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Estratto del documento

FILOSOFIA (B)

Lezioni del Prof. Guido Bonino

A.A. 2020/2021

Appunti di Lucrezia Cusato

Laurea Magistrale in Storia dell'Arte

UNITO - UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO

SOMMARIO

SCIENZE DELLO SPIRITO E SCIENZE DELLA NATURA 1

FILOSOFIA DELLA SCIENZA 20

DIFFERENZE DI APPROCCI IL (1922 - 1974) 20

Wilhelm Dilthey (1833 - 1911) 1

Wilhelm Windelband (1848 - 1915) 2

SOCIOLOGIA POSITIVA E SOCIOLOGIA COMPRENDENTE Valutazione delle metodologie 22

Falsificazione delle metodologie 23

IL MODELLO NOMOLOGICO DEDUTTIVO DB (1942) 23

David Loomis

Distinzione tra cause e ragioni 4

Il sillogismo pratico secondo Frascolla 5

Conoscenza e opinione 23

Sociologia della scienza secondo il Programma forte 24

Presunta autonomia della conoscenza 24

RICHARD RORTY J.E.H.S (1972) 26

AUSTIN SMITH

La filosofia è un genere naturale? 9

Due schemi di

ascesa semantica 26E S (1948) 10MANUELA CRIBANO Alla ricerca delle origini “pure” 27Storia eseg etica o storia filosofica? 10 La teoria del linguaggio di Frege 27La proposta di Scribano 10 Cosmopolitismo filosofico 28Il caso di Gueroult 11 D L H (1935 –2010) 29AVID EE ULLLa filosofia è un genere naturale? 12 Orientamenti tassonomici 29M A (1965) 12ICHAEL YERS La definizione di specie 30La recensione a Learning from Six Philosophers La domanda di Hull 31(2001) 12 Internalismo ed esternalismo 31Il Descartes di Bennett 13 METODI QUANTITATIVI 33B R (1872 – 1970) 13ERTRAND USSELLM B (1959) 13ICHAEL EANEY I M 33L DISTANT READING DI ORETTIConsiderazioni sulla filosofia analitica 13 The Slaughterhouse of Literature (2000) 33Le radici della ricostruzione razionale 14 Style, Inc. Reflections on Seven Thousand TitlesRudolf Carnap e la nascita del termine 15 (2009) 34Karl Popper 15 Interpretare pattern (2017) 34Willard Van Orman Quine 15 Conclusioni

35Michael Dummett 16 A 35PPLICAZIONE ALLA STORIA DELLA FILOSOFIAScott Soames 16 Bonino & Tripodi | Academic Success in America:La proposta di Beaney 16 Analytic Philosophy and the Decline of WittgensteinM G (1891 – 1976) 16ARTIAL UEROULT (2019) 35Bonino, Maffezioli & Tripodi | Logic in AnalyticE G (1909 – 2004) 17UGENIO ARIN Philosophy: a Quantitative Analysis (2020) 36Il metodo whiggish 17 Arianna Betti & Van den Berg | Modelling the HistoryLa tesi dell’unità 17 of Ideas (2014) 37La proposta di Garin 18 Petrovich & Tolusso | Exploring KnowledgeIl dibattito con Paci 18 Dynamics in the Humanities. Two Science MappingExperiments (2019) 37A O L (1873 – 1962) 18RTHUR NCKEN OVEJOY 0S C I E NZ E D E L LO S P I R IT O E S C I E NZ E D E LL ANATURADIFFERENZE DI APPRO CCIWilhelm Dilthey (1833 – 1911)Uno dei principali dibattiti sulla storia della filosofia si è concentrato in Germania a fine Ottocentoe riguarda le scienze dellospirito: principale interprete fu Wilhelm Dilthey. In inglese ciò è stato talvolta tradotto con "moral sciences", anche se si tratta di un'espressione imprecisa (non si occupano solo di etica). Un esempio è dato dal testo in cui David Hume distingueva i caratteri nazionali (quindi le peculiarità delle varie popolazioni) in:
  1. cause morali (i caratteri nazionali sono generati da ciò che può agire sulla mente, "come dei motivi o delle ragioni");
  2. cause fisiche (i caratteri nazionali sono generati da clima, atmosfera, etc. "che si ritiene agiscano insensibilmente sul carattere alterando il tono e la costituzione fisici").
Uno dei principali assunti di Dilthey è che scienze della natura e scienze dello spirito sono due cose diverse. Al contrario, i positivisti credevano nella supremazia delle scienze della natura che regolerebbero anche quelle dello spirito; se ci sono degli errori, ciò è

Da imputarsi a dei "difetti" di queste scienze, che devono ancora adeguarsi al metodo scientifico. Questa diversità per Dilthey si colloca su più piani:

  1. Differenza di oggetto
    Nelle scienze dello spirito, il soggetto conoscente appartiene allo stesso mondo umano che costituisce l'oggetto dell'indagine. Le scienze della natura invece non hanno questo oggetto. Ma non è questo il problema principale di Dilthey, che non riconosceva questa sostanziale differenza ontologica (facciamo pur sempre parte della natura).
  2. Diversità delle fonti di esperienza
    Le scienze dello spirito sono esperienze interne (Erlebnis), quella della natura esterne, perché varia l'appartenenza (o meno) del soggetto al mondo dell'indagine. Dice Dilthey: "La natura ci è straniera. Infatti essa è per noi soltanto qualcosa di esterno, non di interno. La società è il nostro mondo". Anche Wittgenstein disse: "Se un

