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VOCI CAPITOLO CINQUE:
- TRASMISSIONE/INFORMAZIONE/SIGNIFICAZIONE vs
INTERAZIONE/RELAZIONE/COMPRENSIONE-INTERPRETAZIONE: la trasmissione è il
passaggio di una risorsa da un soggetto ad un altro, anche inanimati. L'informazione è l'emissione
di un messaggio: esso non deve per forza essere compreso, recepito, interpretato. L'informazione
vuole ridurre l'incertezza: se aumenta l'incertezza, essa non è ben riuscita. La significazione indica
una potenzialità di senso. Questi tre termini non si possono confondere con il comunicare, che si
caratterizza invece per partecipazione, cooperazione, condivisione, intenzione di produrre e
scambiare un senso il più possibile condiviso. Fanno parte del comunicare invece i termini
interazione, relazione e comprensione. L'interazione è il contatto, fisico o psichico, tra individui e
sottolinea il fatto che essi possono influenzarsi a vicenda. Il rapporto con l'altro si sviluppa in una
serie di interazioni che, grazie ad una relazione, ci permettono di generare dei modelli in grado di
creare aspettative sulle interazioni future. Ecco quindi che la comunicazione è un continuo fare
ipotesi e verificare la loro fondatezza, è un dedurre e indurre, è un interpretare.
- SENSO: noi consideriamo come sensato tutto ciò che si oppone al non-senso. Greimas afferma
che il senso si può considerare in due modi: 1. ciò che permette le operazioni di parafrasi o
transcodifica 2. Ciò che fonda l'attività umana in quanto intenzionalità. Il senso è contrapposto al
significato ed è il nostro modo di guardare e dire la realtà. Il senso è la condizione della
significazione: non lo diciamo mai ma ne vediamo sempre le articolazioni nei significati.
- FUNZIONALISMO: corrente semiotico-linguistica che nasce a Praga. Mentre lo strutturalismo si
concentra su come avviene la comunicazione, il funzionalismo si concentra sulle finalità e sulle
funzioni della comunicazione (perché comunichiamo?). Gli esponenti più importanti sono:
Jackobson, Teubeskej, Buhler, Martinet. Il dibattito tra i diversi studiosi porterà alla creazione di un
modello, portato poi alla realizzazione da Jackobson, costituito da sei fattori a cui sono collegate
sei funzioni comunicative. Il pensiero di Buhler è stato molto importante per la creazione del
modello. Egli definisce "senso linguistico" lo scopo del linguaggio e individua tre funzioni presenti
in ogni enunciato: espressiva, nella quale il mittente mostra qualcosa di se, appellativa, nella quale
il messaggio viene pensato in funzione del destinatario e rappresentativa, nella quale il parlante
utilizza il linguaggio per riferirsi ad un oggetto o stato. Mickarovsky aggiungerà poi una funzione
estetica, nella quale i segni di un codice attirano l'attenzione su se stessi (funzione tipica della
poesia). Le funzioni del linguaggio poi aumenteranno e infatti il modello di Jackobson ne
comprende sei. Inoltre Buhler afferma che il segno può essere sintomo, in quanto dipendente dal
mittente, segnale, in quanto richiama l'ascoltatore, o simbolo, in quanto corrisponde ad un oggetto
o fatto. Le varie funzioni si concentrano sulla duttilità (flessibilità) e creatività della comunicazione.
Gli esseri umani sono creativi e possono dare informazioni false o informazioni metalinguistiche
che consentono all'interlocutore di comprendere che il parlante sta scherzando (ESEMPIO:
dicendo "torna a casa a piedi" non ti voglio lasciare a 30 km da casa ma ti sto solo prendendo in
giro). Spetta all'interlocutore comprendere e eventualmente giudicare se la funzione è appropriata.
- ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE: gli assiomi della comunicazione sono stati elaborati dalla
scuola di Palo Alto (California) di cui l'esponente più significativo è Paul Watzlavik e indicano gli
elementi sempre presenti in una comunicazione:
1. NON SI PUÒ NON COMUNICARE: la comunicazione è costitutiva dell'essere umano. In
qualsiasi tipo di interazione tra persone, anche il semplice guardarsi negli occhi, si comunica
sempre qualcosa.
2. IN OGNI COMUNICAZIONE CI SONO ASPETTI VERBALI E ASPETTI NON VERBALI: sia gli
aspetti verbali che gli aspetti non verbali (tono, volume della voce, gesti) contribuiscono al senso di
una comunicazione. Le comunicazioni più complesse sono quelle in quei questi aspetti non
convergono verso un unico senso.
3. IN OGNI COMUNICAZIONE C'è UN ASPETTO DI CONTENUTO E UNO DI RELAZIONE:
l'aspetto di contenuto è l'oggetto palese della comunicazione mentre l'aspetto di relazione riguarda
i rapporti tra i comunicanti, le informazioni che essi si scambiano su se stessi. Tale contenuto
pragmatico fa da guida alla codifica e decodifica in quanto lo stesso messaggio, espresso sotto
forma di minaccia, ordine, esortazione, cambia completamente il senso della comunicazione.
Generalmente non si discute sul contenuto ma sulla relazione poiché da essa dipende la sanità
della comunicazione. A tal proposito è importante il feedback (vedi voce successiva).
4. LA COMUNICAZIONE È UN PROCESSO CIRCOLARE: la comunicazione non è un processo
lineare ma complesso in cui ogni elemento che influenza è a sua volta influenzato. Non esiste un
"inizio assoluto" ma esso è scelto in modo soggettivo dagli interlocutori. La punteggiatura e le
pause ci aiutano a creare una gerarchia fra i messaggi.
