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CAPITOLO 8: I SENTIERI DELL’AMORE

La MORALE CRISTIANA non deve essere confusa con MORALISMO o LEGALISMO, intesi come

semplice osservanza esterna di una legge.

MORALE CRISTIANA: l’uomo riceve da Dio delle norme/regole di comportamento che gli

consentono di comprendere più facilmente la verità di sé stesso, infatti Dio è il solo che conosce

fino in fondo ciò che noi siamo, poiché ci ha creati a sua immagine e somiglianza; l’uomo può

accogliere o meno tale dono liberamente; se accolto, questo dono diventa appello ad un certo

modo di vivere, basato sulla ricerca e attuazione del bene.

VITA MATRIMONIALE: gli sposi ricevono in dono lo Spirito Santo che li rende capaci di amarsi su

modello dell’amore di Cristo per la Chiesa; da questo dono nasce un compito: amandosi, essi

devono ripresentare nella storia il mistero dell’amore di Cristo per la Chiesa.

EDUCAZIONE DEI CUORI: i cuori devono essere capaci di un amore coniugale basato sull’amore

di Cristo per la Chiesa. A tal proposito è opportuno che essi siano educati attraverso una

preparazione al matrimonio, comprendente 3 fasi: preparazione remota, preparazione prossima,

preparazione immediata. Tale processo inizia va dall’infanzia alla vigilia delle nozze e coinvolge

vari soggetti: il giovane stesso (innanzitutto; egli deve adottare un atteggiamento di apertura e

attività), i genitori, gli operatori pastorali, i pastori della comunità.

CURA DEI FIDANZATI L’UNO PER L’ALTRA: i fidanzati hanno il dovere morale di prendersi cura

l’uno dell’altra. In un contributo, Rupnik indica alcuni pilastri che gli innamorati devono costruire e

mantenere:

-devono intraprendere un cammino che tende al sacramento e tale cammino deve essere

riconosciuto anche oltre loro due. E’ quindi importante che la coppia abbia un interlocutore

spirituale e che l’amore dei due si estenda anche su amici e parenti.

-devono rivelarsi reciprocamente e in maniera sempre più completa.

-devono dedicarsi alla preparazione di una vita sessuale profonda, piena e significativa.

-devono possedere l’arte del perdono reciproco.

CURA ECCLESIALE PER I FIDANZATI: il fidanzamento è un tempo di grazia. Tale grazia non è

ancora sacramentale, ma trae forza dal battesimo e dalla vocazione coniugale che attende di

essere concretizzata. Per la preparazione dei fidanzati, la Chiesa ha:

-predisposto una preparazione che non sia occasionale o sporadica, bensì continuativa;

-istituito corsi di preparazione al matrimonio cristiano, che sono anche un’occasione per i fidanzati

di rinnovare e alimentare la propria fede;

-affidato a coppie coniugate e mature responsabilità educative verso i fidanzati.

La preparazione alla vita di coppia è accompagnata dalla preparazione alla famiglia. E’ infatti

importante che la vita coniugale non venga vissuta solo in maniera intima e privata, ma anche

nella sua dimensione sociale. I coniugi sono infatti soggetti sociali che hanno diritti e doveri nella

società e nella Chiesa.

REGOLE DELL’ETICA MATRIMONIALE: il loro obbiettivo è quello di fare in modo che l’amore di

coppia preservi le sue 4 caratteristiche fondamentali:

-TOTALITA’: regola della CASTITA’ MATRIMONIALE= impedisce che il coniuge venga ridotto a

solo corpo e quindi utilizzato per la sola ricerca del piacere erotico o della procreazione.

-FEDELTA’: regola che vieta ADULTERIO (tradimento), POLIGAMIA (più compagni), ADULTERIO

BIOLOGICO (forme di procreazione assistita dove interviene una terza persona estranea ai

coniugi). Adulterio, poligamia e adulterio biologico implicano la presenza di soggetti esterni alla

coppia e quindi ne impediscono la comunione integrale.

-INDISSOLUBILITA’: regola che vieta il DIVORZIO.

-FECONDITA’: regola della PROCREAZIONE RESPONSABILE= essa è alla base della

generazione biologica. CONTRACCEZIONE: esclusione della facoltà generativa attraverso alcuni

impedimenti che ostacolano la comunione integrale dei coniugi. METODI NATURALI: rispettano il

ciclo di fertilità della donna e non penalizzano la comunione integrale dei coniugi.

Distinguiamo tra IRREGOLARITA’ CANONICA e IRREGOLARITA’ MORALE.

IRREGOLARITA’ CANONICA: persone battezzate che vivono la vita di coppia senza il matrimonio

in Chiesa. Differenza tra SITUAZIONI DIFFICILI e SITUAZIONI IRREGOLARI. Le prime

comprendono divorziati e separati. Le seconde comprendono divorziati risposati, sposati solo

civilmente, conviventi. Atteggiamento della Chiesa verso coloro che si trovano in una situazione

matrimoniale difficile o irregolare:

-essi appartengono alla Chiesa, ma non sono in piena comunione con essa. Appartengono alla

Chiesa, poiché sono battezzati e poiché non rinnegano totalmente la fede. Non sono in piena

comunione con la Chiesa, poiché la loro condizione di vita è in contraddizione con il Vangelo di

Gesù, secondo il quale i Cristiani devono sposarsi in Chiesa e il loro matrimonio deve essere

indissolubile e fedele. Dato che appartengono alla Chiesa, quest’ultima deve prendersi cura di loro.

Infatti, su esempio e insegnamento di Gesù, la Chiesa deve adottare un atteggiamento accogliente

e misericordioso verso tutti. Ma dato che non vivono in piena comunione con essa, la Chiesa, in

nome della sua fedeltà verso Gesù, non può ammetterli alla riconciliazione sacramentale e alla

comunione eucaristica e non può consentire loro di rivestire ruoli quali lettore, catechista, padrino.

