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OCCULTA
In una DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA, dove il popolo sceglie chi deve rappresentarlo e decidere sulle questioni pubbliche (attraverso il voto), le opinioni devono essere basate su informazioni autentiche, anche se ostacolate da bassi livelli di istruzione, da ignoranza e disinformazione; anche perché l'istruzione non presuppone l'informazione politica, non è una cosa che si impara a scuola. Punto cardine della democrazia moderna è, quindi, che il popolo sia COSCIENTE.
Pubblicità e scelte di voto
La PUBBLICITÀ è una forma di persuasione raffinata in termini di pubblica opinione. Si rivolge in primis ai consumatori che, consumando, diventano controllori di veridicità. La pubblicità propagandata nella politica, invece, può vendere colossali menzogne; vengono eliminate le notizie dissonanti, presentando un preciso modello estetico, magari molto poco etico.
Pensiamo ora alle scelte di voto - la vera espressione di una
pubblica opinione. Innanzitutto, questa può essere POSITIVA (informazione e interazione) o NEGATIVA (si blocca o respinge un messaggio, una richiesta), in base alla natura dell'elettore, quello più razionale è quello attento alle singole questioni. L'elettore, in entrambi i casi, è un PERFETTO SEMPLIFICATORE! Democraticamente parlando, poi, in un sistema rappresentativo il voto non elegge questioni di governo ma solo CHI sarà a deciderle. Passata la campagna elettorale, gli stessi governanti saranno capaci di andare avanti anche con un'opinione pubblica contraria. Videopotere La video-politica è il nuovo potere (video-potere) della politica che si sta trasformando. Negli Stati Uniti la video-politica si è diffusa maggiormente rispetto all'Europa, considerando che il mercato della televisione è interamente privato, pluralistico e poco regolato. - I partiti sono polverizzati ed è il candidato che fa scegliere ilpartito e non viceversa;- L'elezione dipende da con quanti soldi, il candidato, riesce a pagare lo spazio televisivo.
Gli Stati Uniti sono il paese in cui maggiormente difetta l'opinione pubblica:- non si occupa di cose pubbliche ed è ignorantissima sulle questioni internazionali;- Debole stampa che a malapena riesce a coprire la distribuzione nazionale, a maggior ragione non copre neanche l'estero.
Il video-potere rappresenta una parte della formazione dell'uomo che sempre più difficilmente riesce ad essere critico e a differenziare i molteplici messaggi, d'altronde non è il messaggio che fa l'informazione ma è l'informazione che crea il messaggio.
I Mass media ed il loro ruolo
I nuovi media, a fine 1800, nacquero non soltanto e non tanto con fini di influenza ideologico-educativa, quanto con fini commerciali:- diretti (la vendita di massa); - indiretti (la pubblicità).
Tra questi mass media furono importanti i
giornali popolari, diretti cioè alle masse proletarie nelle grandi città, che facevano assegnamento sulla estrema semplicità di linguaggio e richiedevano quindi un bassissimo livello di istruzione per essere letti e compresi.
La radio, il cinema, le riviste raggiungono masse immense di uomini e si trasformano in potenti mezzi di controllo e di mobilitazione politica.
Il ruolo della guerra
Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa divenne forte a partire dalla I Guerra Mondiale: i giornali a larga tiratura, il cinema, l'industria discografica, l'editoria, le nuove compagnie radiofoniche divennero un settore economico, non solo di crescente influenza sociale, ma anche fonte di ricchezza e di profitti, una vera e propria "industria culturale".
Le tecniche della pubblicità, del giornalismo, del cinema e dello sport vennero sfruttati ampiamente dagli stati in guerra che non si fecero scrupolo di utilizzare anche gli aspetti peggiori di questi.
per curare o soddisfare una specifica esigenza comunicativa. I nuovi media includono una vasta gamma di strumenti e piattaforme, come i social media, i blog, i podcast, i video online e molto altro ancora. L'uso dei nuovi media ha avuto un impatto significativo sulla società contemporanea. Essi hanno reso la comunicazione più immediata, accessibile e interattiva. Grazie ai nuovi media, le informazioni possono essere condivise istantaneamente e raggiungere un vasto pubblico in tutto il mondo. Tuttavia, l'uso dei nuovi media ha anche sollevato alcune preoccupazioni. Ad esempio, la diffusione di notizie false e la mancanza di controllo sulla qualità delle informazioni sono diventati problemi comuni. Inoltre, l'uso eccessivo dei nuovi media può portare a dipendenza e isolamento sociale. Nonostante queste sfide, i nuovi media continuano a evolversi e a influenzare la nostra società in modi sempre più profondi. Sono diventati uno strumento essenziale per la comunicazione, l'informazione e l'intrattenimento.per colmare un limite o correggere un errore compiuto da quello che l'ha preceduto, portando, quindi, a termine il lavoro che il medium precedente non ha svolto.CAPITOLO 6 – CRITICI CONTRO LA DEMOCRAZIA
Anarchismo
Si potrebbe immaginare una società che conti soltanto di associazioni volontarie, una società senza Stato. L'ideale anarchico è probabilmente esistito in qualche forma da quando esistono gli Stati. La teoria filosofica dell'anarchismo sostiene che, poiché gli Stati hanno una natura coercitiva (cioè forzata) e la coercizione è cosa intrinsecamente negativa, gli Stati sono di per sé un male; da ciò consegue che essi potrebbero (e in quanto male non necessario, quindi dovrebbero) essere eliminati e sostituiti da associazioni volontarie. Dato che la democrazia potrebbe rivelarsi il processo più desiderabile per governare tali associazioni, non è da escludere che possa essere la forma di
governoprevalente in una società anarchica. Ma dal punto di vista degli anarchici, la democrazia non può salvare lo Stato.