Il leone potesse parlare, noi non potremmo capirlo; il leone fa parte di un altro mondo. Paradossalmente, egli potrebbe fare una scienza dello spirito "leonina", ma non umana. Per Dilthey, infatti, la vera psicologia è descrittiva, cioè si basa solo sulla propria introspezione; tutto ciò che cerca di osservare "esternamente" è considerato comportamentismo (concezione ottocentesca). Dilthey si interessava anche di poesia in quanto mezzo attraverso cui l'immaginazione può comprendere l'essenza altrui. Per lui la rappresentazione pura non può esistere, perché la percezione è sempre filtrata (preferenze, desideri...).

All those sciences that have as their object either the human mind itself, or the relations of men to another.

Si potrebbe obiettare che la vera esperienza diretta è soltanto la propria: io non posso sapere quello che provano gli altri. L'unico salto possibile

è infatti quello dell’analogia, con le nostre facoltà immaginative.

3. Differenza metodologica

Nelle scienze dello spirito, coesistono procedure miranti a determinare aspetti individuali della realtà umana e altre che ricercano le uniformità, ma le prime sono prevalenti. Al contrario, nelle scienze della natura si ha una prevalenza delle seconde. Se nelle scienze della natura si parte dai singoli elementi e si cerca di ricondurli ad un’unità, nelle scienze dello spirito ciò viene già fatto dall’inizio perché l’Erlebnis è unita, indifferenziata: siamo noi a scomporre i suoi singoli elementi.

Compito delle scienze della natura per Johann Gustav Droysen è l’erklären (spiegare), nelle scienze dello spirito è il verstehen (comprendere). Nelle scienze dello spirito vi sono sia elementi volti a capire le “individualità” degli esseri umani (storia), sia i

comportamenticollettivi (sociologia). Al contrario, le scienze della natura non mirano alla "comprensione",ma alla "spiegazione" (attraverso la riconduzione a leggi) e si interessano delle generalità. Wilhelm Windelband (1848 – 1915)

Per Windelband, Dilthey poneva una differenza di oggetto di studio tra le scienze, mentre inrealtà vi è solo una differenza di metodo. La distinzione che lui propone è tra:

  • scienze nomotetiche (propongono delle leggi);
  • scienze idiografiche (descrivono eventi individuali, sono storiche).

Quale che sia l'oggetto, possiamo studiarlo attraverso differenti modalità. Ad esempio, la storiasarebbe idiografica perché vuole studiare il singolo fatto, mentre se cerchiamo delle tendenzegenerali stiamo facendo una scienza nomotetica (sociologia). Ciò può avvenire anche nel mondodelle "scienze della natura": una scienza idiografica è la biologia evolutiva,

Ossia la ricostruzione di una singola specie, oppure la cosmologia (l'universo è uno solo).

SOCIOLOGIA POSITIVA E SOCIOLOGIA COMPRENDENTE

Nel campo delle scienze sociali è bene porre una distinzione tra due approcci: la sociologia positiva (Durkheim) e la sociologia comprendente (Weber). Secondo Luca Perrone, la loro apparente inconciliabilità si riduce nel momento in cui si conduce una ricerca empirica, perché si è costretti a scendere a compromessi.

Durkheim (sociologia positiva) Weber (sociologia comprendente)

Ruolo dell'osservatore

Liberarsi dai preconcetti, trattare fenomeni sociali come "cose", osservatore passivo.

La selettività dell'analisi sociale non deriva da fattori esterni, ma dall'iniziativa dell'osservatore attivo nella produzione di conoscenza.

Ruolo dell'osservato

Fatti sociali indipendenti dalla conoscenza. Azione sociale: il suo significato è

(critica la spiegazione "psicolo- e tiene conto del comportamento altrui, re-gica" dei fatti sociali in quanto governati da golandosi di conseguenza.leggi proprie). Inferenza causaleLa causa determinante è nei fatti sociali, non concepita come una conti-nua combinazione: un medesimo effetto può avere infinite cause.(ad es. se il suicidio dipende da varie cause è perchè vi sono varie specie di suicidio).I compromessi empirici1. L'introduzione di categorie tipicheEsistono fatti sociali normali e altri patolo- Non esistono leggi generali, ma per compa-gici, ma nessuno può essere considerato in- rare ha bisogno di un principio generalizzante.trinsecamente tale: un comportamento può Ecco che crea "l'ideal-tipo", dove accorpa essere patologico in una società e normale in

elementi comuni.un'altra. Riconoscendo la necessità di selezionare i fatti per classificare le specie di società, Durkheim "distorce" la realtà empirica.

2. Identificazione di sequenze causali con variabili intervenienti

La tendenza al suicidio va di pari passo con l'istruzione, ma la correlazione tra due fenomeni non dice che uno sia causa o effetto dell'altro. Per lui è però impossibile che l'istruzione possa contribuire al suicidio in quanto si opporrebbe alle leggi della psicologia. Esempio: per un guerriero è indegno piegarsi davanti a preti e sacerdoti; probabilmente, la sua religione sarà più profetica e punirà gli infedeli.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
40 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Wakiwa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Bonino Guido.