-la Chiesa deve valutare ogni situazione singolarmente, in modo da comprendere le cause che la

hanno determinata. C’è infatti differenza tra coloro che si sono sforzati per salvare il loro

matrimonio e sono stati abbandonati ingiustamente e coloro che per loro grave colpa hanno

distrutto il matrimonio. Dopo avere individuato le cause concrete, la Chiesa può definire gli

interventi e le cure pastorali per i soggetti in questione.

-sia la Chiesa cattolica che la Chiesa ortodossa/orientale riconoscono l’indissolubilità del legame

matrimoniale. Ma giungono a conclusioni teologiche e pastorali differenti. La Chiesa ortodossa

ritiene che il matrimonio, in quanto sacramento, sia indissolubile e che nessuna autorità terrena,

civile o religiosa che sia, può scioglierlo. La Chiesa non scioglie il matrimonio, ma prende atto di un

male che i coniugi divorziati hanno operato verso Dio e la Chiesa, preservando comunque un

atteggiamento di misericordia e tolleranza verso i peccatori. A determinate condizioni, tollera anche

un loro nuovo matrimonio, ma non lo riconosce pienamente come sacramento. Tuttavia, dato che

si tratta di un legame unico e stabile, le seconde nozze non possono essere equiparate al peccato

di fornicazione. FORNICAZIONE: rapporto sessuale illecito.

Lo Spirito opera sulle persone attraverso: ascolto della parola, celebrazione dei sacramenti, amore

del prossimo. Il fatto che una di queste via sia impraticabile, non impedisce allo Spirito di utilizzare

le altre vie. Di conseguenza, anche coloro che vivono una situazione matrimoniale difficile o

irregolare, vengono raggiunti dallo Spirito. Ovviamente non attraverso la celebrazione dei

sacramenti.

IRREGOLARITA’ MORALE: persone battezzate e sposate in Chiesa che non vivono pienamente in

Cristo. La qualità cristiana dell’amore di coppia è il criterio fondamentale per determinare la reale

fede cristiana dei coniugi. Essi non devono semplicemente professarla, ma devono anche metterla

in pratica.

CAPITOLO 9: UN’ETICA SOCIALE CRISTIANA

ETICA SOCIALE CRISTIANA: indica gli elementi base necessari per interpretare un qualsiasi

fenomeno sociale. In riferimento al titolo è possibile porsi 3 domande:

DOMANDA 1: Quale società?

RISPOSTA 1: La società attuale è molto complessa in quanto frammentata, multicentrica e

flessibile. La sua gestione è molto complessa, ma allo stesso tempo necessaria. ESEMPIO: si

tratta di una società al cui interno sono presenti diverse culture e civiltà. Le diversità culturali e civili

sono importanti risorse per il futuro dell’umanità, ma se non opportunamente gestite possono

determinare grandi attriti.

DOMANDA 2: In che senso la vita sociale è frutto di decisioni libere (responsabili e volontarie) e

quindi assoggettabili ad un giudizio etico?

RISPOSTA 2: Possiamo distinguere tra due differenti forme della relazione sociale:

-APPROCCIO INDIVIDUALISTA caratterizzato dalla logica dell’IO-TU: vi è una netta separazione

tra individuo e società. L’individuo si considera un soggetto isolato e non riconosce l’importanza

dell’altro per la costituzione della propria persona. In realtà la persone è un essere-in-relazione:

nasce, apprende, è educata, assistita, cresciuta da altri e da altri sempre dipenderà, pur

imparando a dare.

-APPROCCIO RELAZIONALE caratterizzato dalla logica dei NOI ESSENZIALI: non vi è

separazione tra individuo e società. L’individuo riconosce l’importanza dell’altro per la costituzione

della propria persona. L’individuo costruisce dei “NOI ESSENZIALI”, cioè delle piccole comunità

dove ritrovarsi e ritrovare l’altro: famiglia, amicizia. E’ importante che tali comunità non siano piccoli

soggetti inseriti in una società anonima, bensì in una società interagente con essi.

ISTITUZIONI SOCIALI: oggi le relazioni tra cittadino e istituzioni vengono viste come anonime,

impersonali, funzionali, esteriori. In realtà esse sono il prodotto della libertà congiunta di molti:

coloro che le hanno create e coloro che ne consentono la sopravvivenza nel tempo. In quanto

provenienti dalla libertà di molti, anche le istituzioni sono suscettibili di giudizio etico. Esse

agevolano e strutturano la vita sociale, determinando modi di fare, regole e ruoli che altrimenti

sarebbero da rinegoziare ogni volta.

DOMANDA 3: Quale verità per la società?

RISPOSTA 3: nella società attuale (multi-religiosa, multi-culturale, multi-etnica) sono presenti

diversi modi di agire, vivere, relazionarsi. Ci si domanda se tutti questi modi siano veri. Nella

società occidentale sono presenti obbiettivi condivisi da tutti. ES: valore e dignità della persona,

uguaglianza dei diritti, cura pubblica per istruzione e salute. Quando però si tratta di determinare in

maniera più accurata una grande gamma di valori, quali famiglia-educazione-pace-solidarietà-

difesa dell’ambiente, diventa difficile trovare un’unica soluzione condivisa da tutti. Ci si domanda

dunque se abbia senso ricercare una verità all’interno della società o se sia meglio mantenere una

società senza verità, ma basata su valor minimi condivisi da tutti.

Ogni problema sociale deve essere indagato

Dettagli
A.A. 2016-2017
17 pagine
11 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francesca.cozzi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia III e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Galli Stampino.