5. GLI SCAMBI DI COMUNICAZIONE SONO SIMMETRICI O COMPLEMENTARI: le
comunicazioni simmetriche avvengono tra persone che hanno stesso potere e stessa funzione
(due amici, due studenti), le comunicazioni complementari avvengono tra persone che hanno
poteri e funzioni differenti (professore e studente).
- FEEDBACK: esso indica la risposta del destinatario. feedback positivo ("hai ragione"): riconosce
sia il contenuto che la componente relazionale della comunicazione. Feedback negativo ("ti stai
sbagliando"): nega o critica il contenuto ma riconosce la relazione: l'interlocutore ha ascoltato, ha
seguito e ha dato una risposta.
- ATTO LOCUTORIO/ILLOCUTORIO/PERLOCUTORIO: Austin afferma che ogni volta che
parliamo compiamo tre atti:
- atto LOCUTORIO: è la componente fisica del parlare. Comprende l'atto fonetico, cioè la
combinazione di particolari suoni, l'atto fatico, cioè la produzione di parole e frasi seguendo un
determinato lessico e l'atto retico, cioè l'uso di frasi dotate di significato. È un atto locutorio il
semplice proferimento di parole di significato.
- atto ILLOCUTORIO: è la componente intenzionale del parlare (ciò che il parlante intende fare
attraverso l'atto locutorio).
- atto PERLOCUTORIO: è il momento in cui l'atto linguistico raggiunge il destinatario e lo cambia.
CAPITOLO 6: MEDIA
Il Novecento viene considerato il secolo dei media.
DEFINIZIONE: I media sono strumenti socio-tecnologici che fungono da intermediari nella
comunicazione tra soggetti. La lavatrice non è un medium poiché non consente la comunicazione
tra soggetti.
TIPI DI MEDIA: I media consentono sia la comunicazione uno-a-uno (telefono) che uno-a-molti
(radio, televisione). I media che consentono la comunicazione uno-a-molti vengono chiamati
MASS MEDIA. I NEW MEDIA presentano le seguenti caratteristiche: personalizzazione,
interattività, bi-direzionalità della comunicazione. Un esempio di new medium è internet.
TECNOLOGIA E SOCIETA’: I media comprendono sia la componente tecnologica che la
componente sociale:
-COMPONENTE TECNOLOGICA: sono strumenti tecnologici;
-COMPONENTE SOCIALE: sono strumenti che nascono e si sviluppano in stretta relazione con la
componente sociale.
Thompson distingue tre tipi di interazione umana:
1.INTERAZIONE FACCIA A FACCIA: i soggetti si trovano nello stesso luogo e nello stesso tempo;
impossibilità di equivoci grazie agli indizi simbolici. Gli indizi simbolici derivano dalla compresenza
fisica e alcuni esempi sono espressioni del volto e linguaggio del corpo;
2.INTERAZIONE MEDIATA: i soggetti si trovano in luoghi e tempi diversi; la possibilità di equivoci
aumenta; l’interazione è mediata da un mezzo tecnico come un foglio di carta nella scrittura di una
lettera, i fili elettrici nella conversazione telefonica, il web nella mail;
3.QUASI-INTERAZIONE MEDIATA: i soggetti si trovano in luoghi e tempi diversi; la possibilità di
equivoci è elevata; l’interazione viene mediata dai mass media; si parla di quasi-interazione perché
la comunicazione è tende ad essere unidirezionale. Vi è infatti un rapporto asimmetrico tra colui
che invia e colui che riceve. Il ricevente partecipa alla comunicazione, ma in maniera inferiore
rispetto all’emittente. ES: il giornalista pubblica una rivista (emittente) e i lettori inviano in redazione
delle lettere (destinatari); un’impresa intraprende uno studio di mercato (emittente) e i risultati dello
studio dipendono dal comportamento dei consumatori (destinatari). I mass media sono al centro di
una grande discussione: alcuni sostengono che essi determinano la passività del singolo, che non
viene considerato come individuo dotato di proprie caratteristiche, ma come individuo dotato di
caratteristiche standard; altri invece sostengono che essi incentivino la democrazia, la crescita e lo
sviluppo delle masse.
I mass media sono organizzati in BROADCASTING. Nel broadcasting le informazioni e i contenuti
vengono trasmessi in un luogo e in un tempo programmati.
I new media sono organizzati in NARROWCASTING. Nel narrowcasting è possibile accedere alle
informazioni e ai contenuti in qualsiasi luogo e tempo. ES: tv on demand, programmi in streaming.
I recenti new media sono organizzati in PODCASTING. L’emittente e il ricevente sono sullo stesso
piano. Infatti il ricevente può aumentare, aggiornare e modificare le informazioni e i contenuti
derivanti dall’emittente. ES: Internet, Yahoo!
A proposito della comunicazione mediale, Sorice distingue tra modello macro-sociali e modelli
micro-sociali. I modelli macro-sociali si fondano sull’idea di TRASMISSIONE e mirano
all’informazione. I modelli micro-sociali si fondano sull’idea di dialogo e mirano all’interattività. Nella
classificazione delle teorie relative alla comunicazione di massa, Wolf individua tre elementi
chiave:
1.il contesto storico, sociale ed economico in cui la teoria nasce o si diffonde;
2.teoria sociale presupposta o richiamata dalla teoria comunicativa;
3.modello comunicativo descritto dalla teoria.
Per quanto riguarda il rapporto tra media e società possiamo distinguere due approcci:
-AMERICANO: più pratico; si concentra sugli obbiettivi che enti pubblici e privati intendono
raggiungere investendo nel settore dei media;
-EUROPEO: più teorico; elabora una t