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LE ANALISI DI BILANCIO
Le analisi di bilancio sono un complesso di tecniche di tipo quantitativo volto all’interpretazione
sistematica dei dati contabili, al fine di studiare particolari aspetti della gestione per determinare un
giudizio sull’andamento dell’azienda o su determinati aspetti della gestione aziendale.
OBIETTIVI DELLE ANALISI
La gestione aziendale (acquisizione mezzi finanziari acquisto fattori della produzione
trasformazione vendita) deve tendere a realizzare un equilibrio che può essere:
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- equilibrio economico: costi/ricavi/reddito. capacità dell’azienda di remunerare tutti
i fattori della produzione. Esiste eq. econ. se ricavi>costi.
- equilibrio finanziario: capacita’ dell’azienda di far fronte ai propri impegni finanziari
con i mezzi provenienti dal capitale proprio, dai finanziamenti e dai ricavi.
- equilibrio patrimoniale: sintesi dei due equilibri precedenti, capacita’ dell’azienda
di conservare e migliorare l’assetto patrimoniale
Importante: la gestione e’ unitaria, quindi questi tre aspetti sono altamente correlati e
vanno analizzati congiuntamente.
I SOGGETTI DELLE ANALISI DI BILANCIO
analista interno (ha a disposizione documenti pubblici e documenti interni riservati,
contabilità analitica, etc.)
analista esterno (ha solo documenti pubblici a disposizione)
In entrambi i casi, comunque, l’analisi è generalmente prospettica, previsionale; solo in
rari casi l’analisi è storica.
I PRESUPPOSTI DELLE ANALISI
soggettivo: professionalita’, competenze tecniche specifiche e conoscenza formale e
sostanziale del bilancio
oggettivo: correttezza e attendibilita’ del bilancio
LE METODOLOGIE DELLE ANALISI
Le tecniche comunemente impiegate sono tre: analisi strutturale o per margini;analisi per
indici;analisi per flussi.
ANALISI PER MARGINI
Tende ad accertare le relazioni esistenti tra le varie classi di attività e passività (nello stato
patrimoniale riclassificato) e di costi e ricavi.
Limite consente solo 2 ordini di indagine: a) esame istantaneo poco significativo b) esame
temporale confronto di più bilanci della stessa azienda
Questi margini forniscono informazioni sulla struttura delle fonti e degli impieghi in un dato
istante:
1) MARGINE DI STRUTTURA
7 MS = CAPITALE NETTO – ATTIVO IMMOBILIZZATO
Esprime la capacità dell’azienda di coprire gli investimenti nella struttura fissa
mediate il ricorso di mezzi propri (CN). Esso esprime anche la solidità dell’azienda.
Se da questa differenza il totale del capitale proprio è superiore a quello delle
immobilizzazioni complessive, si ha un margine positivo, se la differenza è di
importo inferiore, si ha un margine negativo. Un margine nullo, che si ha nel caso di
perfetta uguaglianza tra le due grandezze, nella pratica raramente è riscontrabile.
Il margine positivo sta ad indicare che il capitale proprio ha finanziato tutto l’attivo fisso,
nonché una parte dell’attivo circolante. Nella pratica aziendale un MS positivo permette
una strategia di sviluppo senza ricorrere a finanziamenti esterni.
PASSIVITA’
ATTIVO
CIRCOLANTE PATRIMONI
ATTIVO O NETTO
IMMOBILIZZAN
TE 8
Per confermare una valida situazione di equilibrio finanziario la regola vuole il MS
dovrebbe essere almeno non negativo. Nella realtà è molto diffuso il caso in cui le
immobilizzazioni siano finanziate anche con l’apporto di indebitamento.
Un margine negativo sta ad indicare che per finanziare la sua struttura fissa, l’impresa è
stata costretta a ricorrere al capitale di terzi per la parte mancante e ciò sta a significare
l’incapacità da parte del capitale permanente di coprire le attività immobilizzate. Un
margine leggermente negativo è considerato normale se la differenza è coperta da
passività fisse (debiti a lunga scadenza). Se completamente negativo squilibrio
finanziario e situazione di illiquidità.
PASSIVITA’
ATTIVO
CIRCOLANTE
ATTIVO
IMMOBILIZZAN PATRIMONI
TE O NETTO
2) CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
CCN = ATTIVITÀ CORRENTI – PASSIVITÀ CORRENTI
ovvero
CCN = (RD + LD + LI) – (DEBITI A BREVE TERMINE)
Tale risultato esprime il grado di utilizzo degli impieghi (attività) di breve periodo nel
processo di copertura dei debiti scadenti nel breve periodo.
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Se il margine è positivo l’impresa è in grado di far fronte alle fonti finanziari di prossima
scadenza utilizzando impieghi liquidi o prontamente liquidi. L’azienda ha buona liquidità,
detiene le risorse liquide sufficienti per onorare i debiti a breve termine.
Se il margine è negativo l’impresa è in una posizione di illiquidità. Per cui l’azienda si
troverà nell’impossibilità di effettuare i rimborsi dovuti a meno che non smobilizzi parte
delle attività fisse.
