamenti istituzionali. I PIM(Programmi

Integrati Mediterranei), introdotti nel 1985, rappresentano il primo progetto europeo d'intervento

strutturale integrato a livello territoriale ed hanno lo scopo di favorire l'ammodernamento strutturale

nelle regioni mediterranee della Francia, Italia e Grecia in vista dell'allargamento a Spagna e

Portogallo. Nel 1986 l'Atto unico europeo ha introdotto il rafforzamento della ''coesione economica

e sociale'' nell'UE; la coesione economica serve a diminuire le disparità in termini di reddito ed

occupazione, mentre la coesione sociale interviene sulla disoccupazione sul tasso di povertà. L'UE è

una delle aree economiche più ricche del mondo, ma presenta forti disparità tra i suoi Stati membri,

ed ancor più tra le sue circa 250 regioni; quantificarle significa misurare ed affrontare il grado di

ricchezza di ciascuna, ossia verificarne il PIL. L'attuazione delle politiche socio-strutturali si avvale

di tre fondi:

-FSE(Fondo Sociale Europeo), 1960. Ha lo scopo di finanziare la politica sociale della Comunità e

di combattere la disoccupazione;

-FESR(Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), 1975. Ha lo scopo di sostenere le azioni nazionali

volte allo sviluppo delle regioni meno favorite, distribuendo alle regioni povere una parte dei

contributi degli Stati membri;

-FEOGA(Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia per l’Agricoltura), 1962. Ha lo scopo di

adeguare le strutture agricole e lo sviluppo delle aree rurali.

Le fasi della programmazione strutturale seguono quattro periodi:

1)1989-1993: le regioni con un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria(quindi

quelle in ritardo di sviluppo) devono essere sovvenzionate, comprese le zone colpite da declino

industriale. Bisogna lottare contro la disoccupazione ed inserire i giovani nel lavoro. C'è la necessità

di ammodernare le strutture agrarie antiquate;

2)1994-1999: introduzione di FSE, FESR e FEOGA per colmare i disagi da declino industriale.

Bisognava adattare i lavoratori ai mutamenti industriali. V'era la necessità di sviluppare le zone

rurali, agrarie e da pesca. Bisognava dare aiuto e manodopera alle zone artiche(territori con

scarsissima densità di popolazione);

3)2000-2006: bisognava promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che

presentavano ritardo nello sviluppo ed il cui PIL medio pro capite era inferiore al 75% della media

dell'UE. Bisognava pure fornire le regioni più arretrate con nuove infrastrutture;

4)2007-2013: viene istituito il FEASR(Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) che è un

unico sistema di programmazione, di regole finanziarie e di valutazione e controllo economico, per

tutte le aree rurali dell'UE.

Lo sviluppo rurale ha una funzione economica(deve garantire prodotti e servizi alla popolazione),

una funzione ecologica(sviluppo sostenibile), ed una funzione sociale(mette in relazione gli

abitanti). A livello di modelli, abbiamo la ruralità agraria(1950-1960, con prevalenza di agricoltura

ed il problema della crescita del PIL), la ruralit&agrav

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
9 pagine
8 download
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simi.mr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica comunitaria e sviluppo rurale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Rizzo Mario.