Le ragioni degli anarchici
Non solo gli anarchici hanno elaborato una serie di vedute assai diversificate, ma spesso hanno anche dimostrato un' imprecisione di pensiero che si sottrae ad un' analisi precisa, quasi che essi si opponessero persino alla forza coercitiva del ragionamento logico. L' idea più caratterizzante è naturalmente suggerita dal nome stesso: an + archè, cioè senza comando. Gli anarchici tendono a concordare sul fatto che lo stato, essendo coercitivo, non è desiderabile e di conseguenza potrebbe e dovrebbe essere interamente sostituito da associazioni volontarie fondate su un consenso continuativo. L' avverbio interamente è ciò che distingue il vero anarchico da altri.
L' opposizione all' esistenza dello stato distingue anche l' anarchismo dalla disobbedienza.
civile odalla decisione di non obbedire a una legge.Se la coercizione è cosa intrinsecamente cattiva, può il processo democratico renderla positiva?Sebbene non esista alcuna definizione valida, sulla base del vasto assortimento di teorie anarchiche è possibile costruire un'argomentazione ragionata, consistente di quattro presupposti e cinque conclusioni (risultato dell'argomentazione del dialogo immaginario tra DEMO e ANARCO).Quattro presupposti:
- A proposito dell'obbedienza a un cattivo Stato:
- D. i democratici si sforzano di dimostrare che l'obiettivo più importante della democrazia è il governo dello Stato e che non si può vivere senza uno Stato;
- A. gli anarchici ribattono nel dire che trasformare uno Stato (coercizione) in un buono Stato rendendolo democratico è come voler trasformare un pesce marcio in un pesce fresco condendolo con una bella salsina. Nessuno è obbligato a sostenere o obbedire ad uno
Stato cattivo.
2) A proposito della natura degli Stati:
- D. Per la democrazia uno Stato democratico non è un cattivo Stato e si serve della coercizione per far rispettare le leggi approvate democraticamente;
- A. La coercizione secondo gli anarchici regolamenta l'imposizione da parte di uno Stato di sanzioni severe e persino violente contro gli individui presenti all'interno dei suoi confini.
3) A proposito della coercizione come male:
- D. Per la democrazia lo Stato non è un'associazione volontaria, la potenzialità coercitiva dello Stato viene utilizzata per il bene pubblico, anziché a svantaggio della collettività, è più importante che ad essere democratico sia lo Stato piuttosto che qualunque altra associazione privata o non-statale;
- A. Per l'anarchia la coercizione è un male in sé. L'anarchia ritiene che la coercizione è intrinsecamente cattiva a differenza della democrazia che è.
Intrinsecamente cattiva ma instrumentalmente giustificabile in quanto essenziale al conseguimento di un buon fine. Gli anarchici intendono per coercizione l'azione di costringere qualcuno ad obbedire a una richiesta, utilizzando la minaccia credibile di un grave danno fisico o emotivo contro chi si rifiuta di obbedire. Nella misura in cui la minaccia della coercizione ha successo la gente è costretta ad obbedire a leggi alle quali si oppone e le persone sottoposte a coercizione vengono private dalla loro libertà.
4) A Proposito delle alternative:
- A. una società senza Stato è alternativa praticabile a una società dotata di Stato. In una società anarchica tutti gli individui e associazioni rigorosamente volontarie effettuano tutte le attività necessarie a una buona esistenza.
Cinque conclusioni:
- Poiché tutti gli Stati sono coercitivi, tutti gli Stati sono necessariamente un male;
- Poiché tutti gli Stati sono necessariamente
un male, nessuno ha l'obbligo di obbedire o sostenere qualsiasi Stato;
Poiché tutti gli Stati sono un male, poiché nessuno ha l'obbligo di obbedire o sostenere qualsiasi Stato, e poiché una società senza Stato è un'alternativa praticabile, tutti gli Stati andrebbero aboliti;
Un processo democratico non può essere giustificato se si limita a fornire procedure, come la regola di maggioranza, per fare ciò che è intrinsecamente sbagliato fare: cioè consentire ad alcuni di imporre costrizioni ad altri. Uno Stato democratico è pur sempre uno Stato, pur sempre coercitivo e pur sempre un male in sé;
Dal momento che il requisito dell'unanimità impedirebbe la coercizione, le associazioni potrebbero essere giustificate se le loro decisioni richiedessero l'unanimità. In quanto nessuno sarebbe costretto a subire coercizioni e quindi un'associazione in cui le decisioni sono
La difesa dell’anarchismo di Wolff
L’argomentazione di Robert