Se il margine è positivo bisogna però guardare le rimanenze: i debiti non li pago con le
rimanenze di magazzino. E’ importante perciò sottrarre quelle che sono le rimanenze. Per
fare questa valutazione utilizziamo quello che è:
3) MARGINE DI TESORERIA
MT = (LIQUIDITA’ DIFFERITE + LIQUIDITA IMMEDIATE) – PASSIVITA’ CORRENTI
Se il margine è positivo abbiamo equilibrio finanziario poiché nel caso di rimborso dei
debiti a breve termine l’azienda ha le disponibilità liquide per pagarli
Se il margine è negativo l’importo delle disponibilità liquide è inferiore all’importo dei
debiti a breve scadenza. Nel caso di richiesta di rimborso immediato dei debiti a breve non
avrebbe i mezzi monetari per farvi fronte. E’ comunque considerato normale un margine
limitatamente negativo.
4) I MARGINI DESUMIBILI DAL CONTO ECONOMICO
Rappresentano i risultati parziali o intermedi desumibili dal C.E. riclassificato. I margini
sono uno strumento importante per individuare le aree della gestione che necessitano di
interventi per migliorare la performance aziendale.
Vengono confrontati su anni diversi per delineare l’andamento nel tempo.
Analisi condotta su %.
Considerazioni:
se tutti i risultati intermedi sono negativi le cose vanno male; o si chiude l’azienda o si
agisce sulle tipiche leve gestionali: prodotto-mercato-tecnologia
se il valore aggiunto è l’unico positivo bisogna considerare bene il costo del personale
se il margine operativo lordo è positivo e i risultati seguenti negativi attenzione agli
ammortamenti e quindi alle immobilizzazioni non necessarie
se i margini positivi fino al reddito operativo, poi negativi: attenzione a oneri finanziari e
straordinari
ANALISI PER INDICI = Analisi per quozienti. Si esprime mediante la creazione di
rapporti o quozienti ritenuti significativi nell’indagine della gestione aziendale.
Vantaggi =
- trasformare i valori assoluti in numeri relativi
- consentire raffronti oltre che nel tempo anche nello spazio o con dati STANDARD
L’analisi per indici tende ad accertare tre aspetti della gestione aziendale:
LA SOLIDITA’ = capacità di perdurare nel tempo
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LA LIQUIDITA’ = capacità di far fronte agli impegni
LA REDDITIVITA’ = capacità di remunerare tutti i fattori della produzione
E’ sempre opportuno: 1) esaminare indici riferiti a più esercizi 2) non utilizzare solo un
indice ma un insieme di indici in modo da fornire un quadro generale di controllo.
Solidità, liquidità e redditività sono tre aspetti della gestione di impresa che si influenzano
reciprocamente. Un’azienda che riesce a far fronte ai suoi impegni (e’ liquida) ha un buon
grado di redditività e solidità. Un’azienda con una buona redditività sarà in grado di
garantire liquidità e di svilupparsi con le risorse interne create dall’autofinanziamento.
SOLIDITA’ = capacità dell’azienda di perdurare nel tempo, grazie alla sua flessibilità nei
confronti delle mutevoli condizioni interne ed esterne. Dipende da due fattori:
correlazione adeguata tra qualità degli impieghi e delle fonti.
1) grado di indipendenza dell’azienda da terzi (meno debiti meno dipendenza da terzi)
2)
Per quanto attiene al punto 1) possiamo indicare due indici:
A)INDICE DI COPERTURA IMMOBILIZZAZIONI CON FONTI DUREVOLI
(CN+PF) / AF
In una situazione ideale in cui gli impieghi a medio lungo ciclo di utilizzo sono finanziati
con capitale proprio l’indice è = a 1 . Per assicurare un grado di solidità soddisfacente
deve essere > 1. Quindi il valore delle fonti durevoli (CN+PF) deve essere superiore al
valore delle attività fisse. Se ciò non fosse significa che esse sono in parte finanziate
da debiti di breve periodo. corrispondenza con CCN (vedi post-it)
B) INDICE DI COPERTURA IMMOBILIZZAZIONI CON CAPITALE PROPRIO
CN / AF
Si deve avvicinare a 1, studi empirici evidenziano che l’indice non dovrebbe scendere
sotto lo 0,67. Se si abbassa allo 0,33 è segno di preoccupazione. similitudine con il
margine di struttura
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- - - - - - - - - -
Per verificare invece il grado di indipendenza dei terzi (punto 2) è generalmente utilizzo:
C) INDICE DI DIPENDENZA DA TERZI
CN / (PF + PC)
L’indice dovrebbe non essere inferiore a 0,25. Buon livello medio vede indice intorno a 0,5
(significa che le fonti proprie finanziano 1/3 dell’attivo)
LIQUIDITA’ = capacità dell’azienda di far fronte tempestivamente agli impegni,
economicamente e con i mezzi a disposizione. Dipende da 2 fattori: a) una corretta
struttura finanziaria b) un veloce ritorno di capitale investito
A)INDICE DI LIQUIDITA’ SECONDARIA CCL / PC
L’indice segnala la capacità dell’azienda di far fronte alle passività correnti con mezzi
prontamente disponibili e con quelli liquidabili in un periodo breve (crediti e magazzini).
L’indice dovrebbe essere intorno al 1,5 / 2. trasformazione dell’indice del margine di CCN
B)INDICE DI LIQUIDITA’ CORRENTE LD + LI / PC
Riformulazione del margine di tesoreria. Un dato medio dovrebbe essere intorno a 1.
Altro aspetto della liquidità
La velocità di trasformazione degli investimenti in denaro è importante ed esiste un indice
per calcolarlo INDICE DI TURNOVER
Per essere liquida ad un’azienda non basta avere una buona struttura degli impieghi e
delle fonti ma è necessario che il denaro investito sia in grado di trasformarsi in d